venerdì 22 Novembre 2024

LETTERA APERTA AL SENATORE FILIPPO BUBBICO

Caro Filippo,
ho scelto le pagine di Montescaglioso.net per rivolgere pubblicamente a te alcune mie considerazioni personali che nel corso degli anni e delle tante volte che vengo a Montescaglioso ho maturato.
Già in altre occasioni abbiamo avuto modi di discuterne liberamente e in modo molto amichevole e in particolare ricordo un capod’anno di alcuni anni fa quando ancora eri Presidente della Giunta Regionale di Basilicata e che parlando del disagio giovanile e dell’alto numero di adolescenti che facesse uso di stupefacenti nel nostro comune le mie parole risultassero per te come una rivelazione e non perchè tu non ne fossi a conoscenza ma perchè forse non credevi o quantomeno speravi che le cose non stessero in quei termini.
Abbiamo spesso discusso della necessità di ridare credibilità alla politica con la piena convinzione che senza di essa non sia possibile nessun tipo di rilancio del livello sociale e aggregativo nel nostro paese.
Da quel lontano capod’anno ad oggi le cose purtroppo sono peggiorate, sempre più giovani si sono allontanati dalla vita sociale,
la disoccupazione e la mancanza di prospettive ha fatto si che centinaia di giovani prendesse la cosiddetta valigia per inseguire nuovi orizzonti e quelli che sono rimasti risultano sempre più abbandonati al loro destino vittime della rassegnazione e dell’apatia che si legge nei loro occhi, schiavi ormai di una vita che si trascina giorno dopo giorno nella monotonia e nella sensazione di sentirsi vittime di un sistema e di una società che li vuole ai margini buoni solo per essere usati come strumenti di clientele e di favoritismi.
Eppure tu sai benissimo che Montescaglioso non è stato sempre cosi.
Il nostro è stato senza alcun dubbio il paese che in tutta la Basilicata ha dato il contributo maggiore in tutte le più grandi battaglie per i diritti e per il lavoro, la sottomissione e la rassegnazione sono termini che mai hanno caratterizzato la vita sociale dei montesi, a partire dalle grandi lotte per la riforma agraria del 49, di cui quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario,tragicamente conclusosi con l’assassinio di Giuseppe Novello, per continuare con i grandi scioperi degli anni sessanta e settanta, le lotte studentesche, per finire con la straordinaria partecipazione dei montesi alla protesta contro il sito delle scorie nucleari a Scanzano Ionico, protesta della quale tu in qualità di Presidente sei stato il più genuino e combattivo interprete. Ricordi quella sera quando al ritorno da Roma nella stazione di Metaponto hai annunciato la vittoria alle migliaia di ragazzi che pacificamente la tenevano occupata da settimane, si è levato un urlo di gioia e di liberazione che significava per ognuno di loro che le loro speranze di un cambiamento fosse realmente possibile e che tu, il loro leader, un po come l’Obhama d’America, fossi lo strumento di quel cambiamento.
Oggi, mi devi consentire di chiedermi, dove è finita quella speranza, e quei giovani che rappresentavano il futuro di una regione da sempre territorio di conquiste per spregiudicati faccendieri, quanti di loro hanno coltivato quella speranza o invece hanno lasciato il posto alla rassegnazione?
Da diverse parti mi arriva l’invito per un mio ritorno alla politica attiva,ammesso che io abbia mai smesso di farla,allora mi domando se siamo veramente alla frutta.
Non ho mai smesso di credere nella possibilità che la Basilicata e la nostra Montescaglioso possano tornare a credere in quelle speranze ma per far ciò è indispensabile che tutta la classe politica lucana torni a credere in quella speranza, la rassegnazione che oggi leggo anche negli occhi di chi come te è stato protagonista di una idea di cambiamento deve essere sconfitta per ridare ai giovani, alle donne, ai disoccupati la certezza di essere rappresentati e condotti da uomini che prima di ogni altra cosa al primo posto nei loro cuori hanno l’amore per la loro terra e la volontà di lottare per una società migliore.
Caro Filippo, io come ben sai non ho nulla da insegnarti, le tue capacità politiche e di leggere i fenomeni sociali sono risapute,e resto ancor più oggi convinto che sono quelli come te che possono riaccendere la speranza.
La lucania e Montescaglioso non meritano il lassismo e l’abbandono in cui versano ancora oggi.
Decine di giovani che hanno scelto di non rassegnarsi si sono avvicinati negli ultimi tempi ai partiti compreso il tuo, loro forse saranno la futura nuova classe dirigente della Basilicata, spetta a noi, a quelli come te e come me e come tanti altri compagni che hanno vissuto la politica con dedizione trasferire in loro il seme di una passione che possa portare le future generazione a credere in una politica che sappia dare speranze e cancelli definitivamente quell’idea di sporcizia che infesta la politica italiana grazie a uomini che hanno fatto del loro incarico politico uno strumento di potere a loro uso e consumo.
Un fraterno saluto e un abbraccio
tonino


Commenti da Facebook

24 Commenti

  1. trilucy

    Caro Tm,

    complimenti per ciò che hai scritto.

