domenica 22 Dicembre 2024

Il caso Forleo Unipol

In questi giorni quando buona parte degli Italiani ha gia i propri neuroni impegnati per le ferie (per chi ci può andare), vi è stata una notizia che mi ha lasciato molto perplesso.
Un magistrato di Milano Clementina Forleo nei giorni scorsi ha richiesto al Parlamento l’autorizzazione ha procedere per l’utilizzo delle 68 intercettazioni telefoniche riguardanti importanti esponenti di primo piano del centro sinistra e tre dell’opposizione sul caso Unipol.
La richiesta del Gip si basa che questi esponenti di rilievo sono intervenuti direttamente per assicurare il buon esito dell’operazione.
Comunque questo aspetto che riguarda la magistratura è tutto da verificare.
Ma lo sconcerto da parte mia e sentendo diverse opinioni della gente, sta nel fatto che vi è stata una levata di scudi da parte dei colleghi politici e non solo… in fatti il guarda sigilli ha immediatamente attivato le procedure del caso…
A sostenere questa testuggine vi ha partecipato anche la figura più rappresentativa dello stato, il quale ha criticato è censurato in modo velato e non esplicito il magistrato.. ( della serie: …si mira ad una parte per colpire all’altra…)….
Le uniche voci fuori dal coro sono state quelle del ministro ex magistrato e del presidente della camera, il primo difendendo l’operato del Gip il secondo ha rivolto un monito ai politici di riportare la discussione in parlamento e di non dare l’impressione alla gente di essere al disopra di ogni sospetto e soprattutto di non avere nemmeno l’apparenza di un privilegio.
Se avessi la possibilità di rivolgere un quesito a questi signori li direi:
1) Ma è mai possibile che quando interviene la magistratura su un politico + o – importante “La Casta” fa scudo comune per salvaguardare i propri privilegi acquisiti?
2) Il Presidente della Repubblica non dovrebbe essere una figura equidistante dai diversi schieramenti ed esercitare le proprie funzioni e doveri nei confronti di tutti mantenendo la propria neutralità??? ( non vorrei ricordare ma questo è il caso, secondo me uno dei più grandi presidenti avuti in compianto Sandro Pertini)
Concludo dicendo semplicemente,spero che la magistratura faccia il suo corso, i politici si comportino da persone per bene e soprattutto non vi sia una sorta di baratto tra maggioranza ed opposizione (accordo all’italiana) barattando un’illustre senatore del centro destra con i politici del centro sinistra….
Voi cosa ne pensate??????


Commenti da Facebook

8 Commenti

  1. ciffo

    Secondo me non è un caso che ad attaccare la Forleo sia stato proprio Mastella, il re indiscusso della “Casta”. La magistratura è indipendente e inattaccabile solo quando si attaccano i “nemici”…. ovvio! Perchè mai un GIP che ha il potere di inquisire contro la volontà del PM (imputazione coatta) o di dare indicazioni per cambiare capi di imputazione e indagati questa volta non avrebbe dovuto permettersi di sottolineare una cosa evidentissima…. e cioè che le telefonate di D’Alema e altri rivelano con chiarezza il supporto dato dalla politica all’intera operazione?
    Solo tifo dicono loro… bene… se non hanno nulla da temere mi auguro che diano presto l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni. Fassino ha già dato via libera in questo senso e per questo merita già stima (a patto che non faccia come Selva).
    Sono d’accordo con Titus che da un Mastella ti puoi pure aspettare ste porcherie.. ma un presidente della repubblica che bacchetta un giudice e non dice nulla sui politici coinvolti… saranno pure innocenti e probabilmente lo dimostreranno… ma almeno moralmente sono super-colpevoli!
    Qualcuno tempo fa su questo sito scrisse che D’Alema non è Berlusconi… altra pasta… Berlusconi ha fatto e fa cose ben peggiori… siamo al punto in cui la moralità di una persona si giudica in maniera relativa, non più assoluta.
    Vi invito a leggere l’articolo che Travaglio scrisse tempo fa in occasione delle intercettazioni ai dirigenti DS:
    http://www.marcotravaglio.it/clementinafaccisognare.htm

  2. ZODD
    il mio pensiero è sempre lo stesso , non cang’ nudd,
    visto che ora è una moda chiamarsi unione tizio e unione caio , so per certo che la magistratura, farà sempre il suo dovere e a trionfare sarà sempre la giustizia , xke il detto non si sbaglia mai quando dice “L’UNIONE fa la FORZA “
    w L’ITALIA
    1. tm

      personalmente ritengo che al di la dei giudizi di merito che possono essere espressi a tutti i livelli, dal capo dello stato, al presidente della camera fino all’ultimo scalino delle istituzioni, credo che ci sia una questione che vada ben oltre, ed è quella che ogni parlamentare della repubblica difronte ad una inchiesta che lo vede coinvolto in prima persona su reati di corruzione o malaffare, fermo restando la presunzione di innocenza, debba sentire il dovere morale nei confronti delle istituzioni che rappresenta e dei cittadini che lo hanno eletto,di rimettere il loro incarico in attesa di un chiarimento della situazione.

