SOLIDARIETA’ AL SINDACO SILVAGGI
Il circolo del Partito Democratico di Montescaglioso esprime solidarietà e vicinanza al sindaco di Montescaglioso Giuseppe Silvaggi per quanto accadutogli nella mattinata del 10 marzo. Quanto accaduto deve rappresentare per tutta la comunità, ma soprattutto per chi si propone di rappresentarla, un monito ed una sollecitazione ad abbassare i toni. Il PD considera da sempre intollerabile e inqualificabile qualunque forma di violenza e condanna qualsiasi atto che vada oltre il confronto politico e sconfina nella prevaricazione fisica e nella violenza verbale. Cerchiamo di recuperare il senso della civiltà e della comunità, stigmatizziamo ogni reazione, anche individuale, che vada al di là del confronto civile. RosaAnna Cifarelli- Segretario circolo PD di Montescaglioso
Devo ammettere che ieri pomeriggio sono balzato dalla sedia dell’ufficio quando ho letto il comunicato del Partito Democratico. Al balzo di sedia è seguita una leggera sincope quando, diverse voci, attribuivano il tremendo misfatto al signor Lomonaco.
Impossibile che una delle persone più pacifiche, pacate e tranquille della nostra comunità potesse permettersi un gesto del genere.
L’ho telefonato per capire e magari, se vero, rimproverarlo dell’inqualificabile gesto. Mi ha lungamente spiegato come si è giunti alla giornata di ieri.
Andiamo per ordine.
Tempo addietro il Signor Sindaco in CONSIGLIO COMUNALE deliberò che a qualsiasi associazione e/o movimento locale, fosse concesso l’utilizzo GRATUITO delle sale comunali (sala consiliare e sala del Capitolo).
Nonostante tutto ciò ne veniva continuamente negato l’utilizzo se non a pagamento. Finalmente dopo giorni di battaglie a mezzo stampa a Franco veniva concesso l’utilizzo della sala consiliare in data 5 Marzo.
Nonostante gli organizzatori avessero stampato manifesti, inviti ed altro materiale pubblicitario, in data 4 Marzo (il giorno prima) il comune faceva pervenire loro un’informativa con la quale si ritirava l’utilizzo in quanto la sala già occupata per quella data (ma scusa quando concedi l’usufruizione sai già se è occupata o meno).
Gli organizzatori chiedono a questo punto la sala capitolare che viene concessa.
L’incontro, inizialmente previsto in sala consiliare, si svolge regolarmente.
Inutile dire che in quella stessa data la sala consiliare non veniva utilizzata da altri, restando totalmente libera.
Arriviamo a ieri, 10 marzo, quando un messo comunale chiama Franco intimandogli di versare, al più presto, la quota di euro 70 per l’affitto della sala. Sgomento, dopo aver invitato i carabinieri a raggiungerlo, egli si reca in Comune per avere spiegazioni dal primo cittadino.
Si origina un’accesa quanto inevitabile discussione con Franco che decide di dirigersi verso la finestra per aprirla e gridare, in un gesto molto plateale, quanto il Sindaco fosse una persona poco propensa a mantenere gli impegni presi.
Il Sindaco lo rincorre per bloccarlo ma Franco di spalle, nel mentre apriva la finestra, lo colpisce INVOLONTARIAMENTE al volto facendogli volare la dentiera.
Questi i fatti, lascio alle intelligenze personali la facoltà di capire da quali menti partano le prevaricazioni, le violenze verbali ed interminabili altri misfatti.
