No scorie Trisaia chiede al Presidente della Regione Basilicata, De Filippo di convocare con urgenza al Tavolo della Trasparenza di martedì prossimo 4 dicembre anche i dirigenti dell’ENEA che non possono defilarsi in base alle responsabilità affidate dal Governo Prodi e dal suo Ministro Bersani a questo Ente per la scelta del sito unico ove realizzare il deposito italiano delle scorie radioattive a cui vi provvederà la SOGIN SpA. E’ infatti acclarato che L’ENEA, sulla questione nucleare, ha assunto più rilievo della stessa SOGIN SpA, al punto che questo ente pubblico sta sperperando grossi investimenti nella ricerca sul nucleare a scapito delle energie alternative pagate dagli italiani attraverso la bolletta energetica nonostante abbiano detto no con un Referendum al nucleare. Inoltre, assieme alla Sogin SpA, l’ENEA collabora con l’Istituto americano Batteile per le nuove strategie nucleari in Europa. Sempre ENEA avrà un ruolo fondamentale nella scelta del deposito unico per le scorie radioattive. Il suo presidente, il prof Paganetto che ha sostituito il prof. Rubbia, è un nuclearista dichiarato ed ha fondato con Chicco Testa, ex presidente dell’Enel l’associazione Pimby (acronimo inglese che significa “si nel mio giardino ma compensatemi”)che rappresenta la nuova strategia mediatica e di convincimento messa in atto dal governo Prodi sotto la potente spinta delle lobby e del partito trasversale del nucleare per realizzare il deposito unico. In questo modo si vogliono “drogare” i comuni con le compensazioni economiche così come è stato fatto con la pubblicazione di un recente decreto che affida alla Provincia di Matera oltre 2,8 milioni di Euro ed altrettanti al Comune di Rotondella per un totale di quasi 6 milioni di euro (analogamente sta accadendo negli altri comuni nuclearizzati italiani).
No Scorie Trisaia ricorda ai Lucani come il sito dell’Enea di Rotondella nel 1978 doveva diventare una centrale nucleare ed i calanchi di Craco-Tursi- Stigliano il deposito di scorie in Basilicata. Aver prescelto la Regione Basilicata per coordinare il gruppo di lavoro che dovrà giungere alla “soluzione finale” non può far stare tranquilli i Lucani. Massimo Romano, amministratore della Sogin SpA, ha dichiarato di recente che servirebbero 50 ettari ubicati magari nelle vicinanze di un centro di ricerca per ubicarci il deposito unico delle scorie radioattive. Non crediamo più quindi alle “favole” del Centro della Trisaia ove si svolgono corsi di formazione o si promuovono le fattorie del vento agli studenti, mentre l’ENEA studia in segreto il possibile sito ove verranno stoccate le scorie radioattive che di fatto sblocca anche il nucleare in Italia. E’ infatti impressionante la catena di accordi a livello internazionale che l’ENEL ha contratto prima con le centrali nucleari dell’est ed ora addirittura con la Francia dove ha acquisito il 12,5 delle azione del reattore EPR, proprio quello a cui i francesi si stanno opponendo. L’ENEL ha acquisito inoltre anche il 12,5 delle scorie che lo stesso reattore produrrà, anche questi sono i motivi della spasmodica ricerca del deposito unico per le scorie ove potrà essere stoccato anche il combustibile nucleare riprocessato. E’ vergognoso che Enea, Enel e Sogin prelevino dalla bolletta i soldi che dovrebbero servire per mettere in sicurezza le scorie radioattive mentre indirettamente si stia con questi soldi finanziando la ripresa della produzione elettrica attraverso il nucleare in Italia (visto i notevoli ritardi dei lavori del decommissioning).
NOSCORIE TRISAIA
Movimento Antinucleare Pacifista
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