    Mi ritrovo nel tuo pensiero perchè porprio oggi, per coincidenza, sono passata nella biblioteca del mio paese e mi è capitato in una mano un libro anni novanta dal titolo"La generazione fortunata- i nati tra il 1945 e il 1955"(ora non ricordo l’autore).Per curiosità l’ho aperto e sfogliato un pò velocemnete.

    Il libro parla della fortuna dei giovani nati in quel periodo , giovani che avevano sogni innanzitutto, ma soprattutto che avevano la speranza di realizzarli e che( quasi tutti), anche se con fatica e sacrificio come tutti i montesi, sono riusciti a realizzarli quei sogni.

    Ma ai giovani d’oggi cosa si prospetta?Quali sono gli ideali degli adolescenti? Hanno dei sogni? Hanno ancora la speranza?

    Dubito che queste mie domande possano avere una risposta affermativa o positiva.Basta guardare i telegiornali( fatti di bullismo all’ordine del giorno), basta girare per le strade e guardarli in faccia i teenager: che tristezza, che noia, che vuoto…..

    Ma come dici tu( e come ho capito insisnuava l’autore del libro sopracitato) forse dovremmo chiederci se la colpa è dei giovani( o almeno se è solo loro) o se è anche dei genitori, degli insegnanti, dei politici, di tutti coloro insomma che non sempre( e in alcuni casi quasi mai) hanno guardato prima al bene comune e poi all’interesse , cercando di trasmettere valori ai più giovani, rendendoli partecipi di esperienze di gruppo significative, esperienze che un giorno potessero ricordare con lo stesso ardore con cui tu parli del tuo passato di miltanza politica.

    In questo grigio panorama, comunque , sono certa che già il fatto che si cominci ad affronatre questi discorsi ci porterà verso una soluzione di questa situzione giovanile( che poi sarà una "questione adulta"visto che i giovani crescono!)e che, anche con l’aiuto di persone come te, disposte a mettere a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza per la sana crescita dei giovani,ritornerà la speranza e ricominceremo a sognare…..come i giovani nati tra il 45 e il 55!

    1. fortebraccio

      Mi sembra strano che alla lettera di TM al Sen. Bubbico non ci sia stata alcuna risposta, ne diretta ne indirettamente di qualcuno del PD.

      Ci sarebbe quasi da pensare che i problemi relativi al disagio giovanile, al ritorno ad una politica pulita, alle speranze dei giovani non interessano nessuno, eppure TM ha messo il dito nella piaga.

      A leggere tra le righe della lettera di TM c’è quasi da pensare che quello che si vocifera a monte e cioè che buona parte degli stessi attivisti degli ex DS non siano contenti di come vadano le cose nel PD, di come tutto ormai sia nelle mani degli ex democristiani della margherita e che lo stesso coordinamento del PD sia succube di alcuni elementi e che lo stesso senatore sia ormai lontano dalle decisioni che si prendono in corso repubblica sia tutto vero.

      Mi auguro di no, che siano solo delle voci e quanto prima possiamo vedere il PD fare quelle battaglie politiche e sociali tanto decantate un anno fa al momento della sua nascita.

      1. justice4all

        egregio tm,come vedi c’era proprio bisogno del tuo appello,sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i nostri PD….non lo sapremo mai sono interdetti!


        REGIONE: DC, E’ LA GIUNTA PIU’ DEMOCRISTIANA DI SEMPRE
         

        "E’
        la giunta più democristiana persino dei tempi della Prima Repubblica,
        quando il Psi e il Psdi non l’avrebbero mai consentito, con cinque ex
        democristiani su sette. Se non fosse che stanno dall’altra parte, nel
        centrosinistra, potremmo essere entusiasti". E’ il commento del
        segretario regionale della DC della Basilicata, Giuseppe Potenza, per
        il quale "siamo alla riprova che la "questione democristiana" è tornata
        di prepotenza nel dibattito politico regionale, non si può esorcizzare
        e tanto meno ridurre ad un confronto aspro tra "autoconvocati" e non
        del Pd. Per i cattolici moderati lucani, a meno di considerare la
        quarta giunta De Filippo come l’unica possibile per evitare il ricorso
        allo scioglimento del Consiglio regionale per "manifesta incapacità di
        governo" – dice Potenza – è tempo di scelte di campo e di contenuti,
        mettendo fine, una volta per tutte al sogno del terzo polo, già
        naufragato con le politiche dell’aprile 2008. Ci sono energie e
        sensibilità nel mondo cattolico della nostra regione che non possono
        essere "tarpate" e tanto meno sacrificate sull’altare di interessi di
        ristretti gruppi di consiglieri ma che vogliono emergere e contribuire
        alla realizzazione della prospettiva di svolta indicata dal Pdl e che
        ha bisogno di un incoraggiamento e del sostegno proprio dei cattolici
        moderati. Per questo l’opposizione decisiva alla De Filippo-quater, che
        qualcuno continua a chiamare "spallata", non può che venire da quegli
        stessi cattolici che dovrebbero essere rappresentati da vecchi politici
        che hanno fatto fortuna con lo scudo crociato e pur di conservare una
        poltrona sono saliti sul carro dei vincitori".
        bas 02

         

        1. tm

          dai non te la prendere justice4all pensa al lato positivo, c’è stata fin’anche la riesumazione di Vincenzo Viti all’agricoltura per non parlare poi della vicepresidenza all’ex diessino Santochirico.

