Potenza, pane venduto sotto costo arrivano i Nas e multano i volontari |
POTENZA – Sequestrate tre pagnotte con aggiunta di multa da 100 euro. Un caso denunciato anche dal segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero. I Nas – che, contattati telefonicamente, hanno preferito non commentare – hanno multato i Gas (Gruppi di acquisto solidale) e i Gap (Gruppi di acquisto popolare) che ieri, a rione Cocuzzo, a Potenza, stavano distribuendo un chilo di pane e mezzo chilo di pasta a un euro e 50, invece del prezzo di mercato (2,50 circa).
«È il terzo appuntamento in un mese – spiegano i promotori – ed è una iniziativa rivolta ai componenti della “lista” (Gas-Gap), ma organizzata in mezzo alla strada perché vuol mostrare a tutti che, mentre la crisi monta e aumentano i prezzi anche dei beni di prima necessità, accorciando la filiera e con iniziative mirate, risparmiare è possibile. Certo la nostra non è un’attività con fini economici. Non siamo venditori ambulanti». E questa particolarità, spiegano i promotori dell’iniziativa (tra loro ex parlamentari, sindacalisti, cittadini del quartiere), è stata accertata da vari controlli: «Tre settimane fa, ci furono quelli della Asl. Ieri, prima sono venuti gli uomini della Finanza, poi i Vigili urbani. E, fini qui, tutto a posto. Infine, gli operatori del Nas. Questi ultimi ci hanno contestato il mancato uso di cappellini e guanti. Ora, a parte il fatto che molti di noi i guanti li usavano, riteniamo che non si possano applicare a un’associazione privata le prescrizioni create per chi vende al pubblico. Politica e istituzioni pensano davvero di risolvere i problemi dell’impoverimento generale bloccando, con i controlli, iniziative come la nostra?». [mi.sa.] 9/11/2008 |
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Se ti comporti da commerciante,non vedo perche’ devono comportarsi in modo diverso i nas,non trovo giusto tutto questo,che cosa dimostri a vendere pane e pasta a €1,50?Che si puo’ risparmiare?No!Dimostri che 6 un deficente!
Non e’ giusto rubare al cliente,ma neanche il cliente e’ giusto che rubi al commerciante.Io credo che non si abbia idea di tutte le tasse a cui e’ sottoposto un commerciante ogni santissimo giorno della sua vita,credete davvero che tutto si riduca al prezzo delle materie prime necessarie alla realizzazione di un prodotto?
Solo per rilasci di certificati ,ogni anno fra bollino da attaccare alla cassa,alla bilancia,al dottore che attesta la pulizia dell’ambiente,per non parlare delle tasse statali sui prodotti che tu hai caricato,scaricato e venduto,i contributi,e la merce che scade se non la vendi?e i prodotti freschi se ti avanzano?
TUTTO QUESTO NON E’ GIUSTO!Credimi si spende la vita per offrire un buon prodotto a un prezzo modico dietro un pacco di pasta e un kg di pane c’e’ sempre almeno una persona che ha speso il suo tempo,e non e’ giusto che venga sottovalutato,ne’ screditato facendo credere alla gente che il commerciante e’ un ladro,per 1 kg di pane da 2 euro……..IL FORNAIO LAVORA DI NOTTE,LASCIANDO LA SUA FAMIGLIA SCOMBUSSOLANDO LA SUA VITA,SCAMBIANDO GLI ORARI DI LAVORO CON QUELLI DI RIPOSO,E NON VALE NEANCHE 2 EURO?!
E POI MI CHIEDO,LE SIGARETTE INVECE VALGONO TUTTO IL FUMO GETTATO PER ARIA?
carissima sweet, premetto che apprezzo moltissimo le persone come te giovani imprenditrici che cercano di costruirsi un futuro senza dover ringraziare nessuno e che oltretutto si devono barcamenare in quella giungla di carte e tassazioni varie che affollano il sistema burocratico italiano.
Mi rendo perfettamente conto che un commerciante che deve fare i conti con tutto questo, e non stò ad elencare la miriade di incombenze a cui è soggetto, il pane non può certamente venderlo a 1,50 perchè gli costa certamente di più, e di questo se ne rendono conto anche coloro che a Potenza hanno ritenuto di fare delle vendite solidali.
