venerdì 22 Novembre 2024

Parlami d’amore, Silvio Muccino – 2008

Mea culpa. Immaginavo che non avrei assistito alla proiezione del capolavoro assoluto della cinematografia italiana degli ultimi decenni, ma – per smentire intransigenza ed ipercriticità che mi si attribuiscono abitualmente – ci sono andata.

Ho seguito i suggerimenti di chi mi ha consigliato un atteggiamento distaccato, da osservatore senza pregiudizi. Mi sono detta: Perchè stroncare a priori un film senza averlo visto? Solo perchè il regista, nonchè autore del bestseller da cui la pellicola è tratta, è “fratello di”? O solo perchè il protagonista-regista-autore non ha dato in passato eccellenti prove da attore?

Stavolta volevo essere smentita. Volevo ricredermi. E la buona volontà ce l’ho messa tutta!

Meraviglia delle meraviglie, la sala era più gremita del solito. Circostanza addebitabile, almeno in parte, almeno spero, al freddo glaciale che secondo raviliana previsione ci ha attanagliato nello scorso weekend.

Altra meraviglia delle meraviglie, dai titoli di testa si apprende che la pellicola è considerata di interesse culturale, oltre ad essere una co-produzione Cattleya – Rai Cinema. Allora penso: ‘Sto Muccino mi darà uno schiaffo morale…

… Macchè! 5 euro, anzi 10, spesi malissimo! Un film inguardabile, senza trama, senza storia, senza dialoghi. O meglio, con trama, storia e dialoghi di una spaventosa banalità. E non parliamo poi dei personaggi: il palestratissimo Muccino/Sasha che non perde occasione di dare mostra di sè e dell’insospettato addome tartarugato dispensato con magnanimità agli spettatori, costretti a sorbirselo in ogni singolo fotogramma; una bella e dannata Carolina Crescentini, primo amore ovviamente infelice del bello e tormentato Sasha (perdonatemi, ma anche la scelta del nome mi irrita… Se si fosse chiamato Giuseppe, il suo tormento non sarebbe stato altrettanto credibile? Ma no! Sasha è più … esotico!) che vorrebbe essere una sorta di maliarda Eva tentatrice che manda in rovina il James Dean de’ noantri, ma che più vuota di così …

Insomma, come dire? Avete presente i tre metri sopra il cielo di Moccia, che si scusa, ma la chiama amore e ha tanta voglia di lei? Ebbene, Parlami d’amore è la versione dark, politicamente scorretta, riservata ad un pubblico adulto, ma dall’inevitabile ed involontariamente comico (?!?) happy ending, di una delle sue storie. C’è dentro di tutto di più (forse di qui il legame con la Rai?!?): ogni forma di dipendenza (alcol, droga, gioco d’azzardo), infanzia infelice, suicidio, innocenza perduta, perdizione, adorazione del dio denaro, violenza… Peccato mi sfugga il legame tra gli ingredienti di questo micidiale cocktail che il buon Ciccio in una parola ha definito – poco ortodossamente – una cag..a!

A fine spettacolo, però, mi spiego l’interesse culturale attribuito al film. Un po’ come nelle pubblicità progresso, il messaggio è questo: cari aspiranti registi/e, gentili attori/attrici alle prime armi, come vedete, essere “fratelli di” aiuta, ma i miracoli … lasciamoli ai santi!


Commenti da Facebook

9 Commenti

  1. ciffo

    Cinzia intransigente ed ipercritica???? nooooo 😉
    Non sono d’accordo con te.
    Butto la trama (tratta dal libro dello stesso Muccino), butto il Muccino che vuole fare il sexy, ma salvo diverse cose:
    l’attrice che interpreta Nicole, il ragazzo ricco e cattivo… anche la Crescentini. Non sono un intenditore ma fotografia e regia non mi sembravano da dilettanti allo sbaraglio.
    Insomma… tutto sommato un film che son contento di aver visto anche se non lo ricorderò certo come un capolavoro.

