Ricorderete sicuramente Maurizio Bolognetti, segretario dei radicali lucani che della tutela dell’ambiente, della salute e della legalità ha fatto i suoi cavalli di battaglia. Pochi mesi fa pubblicavo appunto un suo reportage sulla Mythen di Ferrandina e gli scarichi nel Basento. Non è certo l’unica inchiesta dei radicali. Si sono occupati anche della Fenice di Tito, della moria di pesci nella diga del Pertusillo e di molto altro. Inchieste con un unico comune denominatore. Prove video e foto quasi sempre evidentissime di situazioni fuori norma e scarso (se non del tutto assente) interesse degli enti preposti al controllo. In queste sue inchieste Bolognetti è stato spesso aiutato dal tenente della polizia provinciale di Potenza Di Bello. Insieme hanno eseguito analisi e svolto indagini portando a conoscenza dell’opinione pubblica situazioni pericolose. Ad esempio nella diga del Pertusillo tanti pesci morti e non si sapeva perchè… per l’ARPAB tutto ok tranne essere smentiti dalle analisi dello stesso Di Bello che trovava preoccupanti tracce di inquinanti.
Qualcuno di voi sa dirmi se 2 cittadini che si preoccupano di informarsi e informarci fanno qualcosa di male?
Per i poteri forti della Lucania si!
Leggete cosa scriveva un giornalista su un importante quotidiano locale riguardo le indagini nel Pertusillo: “….Con una superficialità a dir poco irresponsabile, alimentata – presumiamo – dall’ansia preelettorale di conquistare qualche voto in più alle prossime regionali di fine marzo, il segretario dei Radicali lucani, Maurizio Bolognetti, s’è reso protagonista nei giorni scorsi di un “procurato allarme” sociale, denunciando a mezzo stampa la presunta “contaminazione” dell’acqua contenuta negli invasi lucani e destinata ad uso potabile…” E’ facile presumere però che, al di là degli aspetti formali legati alla trasmissione dei dati ufficiali, la mossa di Santochirico si configuri come qualcosa di più di un puro atto di cortesia nei confronti della magistratura potentina. Tanto più che qualcuno potrebbe, a giusta ragione, interrogarsi sui contraccolpi economici provocati da una sorta di “aggiotaggio” in favore delle società di acque minerali….L’allarmismo creato in questi giorni da forze politiche minoritarie, interessate a conquistare una visibilità mediatica altrimenti loro preclusa da un peso elettorale inesistente, è stato un atto indegno ed esecrabile di superficialità, che speriamo di non vedere più replicato in televisione e sulle pagine dei giornali.”
Insomma Bolognetti descritto come un pazzo in cerca di qualche voto in più addirittura al soldo delle multinazionali dell’acqua minerale. Pochi giorni dopo però le analisi danno ragione a Bolognetti.
Le elezioni regionali poi, come sapete, ci sono state… e sappiamo tutti come sono andate a finire.
Bolognetti non ha neanche potuto competere. L’importante giornalista è diventato portavoce del presidente De Filippo e un pezzo grosso del PD lucano, l’ex vicepresidente e assessore Santochirico ha pensato bene di denunciare per procurato allarme proprio Bolognetti e DiBello. La magistratura, velocissima in questo caso, ha sospeso dal servizio Di Bello. Abbiamo finalmente un esempio di funzionario pubblico che fa il proprio lavoro in maniera esemplare e invece di premiarlo…. lo si punisce!!!!!
Di Bello da mesi non percepisce lo stipendio in attesa del processo.
A me sembra il proverbiale “punisci uno per educarne 100”. Fanno certo più comodo i servi sistemati a suon di raccomandazioni in tutti gli enti pubblici locali. Zitti e muti… magari come i pesci della diga del Pertusillo.
E sembra anche chiaro ed evidente che a livello regionale il PD soffre della stessa malattia del PDL nazionale. :sick:
Qui trovate un articolo sulla Gazzetta sul caso:
Io, investigatore scomodo sospeso per aver cercato la verità sui veleni lucani
Qui l’articolo pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano.
Infine l’interessante dossier dei radicali sui veleni industriali e politici della Basilicata.