Anche la Quaremma montese nella Rete delle Bambole

Si è concluso domenica 31 marzo 2019 a Lucera (FG)
il V convegno nazionale delle Bambole Quaresima, organizzata dal Centro Italiano Femminile, una tre giorni dedicata al confronto tra studiosi, appassionati e liberi ricercatori provenienti da diverse regioni italiane Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia dove ancora tutt’oggi questa tradizione viene rinnovata.


Ospite per il 4 anno consecutivo la Proloco Montescaglioso e in sua rappresentanza, la consigliera Lucia Laterza che nel suo intervento ha illustrato l’unicità e le caratteristiche delle “Quaremme” montesi e la necessità di rivivificare le tradizione sviluppando in chi la osserva la consapevolezza della grandezza del proprio patrimonio, evitando l’errore di trasformare il “folk-lore”, il “sapere del popolo”, in un morto repertorio esposto tristemente nelle vetrine dei musei.
E’ con queste finalità che nel 2018, è stata sottoscritta la Rete Nazionale per le Bambole Quaresima a cui la Proloco di Montescaglioso ha aderito divenendone delegato regionale per la Basilicata, per la particolarità ancora viva di questo rito, che prevede l’esposizione di 7 bambole nere più una bianca a partire dal Mercoledì delle Ceneri.
Finiti i 40 rintocchi del campanone della Chiesa Madre e legate le campane fanno già capolino nei vicoli le sette figure della “Quaresima“, realizzate con stoffe e abiti in disuso e riempite in passato da paglia ai nostri giorni di ovatta. Le pupe in nero rappresentano le sette settimane della Quaresima e sono di diversa statura; la maggiore (prima settimana) e la minore (ultima settimana) fino ad arrivare all’unica pupa bianca che rappresenta la Pasqua.
Nella tradizione popolare sono state battezzate, sono come delle conoscenti delle amiche di famiglia e a seconda del racconto che ne hanno fatto i nonni sono: “Anna, Susanna, Rebecca, Rebanna, Palma, Pasquaredda, e Pasquairanna” oppure Anna, Susanna, Rebecca, Rebalda, Cecilia, Sicilia, e Pasquairanna”.


Questi semplici segnatempo, con nomi diversi a seconda delle regioni e delle comunità, “quaremme” a Montescaglioso, “corajisime” in Calabria, “quaravesime” in Campania , “quarantane” in Puglia, “kreshmza” per le comunità arbëreshe di San Costantino Albanese sono tornate protagoniste e nel corso del convegno attraverso le testimonianze si sono potuti apprezzare i punti in comune e le differenze, la ricchezza della condivisione e l’apertura di dialoghi e di confronti che porteranno nuovi sviluppi e anche la possibilità di capire cosa accade nel resto d’Europa come accaduto quest’anno con il prezioso apporto del professor Mikhail Kadatov di Rostov sul Don in Russia che ha raccontato la tradizione armena.


In Basilicata, quest’anno in collaborazione con Pro Loco Unpli Basilicata, la Pro Loco Montescaglioso ha cominciato la fase di monitoraggio sul territorio chiedendo alle Pro Loco di segnalare la presenza all’interno del proprio territorio comunale di questa tradizione ancora viva, un lavoro che andrà avanti nel corso dell’anno.
Qui a Montescaglioso con la presenza delle nostre “Quaremme” sembra quasi ogni anno di ritrovare delle amiche di famiglia che svolazzano malinconiche sulle nostre teste, ormai entrate a far parte dell’immaginario collettivo e anche a chilometri di distanza prepotentemente vi rimangono e rimarranno anche involontariamente e incosapevolmente, nella memoria delle nuove generazioni se si avrà forza di continuare in questo impegno.
Per quanta strada possiamo fare e per quanti secoli possano trascorrere, la tradizione rimarrà viva finché ci sarà chi la trasmetterà alle nuove generazioni attraverso il lavoro di ricerca, salvaguardia e diffusione.

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