venerdì 22 Novembre 2024

Nel mirino della camorra

Ciao a tutti gli utenti del sito!!!Un saluto,un ringraziamento particolare all’ideatore, al realizzatore di questa web community!!!

Stamattina, leggendo l’ultimo numero de  “L’Espresso” , la mia attenzione è stata letteralmente catturata dagli occhi, dallo sguardo di Roberto Saviano. Con il suo libro “Gomorra”, con le denunce di fatti, di nomi , di cognomi, si è messo nel mirino della Camorra e, a quanto pare, “i Casalesi arrivano tardi, ma non dimenticano mai”. Questo ragazzo di 28 anni sta mettendo a rischio la sua vita pur di far arrivare le sue idee, con il potere rivoluzionario della scrittura.

Leggere quest’articolo mi ha molto scossa perché il suo messaggio, la sua lotta è per i giovani meridionali…Montescaglioso se non sbaglio fa parte del Sud Italia…Saviano afferma qualcosa che secondo me non può essere più vera:”Una speranza può nascere solo dai giovani meridionali. Si sta imponendo un modello culturale secondo il quale chi resta è un incapace, un fallito, un traffichino. E’ una cosa pericolosa contro la quale bisogna reagire. Perchè si lasciano andar via i talenti migliori e si spengono le speranze di chi resta, destinandolo a un futuro di mediocrità.”

Quanti di noi montesi vivono, sono disposti a progettare il futuro nella nostra terra?Quanti rischierebbero per supportare la battaglia intrapresa da questo ragazzo di 28 anni, costretto a “vivere” sotto scorta,e, ripeto,anche a rinunciare alla vita…nella totale indifferenza di politici e intellettuali?Quanti invece vedono Montescaglioso, il Sud solo come luogo di villeggiatura, luogo dove tornare per trovare parenti, luogo dove tornare per trascorrere le nostalgiche feste patronali, per trascorrere il Natale e/o la Pasqua?

…per cambiare c’è bisogno di tempo…però..bisogna pur iniziare…

……Buon 20 Agosto a tutti…                                                                                                          


Commenti da Facebook

26 Commenti

  1. ciffo

    Ciao giusy, benvenuta nella community! E’ un peccato che il tuo post capiti in questi giorni di ferie con tutti noi distratti da feste, mangiate e divertimenti vari e che non abbia ancora ricevuto l’attenzione che merita. Personalmente trovo interessantissimo lo spunto di riflessione che ci hai dato. Proprio nei giorni scorsi parlavo con Angelica di argomenti simili. Le raccontavo delle mie convinzioni di qualche anno fa, quando con lei e insieme ad altri amici abbiamo iniziato a mettere su montescaglioso.net. Pensavo con certezza che bisognasse far qualcosa per costringere tutti a tornare, che bisognasse lavorare tutti insieme per cercare di far rimanere talenti e gente in gamba (e sappiamo quanti montesi in gamba ci sono sparsi per il mondo). A distanza di due anni non riesco più ad esserne così convinto. Facendo una similitudine tra il nostro paese e un malato… ho sempre più la sensazione che non ci siano più medicine per guarire. Il cancro è troppo avanzato, il punto di non ritorno mi sembra superato. Ad un amico che deve scegliere se rimanere o partire onestamente non so se consiglierei ancora di rimanere.

    1. Ape Maya

      Ciffo, mai come ora mi trovi in netto disaccordo con quello che dici. Pessimismo, mancanza di fiducia nel prossimo e nel futuro, perdita di senso, sconforto, non sono altro che passi fondamentali verso il precipizio. Allora non vale la pena l’incontro con l’associazione Libera, non vale la pena organizzare il concerto de Le Vibrazioni, non vale la pena organizzare la festa patronale.. Partiamo tutti e lasciamo la Basilicata ai malfattori. Tanto non vale la pena restare. Siamo nati in un luogo che non crescerà mai e non ci farà mai crescere. Ma potremmo mai crescere davvero laddove non siamo nati?

