martedì 24 Dicembre 2024


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  1. Montescaglioso

    A quattro anni dalla frana di Montescaglioso…. azienda in pericolo Un ‘azienda zootecnica che alleva suini al pascolo all’interno della frana che ha colpito Montescaglioso nel 2013, definita la più grande frana d’Europa, denuncia di essere stata abbandonata dalle istituzioni all’interno della zona rossa . Più volte è stato denunciato, prima dell’evento disastroso, un aumento di acque piovane che si riversavano all’interno dell’allevamento,dovuto all’ampliamento delle superfici impermeabilizzate del paese, provocando evidenti erosioni su un terreno già provato dalle discariche abusive di terreno di risulta ed edile. Da quel famoso 3 dicembre 2013 sono passati anni e niente è stato fatto e dopo il danno la beffa: il Comune non ha presentato in tempo utile il programma di intervento urgente per la mitigazione del rischio idrogeologico. Inoltre, Montescaglioso non ha attivato la procedura per la concessione di Finanziamenti ai Comuni per la demolizione di immobili in aree a rischio idrogeologico, attiva già dal 7 novembre 2016. Il 15 febbraio 2017 il sindaco di Montescaglioso affermava ,in un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno, che i tecnici dell’Università di Basilicata, incaricati di effettuare il monitoraggio della zona, avevano confermato che non c’era alcun rischio è che il fronte della frana non si era più mosso negli ultimi tre anni. Il proprietario dell’azienda, preoccupato degli gli ulteriori smottamenti conseguenti alle abbondanti piogge e dell’ulteriore perdita di bestiame, viene a conoscenza dell’inesistenza delle richieste di aiuto allo Stato da parte del Comune. Dalla perizia geologica del Comune di Montescaglioso del maggio 2017 si evince,nelle considerazioni finali, che “l’analisi dello stato dei luoghi mostra come l’antico corpo di frana abbia svolto in passato un’azione stabilizzante nei confronti delle zone adiacenti più sopraelevate fungendo da contrasto al piede per le aree attualmente impegnate da interventi di intensa urbanizzazione.Tali aree ospitano insediamenti anche di notevole densità antropica come le zone D1,D2,C1,C4, che,a seguito di riprese del fenomeno, potrebbero essere coinvolte in uno scenario catastrofico. La stasi interventistica che ha caratterizzato buona parte del tempo trascorso dall’evento, non ha considerato la possibilità di eventuali possibili e pericolose ricariche dell’elemento propulsore che potrebbe scattare nuovamente in occasione di eventi di particolare piovosità e/o a seguito di probabili e inattesi scuotimenti sismici. Ad oltre tre anni dall’evento, la maturata consapevolezza di agire per iniziare la messa in sicurezza di tutta l’aria di frana e di quelle limitrofe ha come scopo quello di prevenire il verificarsi di nuovo nuovi episodi fenomenologici.” Oggi, 3 dicembre 2017, quarto anniversario dell’evento, l’azienda deve far fronte ad un pericolo costante di una frana attiva a monte e una a valle. Inoltre, i lavori di intubamento effettuati dal Comune senza uno studio idraulico di portata, nella zona suddetta, hanno aumentato il rischio di dissesto idrogeologico mettendo in serio pericolo persone ed animali. L’azienda, ormai in pericolo, non riesce più a gestire la buona prassi dell’allevamento e ,dopo ripetute richieste di intervento al Prefetto, alla Protezione Civile e al sindaco di Montescaglioso, ha ottenuto un incontro chiarificatore con la Regione Basilicata al quale il sindaco di Montescaglioso non si è presentato. Con l’intensificarsi delle piogge gli animali cercano rifugio nella periferia adiacente all’azienda , il più delle volte senza far ritorno, vittime di sciacallaggio. Si attende un tavolo tecnico data l’incapacità degli amministratori di poter gestire questo catastrofe.

    Margherita Lopergolo

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