CI SAREBBE DA VERGOGNARSI
Sono d’accordo con tutto quello che ha scritto Roberto Saviano. Sono convinta che questo governo sia nel mezzo di un conflitto di interessi grande come il buco che si è inghiottito i risparmiatori beffati. Sono anche sconvolta da quell’atteggiamento di sfida, quell’aria di serena attesa del futuro, quell’arroganza del potere, quell’attacco alla libera informazione che abbiamo visto regnare all’interno della Leopolda. E sono sconvolta infine dagli applausi che hanno accompagnato ogni riferimento al potere conquistato.
Fuori aspettavano di potersi avvicinare. Con i loro tristi cartelli, in mezzo al traffico di auto e bus, nell’aria irrespirabile di una delle città più inquinate. In tutti i sensi.
Le mozioni di sfiducia riusciranno a qualcosa? Di solito i ministri colpiti ne escono vincitori. Ma questa volta è diverso.
E’ diverso anche perché quella risposta del premier: “faremo una commissione d’inchiesta” è a dir poco patetica. Ricordo ancora Bettino Craxi presidente del consiglio che usciva da un incontro con Sandro Pertini durante uno dei molti scandali che già allora assediavano la Repubblica. Passò tra noi giornalisti e disse quella frase rimasta celebre: “Tanto quando non si vuole arrivare a niente si fa una commissione d’inchiesta” e se ne andò col sorriso di chi la sa lunga.
Non è proprio così. Una commissione servirebbe sì se fosse seria. Ma nella storia politica italiana ce ne sono state poche. Alla fine sono sempre prevalsi gli interessi politici sulla verità, all’insegna di un “salviamoci tutti”. “Noi vi salviamo i vostri e voi salvate i nostri”. Non succederebbe così anche oggi?
Se fosse seria la commissione d’inchiesta si proporrebbe non solo di sapere come sono andate le cose nelle quattro banche, non solo di certificare se e semmai chi ha guadagnato con operazioni del tipo di insider training (di quelle che negli Usa, ad esempio, prevedono pene da mettere i brividi) non solo se e quanti conflitti di interesse si sono aggirati nei mesi del governo Renzi, ma, se fosse seria la commissione d’inchiesta farebbe luce sul lato oscuro della vicenda, cioè sulle voci che da tempo indicano in questa ed altre banche una concentrazione massonica insidiata soltanto da CL e Opus Dei.
E’ vero o non è vero? E’ vero che in Toscana tutto è così? E’ vero che anche Verdini rientra in questa categoria? E’ vero che anche il Monte dei Paschi è una storia di questo tipo? E via dicendo. Ecco: se funzionasse, la commissione su Banca Etruria e le altre, bisognerebbe che facesse luce una volta per tutte. E’ verosimile, questo? Penso di no, a meno che la pressione dei cittadini ingannati non faccia il miracolo. A meno che la si smetta di sghignazzare e si cominci a capire che la vita è qualcosa di più serio di un gioco di ragazzi, anche se sono quelli della Leopolda.
Nella relazione finale della Commissione Anselmi si legge: “A completare il quadro concorrevano inoltre, i contatti emergenti con esponenti di numerose banche pubbliche e private per alcune delle quali le presenze (nella loggia P2 n.d.r.) erano particolarmente significative per qualità e rappresentatività, come per la Banca Nazionale del Lavoro (quattro membri del consiglio di amministrazione, il direttore generale, tre direttori centrali di cui uno segretario del Consiglio), il Monte dei Paschi di Siena (il Provveditore), la Banca Toscana (il direttore centrale), l’Istituto centrale delle casse rurali ed artigiane (il presidente e il direttore generale), l’Interbanca (il presidente e due membri del Consiglio), il Banco di Roma (due amministratori delegati e due membri del consiglio di amministrazione). Infine: il Banco Ambrosiano col presidente e un membro del consiglio di amministrazione. Soltanto il Monte aveva fatto in seguito una inchiesta che mise in luce “casi di trattamento di favore”.”
Allora…Si può fare nell’Italia di oggi una inchiesta seria sulle banche? Sarebbe la miglior risposta… ma Bettino Craxi docet, ancora. La generazione Leopolda sorride, ci sarebbe da vergognarsi.
di Sandra Bonsanti