      1. patty

        .. le giovani menti brillanti secondo voi dopo anni di duro studio e sacrificio..che fanno? devono rimanere a Montescaglioso?..daccordo.. ma a far cosa? non vuol essere un NON credere in qualcosa che cresce.. secondo me è solo la realtà.. se qualcuno è ambizioso nella sua vita, “strada a montescaglioso non ne fà”.. deve fare le valigie e partire..oppure rimanere ed accontentarsi per sempre.. ma non lo dico io..lo dicono i fatti.. fior di laureati a montescaglioso fanno quasi tutti altri lavori.. pochissimi o nessuno  il lavoro per cui nel corso degli anni si son spaccati la spina dorsale sui libri.. Io credo in questa cittadina, credo nel sud, credo pure che noi giovani meridionali,dobbiamo faticare di più per raggiungere le alte vette.. che siamo costretti a lasciare le nostre famiglie , i nostri affetti, i nostri amici.. la nostra terra.. ma è inevitabile.. O rinunci a tutto ciò.. e ti crei un futuro che magari hai sempre sognato.. o rinunci al tuo sogno e ti godi la tua famiglia..i tuoi amici .. ecc ecc..qualsiasi cosa si sceglie purtroppo lascerà l’amaro in bocca.. ma chi rimane non può ” condannare” chi parte.. non possiamo dire che Montescaglioso non crescerà .. che il sud non crescerà perchè tutti partono.. indirettamente accusiamo chi dopo anni e anni di sacrificio decide di rimanere in un posto che più lo soddisfa..e che maggiomente lo apprezza..Che deve fare quindi sto ragazzo/a rinunciare a partire per “cercare” di migliorare la condizione del suo paese… che magari non migliorerà… ma lui intanto ha rinunciato ai suoi sogni.. La questione è davvero delicata.. ed anche molto triste.. ma intanto che si deve fare concretamente per migliorarsi? Credo che non dipenda dalla nostra volontà.. credo che tutti i montesi indistintamente credano in montescaglioso, ma ognuno ha un suo percorso da seguire.. e deve farlo!! che si tratti di partire o di rimanere ..

        1. Ape Maya

          Patty, scusami ma il tuo discorso non lo condivido. In primo luogo non credo sia appropriato l’aut aut descritto: o si resta e si rinuncia ai propri sogni o si parte per realizzarli. Perché il restare deve sempre essere contraddistinto dall’accontentarsi? Perché non combattere per realizzare i propri sogni qui? Se davvero si è così in gamba perché non dimostrare il proprio valore qui? E poi, permettimi di biasimare l’affermazione per cui le giovani menti brillanti di cui parli partono tutte: allora chi resterebbe a Monte secondo il tuo legittimo giudizio? I fessi? Gli stupidi? I NON intelligenti? Gli illusi?

          Non nascondo inoltre un certo fastidio nel leggere che “faticare di più per raggiungere le alte vette” possa essere affiancato a mò di equivalenza al partire e patire la lontananza. Non metto in dubbio le enormi difficoltà di chi è costretto a stare lontano da casa quasi tutto l’anno, però credo che a conti fatti facciano più fatica coloro che decidono di restare al sud per cercare di creare un futuro migliore rischiando sulla propria pelle il peso della sconfitta.

          Patty, qui non si vuole condannare nessuno, però non credo sia giusto avere la pretesa che le cose cambino senza che qualcuno provi a farlo. Tutti crediamo in Montescaglioso, tutti vogliamo che Montescaglioso cresca, ma tutti poi partono per seguire i propri sogni e aspettano, aspettano che qualcuno che è rimasto cambi con la bacchetta magica la situazione, per poi tornare “a tavola apparecchiata”, diciamo. é troppo comodo, non ti pare?

          Capisco che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, capisco che appena laureati è difficile scegliere cosa fare della propria vita, so che il mio discorso potrebbe apparire come dettato dall’entusiasmo giovanile nonché dall’ingenuità e da un velo di inconsapevolezza di quello che avviene nel mondo del lavoro, non avendo ancora toccato con mano quest’ambito, però è uno scenario desolante vedere come tutti siano convinti che il proprio futuro sia altrove, vedere come Montescaglioso fra qualche giorno ritornerà a esser privata dei suoi giovani, della sua linfa vitale, del suo futuro. Credo che per crescere nella vita non sia sufficiente provare solo la nostalgia di casa. Bisogna anche trovare in se stessi un pò di coraggio e di tenacia, sbattere la testa contro il muro a rischio di rompersela e non demoralizzarsi per il temporaneo dolore, essere ostinati nel raggiungere un obiettivo senza badare a critiche ingiuste. Credo che alla fin fine sia questo il modo più giusto di vivere.

