Quello che sta succedendo a Termini Imerese è una dimostrazione di come l’intervento dello stato nell’economia sia sbagliato, almeno se non fatto con criterio.
L’azienda più aiutata dallo stato (peraltro, non solo nella crisi attuale, ma da sempre) chiude uno dei più importanti stabilimenti italiani. E’ un paradosso…
Se proprio l’intervento dello stato si rende necessario (come in situazioni di crisi), questo deve avvenire sulla maggior parte possibile della domanda, aumentando il potere d’acquisto. Non forzando, per così dire, l’economia dal lato dell’offerta e peraltro solo per alcuni settori.
Gli inicentivi statali rivolti solo ad alcuni settori (in primis l’auto) non garantiscono che si favosrisca le aziende virtuose. La scelta è politica non economica.
In più chi riceve gli aiuti (in questo caso la FIAT), a mio avviso, dovrebbe in qualche modo garantire il reinvestimento nel territorio nazionale. In altri termini una politica protezionista (sbagliata di principio) deve almeno garantire un ritorno delle risorse investite…
Altrimenti non è protezionismo ma beneficenza.
Marchionne fa bene, dal suo punto di vista, ad aprire stabilimenti nel vicino o lontano est. E’ chi interviene nell’economia a dover controllare gli effetti delle proprie scelte.