Apparentemente le due questioni non hanno nulla in comune tra di loro, ma un nesso c’è, e si chiama etica.
Beppino Englaro ha una figlia in stato vegetativo da 17 anni. Chiede, nella sua lucida disperazione, di porre fine alla non-vita della figlia, che espressamente ha manifestato in passato, al padre, il proprio rifiuto verso una condizione irreversibile di sopravvivenza artificiale. La battaglia di Beppino dura da più di dieci anni. Finalmente Eluana ha raggiunto la clinica dove il suo desiderio di dignità e le sue volontà potranno trovare compimento, dove la dura lotta di suo padre può trovare non la vittoria (giacchè non vince la vita) ma una sofferta tregua; ma – nonostante una sentenza sancita da un tribunale, nonostante il rifiuto da parte della Corte Europea del ricorso presentato da diverse associazioni contro la sospensione dell’alimentazione per Eluana, nonostante l’ulteriore aggravarsi delle condizioni di salute della ragazza – gli “irriducibili sostenitori della vita ad ogni costo” non demordono e sperano ancora in un decreto last minute da parte del governo per fermare la procedura. Decreto al vaglio del Ministro Sacconi e del governo, messo in forse dai dubbi del Presidente Napolitano e che rischia di provocare una spaccatura nella maggioranza.
Ma in tutto questo, Eluana? Beppino? In tutto questo caos mediatico, giudiziario, politico non un solo cenno di pietà umana verso una vicenda drammatica di immani dimensioni. Questo è un caso che va ben oltre la questione sulla legalizzazione dell’eutanasia, giacchè una sentenza c’è stata. Qui si tratta di far calare un rispettoso silenzio sulle lacrime di un padre nell’atto di compiere un estremo gesto d’amore verso sua figlia.
Questione sicurezza. Il Senato ha approvato il disegno di legge sulla sicurezza ora all’esame della Camera: tra i punti salienti, la tassa sul permesso di soggiorno, la schedatura dei senzatetto, la possibilità per i medici di denunciare i clandestini, la legalizzazione delle ronde di cittadini non armate.
Tra tutte, la più penosa ed inammissibile è l’abiura richiesta ai medici del proprio codice deontologico e del giuramento di Ippocrate: può un medico la cui missione è quella di salvare la vita umana, preoccuparsi della nazionalità del paziente che cura, soprattutto in caso di emergenza? Si può mettere in discussione il diritto universale alla salute dopo secoli che è stato sancito? Un immigrato clandestino con la polmonite non è forse, prima di tutto, un essere umano con la polmonite? Mi vengono in mente le parole di Shylock, il ricco ebreo disprezzato da tutti ed assetato di vendetta nella Venezia cinquencentesca di Shakespeare: “Sono un ebreo. Ma non ha occhi un ebreo? Non ha un ebreo mani, organi, / membra, sensi, affetti, passioni? Non si nutre degli stessi cibi, non è ferito dalle stesse / armi, non è soggetto alle stesse malattie, non si cura con gli stessi rimedi, non è / riscaldato e agghiacciato dallo stesso inverno e dalla stessa estate come lo è un / cristiano? Se ci pungete, non facciamo sangue? Se ci fate il solletico, non ridiamo? Se / ci avvelenate, non moriamo?” (Il mercante di Venezia). Eppure Shylock era il cattivo, lo straniero, il diverso.
Fortunatamente i medici italiani, cattolici e non, si dicono contrari all’emendamento perchè quando si tratta di salute, non c’è differenza di nazionalità o situazione di irregolarità che tengano; ma è paradossale pensare di risolvere il problema dell’immigrazione clandestina attraverso medici delatori chiamati a rinnegare la propria deontologia, laddove non arrivano le forze dell’ordine o la giustizia.
Nel caso di Eluana (persona che ha coscientemente espresso la volontà di un’eventuale interruzione dell’alimentazione, nelle condizioni in cui si ritrova da 17 anni) si richiede ai medici di salvaguardare la vita, in tutte le sue forme e condizioni. Se si tratta di immigrati clandestini, sull’etica ed ogni questione morale legata alla professione di medico si può chiudere un occhio… o tutti e due, nascondendosi dietro il paravento della sicurezza e della legalità.
