domenica 22 Dicembre 2024

PARTENZE DA FERMO, atto finale

Montescaglioso

Quando abbiamo letto sulla Gazzetta della Basilicata che “sette giovani attori” si sarebbero cimentati nella declamazione di alcuni racconti ci siamo sentiti più responsabilizzati. Perchè attori non lo siamo ancora, poi chissà…le poliedriche capacità dei lucani sono note.Ma posso affermare senza false modestie che bravi lo siamo stati davvero. Andiamo con ordine. Un mese fa Angelo propose alla neonata e ancora sconosciuta Futura Compagnia Senzarte, di cui lui stesso ne è l’ispiratore, la collaborazione con la Libreria dell’Arco che aveva appena pubblicato “Partenze da fermo”, una raccolta di racconti lucani in cui spicca il nome dell’ultima vincitrice del Campiello, Mariolina Venezia, celebre assente della serata insieme a Dora Albanese e Maurizio Canosa.La presentazione è slittata di una settimana. Avremmo voluto, infatti, approfittare delle vacanze natalizie, periodo dell’anno in cui quasi un’intera generazione di giovani montesi ritorna dai suoi provvisori domicili sparsi per tutta Italia. Nonostante tutto la gente che è affluita era notevole. Non c’erano solo le donne fresche fresche della benedizione di don Pietro ma anche un nutrito gruppo di coetanei che in fondo al teatro della parrochia S.Lucia ha commentato e ripreso la serata.Le diplomatiche e intraprendenti Cinzia e Lidia hanno presentato gli autori dialogando con loro sul tema conduttore del libro, il viaggio, e annunciando gli aspiranti “attori” della Compagnia, di cui loro stesse costituiscono l’anima organizzatrice.I primi a cimentarsi con la declamazione sono stati due ragazzi deliziosi, Giuliano e Chiara, che hanno creduto, forse, più di tutti nel progetto della compagnia teatrale, fin dall’inizio.Giuliano ha letto un brano de “L’incidente” di Costantino Dilillo mentre Chiara ha declamato un brano del viaggio in “Eurostar” di Pancrazio Toscano.Poi è toccato a Gianni, vera rivelazione della serata. Ha declamato prima in tono nostalgico un brano di “10 lire per sognare” di Pasquale Doria e poi ha ammiccato, divertito, leggendo “Zampa di velluto” di Maurizio Canosa.Io mi sono occupata di interpretare con gravità il viaggio di sola andata di Dora Albanese ne “Il registratore”, un brano che sentivo molto vicino alla mia esperienza di montese domiciliata altrove. Vincenzo ha letto con la sua serena fermezza un brano di “Fuggire da lei” di Antonio Paradiso mentre Annarita si è cimentata nella declamazione dell’impegnativo testo di Mimmo Calbi: per giorni ha dovuto ripetere a se stessa parole che erano un vero scioglilingua. Alla fine Vito con le sue doti affabulatorie ci ha incantato ricordandoci le buone abitudini del vicinato di una volta leggendo un brano consistente di “Capo del piano” scritto da Peppe Lomonaco. Ringraziamo Vito per aver sempre tenuto alto il morale del gruppo e per i suoi preziosi consigli.Da segnalare l’intelligente intervenyo finale di don Domenico che vi invito a visionare non appena l’immancabile ZODD inserirà il video della serata sul sito.Questi sono gli eventi e le persone, con cui ho ricominciato a condividere le nervose ambizioni della nostra terra, che danno un senso al mio ritorno. Sono contenta di aver preso parte alla presentazione di ieri sera mettendo da parte inutili imbarazzi.Angelica


Commenti da Facebook

1 Commmento

  1. michela

    Prima di tutto vorrei fare i complimenti ai ragazzi della Futura Compagnia per l’organizzazione della serata… bravi! complimenti davvero! ieri si è parlato del viaggio, dell’emigrazione dei pensieri, sia quando questi seguono uno spostamento fisico sia quando rimangono fermi nella testa ma vagano similmente ad un viaggio reale… e si è parlato degli spostamenti concreti per lavoro o per sola e necessaria sete di conoscenza, direi quasi dovere di conoscenza d’altro… si è discusso delle radici, dell’affezione alla propria terra come espressione di valenza poetica o come necessità di fermarsi in un posto noto, caro, dove l’essere stanziali non è solo un pit stop, ma una decisione presa con coscenza, liberamente, quando questo, ovviamente, ci consente di poter vivere, di avere un lavoro, di poter costruire un futuro… come sottolineava Peppe Lomonaco, uno degli autori. Tempo fa mi è arrivata la mail di un amico californiano, uno stralcio del suo diario di viaggio, un percorso che per lui dura ormai da 7 anni, 7 anni di zaino in spalla e solo gli occhi e i pensieri a fargli compagnia… qualcuno degli utenti e qualche montese se lo ricorderanno, John Kosakowsky, Amne20, te lo ricordi? Bè, lui diceva che fino a qualche tempo fa “the place where the largest portion of my heart lives, where the most pieces of my heart rest peacefully. That is still the foothills of Northern California. But there must be more to it. I have to be careful, because I live in a fairy tale. I drift from one fantastic place to another: the Egyptian pyramids; rainforests; the Grand Canyon . I must retain some anchor, for fear of floating away. I envision insanity as a state of uncontrolled drift, as a vagabond child’s balloon, floating homeless and unassociated at the will of the fickle wind. I use my heart as an anchor. It attaches me to the real world of society and love and humanity …  So I feel good to return to gravity, where I am something outside of my imagination. I am home. And life is an orchard. No matter how far I wander, there will always be a bed and food.

    tornare a casa è come un’ancora, un posto dove ci sarà sempre cibo ed un letto disponibile, un posto dove ritornare alla gravità, fuori dalla mia immaginazione…

    ma tempo dopo scriveva che non riusciva più a considerare neanche la California, casa sua, come “il ritorno a casa” e che gli sembrava che le uniche cose concrete che rimanessero fossero la ricerca di una chiave di una stanza, un materasso dove dormire  e la sua immaginazione…

    dopo ieri sera mi sono chiesta se più che la nostalgia a tenerci legati alla nostra terra non sia la paura di volare via come un vagabond Child’ s ballon in a state of uncontrolled drift… che non sia solo la necessità di ancorarsi a qualcosa che abbia la parvenza della concretezza?

    voi che dite?

    pensieri vaganti…

    ps: leggerò presto il libro nella speranza di trovare risposte.

    topobiche_81

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