un saluto, Rocco
Ho avuto modo già sulla mia pagina facebook di esprimere la mia più totale solidarietà al Sindaco Silvaggi su quanto accaduto nella mattinata di ieri, solidarietà ancor più marcata in quanto scaturita a mio avviso, se quanto riportato risponde al vero, da una pretesa alquanto pretestuosa di poter utilizzare gratuitamente la sala consigliare. Personalmente ho perorato la causa dell’utilizzo gratuito della sala consigliare o di altri locali per le iniziative delle varie associazioni, questo però non può e non deve essere motivo acchè i suddetti locali, che hanno un costo di gestione non indifferente, diventono anche oggetto di utilizzo gratuito in maniera privata o privatistica. Se da una parte, la natura di pubblico interesse può essere giustificabile per il Comitato feste patronali, o la Pro Loco, o anche l’osservatorio ambientale, e perchè no anche le associazioni no triv, che coinvolgono in larga maggioranza l’intera colleettività, stessa cosa non si può ipotizzare quando a farne richiesta siano associazioni, sindacati o partiti che comunque rappresentano una sola parte della cittadinanza. Pretendere l’utilizzo gratuito dei locali pubblici per scopi di parte, e anche in vista di una campagna elettorale, non solo è pretestuoso, ma bene ha fatto il Comune a dare autorizzazione dietro richiesta di un versamento per le spese. Sia ben chiaro che questo non vale solo per il sig, Lomonaco, ma deve valera anche per chiunque altro, compreso partiti o sindacati. Questa è la regola della democrazia e noi abbiamo il dovere di farla rispettare, a cominciare dal non far pesare sulle spalle della cittadinanza spese per la manutenzione di locali che devono si essere a disposizione di tutti ma che chiunque ne faccia uso deve anche accollarsi le dovute spese di manutenzione.
Solidali con chi subisce ingiustizie. Tutti con il sindaco in caso di dolo accertato. Tutti con franco in caso di violazione di diritti di libera espressione. Nostalgia dei comunisti. Ma come tm maestro di liberta’? Mentre dalema si sforza di riaggregare quel che resta di civile aggregazione il pd montese si mostra renziano sfacciato. Nostalgie berlusconiane. Che bello il rispetto reciproco. Va sempre meno di moda. Bye bye
Sai che ti stimo.
Proprio per il tuo essere plurale. Le sedi pubbliche non si dovrebbero pagare. Indipendentemente da chi le usa.
Bye
<<La violenza non può mai essere lecita nel senso che io intendo, ossia non rispetto alla legge fatta dall’uomo ma rispetto alla legge fatta dalla natura per l’uomo. Tuttavia, sebbene la violenza non sia lecita, quando viene usata per autodifesa o a protezione degli indifesi essa è un atto di coraggio, di gran lunga migliore della codarda sottomissione. Quest’ultima non reca beneficio e nessun uomo e nessuna donna. Nella violenza esistono molti gradi e varietà di coraggio. Ciascun uomo deve saperli giudicare da solo. Nessuno può farlo o ha diritto di farlo al suo posto.>>
Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della non violenza
Einaudi, Torino 1973, pag. 22
Il Sindaco della Città di Montescaglioso, Giuseppe Silvaggi, in merito all’aggressione subita nella tarda mattinata di giovedì 10 marzo 2016, desidera chiarire quanto segue.
Un cittadino di Montescaglioso, il sig. Francesco Lomonaco, è entrato all’improvviso nella stanza del Sindaco dimenandosi, urlando e inveendogli contro.
Con atteggiamento aggressivo e violento il sig. Francesco Lomonaco ha provocato un danno fisico allo stesso Sindaco. In precedenza lo stesso sig. Francesco Lomonaco aveva fatto richiesta di utilizzo della Sala Consiliare “S. Pertini” e sulla stessa si era già espresso il Sindaco, in termini positivi.
Peraltro era stata anche rilasciata una comunicazione, in forma scritta, di risposta alla sopracitata richiesta in cui si riportavano le condizioni per l’utilizzo della struttura, previste dallo Statuto Comunale. Non è stato, pertanto, inibito l’utilizzo della struttura ma si è solo chiesto il rispetto delle regole, già previste per tale utilizzo.
Il Sindaco auspica che i toni si abbassino e invita a misurarsi nell’ambito del confronto politico nel rispetto delle regole democratiche, condannando episodi di violenza come quello in cui è incorso, in quanto lesivi della dignità non solo di chi li riceve ma, soprattutto, di chi li pone in essere.
La violenza non va mai tollerata e chi l’attua dovrà presto risponderne nelle sedi opportune.
È imbarazzante pensare che si è disposti proprio a tutto in vista delle elezioni amministrative.
Il primo cittadino desidera ringraziare quanti gli hanno manifestato solidarietà e vicinanza ed esprimere anche il personale ringraziamento alla Stazione dell’Arma dei Carabinieri e alla Polizia Municipale di Montescaglioso per il tempestivo intervento in suo soccorso.
intervista
Riceviamo e pubblichiamo
Spero che questa storia finisca senza che nessuno si faccia seriamente male.