Il problema non stà ne nel venditore finale dei prodotti neanche nel fornaio che deve produrre, ma in una filiera di personaggi intermedi che acquistano le materie prime a costo quasi zero come nel caso del pane o anche delle barbabietole e portano sul mercato la farina o lo zucchero a prezzi decuplicati.
L’uva che a Metaponto si compra dai contadini a 20 centesimi di euro viene rivenduta a Parma a 2 euro e 80 cm dopo una serie di passaggi, mentre la stessa uva viene rivenduta in Germania a 1,30 magari con qualche passaggio intermedio in meno.
Credo che con una politica diversa che favorisca l’acquisizione dei prodotti e delle materie prime da parte dei venditori finali senza tutti quei passaggi intermedi che ne fanno lievitare i prezzi a dismisura farebbe sicuramente bene al condadino che produce, a te che dovresti rivendere e a me che alla fine devo consumare il prodotto finale.
con molta simpatia tonino
Già troppo comodo fare questo tipo di propaganda per quelli che hanno inscenato questo tipo di iniziativa,troppo bello ergersi palidini del risparmio per un giorno,o per una settimana,o per un mese,ma poi……..sarebbero capaci di sostenere un attività commerciale per il resto dell’anno? caro TM non sò perchè hai inserito questo articolo, sei una persona inteligentissima per cadere in questa falsa propaganda, si parla di filiera corta, Tonino ti vorrei portare con me ai mercati generali per farti vedere con i tuoi occhi che gli operatori che si spacciano per agricoltori che appartengono al progetto FILIERA CORTA e che vendono la frutta e la verdura su Potenza ,comprano la merce esattamente come la compriamo noi commercianti spacciandola per produzione propria e addirittura biologica,truffando i consumatori con prezzi più alti dei commercianti ,questa non è una difesa della categoria che faccio è un dato di fatto dimostrabile al 100%,è inutile sparare a zero su tutti bisogna colpire chi fa il furbo chiunque esso sia, questo purtroppo non accade specialmente i mass media non danno chiarezza al consumatore si fanno intere trasmissioni televisive per sparare scusate il termine solo c…..e dette magari da gente che neanche sa di che stà parlando.
Vedi Tonino rispondendo a swett hai detto che nel metapontino l’uva che viene pagata 20 centesimi arriva nel nord a circa 2,80 euro al kg , come operatore del settore ti devo smentire perchè l’uva bella che arriva al nord all’agricoltore non viene pagata 20 centesimi ma abbastanza di più poi però non si spiega al consumatore che quell uva bisogna tagliarla portarla al magazzino,selezionarla ,imballarla in modo presentabile sul mercato,trasportarla venderla sul mercato calcolando calo peso ed eventuale guasto della merce poi farla passare dal grossista per poi arrivare al dettagliante tutto questo con un notevole aumento del prezzo finale. se il prezzo finale di quell’ uva fosse oggetto di speculazione è molto facile trovare chi ha speculato perchè chi dovrebbe controllare non riesce mai ad ottenere risultati soddisfacenti? perchè nel settore dei grossisti ci sono un sacco di imprenditori che sono falliti o stanno per fallire?
si fà propaganda alla filiera corta senza sapere che l’ Italia non può mettere in atto questo tipo di commercio perchè gli agricoltori non sono preparati però intanto tutti parliamo creando solo confusione nella mente della gente ,è giusto che chi truffa il consumatore deve pagare anche chi si spaccia per benefattore e non lo è….
Caro Tonino sono daccordo su tutti i punti che hai illustrato nel post ,solo che non credo che si trovi la soluzione al problema agendo come hanno agito a Potenza,infatti quel tipo di dimostrazione non fà altro che innescare una guerra tra poveri consumatori e altrettando poveri commercianti senza andare a stanare chi veramente fa le speculazione, eppure nell’era dove tutto è rintracciabile strano che ciò non avvenga, sarà forse perchè non vogliono?
ciaò Tonino
buona serata