      questo indipendentemente che si appartenga a questo o quello schieramento.

      personalmente ritengo che a maggior ragione lo debbano fare quelli di sinistra.

      resta il fatto comunque che ormai è diffuso tra i rappresentanti delle istituzioni un modo di fare che è esattamente l’opposto.

      il voler restare a tutti i costi legati alla propria poltrona non fa onore a nessuno dei coinvolti, ne tantomeno ai partiti che li annoverano nelle loro fila.

      per questo ritengo, e il presidente della camera bertinotti ha fatto bene a ricordarlo, che il parlamento non solo deve dare l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni, ma ha il dovere di farlo, senza che accordi trasversali impediscano di fatto il diritto dovere della magistratura a compiere il proprio lavoro, se si ritiene che i cittadini debbano continuare ad avere fiducia in una costituzione che prima di ogni altra cosa sancisce l’uguaglianza tra tutti anche e soprattutto difronte alla legge.

      ciao tonino ditaranto

  3. Silvia

    visto l’argomento mi sembra opportuno precisare un paio di cose che forse dai giornali non sono ben evidenziate.

    Il GIP Forleo non ha fatto una cosa oltre i propri poteri ma ha fatto quanto richiesto dall’art. 68 della costituzione che prevede la necessità di una autorizzazione preventiva alle intercettazioni telefoniche dei membri del parlamento: essendo stati intercettati i telefoni di altre persone ovviamente tale autorizzazione non poteva essere “preventiva” rispetto alle intercettazioni stesse e dunque, visto il coinvolgimento di esponenti del parlamento più o meno noti (poco importa questo) il giudice Forleo è stata costretta a richiedere l’autorizzazione di quest’organo per poter usare dette intercettazione nel procedimento unipol. Unici requisiti per la loro utilizzabilità sono quindi l’autorizzazione del parlamento e l’indispensabilità per l’accertamento dei delitti per cui si procede (chi vuole approfondire si procuri un codice di proc. penale…) Orbene i parlamentari che hanno in vario modo espresso il proprio disappunto ad un tale utilizzo hanno dimenticato 2 cose fondamentali: la prima è che i magistrati sono soggetti soltanto alla legge e che quindi solo alla legge devono rispondere e la seconda, conseguente della prima, che i loro atti, fatti secondo i principi di diritto sostanziale e procedurale, sono insindacabili nel loro contenuto da chiunque, salvo, nel caso di sentenze, da un giudice di grado superiore e sono comunque valutabili sempre e soltanto secondo diritto (non secondo i “principi politici” di chi li legge..). I signori parlamentari quindi hanno fatto , a mio parere, chiaramente capire che si sentono “intoccabili” nei loro interessi e, parlando di sinistra, si sentono tali anche nei confronti di giudici che, fino all’altro giorno sono stati tacciati di essere dei “comunisti togati” (…se non ricordo male Clementina Forleo è lo stesso GIP delle sentenze di assoluzione degli islamici….)….A parte i commenti personali e i risvolti politici credo che il Giudice in questione abbia fatto ciò che la legge prescrive e il fatto che abbia manifestato il suo “pensiero” ovvero che abbia detto chiaramente che ritiene utili ai fini probatori quelle intercettazioni proprio perchè le telefonate erano rivolte ad alte cariche dello stato non è certo un abuso ma solo una consttazione che va inserita nel contesto giudiziario in cui è stata fatta….se poi in parlamento ci si è scandalizzati così tanto allora vorrà dire che qualcosa sotto c’è e che molti hanno timore che possa venire fuori…..chi vivrà vedrà!

    1. ciffo

      Silvia molto interessanti le tue spiegazioni… l’assurdo è che ci si lamenta per un giudice che è costretta ad agire secondo una legge-porcheria votata insieme da centrodx e centrosx che obbliga a chiedere con adeguate motivazioni l’autorizzazione al parlamento per usare intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari…
      mi auguro che, per tagliare la testa al toro, si faccia la cosa migliore e si cambi proprio quella legge iniqua… non si capisce perché i parlamentari devono essere sempre privilegiati… perché mai se Consorte mi telefona io posso subire conseguenze e se Consorte telefona a un deputato questo può appellarsi alla casta e magari “contrattare” perché non venga data l’autorizzazione?
      Secondo me sarebbe ora di eliminare del tutto l’immunità parlamentare almeno per reati che non riguardano la libertà di espressione.
       