          1. patty

            Ape fammi capire chi cerca di migliorarsi? gli ambiziosi !!! , non i fessi come dici tu.. o gli illusi o gli stupidi,.. non pensare che il mio discorso sia un aut aut.. ma sempicemente mi rendo conto che coloro che aspirano a qualcosa in particolare vanno via..ma semplicemente perchè qua ci sono pochi o scarsi mezzi per realizzarlo..E FANNO BENE !!!!! ( preciso che il mio discorso è riferito a questi casi in particolare non mi permetterei di generalizzare )  Chi resta non sono gli stupidi .. o i NON intelligenti come tu dici.. sarebbe un paradosso visto che vivo qua.. chi resta ha il dovere di impegnarsi per se e per montescaglioso .. di crederci..ed essere attivo in questa comunità.. ..chi parte si impegna per se stesso e per realizzare ciò in cui crede..Poi tu dici che bisogna impegnarsi a realizzare i propri sogni qua.. ma la marea di gente che pur di lavorare fà qualunque cosa dove la metti…altro che sogni o opportunità..se poi tu mi dimostri che sono frottole le mie allora ti dò ragione..( per non parlare che poi se vuoi far qualcosina qua devi conoscere quello..o quell’altro per la raccomandazione..non negarlo..è un classico di questo posto..mai và avanti chi merita ma solo chi conosce qualcuno di “importante”..!! )  ATTENZIONE il mio discorso è sempre preso con le pinze.. perchè è facile dire dobbiamo credere.. dobbiamo crescere..impegnarci.. più difficile è ammettere che FOOORSE le cose cambieranno..o che addirittura non cambieranno affatto.. ma fra quanto? forse i nostri figli troveranno un pò di strada spianata.. La mia opinione non è sinonimo di dare già per vinta una cosa.. solo che non credo sia così facile come dici..che basta crederci e non mollare e le cose forse inizieranno a cambiare.. ma credi siamo i primi a pensarci? Io penso a quanti prima di noi ci hanno creduto.. e sperato.. Quello che dici è bello perchè ci credi profondamente ..noi dobbiamo sì credere .. ma essere consapevoli che tanto facile non è.. che forse.già tanti prima di noi ci hanno creduto .. sicuramente qualcuno avrò smosso qualcosa.. ma la vedo dura ragazzi… la vedo dura!!!!! 🙂

             

          2. giuseppek77

            Concordo pienamente, un ragazzo/a per realizzarsi deve per forza andar via da Montescaglioso o dalla Basilicata. Sono io una prova, fra un mese vado via dalla mia cara Montescaglioso per poter lavorare, visto che qua giù per lavorare devi conoscere ‘qualcuno’. Non tutti quelli che rimangono sono raccomandati vorrei precisare, ma una buona parte lo sono. È facile dire bisogna rimanere per far crescere Montescaglioso, ma se un ragazzo non lavora cosa deve fare,(’incrementare la produzione delle aziende calzaturiere’)  passeggiare per le vie del paese.

          3. sim

            ciao giuseppe77

            io sono nato a Monte e sono andato via e se mi consentite rispondo un po a tutti.

            Bello bellissimo il nostro paese ma io ho realizzato i miei sogni altrove e forse è un po colpa mia non essermi mai voluto fermare ma cercare altro ma solo così ho visto il mondo. In ogni caso datevi da fare.

             

          4. Ape Maya

            Patty, lungi da me il negare che ci siano persone che chiedono raccomandazioni, altre che intraprendono qualsiasi attività pur di lavorare, e lungi da me il non vedere che i mezzi e le opportunità da noi scarseggiano. Non è mia intenzione inoltre affermare che sia facile cambiare la nostra società, le nostre prospettive di lavoro, la nostra mentalità. So benissimo che credere non basta, sono pienamente consapevole della situazione in cui ci troviamo, e allora? Che si fa? Dobbiamo davvero farci il segno della croce e partire tutti? Dobbiamo davvero abbandonare tutto in maniera così scontata? Vedi, la cosa che mi turba di più di tutto questo discorso è proprio il fatto meccanico della partenza: è dato quasi per scontato che lavorare significhi andarsene e non va bene. Per tornare all’argomento di questo forum, allora a che serve denunciare la mafia? Ma a questo Roberto Saviano chi gliela fa fare di mettersi nei guai? Perché non parte pure lui e non pensa pure lui a inseguire egoisticamente i suoi sogni? La sua realtà non glielo permette, perché combatte contro un cancro del genere? Non credo proprio che la sua sia la mossa ingenua di chi è convinto che sia facile cambiare le cose, né si tratta di un gioco da ragazzini immaturi. Il male c’è, si vede, si è consapevoli di cosa si tratta, si sa che è difficile estirparlo, tuttavia lo si combatte. Tutti sono pronti ad applaudirlo, perché è un gesto da eroi, ma tornando al nostro paese quanti sarebbero in grado di seguire il suo esempio e la sua audacia? Da qui si vede il valore di qualcuno, non se riesce a realizzare i suoi sogni nel più facile nord. Il punto non è andarsene e progredire o restare e accontentarsi. Il punto è restare e non accontentarsi. Combattere non uno alla volta, ma tutti insieme in maniera motivata, non per semplice “altruismo” del far del bene al nostro paese, ma per gli altri e soprattutto per noi stessi.