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Che vergogna… ho appena letto che il nostro presidente del consiglio insieme ai suoi colleghi ministri ha deciso di bloccare per decreto una sentenza della magistratura italiana.
Non bastassero i vari lodi schifani/alfano /consolo, non bastassero i guinzagli messi alla corte dei conti con il controllato che controllerà il controllante, non bastassero le assurde modifiche al codice che impediranno le intercettazioni lasciando mano libera ai delinquenti, non bastassero tutte le leggi ad personam del passato, ora, senza alcuna vergogna, addirittura si fa un decreto per fermare una sentenza di un tribunale.
Da oggi in Italia, ancora più di ieri, è impossibile dire che esista una giustizia. Se anche un tribunale, in futuro, dovesse riconoscere in via definitiva che un fatto è giusto o sbagliato ci sarà sempre la possibilità che un potente, anche uno privo di qualunque etica (se non il vil denaro o la f..a) come Berlusconi, si alzi la mattina e decida che quella sentenza non gli piace e va modificata.
Siamo passati dalla democrazia alla dittatura. Si è passato il limite…. al di là delle considerazioni sul singolo caso Englaro, sul fatto che si possa essere d’accordo o meno sulla sua morte, bisognerebbe avere la lucida obiettività di generalizzare….. ammettere che c’è un presidente del consiglio che vuole decidere anche su cose che non gli competono. Domani tutti noi potremmo essere accusati di qualcosa…. magari essere riconosciuti innocenti e poi vederci annullata la sentenza per intervento della politica.
L’altra assurdità l’ha descritta Cinzia… curiamo le persone in base alla razza.
Il prossimo passo qual’è?
Il rogo dei libri? Invadiamo l’Albania?
P.S.1 auguriamoci che Napolitano si ricordi di cosa significa essere presidente di una repubblica democratica almeno questa volta.
p.S.2 bel post Cinzia… complimenti.
l Quirinale ha reso noto il testo della lettera che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, prima dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un decreto legge in relazione al caso Englaro.
“Signor Presidente, lei certamente comprenderà come io condivida le ansietà sue e del Governo rispetto ad una vicenda dolorosissima sul piano umano e quanto mai delicata sul piano istituzionale – scrive Napolitano -. Io non posso peraltro, nell’esercizio delle mie funzioni, farmi guidare da altro che un esame obiettivo della rispondenza o meno di un provvedimento legislativo di urgenza alle condizioni specifiche prescritte dalla Costituzione e ai principi da essa sanciti. I temi della disciplina della fine della vita, del testamento biologico e dei trattamenti di alimentazione e di idratazione meccanica sono da tempo all’attenzione dell’opinione pubblica, delle forze politiche e del Parlamento, specialmente da quando sono stati resi particolarmente acuti dal progresso delle tecniche mediche. Non è un caso se in ragione della loro complessità, dell’incidenza su diritti fondamentali della persona costituzionalmente garantiti e della diversità di posizioni che si sono manifestate – prosegue il capo dello Stato -, trasversalmente rispetto agli schieramenti politici, non si sia finora pervenuti a decisioni legislative integrative dell’ordinamento giuridico vigente. Già sotto questo profilo il ricorso al decreto legge, piuttosto che un rinnovato impegno del Parlamento ad adottare con legge ordinaria una disciplina organica, appare soluzione inappropriata”.
“Devo inoltre rilevare che rispetto allo sviluppo della discussione parlamentare – sottolinea Napolitano – non è intervenuto nessun fatto nuovo che possa configurarsi come caso straordinario di necessità ed urgenza ai sensi dell’art. 77 della Costituzione se non l’impulso pur comprensibilmente suscitato dalla pubblicità e drammaticità di un singolo caso. Ma il fondamentale principio della distinzione e del reciproco rispetto tra poteri e organi dello Stato non consente di disattendere la soluzione che per esso è stata individuata da una decisione giudiziaria definitiva sulla base dei principi, anche costituzionali, desumibili dall’ordinamento giuridico vigente.
