Spintarella spregevole… ma necessaria

Cari utenti, vi segnalo il seguente indirizzo in merito ad un rapporto dello Svimez relativamente alle pratiche clientelari al sud:

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scuola_e_universita/servizi/laurealavoro/sud-conoscenze/sud-conoscenze.html

Di questo rapporto vi invito a riflettere su una frase che qui da noi sembra normale ma che per altre realtà è preoccupante : “Fondamentale è la famiglia che si ha alle spalle: per i nuclei dei ceti sociali più bassi, rileva lo studio, l’investimento negli studi universitari può essere rischioso. La laurea – si legge nel rapporto – riduce il rischio che lo studente resti disoccupato, ma non riduce il rischio di trovare un’occupazione mal retribuita“.

Insomma se sei figlio di uno con conoscenze hai più possibilità di uno che non conosce nessuna persona importante. Purtroppo andiamo ancora avanti con la logica  del  “a ci si figh tu”. Chissà forse verrà il giorno in cui i nostri cari politici si renderanno conto della situazione, chissà forse un giorno la smetteranno di essere riferimento per collocamento; la smetteranno di giudicare le persone in base ai loro parenti ( lo stesso dicasi per noi non politici); la smetteranno di dire parlare bene dei giovani con il solo scopo di acquisire consensi.

Ma chi ci comanda continua ad organizzare manifestazioni contro i governi di cui loro stessi fanno parte; continuano a litigare sul fare e non fare partiti unici. Se chiedi ad un Mastella cosa ne pensa della raccomandazione lui dice: “no mi sembra una cosa negativa“. Se chiedi ad un Bossi come bisogna comportarsi con le tasse, lui ti dice: “impugna il fucile“.

Qui in Italia siamo coperti da politici seri con alto grado di professionalità. Se poi parli male di loro ti accusano velocemente di “qualunquismo”.

 

 


Commenti da Facebook

9 Commenti

  1. Cinzia

    Gianni, avevo letto anch’io quell’articolo e mi aveva fatto molto riflettere. Indubbiamente la fotografia della nostra realtà è quella presentataci nel rapporto dello Svimez e purtroppo non è solo il mondo del lavoro ad essere regolato dalle leggi della “famiglia”.
    5 anni al glorioso liceo classico di Matera mi hanno insegnato, oltre alla grammatica latina e greca, che se tuo padre è un egregio signor Nessuno, per di più di provincia, puoi essere lo studente modello per eccellenza, ma ti mancherà sempre quel quid per emergere dalla media, perchè il tuo anonimo genitore non frequenta gli ambienti giusti e non può fregiarsi di titoli onorifici quali dottore, avvocato, ingegnere da anteporre al proprio cognome.
    I miei anni al liceo sono stati così. Non so se le cose al momento siano cambiate. Ne dubito.
    Per trovare lavoro, è chiaro che il fenomeno si amplifichi.
    Ciò su cui vorrei riflettere sono le domande che ti poni.
    “Chissà forse verrà il giorno in cui i nostri cari politici si renderanno conto della situazione, chissà forse un giorno la smetteranno di essere riferimento per collocamento; la smetteranno di giudicare le persone in base ai loro parenti ( lo stesso dicasi per noi non politici); la smetteranno di dire parlare bene dei giovani con il solo scopo di acquisire consensi.”
    Non pensi sarebbe il caso di chiedersi se verrà il giorno in cui NOI ci renderemo conto della situazione e la smetteremo di andare a metterci in fila per chiedere un posto di lavoro, di considerare gli studi dei politici come uffici di collocamento privati, di abbassare la testa davanti ai “ricatti”, di manifestare timore reverenziale verso certi personaggi di cui poi, a voce bassa, ci diciamo disgustati. Quando ci chiederemo se e quanta responsabilità abbiamo NOI “vittime” nel rendere il sistema della “spintarella” spregevole, ma necessario?
    Quando ci renderemo conto di essere complici di questo stato di cose?
    Piangersi addosso e non ribellarsi è come accettarle, in fin dei conti, perchè ci va bene così. La legge del silenzio-assenso.
    La faccio troppo facile? Onestamente, non credo.
    L’articolo si chiude con questa considerazione: “spesso si continuano a usare le norme e le reti sociali di origine poiché il processo di apprendimento di codici nuovi di comportamento è lento”. Io aggiungerei che non c’è volontà di apprendere codici nuovi di comportamento.

    1. gianni

      Cara Cinzia, concordo con quanto dici. Onestamente penso che i tuoi interrogativi sono più importanti dei miei. Comunque in tanti altri miei post ho sempre detto che questo fenomeno dipende esclusivamente dalla nostra mentalità. Finchè noi apprezzeremo i politici che regalano posti di lavoro allora la situazione non cambierà mai.

       

    2. Gigi

      Ho quasi sempre condiviso le tue considerazioni e i vari interventi fatti nelle diverse discussioni presenti su questo sito. Questa volta mi sembra che il tuo intervento sia pieno di tanta ipocrisia. Mi domando se hai un lavoro e se si da quale ufficio di collocamento sei stata interpellata. Forse anche tu ti sei dovuta rivolgere tuo malgrado a qualche personaggio influente.

