Lo scorso 6 marzo il CIRCOLO CULTURALE LUCANO “GIUSTINO FORTUNATO” Onlus ha organizzato a Torino un incontro con Mariolina Venezia, la scrittrice che la comunità di Montescaglioso.net ben conosce. Oltre all’autrice del libro “Mille anni che sto qui” è intervenuto anche Ernesto Franco, direttore della Giulio Einaudi Editore. In sala erano presenti circa trecento persone, in gran parte di origine lucana. A farla da padrona sono stati gli aneddoti raccontati da Mariolina Venezia e i personaggi del suo libro, le figure realmente esistite che Mariolina ha fissato sulle pagine del suo libro rendendole immortali. Infatti il circolo “Giustino Fortunato” ha cercato le foto di quei personaggi (Manuel u’furnaciar, Luiggin Cimmner…) e ne ha creato delle gigantografie, esposte durante la serata. Tra queste foto anche una immagine di una donna di Montescaglioso Vincenza Novello.
Di lei, del suo coraggio, della sua determinazione, della sua fierezza, si è discusso a lungo. In sala era presente anche Filippo Novello, figlio di Vincenza e Giuseppe, che è intervenuto dando una toccante testimonianza di quella notte del dicembre 1949. Per l’interesse che il suo intervento ha per Montescaglioso mi sembra opportuno allegare parte dell’intervento di Filippo Novello. A chiusura del suo discorso Filippo ha confessato di essere in possesso di un corposo manoscritto di sua madre, importante fonte di quell’ “Altra Storia”, quella spesso dimenticata dagli stessi storici, quella storia raccontata direttamente dai protagonisti che l’hanno vissuta.
– Non sono un critico letterario e non ho l’ardire di farlo in questo momento: voglio solo far presente che il libro l’ho letto d’un fiato apprezzando anche la capacità di Mariolina di descrivere il nostro dialetto in una maniera poetica ed apprezzando la sua capacità di descrivere episodi, a volte divertenti, facendoti sentire nella storia che racconta. Il riferimento alla mia storia personale e familiare, sia pur raccontato in una forma romanzata, non si discosta molto dalla realtà se non per alcuni dettagli. Io, in questo contesto, vorrei far emergere dal suo libro “Cenzina”, la moglie di Giuseppe Novello, (i miei genitori insomma) che, fino alla fine dei suoi giorni, ha lottato con tutte le forze per non disperdere il ricordo di un episodio, assieme agli altri fatti luttuosi di Melissa, Torremaggiore, in cui furono trucidati braccianti ed operai rei di battersi, come mio padre, per la conquista di un posto di lavoro che migliorasse la loro vita caratterizzata da stenti e miseria, che travolse la vita della mia famiglia e condizionò lo sviluppo dell’agricoltura nell’intero Mezzogiorno. Sulla riforma fondiaria che ne venne fuori ci sarebbe molto da dire e raccontare in quanto la definirei un’opera incompiuta, ma questi argomenti credo saranno trattati in altri contesti. Ritornando a “Cenzina” io ho un debito con lei: portare a conoscenza di quante più persone è possibile, la sua storia, il suo pensiero, l’insegnamento per combattere e battersi per una società migliore e capace di dare ai nostri figli un avvenire radioso (ho citato una parola a cui lei era particolarmente affezionata e che usava spesso nonostante la negatività che la vita le aveva riservato con quel tragico e luttuoso episodio!). E’ da questo momento che comincio a raccogliere il testamento di mia madre mettendo a disposizione di Mariolina alcuni passi tratti da un suo manoscritto e proprio relativi a quella tragica alba del 14 Dicembre 1949. –