“…Non sa neanche con chi parlare l’unico iscritto al corso di Scienze della mediazione linguistica a Forlì,si sentirà molto solo. La stessa sensazione la deve provare anche l’unico iscritto a Scienze storiche a Bologna e l’unico a Ingegneria industriale a Rende e l’unico a Scienze e tecnologie farmaceutiche a Camerino e insomma tutti i solitari frequentatori di 37 corsi universitari sparsi per la penisola. Avete letto bene: ci sono trentasette mini-facoltà con un solo studente. Poi ce ne sono dieci con 2 frequentatori, altre dieci con 3, altre quindici con 4, altre otto con cinque e altre ventitré con 6 giù giù fino a un totale di 323 «universitine» che non arrivano a 15 iscritti. Con alcune situazioni piuttosto curiose. Come quella di Termoli, che come patrono ha San Basso ma accademicamente vola alto: dal sito del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario si può apprendere infatti che i ragazzi della cittadina molisana che non si sentono predisposti ai viaggi, hanno a disposizione non una ma addirittura due possibilità di diventar dottori sotto casa…” ( fonte Corriere della Sera).
Una riforma ci vuole, inaziamo a chiudere le università unipersonali che servono solo a proliferare cattedre e professori.
Siamo alle solite, questa è l’italia degli sprechi è risaputo, ma quando si parla di tagli alle spese nessuno è mai daccordo, allora teniamoci lo schifo così comè.
Quando parliamo di sprechi l’italia è prima in tutte le classifiche. Ma scendiamo un pò più in dettaglio. Ci sono 30 facoltà unipersonali, però la carriera di un laureando qualunque si interrompe esattamente con il conseguimento del titolo.
Se un laureato vuole proseguire la sua formazione in dottorati di ricerca è costretto a fare la fame prendendo uno stipendio (qnd cè) da precario e soprattutto vedendosi precluso l’accesso al mondo del lavoro da raccomandati o politicanti che ne sanno decisamente meno di lui. (vanificando anche le borse di studio di cui si potrebbe essere valso per arrivare fino a quel punto dei suoi studi).
Il taglio della gelmini sull’ Università è pari ad 1 mlrd di Euro, ed è un taglio indiscriminato che non fà che affossare ancora di più questo sistema.
Sono daccordo con te quando dici che la riforma è necessaria, ma se le uniche proposte del mondo politico sono tagli indiscriminati (pdl) o lasciare la situazione così comè (pd), la cosa migliore da fare è far partire la riforma da chi il sistema lo vive sulla propria pelle! Professori, ricercatori e studenti stanno facendo proprio questo nei loro dibattiti. Sminuire il loro operato con quisquiglie e pinzillacchere non è altro che fare il gioco di quelli come Cossiga.
E’ pur vero che l’opinione pubblica deve prendere una posizione, ma se le posizioni che le vengono offerte sono solo queste due, lasciando nell’ombra chi avanza altre tesi (purtroppo separatamente e non con l’amplificatore dei media) allora ben venga la protesta ad oltranza.
Il diritto agli studi di quelli che non protestano (come diceva un leghista ieri sera) può essere messo da parte per un pò di tempo, se il futuro di uno studento non fà altro che restare lo stesso o addirittura peggiorare, lasciando che il massacro dei cervelli si protragga lentamente.
… Dimenticavo, tutto questo mentre politici locali (ed ovunque in tutta italia) si avvalevano di autoblu ed autisti personali, alla faccia dei tagli all’ Istruzione…