Negli anni successivi, e fino al 1920, l’inizio fu anticipato a marzo. Sospesa nel 1920 l’ora legale tornò in auge nel 1940 e negli anni del periodo bellico, e vi rimase fino al 1948, anno in cui venne nuovamente abolita. L’adozione definitiva risale al 1966, durante gli anni della crisi energetica. Per i primi tredici anni venne stabilito che l’ora legale dovesse rimanere in vigore da fine maggio a fine settembre. Dal 1981 al 1995, invece, si stabilì di estenderla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Il regime attuale è entrato in vigore nel 1996 quando fu prolungata dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre. Sono ormai quasi tutti i paesi industrializzati che, proprio in virtù dei risparmi possibili, hanno adottato l’ora legale, secondo un criterio di fissazione delle date di inizio e fine il più possibile coincidenti, soprattutto per non complicare gli orari degli aerei, anche in considerazione necessità di Stati che si trovano in emisferi diversi.
Quindi l’ultima settimana di marzo che in Europa (compresa la Russia) segna l’inizio del regime di ora legale, nell’emisfero australe ne celebra la fine. Ma c’é anche qualcuno che, come il Giappone, non aderisce all’ora legale: contrari gli agricoltori, perché è soprattutto nelle prime ore della mattina che è concentrato il lavoro nei campi ed è allora che serve più luce. Le lancette non si spostano anche in gran parte del resto dell’Asia e in Africa. Qualche incertezza, infine, per l’orologio di chi decide di visitare l’Antartide: qui l’ora legale – e quindi solare – cambia a seconda di quale bandiera sia issata sulle basi che sono state istituite per motivi scientifici (ma non solo) sull’immensa placca di ghiaccio.
LANCETTE CERVELLO IN ‘TILT’ – Si spostano le lancette dell’orologio ed anche quelle del nostro cervello rischiano di andare in ‘tilt’. Stanotte torna infatti l’ora solare e bisognerà, dunque, sincronizzare gli orologi un’ora indietro. Ma se molti già pregustano l’ora in più di sonno, è però bene sapere che il nostro ‘orologio interno’ in realtà riceve degli scossoni negativi da questi cambi di orario e impiega parecchie settimane (almeno sei) per adattarsi al mutamento. La conferma arriva da un recente studio pubblicato sulla rivista Current Biology, ma gli esperti comunque rassicurano: il cambio d’orario è sicuramente uno stress per l’organismo, ma non così grave e il consiglio fondamentale è quello di non aggiungervi ulteriori stress. In altri termini, prendersela con comodo almeno per la giornata di domani. Ma cosa succede al nostro cervello quando l’orario viene cambiato? Lo spostamento di una sola ora, che molti tendono a sottovalutare, spiegano gli autori dello studio della Ludwig-Maximilian University di Monaco, in realtà ha effetti “dirompenti” sui ritmi endogeni del nostro corpo, che non si risolvono nel giro di qualche giorno come si pensava.
L’organismo ha, infatti, un complesso meccanismo di sincronizzazione regolato dall’orologio biologico che, situato nel nucleo dell’ipotalamo e collegato ad ‘orologi periferici’ dei diversi organi, è fondamentale per mantenere le nostre normali funzioni fisiologiche in sincronia con l’ambiente esterno (per esempio il sonno di notte, la veglia e le diverse performance cognitive durante il giorno). L’orologio biologico é normalmente sincronizzato su un ciclo di circa 24 ore (ciclo circadiano), dettato dall’alternanza luce-buio nell’ambiente circostante. La sincronia si instaura attraverso l’informazione luminosa che viene convogliata al cervello tramite l’occhio. Il cambio d’orario ‘scombussola’, dunque, tale ciclo rendendo necessario un periodo di adattamento per riposizionare le ‘lancette interne’. Circa 1,6 miliardi di persone al mondo devono fare i conti ogni anno con l’ora legale, ma finora pochi studi, e sempre su un ristretto campione di individui, erano stati compiuti per esaminare gli effetti del cambio dell’ora.
La conferma scientifica, dunque, c’é: il cambio d’orario determina, effettivamente, ripercussioni negative sull’ organismo. Ma non è il caso di allarmarsi, avverte il segretario della Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg) Giacomo Milillo: “Non ci sono grossi pericoli per la salute ma, come tutti gli stress – afferma – l’ ‘aggiustamento’ dell’orologio interno può dare qualche segno di affaticamento e maggiore stanchezza”. A tutto ciò c’é però un rimedio: “Questi disturbi – sottolinea Milillo – si possono facilmente prevenire attraverso una maggiore attenzione al rispetto delle regole base ad esempio dell’alimetazione, non esagerando e bevendo adeguatamente, e non affaticandosi eccessivamente”. Il cambio d’ora, insomma, è un “piccolo stress” e il segreto per non amplificarlo, conclude il medico, è “non aggiungere altri stress”. Domani, quindi, complice anche la giornata festiva, il consiglio è quello di cercare di avere un ritmo più tranquillo.