          5. piovasco

             Forse Saviano farà notizia, ma non bisogna andare così lontano per trovare eroi.

            Saviano fa il suo mestiere che è quello di giornalista-scrittore e facendo i nomi fa bene il suo mestiere. Nel nostro paese, forse non ci piace ricordarlo, abbiamo avuto anche eroi forse più coraggiosi. Per difendere il proprio lavoro hanno fatto nomi e cognomi, esponendosi e pagandone le conseguenze, nel “periodo delle bombe”. Non so perchè bisogna fare discorsi che lasciano trasparire che da noi il coraggio manca.

            Per la questione che al nord è più facile…

            Provate a chiederlo a chi è partito e poi magari è tornato indietro a causa del clima forse, o degli affitti astronomici o della mancanza delle passegiate per strada o della fidanzata/o o della mamma che cucina, lava e strira e quant’altro.

             

            è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago…

          6. patty

            ma infatti.. è quello che penso anche io.. Chi parte non è al settimo cielo..( non tutti ovviamente)..la nostra terra.. le nostre abitudini, i nostri amici.. insomma la nostra vita..lasciarla qua fà un certo effetto..e chi lo fà e perchè cerca qualcosa che qua manca.. solo questo.

    2. giusy

      Caro Ciffo…sono stati proprio questi giorni di festa a farmi riflettere.. casualmente ho letto l’articolo..! Non avrò memoria storica ma non ricordo un’estate come questa…c’è stata davvero tanta gente ad agosto a monte…la “movida” montese ha dato il meglio di sé…davvero bella atmosfera!

      …c’è chi dice che tutti tornano perchè non ci sono soldi per ferie alternative.. voglio non credere a questa ipotesi.. ho pensato che forse qualcosa sta cambiando, invece chiacchierando qua e là il commento di amici che studiano e lavorano fuori è stato:”Ci vediamo a Natale.. tornare  prima?.. noooo ccè ma fa a mond”…queste parole mi hanno messo tristezza!!!

      Sentirti parlare cosi’ Ciffo mi spiazza  e mi sconforta molto.. questo sito, gli incontri, i continui stimoli sono un importante punto di partenza!!.. spero sia solo un momento e che il pessimismo passi subito!!.. Ci vediamo domani all’importante incontro sperando di ricevere messaggi incoraggianti di cui abbiamo tanto bisogno!   

    3. gianni

      A mio avviso purtroppo hai pienamente ragione. Le tue parole sono dettate dalla tua esperienza di vita, ti sei reso conto dell’enorme differenza culturale che ci differenzia da altre realtà.

      Scusatemi ragazzi ma come si fa a restare in un posto dove per pulire bagni in ospedale bisogna farsi raccomandare? Come si fa ad avere fiducia in un posto dove chi paga 15€ per vedersi un concerto  è considerato un fesso mentre chi scrocca è considerato uno in gamba? Come possiamo pretendere uno sviluppo economico se non abbiamo infrastrutture?

      Io credo che non è neanche colpa della politica ma penso alla nostra cultura negativa. Finchè abbiamo questo modo di pensare qui le cose non cambieranno mai.

  2. zayra

    Io credo ke oramai,1 pò ovunque i laureati non trovano lavoro,non è 1 problema ke riguarda solo il nostro paese o solo il sud.E credo ke nn sia giusto demoralizzarsi in questo modo,perdendo tutte le speranze nei confronti del nostro paese,xkè se ci abbattiamo non arriveremo mai da nessuna parte.Ape Maya ha pienamente ragione,xkè aspettare ke qualcuno faccia la prima mossa (x poi essere criticato) non è 1 grande cosa e di certo non servirà alla crescita di Montescaglioso.