      P.S. concordo con tm

      1. tm

        vedi felice, a mio avviso non è la legge che obbliga i giudici a chiedere le dovute autorizzazioni al parlamento ad essere sbagliata,bensi il volersi sottrarre ad ogni costo al giudizio della legge come qualunque altro cittadino.

        la legge è stata concepita proprio per non permettere una cosa automatica che rischierebbe di bloccare i lavori parlamentari, daltronde è giusto anche ipotizzare che cipossano anche essere per assurdo, tra i giudici, delle schegge impazzite o magari dei millantatori che per una qualunque ragione si inventino delle falsità pur di screditare qualcuno. Queste cose sono già successe e continueranno a succedere, per questo il controllo degli atti deve essere del parlamento per valutarne l’affidabilità e quindi dare o meno le dovute autorizzazioni. Resta comunque il fatto che nessuno si possa sottrarre alle sue responsabilità, perquesto ritengo che ancor prima che il parlamento si pronunci, gli interessati debbano sentire il dovere morale di rimettere gli incarichi e affidarsi al giudizio sia del parlamento che della magistratura oltre che del popolo che lo ha eletto.

        purtroppo, e mi devo ripetere ciò non è più nel costume dei nostri rappresentanti,e la cosa mi rattrista molto, e che proprio per l’attaccamento alla poltrona che dimostrano andrebbero mandati a casa.

        ciao tm

  4. Silvia

    In realtà il meccanismo delle autorizzazioni non serve pre proteggere i parlamentari ma lo Stato, mi spiego. La costituzione garantisce la libertà politica dei parlamentari ovvero la libertà di esprimere opinioni e dare voti nell’esercizio della propria attività istituzionale senza alcun pericolo di essere perseguiti per questo: in pratica la norma tutela la libertà dei parlamentari intesa come espressione della democrazia. Per contro nel momento in cui un parlamentare commette un delitto comune non può invocare nessuna immunità (x es. se ruba in un supermercato è perseguibile al pari di qualunque altro comune cittadino). La stessa logica segue la norma che impone un’autorizzazione preventiva pper le intercettazioni telefoniche ai paralementari: è evidente che anche chi sta in parlamento abbia una vita privata “non politica” ma è altresì evidente che chi ha funzioni pubbliche possa utilizzare il telefono per discutere di questioni che potrebbero essere sottoposte al “segreto di stato” ovvero questioni che per la loro natura e importanza devono restare segrete ai “non addetti” in quanto potrebbero contenere informazioni riservate che, se diffuse, potrebbero creare problemi alle istituzioni nel loro complesso…credo quindi che l’autorizzazione in questione non riguardi le parti dell conversazioni in cui i membri del parlamento usano il proprio titolo per fare o chiedere favori (questo è di per sè un reato….) ma che siano relative ai rapporti istituzionali che, per loro natura, potrebbero rientrare tra le questioni sottoposte a segreto di stato e per cui non è opportuna la loro diffusione. Ricordo poi che non è richiesta alcuna autorizzazione preventiva per sottoporre ad indagine i membri del parlamento, serve solo se si devono compiere determinate attività (perquisizioni, sequestri, applicazione di misure cautelari ecc…)…Non direi quindi  che la legge è sbagliata: come sempre è l’uso che si fa della legge ad essere sbagliato…

    1. Ape Maya

      Devo dire che l’ultimo post di Silvia mi ha portato a riflettere non poco circa il ruolo del parlamentare, diviso fra la sfera pubblica e la sfera privata. Un parlamentare che è un comune cittadino, con una famiglia, degli interessi, degli hobby, pertanto perseguibile dalla legge qualora abbia commesso dei reati, come tutti gli altri cittadini con la propria vita privata. D’altro canto, è esponente istituzionale, un rappresentante pubblico, con dei DOVERI a cui conseguono dei DIRITTI (e non il contrario), diritti fra i quali rientra appunto quello di godere delle autorizzazioni giuridiche a cui si fa riferimento. Tutto questo tenendo conto della distinzione sempre fra sfera pubblica e sfera privata. Ma allora perché tanta confusione e tanto parlare di queste cose? Il problema a mio avviso è questo: questa distinzione ormai non c’è più. Mi spiego: se ogni rappresentante pubblico riuscisse a porre una differenziazione fra i suoi doveri istituzionali (vita pubblica) e i suoi interessi privati (vita privata), cioè se provasse a lavorare con una certa serietà, come si richiede, non ci sarebbero polemiche, né confusione, né accuse. Il punto è che questa distinzione i nostri cari politici l’hanno dimenticata, o meglio la dimenticano quando fa più comodo. Quando devono fare i propri interessi, non contano né le promesse agli elettori, né l’ideologia di partito, né le leggi, né una certa attinenza a canoni etici che i nostri rappresentanti per primi dovrebbero rispettare, proprio in quanto esponenti pubblici. Quando però l’invischiamento della sfera privata nella sfera pubblica porta loro problemi, allora si ricordano di essere dipendenti (perchè sono questo) pubblici con determinati DIRITTI, come ci ha spiegato Silvia. Sinceramente io non mi sento per niente rappresentata da queste persone, sia di destra che di sinistra. Mi sembrano persone comuni che vanno lì con la propria sfera privata e basta: della sfera pubblica non vedo l’esistenza. E allora, è giusto che vengano perseguiti a norma di legge nella loro sfera privata. Altro che interessi dello Stato..

      é ora che comincino a lavorare con più serietà. é un problema di ordine etico, non giuridico.

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