Vorrei precisare che esprimendo il mio parere sulle novità del sito non mi riferivo all’aspetto estetico della grafica, che trovo gradevole, ma ponevo una questione di corrispondenza fra etichetta (appunto la grafica e la disposizione delle varie parti) e contenuti.
Felice scrive che il sito è per i più un passatempo e quindi…
Sembra cosi anche a me; vorrei tuttavia invitare lui, e tutti quelli che spendono un po’ del proprio tempo per farlo funzionare, a non mollare.
Come se fosse una scuola, una chiesa o una biblioteca – la cui chiusura non migliorerebbe certo il “livello” degli studenti, dei fedeli o dei lettori- credo che la chiusura del sito sarebbe una perdita. Credo anche che in un momento di generale confusione come l’attuale si abbia il dovere di contribuire con il poco o il tanto che si ha da dire alla ricerca di un senso per ciò che succede intorno a noi.
Per quanto riguarda le questioni politiche locali – cui lo stesso Felice accenna di passaggio- non si va, a mio avviso, molto lontano contrapponendo al clichè della Basilicata “isola felice” quello di terra di corruzione, clientelismo e malaffare.
Certo il nostro ceto politico non è fra i più esaltanti. Come risulta, ad esempio, dai curriculum dei nostri consiglieri regionali, pochissimi hanno svolto un qualche mestiere o professione “laica” prima di darsi alla politica e la maggioranza ha assunto cariche elettive dopo aver navigato nelle bagnarole della pubblica amministrazione in qualità di funzionario. Mi riservo di studiare bene la questione e di darne qui un resoconto.
Devo aggiungere che non ho nulla contro i politici di professione, a condizione che credano in ciò che fanno e lo facciano bene.. Lo era ad esempio l’ex bracciante di Cerignola Giuseppe Di Vittorio, così come vari altri di diversi partiti.
Ciò detto, trovo lecite le critiche, anche aspre, purché siano argomentate e documentate indicando chi, come, quando, dove e perché ha fatto una cosa o un’altra e assumendosi la responsabilità di ciò che si afferma. Con le pasquinate restiamo invece dentro, anzi aggiungiamo nuovi miseri fili, all’antica ragnatela di beghe, rancori e provincialismo che intristisce la nostra regione da tempo immemorabile.
In ogni caso, dovremmo aver capito tutti che la denuncia e l’indignazione, per quanto giuste, non bastano in un paese che ha avuto per sette volte a capo del governo Giulio Andreotti condannato per reati di mafia ma non punibile per intervenuta prescrizione degli stessi ed è guidato attualmente dall’ineffabile Silvio Berlusconi.

PS: Felice, i miei interventi stanno bene dove sono.