          L’unico dubbio che mi viene è solo relativo al Natale del prossimo anno, se quest’anno Santochirico da semplice assessore ha brindato il Natale all’hotel Hilton il prossimo da vicepresidente dove lo festeggerà?

           

  2. justice4all

    pensi che riusciranno a battere il nostro record?

    1975-1980, maggioranza assoluta DC,a Montescaglioso, 5 anni = 5 sindaci?

    ciao tonì, qui va a finire come la storiella della vecchietta che, a 99 anni e 364 giorni, non voleva morire perchè non aveva ancora visto tutto!
    Sealed

    1. tm

      non so se riusciranno a battere il record dei loro antenati montesi dei 5 anni 5 sindaci, a me basterebbe che il neo riesumato assessore all’agricoltura riuscisse a sbloccare la situazione delle centinaia di agricoltori che aspettano i fondi per i contributi sul grano, olio e biologico da oltre due anni e che per questioni burocratiche (non hanno ancora fatto l’accordo con chi deve istruire le pratiche) sono ancora bloccati, con la conseguenza che decine di coltivatori rischiano i pignoramenti da parte dell’ISMEA in quanto non riescono a pagare i mutui.

      I loro stipendi però chissà perchè li percepiscono regolarmente.

  3. montese

    SPERIAMO CHE UN GIORNO POSSANO TORNARE   COME LI CHIAMATE VOI I VECCHI O RIESUMATI NEL BENE O NEL MALE HANNO GOVERNATO DC. ANDATE A LEGGERE SU COMMENTI DEL QUOTIDIANO L’ART. DEL SENATORE D’AMELIO . SPERIAMO CHE CON IL GRANDE PARTITO DI CENTRO RITORNINO INSIEME AI NUOVI I CARNETTONI DELLA POLITICA QUELLI CHE LA POLITICA LA SANNO VERAMENTE FARE . LA MAGGIORPARTE DEI GOVERNI LUCANI E PROVINCIALI E COMUNALI DAL 94′ SONO STATI INTERESSATI SEMPRE UOMINI DELLA DC QUINDI NON C’E’ NIENTE DI VECCHIO E GLI ATTUALI TADDEI,VICECONTE,NIGRO,DE FILIPPO,LATRONICO,ECC… SONO TUTTI NATI DALLO SCUDO CROCIATO.

  4. DrugoFà

    Complimenti a te Tm per quello che hai scritto….sei riuscito sinteticamente a raccontare gli stati d’animo che giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto si alternano nella mente di migliaia di giovani lucani costretti ad inseguire i propri sogni lontano dalla propria terra…speriamo in una risposta diretta del Senatore Bubbico….saluti, Fabio.

    1. torrevetere

      forse TM o noi Utenti del sito non avremo nessuna risposta diretta del sen. Bubbico ma sicuramente di questa lettera a Montescaglioso se ne discute e ancora ieri sera nel coordinamento del PD dove pare che qualcuno non è più disposto a sottostare alle direttive e imposizioni che vengono dall’alto.

       

      1. francesca

        Sono dell’87.Molte volte,con ammirazione,ho ascoltato vicende relative agli anni delle grandi lotte,delle vere idee,del vero prodigarsi per la comunita’(e non per le proprie tasche),dell’attivazione giovanile…insomma,agli anni in cui a monte si respirava VERA politica.

        Con rammarico,devo ammettere,che quell’ammirazione si e’ mutata in delusione,in disgusto,in stupore…

        Stupore nell’apprendere che quelle idee erano sostenute proprio da quei politici,che oggi,da presunti tali,ghettizzati nel partito,accennano un ipocrita sorriso in campagna elettorale e sostengono,sempre in essa,false promesse.

        Disgusto e delusione nel vedere gente diperata,presa in giro,bussare alle loro porte anche solo per poter pulire cessi(e mi scuso per la scurrilita’),gente studiare per un concorso(ad personam)che in realta’ non vincera’ mai…ammettiamolo,il lavoro c’e’,ma esiste per i lecchini,per i parenti e risulta direttamente proporzionale agli scambi d’interesse.

        Sinceramente,non so il motivo per cui io stia scrivendo…forse,dopo aver colto molta delusione,rabbia.rassegnazione,nello sguardo e nelle parole di persone ormai stanche che,pur avendo contribuito un tempo,all’ascesa dell’odierno ghetto politico montese,preservano la loro dignita’,sperando di poter un giorno nuovamente ricredere nella politica e riconoscersi in quel vecchio e sano partito di sinistra.