Decisione definitiva, sotto il profilo dei presupposti di diritto, deve infatti considerarsi, anche un decreto emesso nel corso di un procedimento di volontaria giurisdizione, non ulteriormente impugnabile, che ha avuto ad oggetto contrapposte posizioni di diritto soggettivo e in relazione al quale la Corte di cassazione ha ritenuto ammissibile pronunciarsi a norma dell’articolo 111 della Costituzione: decreto che ha dato applicazione al principio di diritto fissato da una sentenza della Corte di cassazione e che, al pari di questa, non è stato ritenuto invasivo da parte della Corte costituzionale della sfera di competenza del potere legislativo.
Desta inoltre gravi perplessità l’adozione di una disciplina dichiaratamente provvisoria e a tempo indeterminato, delle modalità di tutela di diritti della persona costituzionalmente garantiti dal combinato disposto degli articoli 3, 13 e 32 della Costituzione: disciplina altresì circoscritta alle persone che non siano più in grado di manifestare la propria volontà in ordine ad atti costrittivi di disposizione del loro corpo”.
“Ricordo infine che il potere del Presidente della Repubblica di rifiutare la sottoscrizione di provvedimenti di urgenza manifestamente privi dei requisiti di straordinaria necessità e urgenza previsti dall’art. 77 della Costituzione o per altro verso manifestamente lesivi di norme e principi costituzionali discende dalla natura della funzione di garanzia istituzionale che la Costituzione assegna al Capo dello Stato – aggiunge – ed è confermata da più precedenti consistenti sia in formali dinieghi di emanazione di decreti legge sia in espresse dichiarazioni di principio di miei predecessori. Confido che una pacata considerazione delle ragioni da me indicate in questa lettera valga ad evitare un contrasto formale in materia di decretazione di urgenza che finora ci siamo congiuntamente adoperati per evitare”.
da LA REPUBBLICA (6 febbraio 2009)
In Italia attualmente ci sono quattro proposte di legge per il diritto di vita/morte. Tra queste esiste quella più accreditata a diventare legge che riquarda il testamento biologico ed esiste anche una proposta dai radicali che, tra le quattro, è quella più estrema e direi più vicina al concetto di eutanasia. Cara Cinzia, forse non sai che in nessuna di queste quattro proposte vi è la possibilità di poter interrompere l’alimentazione artificiale proprio perchè non è considerato accanimento terapeutico. Quindi se per assurdo domani venisse approvata la proposta estrema (e la meno cattolica) dei radicali, Eluana continuerebbe a vivere anche in quelle condizioni. La sentenza della Corte non fa riferimento ad una legge specifica esistente in Italia in materia ma è stata praticamente una "estrapolazione" e interpretazione della costituzione. Il problema credo sia da attribuire ad un vuoto legislativo in materia, non esiste nessuna legge per questo caso specifico e se ci fosse stata nessuno mai avrebbe deciso di interrompere l’alimentazione forzata. Paradossalmente grazie o per colpa (dipende dai punti di vista!!) di questo vuoto legislativo Eluana dovrà morire. Semmai se la politica ha delle colpe riquarda proprio questa, quella di non essersi sbrigata prima.
Francamente penso che tra gli innumerevoli ddl e leggi di questo governo questo sia il più necessario, il più coraggioso di tutto anche se incostituzionale (davanti alla vita la costituzione per me passa in secondo piano!!!). Il più necessario perchè Eluana rischia di essere l’unica ed ultima vittima di questa strana ed anomala situazione; il più coraggioso perchè, come dice giustamente Cinzia, rischia di spaccare la maggioranza ed ha causato uno scontro istituzionale che sicuramente tutti i governi preferirebbero evitare.