  3. montese

    spero che sia solo l’aria dopo le feste che vi fa parlare di questi argomenti così tristi.Ma ragazzi abitiamo inuno dei centri più belli della regione e ci lamentiamo e in montagna cosa dovrebbero fare ammazzarsi?. se per lavorare devo pulire i bagni e devo essere raccomandato nn vedo il problema se ho bisogno di lavoro è uno come l’altro, anche perchè a stipendio pulito è la stessa somma di chi da monte vuole andare via per realizzare i propri sogni, pagando affitti stellari, spesa market stellare,bollette stellari e tanto altro. ragazzi non vedete la vita di chi vi racconta di Milano, Torino o altri grandi centri perchè loro abitano sicuramente in periferia e la spesa la vanno a fare in centri di risparmio se no il 31 del mese diventa lontanissimo.èvero che qua il  lavoro scarseggia ma se ce ne andiamo tutti scarseggerà anche al nord o no.e comunque alle prossime elezioni cerchiamo di votare qualcuno che a noi può dare veramente qualcosa di buono e utile e non farci sperare durante la campagna elettorale per 30 giorni e poi sparire e i primi a fregarsene di noi sono proprio i carnettoni che abbiamo in casa . buona fortuna a tutti quelli che hanno intenzione di avverare i propri sogni al nord

    1. gianni

      Caro montese,

      vorrei precisare che lavare bagni è un lavoro onesto e che merita tanto rispetto. La mia critica non è assolutamente per il tipo di lavoro ma è per le modalità di assunzione che coinvolge ogni tipo di lavoro, dal finanziere al netturbino. Non credo sia bello chinarsi sempre e comunque davanti al politico.

      Non credo, caro montese, che sia colpa del politico di turno ma credo sia colpa della nostra mentalità e della nostra cultura nel valutare la raccomandazione come se fosse qualcosa di normale. Anch’io ormai non ci vedo nulla di strano ma dobbiamo renderci conto che ragionando in questo modo allora veramente non avremo più speranze per far sviluppare la nostra terra. Se dobbiamo veramente pensare a cambiare le cose allora dobbiamo cercare di debellare questo fenomeno, di eliminare questo cancro anche se in realtà non è cosa semplice. 

      1. montese

        amico gianni chi secondo te è o può essere il primo a non utilizzare il politico per lavorare o qualsiasi altra cosa e per come vanno le cose oggi ogni tipo di assunzione va bene purchè si lavori. anche perchè nn ci si può permettere di selezionare si rischia di restare fuori . poi diciamola tutta il politico viene votato anche per la raccomandazione e io non credo che non ce da vergognarsi  anche perchè ora lo facciamo noi per lavorare e prima lo ha fatto lui per essere votato o no.ciao

        1. gianni

          Caro montese, in poche parole hai evidenziato quello che realmente accade. Io non mi faccio grande e non mi sento affatto migliore dei raccomandati. Se mi si presenta l’occasione di avere un posto di lavoro regalato dal politico difficilmente rifiuterei di accettarlo. Non sono ingenuo anzi so benissimo come funzionano le cose qui da noi. Ma se si continua su questa strada allora, caro amico montese, non avremo nessuna speranza. Se si continua su questa strada allora anche per soddisfare i nostri hobby chiederemo aiuto al politico. A questo punto i facili entusiasmi di Ape ( come dice Ciffo ) sono veramente dei sogni irrealizzabili. Caro montese, forse non ti sei reso conto che il tuo post è praticamente un invito a scappare verso altre realtà proprio perchè hai sottolineato quali sono i mali della nostra mentalità.

  4. ciffo

    Per giusy e ape…sono sempre più convinto che il cancro è troppo avanti… si può fare ben poco. A che serve allora continuare? Bè.. andiamo avanti e speriamo nel miracolo. Così come farebbe un dottore davanti ad un malato terminale. Il mio non è pessimismo. E’ solo la constatazione dei fatti. I facili entusiasmi di ape maya ormai mi hanno abbandonato. La realtà è ben più dura di quello che si può pensare… è dura sperare nella guarigione se il malato stesso non ha nessuna voglia di guarire o, peggio ancora, non si sente affatto malato.