Ho sentito la replica di Lomonaco all’intervista del sindaco. A parte la distinzione, ipocrita, fra la persona e la funzione del medesimo, ho trovato notevole l’elenco dei predecessori in trasgressione fatti da Lomonaco: Gandhi, i partigiani, gli occupatori di terre del secondo dopoguerra. Forse ha dimenticato Gesù Cristo, uno al quale, a differenza dei caciaroni di prima, almeno nei primi tempi piaceva fare le cose da solo o quasi e tuttavia la sua dozzina di seguaci li aveva. Lomonaco è su piazza da un certo tempo, questa di Gandhi-partigiani-braccianti in lotta mi pare che non sia una scoperta della sua prima stagione politica. E tuttavia, seguendolo nei suoi interventi su Montenet, non mi è sembrato di sentire alle sue spalle l’eco delle folle.
Mi sbaglierò. Sicuramente.
Nel frattempo, caro Sindaco, ho come l’impressione che Lomonaco cerchi la medaglia del perseguitato. Per quanto dipende da te, non fargliela avere.
Con Cristoforo Magistro non ho mai avuto frequentazioni, ma evidentemente mi conosce attraverso un “filtro”. Una lente di cui ignoro le caratteristiche.
Io apprezzo molto la sua inclinazione nel ricercare e studiare documenti storici. Ammiro il suo fare e la sua visione certosina.
Peccato. E’ una ammirazione non corrisposta.
Tuttavia sono grato per il tempo e la pazienza che ha dimostrato nel leggere i miei interventi su MONTENET.
Dice di avermi seguito in lungo e in largo senza mai intervenire, senza mai dispensare un consiglio, senza mai criticare (positivamente…) lasciandomi per anni nell’ECO della mia solitudine di blogger. Peccato.
Interviene oggi in difesa dell’Istituzione e dispensa consigli al Sindaco.
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Ma in fondo Cristoforo dice cose giuste di me.
A me, infatti, piace fare le cose da solo e a differenza di Gesù Cristo non mi circondo di seguaci. Agli apostoli preferisco le persone.
Forse Cristoforo ha un “buco” sulla mia lunga militanza nella piazza della politica ….
1. Correva l’anno 1977 (studente dell’Istituto Statale d’Arte) vendevo all’angolo tra il Castello Svevo e il Porto di Bari… un giornale oggi scomparso: Lotta Continua.
2. Avevo forti simpatie per la Rosa nel Pugno (Partito Radicale) e fu così che la mia piccola TESI di maturità … indovina un po?
” Satyagraha: Fame e Sete di giustizia” . Una ricerca sulla filosofia del Mahatma Gandhi
3. Partigiani. Da circa 30 anni … Il padre della mia compagna, vecchio partigiano, (poi buon democristiano vecchio stampo), mi ha lasciato testimonianze dirette sulla resistenza nelle montagne del Veneto.
4. Le lotte Contadine. Abbazia di San Michele Arcangelo. Non dimenticherò mai la “solitudine” che ho visto accompagnare Filippo Novello nell’organizzare il 60° Anniversario delle Lotte Contadine. Eventi di grande importanza storica organizzati in un “clima di Terra di Nessuno”. Credo di aver dato in quell’occasione un mio modesto contributo alla riuscita degli eventi tra Montescaglioso e Matera.
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Insomma, il 10 Marzo sono andato dal Sindaco per chiedere l’affermazione di un DIRITTO… avrei volentieri fatto a meno di rovinare il giorno del mio compleanno.
Sono invece andato (dopo aver allertato i carabinieri) da uomo solo, sono andato incontro a qualcosa che ritenevo giusto e legittimo. Sono andato a chiedere unoSPAZIO CHE MI ERA STATO PROMESSO, uno spazio in cui affermare il libero incontro di cittadini.
Per fare che cosa?
Per fare quello che i Partiti e i Sindacati non fanno più: “Cercare insieme le PRIORITA’ e le possibili soluzioni”.
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Quando sarai a Monte prova a cercarmi. Un po di tabacco, un bicchiere di vino o una birra può aiutarci a mettere da parte filtri, lenti e qualche pre_giudizio.
Buona notte Cristoforo
Caro Cristoforo, in tutta onestà sembra che entrambi ambiscano a essere la “vittima”!
Non credi?