Il bello che non sono solo io a pensarla così, lo pensa anche Casini e (udite udite) anche Di Pietro. Si, hai capito bene l’Antonio, quello di Montenero, l’ex PM, quello che adesso è solidale con il Napolitano dopo averlo appena accusato di silenzio. Prima accusa Berlusconi di voler "attentare" alla costituzione con quel decreto, poi dice che sarà la prima e l’ultima volta che voterà il ddl in parlamento del centro-destra perchè lui è un cattolico e pensa che bisogna fare di tutto per salvare la vita di una persona. Mio Dio,…vi prego aiutatemi, quest’uomo io non lo capisco….per lui bisogna salvare Eluana a tutti i costi ma accusa Berlusconi di essere un dittatore perchè cerca di farlo…chissà forse per Di Pietro viene prima la costituzione della vita di una persona o forse non ha fatto altro che approfittare della situazione per parlare male di Berlusconi.
Udine è una città fredda e piovosa (lo dico anche perchè ho vissuto in quella città, la conosco bene e ci vado spesso) e questa vicenda rischia di farla diventare ancor più fredda e triste. Triste come quel medico della clinica dove si trova in cura Eluana che, con quella dannata voglia di apparire in TV, dice che per lui Eluana è morta 17 anni fa confondendo la morte celebrale con la morte vera e propria (che bella diagnosi medica, lei si che è un professionista come i suoi amici del suo ordine che hanno vergognosamente taciuto davanti a questa sua diagnosi trasformata, tout court, in opinione personale!!!) e nel momento in cui gli si chiede come intende procedere lui risponde che la procedura sarà indolore….grazie dottore, adesso ho capito che un morto può provare sofferenza, un morto può provare emozioni, un morto può sorridere, un morto può aprire gli occhi, un morto può addirittura tossire…..
Gianni vuole capire qual è la posizione di Di Pietro sul caso Englaro. Se prima di lanciarsi in affermazioni così perentorie e vittimistiche (Questi stupidi sostenitori della vita!!!!) si fosse informato, non avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di nessuno per capire “l’Antonio, quello di Montenero”.
Sul sito dell’ex pm che Berlusconi voleva farlo ministro si dice, infatti, fra l’altro:
“L’Italia dei Valori sta in questo caso – senza se e senza ma – con il Presidente della Repubblica. Bene ha fatto Napolitano a stoppare il decreto legge che avrebbe messo il Parlamento di fronte al fatto compiuto e, invece, è bene che una materia delicatissima come il “testamento biologico” (vale a dire il diritto di ognuno di poter staccare la spina quando è arrivato allo stremo delle proprie forze) vada prima discusso e ben valutato dal Parlamento. Certo, la vicenda umana di Englaro impone risposte rapide (e, infatti, noi abbiamo acconsentito che se ne discutesse subito in Aula), ma non si possono fare leggi per singole persone, addirittura al solo scopo di fermare una sentenza divenuta irrevocabile. La verità, secondo noi, è che Berlusconi, in questo momento, sta solo approfittando dell’occasione per spaccare ulteriormente il Paese, renderlo ingovernabile e instabile per poi dire che ci pensa lui (anche cambiando la Costituzione, se questa non gli dovesse permettere di fare quello che gli pare).
(omissis)
Sì, sono angosciato perché personalmente non vorrei vivere più se mi trovassi nelle condizioni di Eluana e chiederei ai miei cari di aiutarmi a morire. Ma, con altrettanta umiltà, debbo dire che non avrei mai il coraggio di staccare ad altri, personalmente, la spina e nemmeno di ordinare di staccarla. “
(da http://www.italiadeivalori.it/)
Chiaro no?
Quanto al parlar male di Berlusconi: è ormai chiaro che nessuno riesce a farlo meglio di Berlusconi stesso.
Quindi la paura di Di Pietro è sostanzialmente quella che Berlusconi potesse riscuotere successo tra i cattolici vero?
Cristoforo anch’io sono andato a leggere sul suo sito (carino aggiungo!!!) e alla fine del suo ennesimo discorso da vittima della cattiva informazione (e poi lo vedi in TV sempre dal solito Santoro) dice:" Personalmente voterò per la libertà di vivere ma anche di poter morire " ….aiutami tu Cristoforo, questo è a favore o è contro? Forse sono io che crede ancora che vita e morte sono dei concetti opposti, scusami ma sono troppo ignorante per comprendere un luminare come Di Pietro. Poteva pure dircelo adesso cosa avrebbe votato, poteva pure dire che non voterà il provvedimento di Berlusconi. Cristoforo dai su…. lo sai meglio di me che quello domani voterà tranquillamente quel provvdimento che lui stesso critica per la sua incostituzionalità…non votarla per un cattolico sarebbe un suicidio politico, significa perdere il suo elettorato. Lo sai meglio di me che la questione non è l’incostituzionalità ma la paura che Berlusconi possa riscuotere successo tra i cattolici. La paura di non poter apparire come i sostenitori della vita per un politico cattolico equivale alla paura per un attore di non ricevere applausi.