  2. nemesi

    Non esiste una donna che non possa essere conquistata”…peccato che per muccino la massima non valga!!!…nn conquista proprio nessuno, nn stupisce proprio nessuno…ma almeno ci prova!

    premetto che non sono una fan neppure del muccino senior e che mi sono seduta in poltrona molto prevenuta ma…vi dirò:

    nonostante i 115 minuti (eccessivi per un film del genere) le musiche curate da Guerra mi hanno coinvolto ed accompagnato piacevolmente; nonostante alcuni scenari del tutto banali la splendida fotografia di Catinari mi ha, a tratti, incantata; nonostante sia stata attribuita cosi poca forza ai personaggi femminili, le interpreti sono state eccellenti…certo i temi sono sempre gli stessi e sempre troppi ma…il risultato finale nn mi è dispiaciuto!!!

    si sarà anche “servito” dell’aiuto di alcuni grandi nomi ma meglio un regista alle prime armi che chiede aiuto e non sale e maxisale piene di gente che crede ancora al Pieraccioni di turno o vede ancora De Sica e Boldi!!!

    un ragazzo classe 82, italiano, alla sua prima opera, attore e scrittore, se vogliamo anche con il “peso” sulle spalle di un fratello regista, ci prova…forse con una punta di presunzione…ma perchè non andare a vederlo???

    io ci tornerei.

  3. vince_ditaranto

    Grandissima Cinzia…..noto con piacere che il cinema ci unisce.

    Premetto che non ho visto il film, questa volta non mi sono forzato ad essere tollerante e a concedere una possibilità ancora una volta ad un cinema italiano davvero scandaloso, inaccettabile, inappropriato, ripetitivo, privo di idee, puerile, banale, nepotistico (per giunta), senza anima ecc…ecc…ecc..

    Condivido l’analisi della “pacifica” nemesi che una volta tanto ha parlato “del film” e non “dell’argomento del film” non incorrendo nell’errore di chi i film li gurda solo per riempire serate o per mangiare pop-corn. Cmq anche se fossero splendide le musiche, la fotografia e via dicendo…..io mi rifiuto di guardare questa robaccia.

    Mi/vi chiedo una cosa…..ma dov’è finito il grande cinema italiano?? I grandi registi che facevano scuola, che trattavano tutti i generi in maniera eccellente, che insegnavano agli americani come si tiene in mano una macchina da presa???

    E’ davvero sconfortante. Credo che anche il cinema sia il riflesso della nostra società puerile e svuotata di ogni molteplicità e carattere distintivo…..quindi l’azienda cinema, che ovviamente percepisce il genere che “fa soldi”, sforna e finanzia solo i filmettini del c…o che fanno accorrere nelle sale il nostro popolo di veline e calciatori…..

    Scusate lo sfogo.

     

    Buona giornata

    1. Cinzia

      Eh no, Corvo … Non puoi parlare così senza aver visto il film! Se fossi andato al cinema … mi avresti fatto una standing ovation! 😉

       

      Agli estimatori di questo film, vorrei chiedere: uno che scrive un romanzo (stracolmo di stereotipi e clichè già visti, avvalendosi della collaborazione di una scrittrice/sceneggiatrice) con la chiara intenzione di farne un film con protagonista se stesso e regista se stesso 😕 , non vi sembra un tantino narciso?

       

      Se poi alle manie di autocelebrazione, si aggiunge cotanto cognome (a proposito, il casting è stato curato da una certa Laura Muccino … strano caso di omonimia?), non sentite puzza di … come dire? … raccomandazione?

       

      E ancora… sapere che il film è stato prodotto dalla Rai, quindi coi soldi che noi annualmente versiamo per pagare il canone, e che è riconosciuto di interesse culturale con tanto di sovvenzioni da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, non vi fa sentire neanche un po’ presi per i fondelli?

