Grazie Enzo maestro di vita. Lo voglio ricordare con le prime righe del suo ultimo libro: ” Quello che non si doveva dire”.
Ho sempre detto di non aver mai mentito ai miei lettori, ma non è vero. Una bugia mi è scappata quando Loris, durante un’intervista, mi chiese che cosa avevo provato dopo il mio allontanamento dalla Rai. “Guarda”, risposi, “lo dico anche con un pò di vergogna: niente. Ne abbiamo parlato tante volte, ci siamo arrabbiati, l’abbiamo considerata una grande violenza, ma dentro non ho provato niente, perchè alla mia età sono altre le cose che segnano”.
Questo concetto l’ho ripetuto parecchie volte, anche a me stesso, però devo confessare che non sono riuscito, come fanno spesso alcuni, a convincermi. Insomma, la televisione mi è mancata e mi manca tuttora. Per carità, so benissimo che a ottantasei anni sarei ridicolo se pensassi a un futuro, o soltanto a un presente, televisivo. Non è solo nostalgia quella che mi è rimasta, ma la voglia di fare che non si esaurisce con l’età, un pò come con le donne, si desiderano per tutta la vita.
Grazie Enzo per tutto quello che ci hai dato.
una delle ultime cose “buone” viste in tv ultimamente è stata senza dubbio la chiacchierata tra Enzo Biagi e Roberto Saviano… emozionante!
Chi l’ha potuta vedere sa di certo che oggi abbiamo avuto una grande perdita.
Mi unisco a Cambiamo Cultura.
topobiche_81
per me un vuoto di cultura, come se già nn ce ne fossero tanti
una parte della storia italiana, quella buona, che se ne va.
mi unisco
anche qui poche parole,
un uomo.
molti altri solo galline, niente di più,niente altro da dire.
se ne va uno degli uomini più importanti del giornalismo, purtroppo.
Tutti ma proprio tutti si dicono pronti a dire che sono “dispiaciuti”, ma quanti di quelli che lo dicono lo sono davvero? Mbè se lo dicono i politici non ci credo proprio… per loro è una fortuna, uno in meno….
18 aprile 2002
“Cari telespettatori, questa potrebbe essere l’ultima puntata de ‘Il Fatto’. Dopo 814 trasmissioni non è il caso di commemorarci. Eventualmente è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità che restare a prezzo di certi patteggiamenti. Signor Presidente Berlusconi non tocca a lei licenziarmi. Penso che qualcuno mi accuserà di un uso personale del mio programma che, del resto, faccio da anni, ma per raccontare una storia che va al di là della mia trascurabile persona e che coinvolge un problema fondamentale: quello della libertà di espressione. Non è un gran giorno per l’Italia: per quello che succede in casa e per quello che si dice fuori. A Milano, lo sapete, un piccolo aereo da turismo è andato a sbattere contro il Pirellone, orgoglio dell’architettura italiana e uno dei simboli della città. E il pensiero corre subito alle Torri di New York. Disgrazia.
Ma c’è, anche, chi all’estero parla di crimine. Da Sofia il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non trova di meglio che segnalare tre biechi individui, in ordine alfabetico: Biagi, Luttazzi, Santoro, che, cito tra virgolette: “hanno fatto un uso bieco della televisione pubblica – pagata con i soldi di tutti – criminoso. Credo che sia preciso dovere della nuova dirigenza Rai di non permettere più che questo avvenga’. Chiuse virgolette. Quale sarebbe il reato? Stupro, assassinio, rapina, furto, incitamento alla delinquenza, falso e diffamazione? Denunci. Poi il Presidente Berlusconi, siccome non prevede nei tre biechi personaggi pentimento o redenzione, pur non avendo niente di personale, lascerebbe intendere, se interpretiamo bene, che dovrebbero togliere il disturbo.
Signor Presidente Berlusconi, dia disposizione di procedere, perché la mia età e il senso di rispetto che ho per me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri. Sono ancora convinto che in questa nostra Repubblica ci sia spazio per la libertà di stampa. Ci sia perfino in questa azienda che, essendo proprio di tutti, come lei dice, vorrà sentire tutte le opinioni. Perché questo, signor Presidente, è il principio della democrazia. Sta scritto, dia una occhiata, nella Costituzione. In America, ne avrà sentito parlare, Richard Nixon dovette lasciare la Casa Bianca per una operazione chiamata Watergate, condotta da giovani cronisti alle dipendenze di quel grande e libero editore che era la signora Katharine Graham, proprietaria della Washington Post. Questa, tra l’altro, viene presentata come la tv di Stato, anche se qualcuno tende a farla di Governo, ma è il pubblico che giudica. Nove volte su dieci, controllare, ‘Il Fatto’ è la trasmissione più vista della Rai. Lavoro qui dal 1961 e sono affezionato a questa azienda. Ed è la prima volta che un Presidente del Consiglio decide il palinsesto, cioè i programmi, e chiede che due giornalisti, Biagi e Santoro, dovrebbero entrare nella categoria dei disoccupati. L’idea poi di cacciare il comico Luttazzi è più da impresario, quale lei è del resto, che da statista”.
Enzo Biagi