Mostra di scultura a Matera

Matera – Spazio dell’Angelo, Via Sant’Angelo 63

INVITO alla seguente mostra di scultura, in modo particolare all’inaugurazione della stessa Sabato 27 ottobre ore 18,0027 OTTOBRE – 11 NOVEMBRE 2007Spazio dell’AngeloVia Sant’Angelo,63-Materaorari visita: 10,00-12,00; 17,00-19,00 ingresso gratuito”COLLETTIVA DI SCULTURA”ideata e curata daMjriam Caldarola e Tonio Contangelo”IL FUTURO NON E’ PIU’ QUELLO DI UNA VOLTA”gli scultori (tutti materani):ROBERTO ANDRULLISARA COTUGNOROBERTO DI TRANIGIANNI LATORRETINA LATORREVITO NICOLETTIRAFFAELE PENTASUGLIA”MATERA E LA RICERCA PLASTICA””Quando mi è stato chiesto di scrivere la presentazione per la mostra di scultura curata da Mjriam Caldarola e Antonio Contangelo, ho pensato alle difficoltà che avrei incontrato immergendomi in un mondo assai lontano dai temi che da più anni rivisito con identico spirito e intenzioni, quasi come a volerne prolungare la vita o, forse, più segretamente, la loro stessa agonia. Roberto Andrulli, Sara Cotugno, Roberto di Trani, Gianni Latorre, Tina Latorre, Vito Nicoletti, Raffaele Pentasuglia sono scultori tutti di Matera.Per chi nutre ancora qualche dubbio sulla vocazione tutta materana nella pratica dei materiali, questa collettiva dissipa ogni incertezza, ogni equivoco, tanto da poter affermare che per Matera più che la pittura forse è proprio la scultura la via per meglio rappresentare la crudeltà e la durezza del suo paesaggio, la fisicità dei corpi, la loro immobilità dentro lo spazio.Sono opere che rinviano ad un passato lontano, sebbene le idee che le muovono, così tragicamente realiste, ci dicono del presente, ci parlano di un viaggio umano doloroso e cercante. Una mostra fertile di suggerimenti, utili a capire cosa si agita nel ventre della città, quale disagio l’attraversa, quale solitudine si annida nell’uomo moderno. Ma anche una mostra visionaria, una specie di horror vacui che solo apparentemente rimanda al Modernismo europeo, ma che in realtà fonda le sue radici nelle tante immagini che riempiono le grotte della gravina. Un processo creativo volto a riesumare insieme alle forme gli ammonimenti che quelle figure evocano. Opere tanto diverse tra loro quelle di Andrulli, Cotugno, Di Trani, di Gianni e Tina Latorre, Nicoletti, Pentasuglia così come diversi sono i materiali con cui sono state realizzate, ferro, pietra, terra, cartapesta, oggetti raccattati in angoli di strada, ma unite da un nucleo ispiratore comune: l’uomo e la sua moderna condizione. Uno spaccato, quindi, della ricerca artistica che si produce nella nostra città, spesso poco conosciuta perchè ancora molte sono le difficoltà che l’artista incontra nel veicolare il proprio lavoro. Matera attende da anni uno spazio pubblico attrezzato, aperto a quanti operano con serietà e impegno nel campo dell’arte, che permetta soprattutto ai tanti giovani usciti dalle Accademie, di relazionarsi con la città, perchè solo unendo creatività e popolazione, arte e quartieri, cultura e bisogni, si salva la città dal degrado, il suo tessuto urbano, la convivenza civile.Gli artisti che espongono negli ipogei di Sant’Angelo rappresentano un valido esempio di come, senza cedere ai sentimentalismi, si possono ugualmente fornire originali spunti di riflessione, momenti sinceri di poesia.”Nicola Filazzola


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