    1. Cinzia

      Ciffo, conosci la mia stima nei tuoi confronti, ma questa volta non posso essere d’accordo assolutamente con te. Anzi, se non ti conoscessi di persona, mi sentirei anche offesa dalle tue parole.
      Sarò un caso isolato, quell’uno su mille che ce la fa, ma io non ho alcuna intenzione di guarire da una malattia che non ho e non sospetto neanche di avere.
      Se dobbiamo constatare i fatti, io a 30 anni posso dirmi realizzata senza timore di apparire retorica o patetica.
      Ho conseguito una laurea, sono cinque anni che lavoro in un’azienda rinomata, sono indipendente, viaggio, coltivo i miei interessi e tutto questo nel moribondo Sud.
      Ok, riconosco che non tutti sono fortunati come me e che a volte anch’io ho i miei momenti in cui vorrei lasciare tutto e partire per terre lontane; riconosco anche di non avere la pozione magica per risolvere una situazione stagnante da anni.
      Ma non posso accettare di sentire dire della mia terra che è malata di un cancro inguaribile, senza neanche rendersene conto. E non lo posso accettare soprattutto da te.
      Perchè perdi ancora tempo su questo sito?
      Perchè quando sei a Monte, perdi tempo ad organizzare eventi, a parlare dei fatti più scottanti di attualità locale?
      Perchè hai voluto l’incontro con Libera? Perchè sei salito sul palco a fare una vera denuncia, non una semplice domanda?
      Non credi che dare dei malati terminali a gente come Don Cozzi e gli altri sia un’offesa?
      Non credi che chi – escludi pure me! – ha deciso di rimanere qui, di avviare un’attività in proprio e lottare ogni giorno per la sopravvivevenza, meriti un po’ più di considerazione?
      E se il cancro c’è, come dici tu, chi ci aspettiamo che lo curi? Come pensiamo di guarire? Per grazia ricevuta? O facendo le valigie?

      1. tm

        ciao ragazzi, sono appena tornato da monte,e mi sono subito collegato per darvi un saluto e per dirvi che mi siete mancati tutti in questo mese di latitanza. non ho avuto modo ancora di leggere i commenti, ho dato solo un’occhiata, ma mi è sembrato subito che l’argomento inserito da giusy è piuttosto interessante.

        mi riprometto domani di leggere tutti i commenti per poter dire anch’io la mia,però posso dirvi subito che nonostante sono trascorsi molti anni da quando sono andato via da monte, non è mai venuta meno in me la voglia di lottare per il nostro bel paese, che non merita assolutamente di essere abbandonato alla mercè

        di chicchesia, e il nostro compito, in particolare quello del sito, è quello di denunciare sopprusi e far si che la coscienza popolare abbia la meglio su tutti i tentativi di annullamento delle coscienze e della personalità di ognuno di noi.

        ai giovani di monte mi sento di dire: rimanete e lottate, affinchè voi possiate essere i veri protagonisti del rilancio economico, politico e sociale del nostro paese.

        un abbraccio di cuore a tutti, tm 

      2. ciffo

        Cinzia mi spiace che tu ti sia sentita offesa… però pensaci. Offenderei mio fratello? I miei genitori? La mia famiglia e i miei amici che a Monte ci abitano e continueranno a farlo? Secondo me hai male interpretato il mio ragionamento.
        Il Sistema nel suo complesso è malato, è la mentalità diffusa, per ogni Cinzia o Ginani che si indignano di fronte a storture ci sono mille “montese” che le giudicano normali. Monte è piena di persone stupende, di ragazzi in gamba, di professionisti in ogni settore… non è un caso che spesso siamo all’avanguardia in Basilicata per mille cose. Quindi non sentirti offesa.
        Dobbiamo però guardare la realtà dei fatti… e forse vivendo fuori e potendo paragonare alcune situazioni in contesti simili io mi sento di affermare che siamo davvero vicini al fondo. Mi rendo conto che scrivendo queste cose mi espongo a facili critiche… sembrerò sicuramente presuntuosello e pieno di me… uno che crede di saper tutto e di avere la soluzione a tutto… potrei ripetere le solite frasi “politically correct” e dire che ce la faremo, che la svolta è dietro l’angolo, che già da domani tutto potrà cambiare…. bé… preferisco analizzare le mie esperienze e trarre le ovvie conclusioni. Stiamo messi non male… di più!
        Il cambiamento è si possibile ma solo se si vuole… e avendo avuto la possibilità di parlare con tanti giovani negli ultimi mesi mi sento di dire che nessuno vuole davvero cambiare. A parole si… tanti! Ma poi ognuno di noi ha contraddizioni così forti, ho sentito di tutto:
        “cambiamo si ma qui mi tiro indietro perché quello mi ha raccomandato per fare lo schiavetto”, “ho uno zio intrallazzato e io mi fermo…”, “no.. non posso andare contro un mio amico”, “ma scherzi… se mi espongo non mi fanno più lavorare…”, “e se poi per ripicca mi mandano i controlli?, “no.. quello è un fascistone”, “non sia mai con quei comunisti”, “tutto bello… ma stasera ho la pizza con la fidanzata”, “trasparenza? ok, bello ma a me interessa il tombino davanti casa”…
        …insomma… a una persona a cui voglio bene… onestamente mi sentirei ancora di consigliare di rimanere? NO
        Gli direi.. se vuoi davvero realizzarti è altrove il tuo posto. Il mio è un discorso generale. E’ ovvio che poi ci sono mestieri e situazioni particolari (come la tua) che non rientrano. Il cambiamento sarebbe possibile in teoria ma è lontanissimo e quasi impossibile nella pratica stando così le cose. Quello che possiamo fare è sensibilizzare. Ecco perché continuo a scrivere sul sito o a unirmi a voi per organizzare qualcosina quando posso… chissà aggiungendoci uno alla volta magari raggiungeremo la massa critica che innescherà la reazione a catena. Facendolo però non dobbiamo dimenticarci quella che è la nostra reale situazione. Pensare che basta tornare per cambiare le cose è troppo semplicistico.
        Cinzia… tornando alla mia domanda al convegno… parecchi politici si sono indignati per l’articolo dell’economist… tu ti indigni per le mie parole? Riflettici… ma davvero il nostro male peggiore sono le persone che denigrano la nostra bella realtà?