      A questo punto vorrei  chiederti in base a quale ricerca scientifica di senti di dire che non c’è volontà di apprendere codici nuovi di comportamento.

      QUINDI SPINTARELLA NS. MALGRADO NECESSARIA.

       

       

      1. Cinzia

        Se le mie considerazioni ti sembrano piene di ipocrisia, vorrei conoscere il tuo parere su come si può sanare una situazione che purtroppo ci impedisce crescita e sviluppo… ammesso che ci sia la volontà di sanare tale situazione.
        Chi ti aspetti che sia l’artefice del cambiamento? Il politico di turno che abdica dalla sua posizione di potere e privilegio, e si avvia alla redenzione?
        Oppure aspettiamo direttamente l’Angelo Vendicatore che scende in terra a difendere gli oppressi?
        O forse ci rendiamo conto che tra tutti i mali, la raccomandazione è quello minore, quindi è meglio ingoiare il boccone amaro e mettersi in fila, in attesa che vengano fuori nuovi posti di lavoro?

        P.S. Per la cronaca, ho un lavoro da cinque anni, ottenuto previo invio CV e regolare colloquio di lavoro, senza interventi provvidenziali di sorta.

        1. Gigi

          Sarei ipocrita se mi vantassi di avere una soluzione allo sviluppo e alla crescita della nostra società o al cambiamento di quel sistema per il quale è cominciata questa discussione: “le raccomandazioni”.

          Se vuoi conoscere il mio parere, bè mi sento di dire che sicuramente questo deve passare attraverso quelle istituzioni (politici) che tu dici si avviano alla redenzione. Non sono loro le persone da noi indicate a rappresentarci sulla base di programmi in cui la crescita e lo sviluppo rappresentano le priorità?

          E poi in merito all’Angelo Vendicatore, vorrei ricordarti che i grossi cambiamenti sono sempre stati il seguito di sommosse probabilmente sostenute da tanta gente oppressa.

          O crediamo e scegliamo bene la nostra classe politica o altrimenti saranno diverse ancora le generazione che si avvicenderannno nostro malgrado seguendo i vecchi  schemi. Questo è il mio punto di vista.

          In merito al tuo P.S. : complimenti.

          1. Cinzia

            Gigi, non mi sembra di aver detto cose tanto dissimili da te… Il senso delle mie domande (retoriche) era proprio quello…
            L’unica cosa su cui non sono d’accordo totalmente è il fatto che il cambiamento debba passare solo attraverso la classe politica.
            Io penso che sia anche una questione di mentalità da sradicare.
            Tutto qua.

            P.S. Non credo di aver detto di avere la soluzione al problema.

          2. Gigi

            Come vedi parlandosi alla fine si giunge a delle conclusione che se hanno come intento quello di migliorare le  cose, non divergono molto le une dalle altre.

            Forse, e mi piacerebbe sapere il tuo punto di vista, proprio il parlarne, “rendere pubblici certi comportamenti”, potrebbe essere un deterrente per alcuni personaggi legati a schemi corrotti e magari facilita quel cambiamento nesessario alla crescita.

             

  2. Fabio Amendolara

    niente di nuovo sotto il sole. Ce lo ha spiegato qualche anno fa Dorothy Louise Zinn, antropologa americana, che a questa pratica ha dedicato i suoi studi. Si è trasferita in Basilicata e ha concentrato le sue ricerche a Bernalda. I suoi 12 mila abitanti stiano tranquilli, disse la Zinn in un’intervista al Corriere, perché sono in buona compagnia. Non solo infatti, distinguendosi da Edward Banfield, l’inventore dell’espressione “familismo amorale”, queste pratiche sono diffuse nel Sud, dice la Zinn, ma le troviamo anche nel Nord. Mal comune, mezzo gaudio?No di certo. Ma la spintarella è ovunque funzione di inefficienze e burocrazia e dell’assenza di servizi professionali. Il metodo delle referenze è molto diffuso negli Stati Uniti, nel lavoro e nell’accesso ai livelli alti della carriera scolastica, ma anche in Germania e in altri Paesi europei, dove vige il cosiddetto “crony capitalism”, il capitalismo degli amiconi.

     
     
    saluti 
    1. Wiseman

      Benvenuto Fabio, speriamo di  poterti leggere più spesso d’ora in poi.

      A proposito di raccomandazioni in USA, avendoci vissuto , devo aggiungere che come ben dici, le referenze vengono segnalate da amici e conoscenti, non che confermate, eventualmente da  precedenti datori di lavoro, però quello che conta è che la persona “segnalata” sia all’altezza di svolgere il lavoro per cui viene assunta. In caso contrario non c’è raccomandazione che tenga e  questo discorso  vale anche per le pubbliche amministrazioni, infatti è impossibile imbattersi in fannulloni o persone incapaci e tantomeno  strafottenti, quindi sotto questo aspetto è tutta un’altra storia!

      un saluto

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