Mianulli classe ’66 fu’ interprete di un calcio in cui, le difese, operavano il piu’ delle volte a uomo, attraverso un gioco fatto d’astuzia, grinta e “cattiveria” agonistica, attaccamento alla maglia, sempre grondante di sudore. Zaccaro classe ’64 di tecnica individuale dove deliziava il pubblico con vere e proprie opere d’arte con giocate individuali e lanci lunghi millimetrici, le sue gesta sono ancora vive nei ricordi del pubblico montese. Pavone il piu piccolo classe ’70 aggiungeva alla difesa montese il giusto equilibrio sapendo svolgere più ruoli e giocando d’anticipo sull’avversario. Erano già di giocatori moderni perché sapevano adattarsi al ruolo ed erano duttili . Per tutti rimane una delle migliori difese viste al comunale.
Questi atleti uomini ,sono rimasti nei ricordi dei tifosi e sono talmente apprezzati da essere diventati, oltre che beniamini, veri porta bandiere del calcio montese degli anni 90.
Questo modo di interpretare il calcio, ovviamente riferito al contesto dell’epoca, non può essere paragonato a quello moderno, in quanto sono cambiati tutti i parametri di valutazione, che rimarrà negli annali per la genuinità, la passionalità, le lacrime di gioia e di dolore, contrariamente ad oggi dove spesso, altri diversivi, distraggono il grande pubblico dalla partecipazione attiva, soprattutto la domenica con l’appuntamento della partita e di quello che ne segue.
Raffaele Capobianco