        1. Cinzia

          Ciffo, confesso di aver “temuto” di esserci andata giù troppo pesante, ma se l’ho fatto, è stato perchè vedo in te non presunzione e saccenza, ma una disillusione che – se pure ha ragione di essere – fa davvero male.
          Le tue parole mi indignano perchè sono tue, vengono proprio da te così come mi indigna leggere l’articolo dell’Economist, sapendo che quello che c’è scritto è la pura verità.
          Certo che non ti sogneresti mai di offendere i tuoi, così come sono certa che non volevi offendere me, ma volevo mettere in luce una contraddizione nel tuo discorso: se sei certo che le cose qui non cambieranno mai, come speri di riuscire a sensibilizzare le persone ad impegnarsi per un cambiamento?
          Ci siamo detti tante volte che il nostro paese non si merita niente, anzi merita il degrado in cui versa. Ma non abbiamo mai realmete gettato la spugna. Ed infatti, oggi eccoci ancora qui.
          Ok, forse non è cambiato niente. Ma quanti prima di noi, avevano avuto l’ardire di rivolgersi a politici ed amministratori e chiedere a gran voce delle risposte, degli impegni, nero su bianco?
          Quello che abbiamo fatto quest’anno durante la campagna elettorale è stato notevole, e dovremmo solo essere orgogliosi di aver fatto sentire la nostra voce.
          Cos’eravamo, prima di questo?
          Ancora una volta, non sarà cambiato niente. Ma sei davvero sicuro che nella testa della gente non sia sorto neanche un minimo dubbio?
          Ora, non è mia intenzione presentarti il nostro Sud come il paese dei balocchi, anche se di Lucignolo qui ne abbiamo tanti; nè voglio convincere te o chi come te ha deciso di partire, che Basilicata è bello e dovreste tornare nell’oasi felice, da mammà che fa un ragù che a Milano ve lo sognate…
          Però, se ce ne andiamo tutti, che ne sarà di noi?
          Forse ci saremo guadagnati un futuro, ma che ne sarà della nostra storia, di chi siamo e da dove veniamo?

          P.S. Il male minore sono le persone che fanno sì che la nostra terra possa essere denigrata e quelle che non fanno nulla per evitarlo.

          1. piovasco

            Sul: quanti prima di noi avevano avuto l’ardire… 

            Ti assicuro che sono stati in tanti. Magari non c’era la rete telematica, c’erano altre forme di comunicazione o di attivismo, ma in tanti nell’arco di vita che va dai circa 18 anni ai circa 35 anni precedentemante hanno fatto quello che state facendo voi. Mi rivolgo per esempio a tm, pur non condividendo le sue idee, provate a chiedergli da quanti anni lui o altri hanno chiesto interrogato preteso.

            Cosa è successo poi? i cambiamenti della vita, nuove responsabilità forse rassegnazione, a volte il passaggio all’altra sponda, stanchezza.

            Non voglio essere pessimista, non lo sono. Tutto quanto fatto, anche solo fino ad un certo punto della propria vita, in qualche modo  lascia un segno. Come un segno lo state lasciando voi.

