Lo sport dovrebbe sostituire quello che è stata l’avventura (educativa) nella natura; dovrebbe recuperare i benefici che sono stati sacrificati alla vita tecnologica e sedentaria; dovrebbe conferire le qualità nobili del passato, minimizzando i rischi e formando la personalità.
Lasciando perdere l’etimologia che suggerisce l’attività motoria come un rimedio alle diverse patologie psico-fisiche della società contemporanea e dando evidenza che almeno per i gioavni esso deve avere un solo significato : essere sani per essere utili.
L’attività motoria ha per fine: essere sani per essere utili. Deve contribuire a creare uomini e donne che valorizzino il corpo, coltivino la mente e liberino lo spirito verso un ideale che è al servizio dell’umanità.
Il teatro dell’educazione è l’universo che ci circonda, in cui l’educatore e l’educando agiscono secondo un rispetto reciproco e assoluto. In questa visione se il bimbo impara a correre, chi lo sorveglia lascia che si sbucci le ginocchia, ma interviene se si avvicina a un precipizio; così un conto è andare in montagna e un altro cercare imprese estreme; e ancora la danza celebra la bellezza, ma il desiderio di primeggiare sfida l’anoressia-da-specchio, un conto è un chiarimento fra allenatore e calciatore , un’altro è l’azzeramento di ogni forma di rispetto ed educazioneda parte dell’educando.
Lo sport non dovrebbe essere fine a se stesso, ma comunicare la generosità del dare. Si potrebbe aprire un lungo dibattito sul significato di sport nella misura in cui esso è anche educazione……………educazione a vari livelli del viverlo e praticarlo……..dal rispetto del proprio corpo a quello verso il proprio avversario sportivo…..