Sorge a circa 800 ml sul mare su un’altura a margini della valle del Basento. Abitato di origini italiche. Centro di notevole importanza nel medioevo. Negli oliveti e nei boschi del paese si rintracciano i cosiddetti palmenti, piccole vasche scavate nella roccia utilizzate per spremere sul posto le olive o macerare la ginestra per ricavarne fibre per tessuti. Abitanti: 1602; superfice kmq 55; altitudine m. 899.
Monasteri e fondazioni monastiche di Albano di Lucania (PZ).
Monastero (Theotokos) di S. Maria del Rifugio (Italogreci). Una delle più importanti fondazioni benedettine della Basilicata. Attestato in documenti latini e greci dell’anno 983 e del primo decennio del secolo XI. Eretto tra boschi e sulle alture tra Albano Tricarico nella cui diocesi possedeva alcune chiese. Scompare tra secoli XIII e XIV ed ancora oggi non se ne conosce con esattezza l’ubicazione. Tra i secoli XVI e XVII, alcuni terreni appartenuti al monastero risultano in possesso della chiesa madre di Albano e descritti in una platea dell’epoca. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II pp.5-6.
Chiesa di S. Maria, S. Iconio, S. Leone e S. Cristoforo (Benedettini di Montevergine). Grancia appartenta ai Verginiani e attestata in una bolla di Papa Celestino III nel 1197. Attualmente nota con la dedicazione di Madonna delle Grazie sorge lungo in prossimità del tracciato della via Appia. La chiesa è ancora in uso come santuario mariano frequetato dalle popolazioni dei paesi limitrofi. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II pp.3-4.
Chiesa di Elena (Benedettini di Montevergine). Grancia ormai scomparsa appartenuta ai Verginiani e attestata in una bolla di Papa Celestino III nel 1197. L’agiotoponimo si rintraccia nella masseria omonimo lungo il tratturo del Duca che da Albano scende verso la valle del Basento. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II pp.3.
Grancia di S. Lorenzo (Certosini). Grancia ormai scomparsa appartenuta, dal secolo XVI, alla Certosa di S. Lorenzo di Padula. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II pp.3.