Egregio Signor Sindaco,
seduto alla mia scrivania, davanti al mio computer, dopo essermi svegliato abbastanza presto, come faccio tutte le mattine, ho guardato al di là dei vetri e mi sono accorto che oggi non sarà una bella giornata.
C’è nebbia, l’aria è fredda, tutto è ovattato. Paolo Conte direbbe che si ha l’impressione di trovarsi in un bicchiere di acqua e anice. Però, forse, è la condizione ideale per fermarsi a pensare e a progettare e a prendere coscienza che il sole prima o poi arriva.
Noi ci conosciamo da anni, abbiamo più o meno la stessa età e, alla nostra età, ci si avvia o a diventare saggi o a diventare incoscienti, come dei bambini. Premesso che l’uno non esclude l’altro, io ho scelto di diventare incosciente e per questo motivo le propongo un incontro, un incontro chiarificatore, senza trucchi e senza inganni, senza minacce e ritorsioni, senza controlli polizieschi, con la consapevolezza che si possa discutere di tutto senza censure e raggiri, con la certezza che quello che si dice corrisponda al vero e che non venga, in seguito, manipolato.
L’incontro che le propongo, naturalmente alla presenza di tutta la cittadinanza montese, dovrebbe servire, in qualche modo, a chiarire l’avvilente situazione verificatasi durante la giornata di ieri.
Con una serie di mosse sbagliate, ieri, si è preteso che fosse vera una notizia falsa e priva di fondamento. Dandola a bere al popolo montese ci si è illusi di aver risolto il problema. Ma non è così. Una delibera di giunta non c’è mai stata né può servire a molto, ammesso che fosse stata stilata, perché, per questioni così importanti, come lei mi insegna, è tutto il Consiglio Comunale che prende posizione e delibera. Ma ormai è fatta. Capitolo chiuso e con la solita pietra messa sopra.
Il problema, ora, è quello di fare tesoro di quanto è successo, di accordarsi su scelte precise che la cittadinanza montese, che lei rappresenta in qualità di primo cittadino, dovrà indicare per tentare di risolvere una questione che sicuramente non arricchirà né i montesi né tutta la Basilicata distruggendo irreparabilmente un patrimonio naturale e culturale di cui tutti noi ci vantiamo quando siamo a confronto con altre popolazioni.
L’orgoglio di appartenere ad un popolo ricco di tradizioni, di storia, di arte, di scienza, di cultura che i nostri avi greci hanno insegnato ai padri dei nostri padri e loro a noi dovrebbe renderci consapevoli che è un patrimonio da difendere e conservare per tramandarlo ai nostri figli. Non è con una manciata di soldi, qualunque essi siano, che si può distruggere un’eredità tale, che non ha prezzo e che è l’unica che ci permetterà di affrontare difficoltà sempre più complicate. Solo con un bagaglio culturale come quello a cui fanno riferimento i due fratelli nel film dei Taviani, Good morning Babilonia, si potrà competere con altre genti e con altre nazioni che non hanno avuto la nostra stessa fortuna.
Per questi motivi le rinnovo l’invito ad un incontro. Fissi pure lei la data e il luogo. Inviti tutta la popolazione di Montescaglioso con la speranza di giungere ad un accordo che preveda una linea comune da seguire e che non ammetta ripensamenti di sorta.
Sono le sette e trenta. Il sole ha disperso la nebbia e ha ripreso a brillare. Voglio vederlo tutti i giorni in compagnia dei miei concittadini.
Un caro saluto
Franco Mazzoccoli
Egregio Signor Sindaco,
seduto alla mia scrivania, davanti al mio computer, dopo essermi svegliato abbastanza presto, come faccio tutte le mattine, ho guardato al di là dei vetri e mi sono accorto che oggi non sarà una bella giornata.
C’è nebbia, l’aria è fredda, tutto è ovattato. Paolo Conte direbbe che si ha l’impressione di trovarsi in un bicchiere di acqua e anice. Però, forse, è la condizione ideale per fermarsi a pensare e a progettare e a prendere coscienza che il sole prima o poi arriva.
Noi ci conosciamo da anni, abbiamo più o meno la stessa età e, alla nostra età, ci si avvia o a diventare saggi o a diventare incoscienti, come dei bambini. Premesso che l’uno non esclude l’altro, io ho scelto di diventare incosciente e per questo motivo le propongo un incontro, un incontro chiarificatore, senza trucchi e senza inganni, senza minacce e ritorsioni, senza controlli polizieschi, con la consapevolezza che si possa discutere di tutto senza censure e raggiri, con la certezza che quello che si dice corrisponda al vero e che non venga, in seguito, manipolato.
L’incontro che le propongo, naturalmente alla presenza di tutta la cittadinanza montese, dovrebbe servire, in qualche modo, a chiarire l’avvilente situazione verificatasi durante la giornata di ieri.
