Mi ero promesso di commentare quanto accaduto. Con un po’ di ritardo accolgo volentieri l’invito di wildmetal.
Nelle trasmissioni di oggi, ovviamente, non si parla d’altro. In Italia e all’estero si sorride e ci si indigna insieme. Si parla di clima di odio. Difficile negare che tale clima esista, difficile capire chi sia più responsabile. Berlusconi ci mette del suo sicuramente con tutto quello che abbiamo ampiamente discusso… (e che non sto qui a ripetere).
Dall’altra parte non si risparmiano toni aspri e “violenti”. E’ difficile stabilire quanto siano i “mandanti morali” esagerati nelle loro esternazioni e quanto siano le stesse esternazioni giustificate. Qualcuno è terrorizzato, qualcun altro è politicamente corretto ma sotto sotto se la ride.
Tralasciando un attimo il dibattito sul merito dell’accaduto, io rifletterei cercando di dare all’episodio un significato più ampio, guardando da lontano il periodo che stiamo vivendo. Un periodo della storia repubblicana in cui la politica non si fonda sulle idee ma sulle persone. L’americanizzazione della politica. I leader che nel bene o nel male impersonificano un partito. Lo scontro non si fa più sulle idee ma su (e contro) le persone. Ecco che l’idea opposta diventa l’avversario o il nemico da abbattere.Io vedo un impoverimento della cultura politica. Uno svuotamento dei partii dalla loro storia.
Probabilmente, come ha detto qualcuno, il volto insanguinato di Berlusconi potrebbe essere l’icona della fine della seconda Repubblica. Berlusconi nel bene e nel male è stato l’inauguratore di questa politica. Il suo volto insanguinato, fortemente in contrasto con l’icona sorridente a cui ci ha abituati, sarà l’epilogo di questa stagione controversa?