I. Sono fra quelli che credono che l’esercizio dei diritti democratici dei cittadini non debba finire con e nel momento del voto. A maggior ragione, in una stagione come questa in cui anche il maggior partito di sinistra ha perduto credibilità fra l’opinione pubblica e si sta lacerando al proprio interno provocando l’allontanamento di tanti che per decenni ci avevano creduto e perfino di molti che vi avevano avuto ruoli importanti, la creazione di modi e forme nuove di fare politica e la nascita di movimenti che interpretino i sentimenti e i bisogni del paese e facciano emergere un nuovo ceto dirigente, tutto ciò che in definitiva può portare a un allargamento della partecipazione alla vita politica, non può che considerarsi benvenuto.
Si può fare politica iscrivendosi a un partito, facendo parte o creando associazioni, seguendo o creando movimenti. Il luogo fisico per partecipare alla vita di partito è, classicamente, la sezione; quello per attività associative è la sede dell’associazione; quello dei movimenti è generalmente, per lo meno agli inizi, la piazza reale e/o virtuale. Le sezioni e le sedi delle associazioni hanno un qualche statuto o regolamento, rilasciano una tessera e hanno un costo; la piazza è a libero e gratuito accesso.
Le sezioni a volte sono frequentate da poche persone; le associazioni spesso sono dei gusci vuoti creati per captare soldi pubblici, alimentare il narcisismo di qualche guru minore, giocare a carte o guardarsi la partita fra amici senza rotture di scatole. Che svolgano o meno le funzioni per cui sono nate, che siano molto o poco frequentate, poco male. Sono luoghi in cui non può entrare chiunque. Affari loro se funzionano o no.
Le piazze, il luogo dei movimenti, invece sono spazi pubblici e danno visibilità. In alcuni casi visibilità non gradita. Se un movimento ( gruppo di persone di entità variabile che si riconosce in un programma politico, religioso, ecc) organizza una manifestazione e poi in piazza ci sono solo i classici quattro gatti, hai voglia a dire che è stato il cattivo tempo, la giornata festiva, l’influenza, il papa e la Cia. Ciò prova che il movimento non c’è più.
Normalmente le cose vanno così, ma quando il movimento, il gruppo di persone, non c’è mai stato e tutto si riduce all’agitazione di chi cavalca ogni nuovo refolo di vento senza suscitare partecipazione, la questione è diversa.
II. Avevo scritto queste cose per il mio primo intervento nella questione, poi avevo deciso di tagliar corto e non l’avevo pubblicato. Lo ripropongo ora in tutta la sia pallosa schematicità sperando di spiegare da quali presupposti nasce la mia perplessità sulle agitazioni promosse da Franco Lomonaco.
Un dovere di cortesia e la pacatezza della risposta dello stesso Lomonaco al mio post mi impone ora di rispondergli almeno con la stessa pacatezza. Lui dice che sono intervenuto a difesa dell’istituzione. Non trovo niente di male nell’appunto, il 68 è finito da qualche tempo e si può senza infamia intervenire a difesa delle istituzioni, ma, per quanto mi riguarda, non si tratta di questo.
Io dico banalmente che uno spazio così rappresentativo della comunità e della sua storia, il salotto buono del nostro paese, deve essere concesso solo per particolari occasioni d’interesse comunitario. Personalmente quindi ne limiterei l’uso sulla base di un regolamento. Se poi, come sostiene Lomonaco, il consiglio comunale, e per esso il sindaco, si fosse impegnato a concederlo a chiunque ne avesse fatto richiesta – aprendo così la strada a conferenze sul punto a croce, seminari sulla fafetta, reading sul verso dei grilli all’imbrunire dell’ultimo giorno d’estate- , allora avrebbe ragione lui. Rimane, a mio avviso, discutibile la modalità da lui usata usata per indurre il primo cittadino ad adempiere a quanto stabilito dal consiglio comunale. Particolarmente discutibile in considerazione del motivo per cui la sala era stata chiesta: una conferenza-dibattito, se ho capito bene, sulla legalità e sul rispetto delle regole.
Franco Lomonaco mi permetterà adesso di fare qualche osservazione del tutto amichevole, anche se è vero che non ci siamo mai frequentati, sui punti da lui indicati a dimostrazione del filtro e della lente da me usati. Premesso il fatto che, a mio avviso, ognuno ha il diritto di vivere – per dirla con Paolo Conte – come può, è inevitabile aspettarsi valutazioni di coerenza quando si prendono posizioni pubbliche. E proprio perché sapevo che era “nato” a sinistra, mi aveva meravigliato la sua ricollocazione a fianco della passata amministrazione di destra e, ultimamente, la sua attività variamente movimentista.