Con una serie di mosse sbagliate, ieri, si è preteso che fosse vera una notizia falsa e priva di fondamento. Dandola a bere al popolo montese ci si è illusi di aver risolto il problema. Ma non è così. Una delibera di giunta non c’è mai stata né può servire a molto, ammesso che fosse stata stilata, perché, per questioni così importanti, come lei mi insegna, è tutto il Consiglio Comunale che prende posizione e delibera. Ma ormai è fatta. Capitolo chiuso e con la solita pietra messa sopra.
Il problema, ora, è quello di fare tesoro di quanto è successo, di accordarsi su scelte precise che la cittadinanza montese, che lei rappresenta in qualità di primo cittadino, dovrà indicare per tentare di risolvere una questione che sicuramente non arricchirà né i montesi né tutta la Basilicata distruggendo irreparabilmente un patrimonio naturale e culturale di cui tutti noi ci vantiamo quando siamo a confronto con altre popolazioni.
L’orgoglio di appartenere ad un popolo ricco di tradizioni, di storia, di arte, di scienza, di cultura che i nostri avi greci hanno insegnato ai padri dei nostri padri e loro a noi dovrebbe renderci consapevoli che è un patrimonio da difendere e conservare per tramandarlo ai nostri figli. Non è con una manciata di soldi, qualunque essi siano, che si può distruggere un’eredità tale, che non ha prezzo e che è l’unica che ci permetterà di affrontare difficoltà sempre più complicate. Solo con un bagaglio culturale come quello a cui fanno riferimento i due fratelli nel film dei Taviani, Good morning Babilonia, si potrà competere con altre genti e con altre nazioni che non hanno avuto la nostra stessa fortuna.
Per questi motivi le rinnovo l’invito ad un incontro. Fissi pure lei la data e il luogo. Inviti tutta la popolazione di Montescaglioso con la speranza di giungere ad un accordo che preveda una linea comune da seguire e che non ammetta ripensamenti di sorta.
Sono le sette e trenta. Il sole ha disperso la nebbia e ha ripreso a brillare. Voglio vederlo tutti i giorni in compagnia dei miei concittadini.
Un caro saluto
Franco Mazzoccoli
Francesco Lomonaco
Camminate ancora ragazzi. Fate sentire ancora forti i passi della vostra protesta. Riempite ancora di cori ed urla gli spazi silenziosi di questa nostra bella terra che si sta appiattendo sempre più sulle logiche del profitto, si sta svendendo agli interessi di una finanza immorale e amorale, si sta annullando dinanzi ad una politica sempre meno “bene comune” e sempre più “interesse privato”. Voi siete la nostra terra, la nostra acqua, la nostra aria. Siete voi la terra che vogliamo coltivare e nella quale affondare le radici del nostro futuro; certo, terra a volte aspra, scomoda e difficile, ma spesso così fertile da dare vita alle piante più belle. Siete voi l’acqua a cui vogliamo attingere e a cui rinfrescarci, perché pura e cristallina come quella che esce da fonti sorgive e come quella che ti rianima quando intorno vedi solo deserto e tutto sembra finito. Siete voi l’aria che vogliamo respirare, perché fatta di ottimismo e non di rassegnazione, di piedi a terra e non di fumosi proclami, di speranza responsabile e non di quel vittimismo che sa tanto di fuga. Noi non abbiamo smesso di sognare anche se la quotidianità dei rapporti a volte ci costringe a difficili e necessarie interlocuzioni, non abbiamo smesso di lottare anche se spesso la mediazione deve prendere il sopravvento, non abbiamo smesso di camminare anche se i nostri percorsi a volte devono rallentare e attendere. Perché anche così si costruisce. Ma voi fateci stare al vostro passo. Nè avanti, né dietro. Non avanti, per non ingabbiare il vostro urlo, non condizionare le vostre richieste, non strumentalizzare la vostra protesta, non cadere nella tentazione di avere sempre qualcosa da insegnarvi. Neanche dietro, per non delegare sempre a voi la rabbia del furto di futuro che stiamo subendo, per non nascondere dietro i vostri volti la faccia di troppi doppi comportamenti, per non lasciarvi preda dei tanti avvoltoi che vi cavalcano o vi trattano con arrogante superficialità. Al vostro fianco, invece. Per tornare a respirare la radicalità di chi non vuole cedere ai compromessi e per condividere la rabbia positiva di chi non intende arrendersi ad un sistema di potere che ci vuole servi sciocchi e obbedienti. Perché solo al vostro fianco ci sarà più facile capire, ma anche far capire, che dialogare non è svendersi, riconoscere il positivo non significa non mettere il dito in tante ferite, collaborare non vuol dire farci imbavagliare, stringere mani non significa far finta che non poche fra esse sono sporche. Cari ragazzi anche noi come voi, e come chissà quanti altri, non sappiamo quanti sono i pozzi presenti in Basilicata, sappiamo però che il nostro oro non ha il colore nero del petrolio e di una democrazia mai così pallida, ma i colori vivaci della vostra appassionata radicalità, della vostra disobbedienza, della vostra sana ribellione.
Don Marcello Cozzi