Matteo Salvini, la Basilicata e i giovani seguaci della Lega
La Lega Basilicata sta lavorando ogni giorno per capire quali possano essere le soluzioni migliori da mettere in campo per il bene dei cittadini e del territorio Lucano, in vista delle prossime elezioni regionali.
In virtù di questo, l’onorevole Andrea Crippa, coordinatore Nazionale “Giovani Lega”, lo scorso venerdì e sabato, ha fatto visita in Basilicata per incontrare i giovani lucani ed inaugurare la sede di Montescaglioso(Mt).
Prima tappa venerdì a Matera, insieme ad Anselmo Gorga, coordinatore giovani Lega Basilicata, dove ragazze e ragazzi, si sono confrontanti in uno scambio di idee con Crippa, su tematiche quali il momento difficile nel mondo del lavoro che i giovani stanno attraversando, in questo periodo storico delicato.
Crippa ha incoraggiato tutti i presenti sostenendo: “Le iniziative che la Lega sta mettendo in campo per i giovani, dimostrano quanto siamo fortemente convinti della necessità di dialogare con i ragazzi per un maggior coinvolgimento e una proficua partecipazione degli stessi alle azioni di politica regionale e nazionale, affinché si trovino e attuino le giuste soluzioni. I giovani sono futuro e motore per la collettività di una intera nazione”.
La seconda tappa sabato a Montescaglioso (Matera), ha visto Crippa per il taglio del nastro della bellissima sede cittadina in centro, situata in un punto nevralgico.
Emozione per Angelo Inglese e Rocco Nobile, referenti cittadini della Lega Basilicata, onorati per l’apertura della sede e allo stesso tempo responsabilizzati per l’incarico di seguire le attività cittadine. Nella due giorni erano presenti anche il segretario regionale Cappiello e il segretario vicario Zullino. “È tutto un susseguirsi di impegni – ha commentato Zullino – tante le priorità della Lega Basilicata nel territorio, per il territorio. Dobbiamo dare pieno supporto per contribuire alla crescita di questa regione ricca di potenzialità. Insieme a tutto il gruppo, ai vertici nazionali, e lo dimostra l’attenzione mostrata dall’On. Crippa, si sta lavorando concretamente per portare a termine un programma vigoroso. Siamo presenti attivamente sul territorio – conclude Zullino – tutto il gruppo sta svolgendo un ottimo lavoro e non ha alcuna intenzione di fermarsi”.
Evviva
E così anche sulle colline montesi abbiamo una rappresentanza della Lega, sia pure di quella di seconda edizione accatastata da Salvini. D’altra parte, la Lega è al governo e la vocazione ministeriale della nostra regione ha antiche tradizioni da rispettare.
Ricordo ancora lo stupore provato una ventina d’anni fa quando una brava donna, siciliana e bidella della scuola dove lavoravo, mi disse che avrebbe votato per Bossi. Le chiesi come mai e lei mi rispose che l’avrebbe fatto per essere trasferita, perché Bossi aveva promesso di mandare a casa i meridionali. Un equivoco, ma non fu la sola a caderci. Piano piano qualche meridionale, in odio alla poltronaggine, al clientelismo, alla malavitosità dei suoi corregionali, ma soprattutto in odio a sé stesso, si accostò a quel partito. Erano i terroni buoni, quelli che vivendo in Padania avevano cominciato ad apprezzare la polenta e il risotto e imparato a giocare a bocce e a bere barbera, e non si mancò di pubblicizzare la cosa.
Perché, ricordiamolo, il brodo di coltura del leghismo fu il disprezzo dei meridionali. Una cosa, fra tante, dava particolarmente fastidio: la loro presenza massiccia in molti uffici pubblici. Quella terronità si notava, come il marocchino che vende accendini al semaforo. Anche a me certi aspetti del fenomeno davano fastidio. Tipo andare alle poste e sentire mentre ero in coda l’impiegata che si inebriava del suo accento foggiano spiegando alla collega i trucchi per un ragù come si deve e la ricetta dei peperoncini con l’acciuga. O andare in qualche altro ufficio e trovare l’impiegato fuori stanza, come cinque-sei altri nello stesso corridoio, e dover aspettare non si sapeva quanto, e poi aspettare ancora una volta tornato perché stava telefonando per motivi privati.
A Gennaro. Raccomandandogli di salutare gli amici da parte sua, Ciro.
Queste cose risaltavano già in una città piena di meridionali come Torino, nei paesi di campagna sembravano robe inaudite.
Sono state cosucce del genere, anche tante cose del genere messe insieme, a dare fiato alle trombe di Bossi. Il lievito del leghismo è stato l’odio e il disprezzo per i meridionali. Il senatùr e i suoi sono stati gli eredi morali di quelli che non affittavano la casa ai meridionali. Poi siamo stati declassati perché sono arrivati gli albanesi e i marocchini a prendere il nostro posto. Per loro l’importante era avere un nemico da odiare.
Partito di lotta e di governo, sono andati al potere e continuavano a gridare contro Roma ladrona mentre trafficavano in diamanti africani. Il dio Po, il matrimonio di rito celtico, il cerchio magico attorno a Bossi, il lancio dell’erede e il suo addottoramento. In Albania!
Poi il misterioso – neanche tanto per quelli del giro – malore del capo e la lunga ricerca di un sostituto. Faticosa, difficile e non proprio gradita al vecchio che a Salvini dà del fascista. Sarà ma attorno a costui sono tornate a raccogliersi folle variopinte, transfughi da altri partiti e nuovi adepti, da Trento a Catania passando per la Basilicata. La terra di Papaleo…
Ha il rancore del ragazzino a cui hanno appena rubato la merenda e vende la stessa merce del vecchio boss. Da quasi trent’anni
Sull’argomento Il Corriere della Sera di oggi riporta questo video https://video.corriere.it/quando-neri-erano-meridionali-video-terroni-1-milione-clic/1d525ad6-d5ef-11e8-8d40-82f2988440be