Tutto bene, ma non trovi che si perda di credibilità cambiando continuamente fronte? E, fra tanto movimento, non sarebbe il caso di provare a cambiare le cose candidandosi?
E veniamo ai punti tesi su Gandhi e padre della compagna partigiano. Non li discuto, per pacatezza e per rispetto dei temi, ma non mi pare che provino nulla. Per dire: fare una tesi sul fascismo non significa essere fascisti.
Quanto al quarto punto, sessantennale delle lotte contadine, credo proprio che dovrai offrirmi una birra per aver avuto la possibilità di dare il tuo contributo. Dovrei aver conservato la corrispondenza su come nacque quella celebrazione e su cosa avrebbe dovuto essere. Chiedi a chi vuoi. In ogni caso, fui uno dei relatori al convegno del 16 dicembre al museo archeologico di Potenza. Fui anche l’unico imbecille che avesse preso la cosa sul serio e che per l’occasione avesse preparato un contributo originale. Mi guadagnai così due pacche sulle spalle di Giampaolo D’Andrea. Mica poco!
Lo so è una stupida battaglia.
Ma far valere il principio che
mantenere la parola data sia un punto irrinunciabile nella buona relazione tra Istituzioni e Cittadini
qui, ora è diventato non più rinviabile.
(Questo pomeriggio incontro il Sindaco, spero. Così come spero in una stretta di mano).
Ti saprò raccontare.
Sulla polemica tra il Sindaco e Franco Lomonaco mi limito a dire che spero che tutta si risolva in una stretta di mano tra i due.
Voglio invece parlare di quanto ha detto il sindaco. Credo che sia sbagliato chiedere soldi per l´ utillizzo di una sala comunale in cui si debba tenere un incontro culturale. Al massimo si chieda una cifra simbolica, esempio cinque euro.
E´difficile pensare che un paese di diecimila abitanti non si possa permettere di pagare la corrente per una sala comunale e il costo di un dipendente comunale che lavora fuori orario.
Per di piü non stiamo parlando di convegni quotidiani. E inoltre si possono trovare anche altri metodi per sopperire a queste presunte perdite economiche, esempio sponsorizzazioni.
@MarioDimichino
Non è successo nulla. Niente di niente. Nessun arbitro, la COSCIENZA dell’avversario chiudendo la porta in faccia allo sfidante ha dichiarato vittoria.
Questa piccola partita la chiudiamo così. Ammetto la sconfitta.
Chiudo questa triste pagina. In fondo è solo una pagina.
C’è da scrivere tanto ancora. La vita va avanti e in fondo le sconfitte a cosa servono?!
Nella vita, nell’arte, nella musica… è la sconfitta, la sofferenza che da motivazione e crea spazi per la riflessione. Da sempre è la sofferenza umana che ha scritto e scrive le pagine migliori.
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Ma comìè andata?
E’ andata così.
Mi sono recato dal Sindaco in compagnia di pochi amici.
Sul luogo c’erano già i carabinieri.
Ho incrociato alcuni consiglieri di minoranza e alcuni amministratori a cui ho chiesto se fosse il caso di rivedere il video in cui si prometteva l’uso gratuito della Sala Consiliare… mi è stato detto che era inutile. I fatti erano chiari.
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All’ora prefissata ho cercato udienza.
Ho incrociato il Sindaco e con estrema gentilezza ho chiesto di parlare.
Mi ha detto che avrei dovuto fissare un appuntamento, e che in ogni caso non aveva niente da aggiungere alle cose già dette.
Ho insistito dicendo che la mia domanda (se fosse UOMO di parola) non aveva ricevuto alcuna risposta.
Seccato e sprezzante rivolgendomi la parola con uno spropositato del “Lei” mi dice:
– ” IO DEVO RISPONDERE SOLO ALLA MIA COSCIENZA”
Io aggiungo:
– ” Lei non è stato nominato da Dio ma dai Cittadini”
Il Sindaco risponde:
– “I cittadini scostumati come Lei non meritano risposta”.
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Avrei voluto controbattere dicendo che il tutto mi sembrava una scena di un probabile film Kafkiano, ma guardandolo in faccia ho compreso che non avrebbe capito.
Sono andato via scuotendo la testa sconsolato … ma felice … in fondo mi aveva già fornito l’intuizione per la mia prossima canzone: “Break&Break Dance”.
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Sarà un successo.