        Cosa dire di noi giovani?Be’,tra noi ,regna una sorta di anticonformismo conformista.L’essere di sinistra e’un modo di vestirsi,e’ falso intellettualismo,e’ ascoltare un determinato tipo di muscica,leggere un determinato tipo di libri,fumarsi una canna e andare al sant’angelo per il concerto di de andre’.

        Ieri sera la littizzetto,a "che tempo che fa",ha manifestato,nominando ironicamente un marilyn manson o una amy winehouse al posto di franceschini,la necessita’ di rinascita,rinnovo e rigenerazione della sinistra italiana…rinascita,rinnovo e rigenerazione di cui necessita anche la sinistra montese.

        Ma per noi giovani fortunatamente,per un marilyn manson o una amy winehouse,non e’ troppo tardi.

        francesca

        1. tm

          ciao Francesca ho apprezzato molto il tuo post, hai gli stessi anni di mia figlia e spesso con lei discuto di queste cose e anche lei prova disgusto, delusione,stupore nel vedere che quei personaggi che la affascinavano perchè portatori di idealismi alla fine nel momento in cui quegli idealismi bisognava tradurli in atti concreti si comportavano allo stesso modo se non peggio di coloro che negli ideali non hanno mai creduto se non in quelli dell’accumulo di potere e denaro.

          Avete ragione entrambe, ma non su una cosa, e cioè sul fatto che quei personaggi siano stati i portatori di ideali durante gli anni in cui si lottava e si credeva in un mondo di speranza e di uguaglianza.

          Quegli stessi personaggi ieri erano imboscati, nascosti dietro le sottane delle proprie madri in agguato pronti a cogliere l’occasione che non si sono lasciati scappare, mentre quelli che veramente credevano in quegli ideali sono usciti con le ossa rotte e scomparsi dalla scena perchè non avevano carriere da inseguire ne interessi da difendere.

          Lasciatelo dire da uno che quegli anni l’ha vissuto intensamente, a prendere le botte dai fascisti e dalla polizia insieme a noi non c’erano i vari  adduce, santochirico, bitondo e neanche veltroni, franceschini e d’alema, loro erano sempre imboscati, preferivano studiare come portare avanti una carriera piuttosto che rischiare lo scontro per i diritti civili, la libertà di stampa il lavoro e l’antifascismo.

          I dirigenti del movimento studentesco montese degli anni settanta sono sparsi nelle regioni del nord, chi a torino, chi a milano, chi a parma a fare gli operai, i muratori, o gli impiegati, precari a vita perchè a loro faceva schifo leccare il culo per ottenere un posto di lavoro in basilicata, tanto per farti un esempio i tre figli del capo storico dei comunisti montesi sono tutti e tre emigrati a torino, mentre i posti di potere oggi a monte sono detenuti da coloro che comunisti non sono mai stati se non per tornaconti personali.

          Ho piacere quando ragazze come te e mia figlia si disgustano per ciò che vedono perchè vuol dire che sta nascendo una nuova coscienza, però una cosa mi piacerebbe che teniate sempre presente ed è il fatto che coloro ai quali si rivolgono i leccaculo di oggi sono stati i leccaculo di ieri.

          con molta simpatia tm

          1. italico5

            Ma quale disgusto si deve provare quando gli esponenti politici che adesso gestiscono la nostra amata lucania sono il risultato della crescita ottenuta tramite i falsi movimenti studenteschi degli anni settanta. Movimenti studenteschi che come gli ebrei nel deserto abiurarono e distrussero persone che la politica la vivevano nel sangue e fecero emergere nuove menti il cui fine era solo quello di fare politica per i propri interessi o per professione non sapendo fare neint’altro con le lauree o i diplomi acquisiti con la sufficienza politica o con il sei(voto) per tutti. E adesso chi prova disgusto allora era li tra camera del lavoro e la sede di lotta continua. Adoravano questi nuovi guru della politica di sinistra ed esultavano quando il potere veniva ammistrato e gestito da politicanti che per parentela portavano lo stesso cognome. Non ci discgustiamo dei 5 sindaci in 5 anni ma vergognamoci di aver appoggiato e salvaguardato gestione di cose pubbliche  da parte di personaggi che per anni hanno usufruiti di incarichi di responsabilità solo perchè avevano un cognome in comune. Ora stiamo vivendo una seconda metamorfosi politica, tutti riscoprono la vecchia D.C, tutti guardano verso il centro e questo è per me il vero disgusto. Per il potere gli ideali non esistono più, i trascorsi partitici si dimenticano, i ricordi di battaglie politiche si dimenticano, ( Caro TM  quante ne abbiamo fatte su opposti versanti) Sia da destra che da sinistra si approda al centro, ora tutti sono moderati, tutti parlano d’integrazione, tutti parlano di accoglienza e intanto nella nostra amata patria si continua ad essere stuprate, ammazzate/i e derubati della nostra cività con comportamenti morali ed etici non cristiani.   IL SEVERIANO 

             

             

          2. tm

            Caro italico o severiano che dir si voglia possiamo disgustrarci di tutto e di tutti ma una cosa però è certa che coloro dei quali tu affermi essere passati dalla camera del lavoro o da lotta continua e io aggiungerei dal fuan o dal fronte della gioventù e che oggi guardano al centro ad una nuova democrazia cristiana, quei personaggi sicuramente non hanno mai avuto degli ideali se non quelli di servire un dio potere che potesse un domani assicurare potere e ricchezza.