Poi ancora nell’articolo della Stampa, contestato da Di Pietro, il Presidente Belisario dice che è addirittura disponibile a votare il ddl anche in
commissione, in sede deliberante, cioè senza passare dall’aula per
accelerare i tempi al massimo….ma sentilo per accelerare i tempi al massimo (ammesso che anche questa dichiarazione fosse vera). Vedrai quante belle lucine verdi si accenderanno domani nella parte sinistra di quel tabellone… si proprio per lo stesso provvedimento omicida e attentatore della democrazia ( magari aggiungendoci una virgola, così tanto per distinguerla, per renderla originale!!!).
Ah Cristoforo, visto che ho la pagina del sito davanti ai miei occhi, quella di "Antonio"… si, il luminare di Montenero…. cosa fate adesso gli chiedete scusa?
Gianni rileggiti per favore… hai accumulato nei 2 tuoi interventi una serie di contraddizioni e frasi illogiche che neanche un’ultrà allo stadio!
Sono situazioni delicate che richiedono riflessioni attente e non avventate. Se hai deciso di essere una pecora allora segui il pastore e non lo sciacallo.
Infine spiegami come puoi schierarti dalla parte della vita tu che, un giorno si e l’altro pure, posti su questo forum argomenti in cui esalti la pena di morte o ti scagli contro un magistrato che ha punito un uomo che ha ucciso… sia pure dopo l’ennesima rapina subita.
Ti invito poi a distinguere la vicenda personale di Englaro in senso stretto da quello che deve invece essere il comportamento delle istituzioni in generale.
Non esistono eccezioni in democrazia…. o vuoi tornare al ventennio?
Tu poi che ti definisci liberale e di destra? Sei proprio convinto che debba essere lo stato a decidere per te? Se un domani ti trovassi nelle condizioni di Englaro davvero vorresti che fosse un presidente del consiglio a decidere per te?
Ce l’hai tanto con Di Pietro e i molisani… ma chiediti perchè lo sciacallo Berlusconi solo ora si interessa al caso Englaro nonostante già nel 2004 il padre lo avesse supplicato di fare qualcosa in una lettera aperta? Allora purtroppo non gli serviva una guerra aperta con Napolitano per cambiare leggi e costituzione a suo piacimento.
E questo è il mio ultimo intervento sull’argomento. La situazione della Englaro richiede rispetto e silenzio e non quegli starnazzi che tanto fanno comodo allo sciacallo che purtroppo ci ritroviamo come presidente del consiglio.
Gianni giustamente la chiama <alimentazione forzata>, appunto.
Se non è una terapia questa?.
Mi sembra alquanto strano che ci sia qualcuno che voglia cedere la libertà di disporre del proprio corpo alle leggi e quindi allo stato. Mi sembra assurdo. Se poi lo stato per scelta ideologica non vuole mettere a disposizione le proprie strutture sanitarie per interventi di un certo tipo, almeno lasci la libertà ai privati di poterlo fare.
Ciao.
Silenzio e rispetto verso una FAMIGLIA che soffre.
Sul silenzio non sono d’accordo.
Nel silenzio in Italia avvengongono pare, migliaia di eutanasie illegali per l’ipcrisia di uno stato che preferisce fare il Ponzio Pilato.
Il sig. Englaro con un atto di umanità e di generosità ha voluto perseguire la strada dell’onestà facendo del caso personale una battaglia civile per l’ottenimento per tutti del sacrosanto diritto ad una fine dignitosa.
condivido con ciffo e falco.
