Giuseppe ha deciso di chiudere il Jammin Caffè. Non so se credere al suo abbandono definitivo del locale che ha rinfrescato le estati degli ultimi anni ma di fatto la sera del 6 marzo era previsto il funerale in onore del locale di Piazzetta Mianulli. Sarà stato difficile chiudere un’attività divenuta ormai un’istituzione per tutto il paese. Non solo per i giovani ma anche per gli anziani che sostavano nel Jammin, in piedi, il tempo di un Amaro Lucano e via in Piazza Roma ad occupare il posto sulla solita panchina, sotto lo stesso albero vicino allo zampillo, anche ad alcuni giovani papà mancherà, nel pre-serata domenicale, sorseggiare la loro birra mentre sorvegliano i bambini che hanno in custodia e che scorazzano imperterriti nella piazzetta. Tutte le generazioni si sono avvicendate per anni nello stesso posto, ad orari diversi, dandosi il cambio in base a regole non scritte che caratterizzano le abitudini di ogni fascia d’età. Passare dallo struscio di via Indipendenza alla sedentarietà della Piazza del “Piccino” è una prova di maturità per ogni ragazzino. Perché trascorrervi le sere d’estate implica necessariamente il tirare fino a tardi. Prima delle undici, infatti, Giuseppe e la sua allegra compagnia hanno tutto il tempo per fumare e chiacchierare poi niente più. Sul bancone si susseguono velocemente le richieste della fascia dei giovani dai 20 ai 40 (anche loro lo sono!) e l’unica occasione per uscire fuori a scambiare qualche battuta è determinata dallo svuotarsi del frigorifero. Trafelato Giuseppe, o chi per lui, esce di corsa, scende fino al magazzino e ritorna carico di cassette al bar non senza aver salutato tutti coloro che incontra. Gente diversa, che non si conosce e che tuttavia è immersa nello stesso chiacchiericcio, nella stessa luce che illumina quanto basta quella rientranza strategica di corso Repubblica. Gli spazi per la socializzazione non è necessario costruirli, piuttosto è preferibile promuovere quelli che già il centro storico possiede. Il Jammin Caffè con la gestione del “Piccino” lo ha dimostrato. Anche nel periodo in cui erano in corso i lavori di ristrutturazione e la piazzetta era nascosta da impalcature non proprio gradevoli esteticamente e che ci costringevano a rimanere in piedi per strada. Eravamo lì comunque a fare la spola tra gli amici e il bugigattolo in cui Giuseppe e gli altri si affannavano. Sì perché, come mi ha detto Giuseppe, l’unica sera in cui ci ho lavorato, “QUI NO PERDI TEMPO”. A quale perdita di tempo si riferisse stabilitelo voi.
Non si puo popolare il nostro bellissimo corso solo nei due mesi estivi che con tutta probabilita si restringe ad un solo mese e cioè quello a cavallo fra il 20 di luglio ed il 20 di Agosto.
Sono dell’opinione che se si vuole evitare il degrado del nonstro bellissimo centro storico, questo dovrebbe essere vissuto per l’intero arco dell’anno. L’esempio viene proprio dai nostri padri e dai nostri nonni loro imperterriti sono lì in qualunque stagione.
Sono curioso di vedere se piazza Mianulli sarà ancora il polo d’attrazione per giovani e meno giovani anche questa estate nonostante il cambio di gestione al Jammin.
Per rispondere a RogoR… non credo che il “Piccino” abbia chiuso per mancanza di clienti… almeno credo. Certo hai ragione quando affermi che dovremmo vivere il centro storico tutto l’anno e non solo nei mesi estivi. Secondo me negli ultimi anni la situazione è migliorata. Ci sono sempre più persone che preferiscono una passeggiata verso piazza del popolo allo struscio in via indipendenza. Almeno della mia generazione…
Sarebbe già un bel passo in avanti convincere tutti a scendere dalle macchine. Sei d’accordo?
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