            Quelle persone se permetti non erano ieri parte di quei movimenti studenteschi e non fanno parte oggi dei tanti movimenti che spontaneamente e senza bandiere di partito stanno nascendo nelle citta italiane per opporsi al liberticidio e alla cattolizzazione che il centro destra con il bene placido del partito democratico sta facendo dello stato italiano.

            Non immagino che tu possa essere ma se come penso e da come deduco dalle cose che scrivi tu hai vissuto quegli anni allora vorrei ricordarti che grazie a quegli anni e grazie al fatto che persone che credevano fermamente in certi ideali hanno sacrificato interi anni scolastici per rincorrere degli obbiettivi che tutta una serie di conquiste reali sono state possibili, una su tutte la soluzione del problema dei trasporti da monte a matera, e i protagonosti di quelle battaglie che mi risulta non fossero ne gli attuali politici tra virgolette ne coloro che poi hanno avuto un futuro roseo grazie alla politica. Quei ragazzi che erano allora i dirigenti o semplici iscritti alla FGCI e non a lotta continua o per parlare di monte al Movimento operai studenti di cui faceva parte anche Bubbico dopo un trascorso nell’azione cattolica, quei ragazzi dicevo hanno intrapreso strade diverse e nessuno di loro ha fatto carriera politica. Qualcuno con un "cognome" eccellente nonostante le grandi capacità politiche e tecniche ha dovuto cercare lavoro al nord italia per non leccare il c a nessuno.

            Per quei ragazzi oggi diventati adulti gli ideali hanno avuto e continuano ad avere una rilevanza vitale, non sono mai passati al centro e ti garantisco che sono ancora quelli che oggi si battono affinchè i diritti, la libertà e la democrazia restino un bene inalienabile per ciascuno di noi.

            tm

          3. italico5

            Caro TM  anche noi, che eravamo e ci siamo ancora sulla sponda opposta alla tua, abbiamo combattuto per una giusta tutela dei diritti degli studenti, come i trasporti e il diritto allo studio. Erano e restano diversi,i mezzi tramite i quali si ottenevano dei risultati. L’occupazione delle scuole, la violenza assurda contro chi faceva politica diversa dal vostro movimento studenti operai. Tutto questo a noi non dava giustificazione a perdere anni scolastici e distruggere gli ambienti dove ci si doveva formare e lo sai perche? perche il nostro futuro, e ne eravamo come lo siamo convinti, dipendeva solo dal nostro apprendimento e formazione e da cosa si voleva fare da grande e in quale contesto sociale e politico vivere. Erano anche anni dove le nostre radici cattoliche etiche e morali venivano espresse anche nei nostri movimenti politici a differenza dei vostri dove il tutto era impregnato di un atteggiamento bolscevico marxista-leninista. Noi per voi eravamo solo fascisti e come tali da eliminare. La storia invece ci insegna che la politica, deve essere al servizio di tutti, che  qualunque ideologia va studiata, pesata, capita e  se fà parte di una minoranza o di una parte del popolo và rispettatta e ascoltata. La differenza sostanziale tra noi e voi era ed è quello di credere nelle capacità della singola persona, quella di assumersi individualmente le responsabilità e nel contesto del diritto applicarsi nei doveri. Dopo il 68 ho vissuto a livello universitario il perio 76-77 anche in questo contesto i miei ideali sono rimasti integri e fermi a movimenti di massa che chiedevano tutto per tutti. Questa mia fermezza è stato possibili perche le mie radici erano sane, forti e personalmente giuste. Ora dopo anni di studio e formazione vivo.e sempre con i miei ideali di quando avevo 15 anni, la mia cariera professionale applicando, guarda caso, nella gestione del mio e per dirigenza degli altri, i miei ideali ,la mia etica e la mia morale.

             

            Il Severiano

          4. tm

            hai ragione italico avevamo degli ideali completamente diversi ma comunque Ideali con la I maiuscola e che anche nella loro diversità meritavano e meritano il massimo rispetto.

            Io sono rimasto fedele a quegli ideali nonostante negli anni mi sia ricreduto sul bolscevismo e sul socialismo reale.