      In tutto ciò, il cinema italiano, quello vero, langue abbandonato a se stesso…

    2. falco

      Corvo, con tutto il rispetto, ti confesso che non ho capito un fico secco di quello che hai scritto. A questo punto mi viene spontaneo chiederti cos’è per te il cinema?

      Non capisco davvero cosa intendi, rivolgendoti a nemesi, incorrere nell’errore di chi i film li guarda per riempire serate e mangiare pop-corn.

      Potrà sembrarti strano ma per me è anche quello, anzi soprattutto quello, è stato inventato per quello.

      Per passare il tempo quando non hai nulla di più importante da fare, per distrarti, per volare con l’immaginazione, per immedesimarti nella storia e nei personaggi.  Il film lo si potrà giudicare riuscito solo dopo che lo stesso ti avrà trasmesso le già dette emozioni.

      Poichè, naturalmente, non tutti provano le medesime sensazioni  troviamo prodotti di qualsiasi genere e tipo, tra cui anche questi film.

      Credo proprio che stavolta abbia peccato di presunzione

       

       

  4. lazarum

    è una tristezza senza fine…concordo con il giudizio del buon ciccio un vera cagata. Non è il solito preconcetto cara cinzia, ci mancherebbe, ma credo che ogni volta ci si presenti al botteghino con una riserva di speranza che in norma dura qlke minuto…il tempo dei primi dialoghi, dell’antefatto…e la noia svuota ogni intento benefico, affondi le unghie nel bracciolo e tieni duro fino alla fine…per caos calmo è stato lo stesso sincopato itinerario psicologico…speranza, illusione, delusione…rassegnazione. Non mi dilungo su moretti o su muccino o su moccia…ma speriamo in grande grosso e verdone….lungi da me discriminare il cinema italiano, i grandi della storia del cinema hanno avuto natali italiani, ma ultimamente non pare nemmeno che ci sia un sforzo per andare in una direzione diversa dalle commedie alla grande fratello o alla amici…sono vuote prive di senso e recitate con i piedi…

    cinzia concordo con te e ritengo che non sei affatto ipercritica, anzi troppo clemente, l’attuale produzione cinematografica italiana fa schifo…quanno ce vò ce vò!

    p.s.

    ma cosa significa fare un corso per modelli e attori…per reciatre serve solo un culetto alto e sodo? occhi azzurri e tanti e fluenti capelli?

    aridatece anna magnani e monica vitti, aridatece la sora lella…pupella maggio.

    anna grande anna, che donna,

    che fascino, che talento e che spalle, mi hai fatto innamorare dei tuo selvaggi capelli nero corvino…eppure un tempo non lontano in italia al cinema si poteva sognare…

    laz

     

  5. Sabina

    Mah…forse il trailer mi aveva caricato troppo di aspettative, sarà stata la colonna sonora, la trama indubbiamente intrigante (una donna matura che insegna l’arte della seduzione a un ventenne), e invece sono uscita dal cinema con un “mah”.

    Così impegnato nel tentativo di uscire dal clichè di attore di commedie adolescenziali da essermi sembrato spesso forzato, e poi quest’amore (ossessione?) per la ragazzina isterica e viziata mi ha lasciata un pò perplessa…insomma, non è riuscito ad emozionarmi…

    Non è che i film del tanto acclamato fratello maggiore mi abbiamo fatto impazzire (fatta eccezione per “La ricerca della felicità”), così monotematici, sfaceli familiari e corna..e nient’altro.

    E’ solo che mi hanno ormai conquistata questi fratelli Muccino, con la loro timidezza e la loro semplicità da ricordarmi l’amico di banco delle superiori!

    E se li mandassimo a lezione da Ozpetek?? Inimitabile e impareggiabile, mi risponderete voi…

     

     

     

Rispondi a

Info sull'Autore

Post Correlati

Translate »