In Ricordo di Rocco Scotellaro
di Filippo Novello
Oggi ricorrono i novantotto anni dalla nascita del nostro corregionale e grande poeta della civiltà contadina: Rocco Scotellaro.
Leggere le poesie di Rocco ti riportano ad una realtà che ormai, i più giovani, possono solamente immaginare e della quale, data la mia età, ho un ricordo indelebile.
Sempre per i più giovani voglio solo rammentare la mia situazione personale. Nel corso delle occupazioni delle terre incolte mio padre Giuseppe Novello, venne ammazzato dalla polizia del ministro Scelba che ha, sulla coscienza, decine di vittime per il decennio 49-59. Mia madre mi raccontava che, durante i primi mesi del 1950, un giovane dai capelli rossi, che lei non conosceva, durante una riunione dei partiti della sinistra, le si avvicinò con aria timida, consegnandole un foglio che conteneva la poesia appunto dedicata a Giuseppe Novello. Mia madre, commossa, dopo averla letta lo ringraziò per la sua sensibilità e la bravura nell’immaginare Montescaglioso come una vecchia prua che sfalda le onde, al cui timone inseriva suo marito morto qualche giorno prima.
La poesia, intitolata “Montescaglioso”, la trascrivo di seguito:
“Tutte queste foglie ch’erano verdi:
si fa sentire il vento delle foglie che si perdono
fondando i solchi a nuova bella terra macinata.
Ogni solco ha un nome, vi è una foglia perenne
che rimonta sui rami di notte a primavera
a fare il giorno nuovo.
E’ caduto Novello sulla strada all’alba,
a quel punto si domina la campagna,
a quell’ora si è padroni del tempo che viene,
il mondo è vicino da Chicago a qui
sulla montagna scagliosa che pare una prua,
una vecchia prua emersa
che ha lungamente sfaldato le onde.
Cammina il paese tra le nubi, cammina
sulla strada dove un uomo si è piantato al timone,
dall’alba quando rimonta sui rami
la foglia perenne in primavera.”
Avrei voluto ringraziare personalmente Rocco Scotellaro per questi versi ma un destino assurdo aveva stroncato la sua giovane vita molto, molto presto!
Lo faccio ora con la pubblicazione di una poesia inedita di mia madre, Vincenza Castria dedicata a mio padre scritta il giorno dopo la sua morte e la intitolò: 18 dicembre 1949.
Credo che sia il miglior modo per ringraziare Rocco!