            Ora ti saluto perchè vado a volantinare davanti alla fabbrica della Bormioli dove oltre un centinaio di operai sta rischiando il licenziamento e lo farò da solo perchè non ho trovato nessuno che viene con me, ma visto che ancora oggi credo fermamente nei miei ideali e nella necessità di difendere i posti di lavoro allora anche farsi un volantinaggio in solitario come l’ho fatto quarant’anni fa vale sempre la pena.

            ciao tonino

          5. italico5

            Caro TM apprezzo molto il tuo costante impegno per i lavoratori che possono perdere il loro posto di lavoro ma vorrei darti uno spunto di riflessione, non pensare solo dalla parte degli operai ma il tutto inseriscilo nel contesto dei tempi che viviamo e allora cerca di metterti anche nei panni,penso che per te sarà difficile, dei come voi li chiamate "padroni". Quanti operai nella loro assunzione sono stati gestiti dai sindacati? Quanti padroni sono stati ricatattati dai sindacati nell’assumere operai? Quando tutto questo è successo erano gli anni della "Milano da bere" ora i tempi sono cambiati la recessione, la crisi impone rivedere parecchie cose e assumere atteggiamenti diversi. Nel tuo volantinaggio cerca di creare un filo di collaborazione tre operai e padroni parche solo questi elementi vivono per la fabbrica  e con la fabbrica in cui lavorano. I sindacati sono solo elementi che parassitamente vivono sul sudore e spesso sangue dei lavoratori. Buon saggio volantinaggio 

             

             

            Il Severiano

          6. torrevetere

            Quanti operai nella loro assunzione sono stati gestiti dai sindacati?
            Quanti padroni sono stati ricatattati dai sindacati nell’assumere
            operai?

            Italico hai letto bene le cose che hai scritto?

            Poveri padroni, non riescono a pagare la bolletta della luce e del gas;

            non arrivano alla seconda settimana del mese;

            rischiano lo sfratto perchè hanno mesi di arretrati di affitto da pagare;

            in ospedale hanno un letto in corsia perchè i posti nelle camere sono occupati da quegli ingrati degli operai;

            i loro figli siedono agli ultimi banchi nelle scuole;

            Ragazzi mettiamoci la mano alla coscienza e al portafogli e facciamo una colletta per questi poveri padroni altrimenti rischiamo una inondazione di lacrime.

            ITALICO PER FAVORE NON FARCI RIDERE

             

          7. francesca

            Ribadisco,sono dell’87.Ammetto pertanto di aver appreso,dai vostri commenti,realta’ di cui non ero a conoscenza:il range 75-80,la stasi altalenante tra camera di lavoro e sede della lotta continua,il nascondersi dietro le sottane da parte dei parassiti di oggi e,a quanto pare,di ieri…

            Mi fa piacere cogliere in voi,seppure di opposti schieramenti,il comune battersi per ideali,nonostante differenti…pero’,un favore,non continuate con la solita storia "noi…,voi…".

            E’ inutile e improduttivo accusarsi a vicenda…non importa se sinistra,destra,centro,tutti hanno peccato.

            Io mi limito a constatare la realta’,il  marciume,senza indagare sul passato.

            Si’ che provo disgusto,e continuero’ a provarlo sino a quando m’imbattero’ nelle valigie e nella disoccupazione di giovani meritevoli.

            Sapete,sconcertata e timorosa,assisto al lassismo e al menefreghismo di noi ragazzi,me compresa…

            E’ vero,non bisogna dimenticare gli ideali,i trascorsi partitici,le battaglie politiche,ma e’ pur vero che a noi giovani non basta ricordare.

            Voi,magari,potreste anche limitarvi a chiedervi"disgusto perche’?,meravigliarsi di che?",ma noi non possiamo,non dobbiamo.

            So che tutte queste parole non scuoteranno gli animi di coloro incollati a poltrone,meritate o non,ma almeno spero,che possano trovare un riscontro tra noi ragazzi,e se non,in caso contrario,dar vita ad un confronto.

            Insomma,che siano fischi o applausi,svegliatevi!!!:-)

            francesca

          8. italico5

             La soggettività dell’affrontare delle problematiche serie molte volte porta a volare bassi, molto basso. Per questi uccelli basterà il primo ostacolo per sbatterci contro. Cerca caro torrevetere di volare alto e le problematiche affrontale con oggettività.  Il Severiano

          9. torrevetere

            con quale oggettività andrebbero affrontati certi problemi italico? con quella degli operai di salas in sardegna messi in cassa integrazione da Moratti nonostante i 200 milioni di euro avuti di contributo a fondo perduto dal governo di centro destra per la ristrutturazione della fabbrica e l’impegno di assumere in contropartita 240 operai? o con l’oggettività della Fiat che a Melfi non ha speso una lira per impiantare la fabbrica e tutto l’indotto e nonostante tutto minaccia ogni giorno cassa integrazione? o dovremmo andare con l’oggettività di chi in questi anni ha evaso le tasse con false fatturazioni, ha fregato risparmiatori, ha sciupato il denaro pubblico in opere mastodontiche che non servono a nessuno se non a riempire le tasche di imprenditori (ora i padroni si chiamano cosi) e faccendieri che dalla Salerno Reggio Calabria fino alla TAV e prossimamente al ponte di Messina si sono serviti della mafia per esercitare questi si un potere ricattatorio nei confronti dello stato e anche degli operai che vi hanno lavoraro. Se conosci qualcuno di Montescaglioso che negli anni scorsi ha lavorato alla Ferrandina Matera fatti raccontare di quando Rende si presento con un nutrito gruppo di guardiaspalle con armi ben in vista per indurre gli operai che stavano scioperando a riprendere il lavoro. Altro che ricatto dei sindacati, li si trattò di costrizione armi in pugno.