E’ una situazione in cui nessuno ha diritto ad intromettersi, nemmeno il papa e, men che meno i politici che, vergognosamente solo adesso si accorgono di Eluana.
Beppino deve rendere conto solo alla sua coscienza di uomo e di padre e, sicuramente questa decisione non è maturata all’improvviso! Da noi si dice che:l’ uaj da p’gnat,l’ sap ‘a cucchiar!
(i guai della pentola, li conosce il cucchiaio)!
per cui, chi meglio di lui può conoscere la situazione? i media contribuiscono negativamente con la diffusione della foto di bella ragazza che Eluana fu, ma oggi, chi sa com’è ridotta? chi può dire che se la poverina ne avesse la forza,non staccherebbe lei stessa la spina?
A questo punto non ha più senso neanche risponderti….vorrei farlo ma non ho voglia, in questo momento penso sia più giusto rimanere in silenzio.
Condivido in pieno le osservazioni fatte da Cinzia e Ciffo; a queste vorrei aggiungere la mia. Cercherò il più possibile di parlare del confine tra la vita, la morte e l’intervento dell’uomo sforzandomi di estrapolare dal contesto la vicenda della povera Eluana Englaro che merita più rispetto e certamente più distacco. Trovo immorale, inumano, assurdo, ingiustificato, questa spettacolarizzazione del dolore, questo “accanimento mass-mediatico e politico” che si sta consumando nei confronti di questa tragedia, per questo non posso che essere vicino, con il cuore e con la mente, alla famiglia Englaro. Io penso che sia giunto il momento di aprire un confronto ampio sul merito del problema partendo da questi interrogativi: di chi è la vita? Della persona interessata, della sua famiglia, di un Dio che l’ha donata, della natura , dello Stato, di un medico o di un magistrato? Partiamo dal fatto che l’uomo con le sue azioni è arrivato ad occupare spazi un tempo inimmaginabili che sono al limite del confine della vita (fecondazione assistita) e della morte (aborto ed eutanasia). Per questo laddove c’è un intervento dell’uomo ci deve essere anche una forma di regolamentazione precisa che in questo momento, nel nostro Paese, non c’è. Non tutti sanno che Eluana poteva benissimo morire altrove, all’estero, così come fanno molte altre persone che si trovano in situazioni similari che portano il loro familiare a morire (scusate la crudeltà dell’espressione) in strutture sanitarie straniere, ad esempio Svizzera, dove queste pratiche sono ampiamente regolamentate. Di fronte a questo vuoto legislativo e di fronte al caso concreto è quanto meno normale che a decidere sia la magistratura che non fa altro che garantire il rispetto e l’applicazione delle leggi. Così è giustamente avvenuto con il caso di Eluana Englaro, quindi se parte della politica e della Chiesa sono così ansiosi di ricercare un colpevole o un responsabile a tutti i costi, lo devono fare guardando dentro loro stessi. Vogliamo tollerare così come accadeva con l’aborto che venisse praticato clandestinamente o all’estero o vogliamo che ci sia un minimo di regolamentazione anche nel nostro Paese? Non è più orrendo pensare di tollerare leggi in forza delle quali non si garantisce l’assistenza sanitaria alle “PERSONE” irregolari (soprattutto bambini) che non possono rivolgersi ad un medico, qualunque sia il male, ma paradossalmente possono far curare il loro animale? Non è più orrendo fare guerre inutili sapendo che a morire saranno solo persone civili senza colpa? Non è più orrendo schierarsi a favore della pena di morte? Di fronte a questi numerosi interrogativi la mia risposta è quella di schierarmi fortemente in favore del diritto alla vita laddove questa ci sia e di schierarmi in favore del diritto a morire con dignità laddove, così come nel caso di Eluana, la vita ha lasciato spazio alla non vita.
La natura deve fare il suo corso, fin dove l’uomo puo migliorarla è bene che avvenga, ma se la speranza è lontana , allora l’uomo deve farsi da parte e dare il diritto a madre natura.
col tutto il rispetto parlando x questa e altre questioni similari , ho espresso solo il mio parere . il volere di dio si manifesta anche così , come avveniva fin alla creazione dell uomo. 17 anni so pur 17 anni.