            Vi assicuro che anche grazie a chi ha iniziato ad impegnarsi prima di voi, la situazione non è più drammatica di quella che può apparire a qualcuno (compreso me).

            Mettendo da parte la modestia Cinzia, ti assicuro che al nord dove mi trovo, faccio un ragù superlativo che tutte le mamme del sud approverebbero Laughing

            è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago…

          2. tm

            monte e il sud non sono ammalati di cancro, neanche di una qualunque delle malattie inguaribili che ci possano costringere alla rassegnazione e all’abbandono nell’attesa del colpo finale. La malattia di cui l’intero sud è ammalato ha un nome ben definito, e tutti conosciamo molto bene anche se avvolte ci ostiniamo a non riconoscere per la nostra comodità o peggio per la nostra complicità. La malattia del sud si chiama mafia, politica mafiosa,potere occulto,clientelismo,malaffare,omertà,nulla che non possa essere estirpato con l’unione delle persone sane, quelle che non vogliono rinunciare, che non si vogliono arrendere, che non vogliono sentirsi sconfitti. Ha fatto bene cammellissimo a ricordare la mia esperienza, solo che sbaglia quando parla di rassegnazione, perchè io non mi sono mai rassegnato, ho solo scelto di combattere una battaglia da un posto diverso, dove la lunga mano del ricatto potesse farmi meno male, ma continuo a coltivare la certezza di tornare a monte per continuare le battaglie insieme ai tanti che da monte non vogliono andare via e credono fermamente che si possa vincere le resistenze di chi vorrebbe continuare a tenerci assoggettati al fine di fare ancora i propri porci comodi.Cinzia ha perfettamente ragione nel sostenere che si può restare e costruire qualcosa di diverso, anche grazie a nuovi strumenti che oggi abbiamo a disposizione, quali il sito o altro, che si possono rivelare veramente efficaci nel dare voce a chi è stato sempre sottomesso.anche per questo vi dico resistiamo e costruiamo insieme un mezzogiorno migliore. ciao tm

          3. piovasco

            Nel mio post citavo tm solo come uno degli esempi. La frase successiva sulla rassegnazione non era riferita a lui, ovviamente. 

            è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago…

          4. ciffo

            Cinzia non possiamo pensare che basta decidere di sistemarsi giù perché le cose cambino. Magari se lo facessimo contemporaneamente in mille avrebbe senso… ma ad un ragazzo appena laureato davvero ti sentiresti di consigliargli di rimanere? Rimanere giù e “tirare avanti” significa come minimo scendere a compromessi…. e gira, gira… alla fine non si migliora la società ma si peggiora noi stessi perdendo occasioni che mai più recupereremo. TM dice che ho torto… lui però intanto è andato via per non subire i danni di ricatti…. certo vorrebbe tornare (e anche io lo vorrei)… ma mi chiedo.. perché è partito?
            Riguardo la mia contraddizione… io non penso come dici tu che le cose giù non cambieranno mai… dico che cambieranno se e solo se si vorrà farlo. E oggi nessuno vuole farlo!
            Potrebbe esserci qualche “Saviano” che lotta e combatte contro tutto e tutti… da stimare… ma rimane sempre e solo un martire. Ricordi quando don Cozzi parlava dei 100mila di Scanzano? Sono quelli che mancano oggi… dove sono questi 100mila? Purtroppo la maggior parte di quei 100mila sono indifferenti a come vanno le cose o, peggio ancora, sono addirittura contenti. Pensano sul serio che siamo messi bene, magari si fanno anche una risata se sentono discorsi “populisti” come i nostri.
            E allora come pretendi di cambiare qualcosa che nessuno vuol cambiare? Insinuiamo qualche dubbio… ma non serve rimanere giù per farlo. Anzi.. giù diventa più difficile perché sei dentro al Sistema. Come fai ad esempio a lamentarti di un assessore che magari il giorno prima ti ha fatto vincere un bando?
            Ci rimane solo di informare, cercare di dire la nostra (e diciamolo… non necessariamente la nostra opinione è quella giusta… magari hanno ragione loro.. giù si sta da Dio e tutto va a gonfie vele) sperando che tra qualche tempo ci siano sempre più persone che si indignano più per le spartizioni di poltrone, per le raccomandazioni, per l’assenza di meritocrazia piuttosto che per demagogiche richieste di trasparenza o per 4 giornalisti presunti delinquenti associati.

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