            Ha ragione Francesca non serve parlare di quello che è stato ma guardare al presente e il presente ci dice che ancora una volta oggi i padroni utilizzano l’arma del ricatto del posto di lavoro, utilizzano la legge Biagi per assumere e licenziare a loro piacimento sempre per tenere sotto il loro assoggettamento qualunque individuo.

            La realtà Italico è quella che ci dice oggi che persone che non hanno superato il concorso all’ospedale di Matera vengono assunte a quello di Policoro perchè parenti di qualche politico emergente.

            Altro che oggettività Italico qui c’è solo bisogno di calci nel sedere.

          10. justice4all

            vi propongo questo articolo de "il Giornale", personalmente ritengo questa teoria abbastanza verosimile, ne parliamo, pacatamente?

            Benvenuti nel regno di Franceschini I. O di D’Alema V o VI? Sarebbe più
            giusto dire che nasce il D’Alema V e mezzo. Vediamo perché. L’immediata
            conversione del leader maximo e dei suoi principali collaboratori a
            sostegno del primo democristiano che guiderà un partito a forte
            impronta post-comunista è la storia che si ripete. Nelle contorsioni
            della sinistra moderna compare sempre il Gattopardo che viene da
            Gallipoli. Ogni volta che scompare un capo, D’Alema si presenta con la
            sua Opa per convincere gli iscritti che hanno perso gli altri e che per
            lui tutto continua come prima. Fino a che il nuovo capo non si mette in
            testa di far da solo. Da questo momento comincia la nuova guerra
            intestina e la defenestrazione dell’incauto.

            Ogni nuovo regno dà a D’Alema la possibilità di mettere in mostra la
            sua abilità manovriera, alcuni dicono la sua capacità di intrigo, fino
            a che l’incanto non si spezza e si passa a una nuova vittima coronata.
            La storia è cominciata con Alessandro Natta, il vecchio segretario del
            Pci che ereditò il partito da Enrico Berlinguer. Natta era un
            onest’uomo e un intellettuale raffinato. Si era ritirato dalla vita
            politica attiva ma fu richiamato in servizio dopo la scomparsa del
            grande capo a Padova, alla fine di un comizio. D’Alema fu tra i
            protagonisti della scelta che servì per evitare che al potere andassero
            i miglioristi con Giorgio Napolitano. Il vecchio Natta fece una
            segreteria di giovani, con D’Alema e Occhetto in prima linea. I due
            rivali fecero un patto di reciproco aiuto. Breve gestione Natta e poi
            dapprima segretario Occhetto, subito dopo D’Alema.

            C’era, per raggiungere l’obiettivo, l’ingombro del vecchio leader
            ligure ma la natura venne in soccorso ai congiurati fulminando Natta
            con un infarto. Non attesero che si riprendesse per liquidarlo. In
            un’intervista a Italiaradio, la radio del Pci, D’Alema dichiarò che il
            partito aveva bisogno di una vera guida e incoronò Achille Occhetto.
            L’era Occhetto portò allo scioglimento del Pci con un D’Alema titubante
            che rassicurò gli iscritti che la scelta era dolorosa ma necessaria e
            che nulla sarebbe cambiato. Cominciò subito dopo a lavorare ai fianchi
            Akel. In verità Occhetto si fece male da solo iniziando una navigazione
            a vista che seminò il panico fra i militanti. Perse un’elezione e
            D’Alema, questa volta con Veltroni, lo spinse alle dimissioni.

            La coppia D’Alema-Veltroni, appena formata, si sfasciò subito perché
            entrambi furono candidati alla successione. Il popolo dei fax disse
            Veltroni, la nomenklatura votò per D’Alema. La segreteria di D’Alema fu
            fantasmagorica. Inventò l’Ulivo con Prodi leader e si insediò, dopo
            aver colpito al cuore Berlusconi sottraendogli la Lega e Buttiglione,
            alla guida della Bicamerale. Intanto si accese lo scontro con Prodi,
            che voleva non solo fare il premier ma anche il capo della coalizione.
            D’Alema non mollò lo scettro. Prodi fu defenestrato, vinse D’Alema e
            divenne premier. Durò poco perché perse le elezioni regionali e si
            dimise. A guidare il partito c’era Walter Veltroni, ripagato dalla
            cacciata dal governo con la guida dei Ds. Ma Walter ebbe sentore che
            nel 2000 si sarebbero perse le elezioni e scappò in Campidoglio. Dopo
            la sconfitta c’erano due candidati per il dopo-Veltroni, Cofferati e
            Bersani. D’Alema liquidò entrambi e scelse l’onesto Fassino che fu il
            segretario che realizzò la più lunga convivenza con il deputato di
            Gallipoli. Si logorò e scomparve.

            Si arriva al Pd e D’Alema si accorge che il nuovo partito, stretto fra
            Rutelli e Fassino, non decolla. Fa un passo indietro e incorona
            Veltroni salvo poi a riprendere a sparare su di lui. Crolla, è storia
            dei nostri giorni, anche Veltroni. Bersani pensa che sia arrivato il
            suo momento ma D’Alema, appena eletto Franceschini, lo abbandona. È
            Bersani la mezza vittima che abbiamo voluto indicare quando abbiamo
            scritto a inizio d’articolo che è cominciato il D’Alema V e mezzo.

            La lunga storia dei re della sinistra abbattuti da D’Alema conosce oggi
            una nuova tappa. Alcuni pensano che D’Alema sia il politico più bravo
            che esista, altri che sia il più capace di intrighi. La sua storia è
            fatta di ambizioni deluse e di passi indietro. Il mare in cui sa
            nuotare è pieno di alghe e di pesci voraci. Mentre gli altri si tengono
            a stento a galla, lui, da vecchio lupo di mare, si muove con sicurezza,
            non perdendo un solo uomo dei tanti che lo seguono. Il regno di
            Franceschini I ovvero del D’Alema V e mezzo sarà un duro corpo a corpo.
            La capacità camaleontica di Franceschini è pari solo alla sua
            debolezza. Per D’Alema il gioco del «mordi e fuggi» sarà reso più
            difficile dalle virtù manovriere del giovane democristiano. Vedremo una
            nuova partita e nuovi sgambetti, dentro o fuori dell’area di rigore.
            Con l’unica certezza che il Franceschini I o II ovvero il D’Alema V o
            VI troveranno meno spettatori a fare il tifo perché molti avranno
            abbandonato il campo.

             

  5. lomfra

    Nicky Vendola, che cosa cambia, per la sinistra che rappresenta, l’avvento di Franceschini alla guida del Pd?

    “L’occultamento delle sconfitte, ultima delle quali in Sardegna, non
    poteva durare a lungo. Lo dico con rispetto per Veltroni, che ha
    abbandonato la segreteria con tanta dignità. Ma è evidente che
    rappresenta anche la sconfitta della sua teoria, cioè quella di un Pd
    autosufficiente, capace un giorno di governare da solo, secondo un
    schema bipartitico. Franceschini è molto simpatico e intelligente, ma
    ciò che conta per noi non è la leadership, bensì il processo politico.
    Ci attendiamo che il partito non sia più neutrale nei confronti del
    conflitto sociale e sindacale in atto. È mai possibile restare sulle
    difensive quando il mondo è in crisi per colpa delle politiche
    neoliberiste e di destra degli anni passati?”.


    Un Pd non più autosufficiente, quindi anche vostro alleato?

    “Le alleanze non sono giocare a battaglia navale, con le caselle da
    riempire. Cominciamo a dialogare sui contenuti dell’opposizione in una
    società che sembra esprimere, come fenomeno più progressista, il
    Festival di Sanremo. Partiamo dai luoghi di un possibile incontro “.

    Ad esempio le amministrative?

    “Il livello locale è molto importante. Io ho vinto le elezioni con
    un’alleanza molto larga, che andava dai dc a Rifondazione, e in quattro
    anni sono riuscito ad andare d’accordo con tutti”.

    Quindi anche con l’Udc, magari in futuro a livello nazionale?

    “Non andremo a mettere cartelli di divieto di sosta alle forze
    politiche in una fase così movimentata. All’Udc bisogna guardare
    consapevoli delle differenze esistenti. Ma al tempo stesso, se si vuole
    vincere, è indispensabile cercare di aprire varchi nel blocco sociale
    di centrodestra dominato da Berlusconi. Per questo insisto: per ora
    guardiamo al livello locale. È lì che maturano le relazioni. Poi si
    vedrà”.

    Nel frattempo però ci saranno le europee.

    “Per Strasburgo dobbiamo rilanciare l’alleanza a sinistra: se piuttosto
    che litigare e divergere per ragioni di bottega avessimo il coraggio di
    mettere insieme tutte le nostre forze faremmo un investimento sul
    futuro”.

    Superando lo sbarramento del 4 per cento, imposto dalla nuova legge?

    “Ferrero pensa a riunificare i comunisti. Sbaglia. C’è bisogno di una
    nuova sinistra, il partito del ventunesimo secolo. E c’è bisogno di
    risollevarsi dal trauma costituito dalla nostra assenza nel Parlamento
    italiano. Rientrare in quello europeo potrebbe essere un segnale
    importante. Un evento che darebbe nuovo slancio all’opposizione. Stiamo
    attenti perché le generazioni future non cercheranno di capire chi
    aveva ragione al congresso di Chianciano Terme, ma perché i ragazzi di
    Nettuno andavano a bruciare gli immigrati senza fissa dimora”.

     

    Dal Corriere della Sera del 25.02.09

    1. tm

      caro filippo non so se risponde al vero, spero di no, che il PD stia chiudendo l’accordo per candidare alla presidenza della provincia di Matera Franco Stella con il bene placido di Angelo Tosto di TRM nonchè proprietario dei call center materani.

      Sarebbe meglio consegnare forse direttamente alla destra la provincia piuttosto che consegnarla nelle mani di personaggi di dichiarata fede destroide.

      Non credi che forse i tanti precari dei call center materani abbiano il diritto di esprimere la loro posizione in merito?

      un affettuoso saluto tonino

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