domenica 22 Dicembre 2024

Petizione: cambiare le leggi sul diritto d’autore.

La normativa italiana attualmente in vigore, in materia di diritto d’autore, è fuori dal tempo e priva di qualsiasi sensato collegamento con la realtà delle nuove tecnologie digitali, oltre che garante di interessi che non è possibile definire generali, o condivisi. La recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione ne mette a nudo non solo l’anacronismo, ma anche lo scollamento con le esigenze di una fetta sempre crescente di popolazione e una mancata comprensione generale delle dinamiche che regolano (e non da oggi) l’autentica acquisizione di conoscenza.

Altroconsumo, associazione per la difesa dei consumatori, ha avviato una petizione affinché sia modificata la legge sul diritto d’autore.
Si chiede che i consumatori non vengono criminalizzati e che siano eliminate le sanzioni penali attualmente vigenti per chi scarica e condivide in Rete contenuti protetti senza scopo di lucro. Sanzioni che non sono commisurate alla gravità effettiva del reato, previste da leggi emanate non per il bene della collettività ma per proteggere l’interesse di pochi.

La Legge Urbani è ancora in vigore e non possiamo continuare ad ignorare che nel nostro Paese si possa subire una condanna penale per la condivisione a scopo personale e non di lucro di un eBook, un film, una canzone attraverso Internet. Continuare ad ignorare tutto questo vuol dire essere noi stessi responsabili se chi ci rappresenta in Parlamento non sente, non vede, non ricorda le promesse.

Allora coraggio! Contribuisci anche tu a smuovere le acque!

Firma la Petizione
E’ importante che anche tu firmi questa petizione e la faccia firmare a tutti quelli che conosci e che condividono queste motivazioni.


Invia la seguente email
La petizione non deve passare inosservata e dobbiammo aiutare i nostri politici a legiferare in modo da tenere conto della nostra realtà, che è la realtà di milioni di utenti di Internet e delle nuove tecnologie di scambio file peer-to-peer.

Vi invitiamo ad inviare la seguente email:

  1. Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli
  2. Al Presidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, Pietro Folena
  3. Ai segretari dei partiti di maggioranza
  4. Agli onorevoli Deputati, agli onorevoli Senatori

Sostituite XXXXX con il vostro nome e cognome.

Testo della email
Scarica il testo della mail in .txt
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Citazione:
 
 
     
  OGGETTO: Petizione: modificare le leggi sul diritto d’autore

Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli
Al Presidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, Pietro Folena
Agli onorevoli Deputati,
Agli onorevoli Senatori

Egregi membri del Parlamento Italiano,
mi chiamo XXXXX, e sono un vostro elettore ed un cittadino italiano.
Recentemente, una sentenza della Suprema Corte di Cassazione ha giudicato non colpevoli due cittadini accusati di aver illegalmente condiviso opere protette da copyright su Internet, in quanto non c’era stato lucro. E’ evidente quanto sentita sia la necessità di rivedere le leggi in materia di Copyright.
Con la presente, vi invito a prendere visione della petizione organizzata da Altroconsumo, celebre associazione per la difesa dei consumatori, affinché sia modificata la legge sul diritto d’autore.

La petizione è consultabile al seguente indirizzo:
http://2url.org?petizione_altrocons

Vi chiedo di rivedere le attuali norme a tutela del diritto d’autore considerando, oltre alle indicazioni contenute nella sopracitata petizione, anche i seguenti punti universalmente condivisi dal Popolo Della Rete, ovvero l’insieme di tanti cittadini che come me vedono in Internet e nella condivisione di opere multimediali, testi ed idee una grande occasione di crescita del singolo e della collettività verso una società più giusta e democratica.

Occorre rivedere le leggi sul copyright per:

1. Ridare al legislatore nazionale il potere legislativo.
I progetti di legge sul diritto d’autore nell’epoca digitale seguono una direttiva europea adottata nel 2001, che ha fatto diventare diritto comunitario gli accordi internazionali firmati all’OMPI (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale) nel 1996. Questi accordi erano stati firmati da funzionari senza legittimità elettorale. I legislatori stanno adottando leggi basate su proposte vecchie di 10 anni, quando Internet era ancora in fasce e la tecnologia peer-to-peer odierna non esisteva (Napster è nato nel 1998). La situazione in dieci anni è profondamente cambiata. Dieci anni fa Internet era utilizzata principalmente da professionisti dell’editoria, della musica e del cinema. Oggi ci sono milioni di blogger, podcaster, forummisti, wiki, siti personali. Per questi motivi il diritto d’autore non può più essere considerato di interesse solo per pochi specialisti perché nella realtà odierna riguarda la vita di milioni di cittadini. Non possiamo continuare a legiferare secondo idee vecchie di dieci anni.

2. Ridurre la durata del diritto d’autore.
Il diritto d’autore ha avuto origine come un sistema per equilibrare la necessità di incoraggiare le creazioni dando un monopolio temporaneo all’autore e il bisogno di garantire un libero accesso alle opere rendendole di pubblico dominio. La durata del diritto d’autore, che determina l’ingresso di un opera nel pubblico dominio, è una variabile molto importante. Attualmente la legge tutela il diritto d’autore di un’opera per 70 anni dopo la morte dell’autore. Quale creatività occorre salvaguardare ed incoraggiare in una persona morta decine di anni prima?
Il risultato è che le case discografiche (che sono persone giuridiche ma beneficiano degli stessi diritti delle persone fisiche) hanno più interessi a finanziare una compilation di canzoni di artisti defunti che non a promuovere i giovani artisti. Il mondo dell’informatizzazione accelera ad un ritmo in costante crescita e la durata del diritto d’autore si allunga attraverso i secoli. E’ illogico e controproducente.

3. Non legiferare in base ad angosce e supposizioni.
Nessuno studio serio ha dimostrato la relazione causa-effetto tra la diminuzione delle vendite dei CD e lo scaricamento “illegale”. Ma la storia insegna. Le stesse paure erano state espresse alla comparsa del piano meccanico, della fotocopiatrice, delle radio, della televisione, del magnetoscopio, del mangianastri… . Ad ognuna di queste invenzioni l’industria aveva annunciato la propria triste ed inesorabile fine, ma ogni volta è riuscita ad aumentare i profitti proprio beneficiando di queste innovazioni. Il legislatore non deve legiferare in base ad angosce e supposizioni ma in base a quello che è giusto per il bene della collettività non dei singoli privati.

4. Creare un fondo pubblico di aiuto alla creazione di nuove opere.
Oggi ciascun internauta può diffondere le opere che crea. Moltissimi siti ed iniziative su Internet promuovono la diffusione di opere di artisti che accettano di vedere le proprie creazioni scaricate gratuitamente e liberamente. Ma la buona musica soprattutto di alcuni generi musicali non è sempre possibile registrarla in ambiente domestico. Bisogna dare a questi artisti mezzi tecnici e finanziari che solo le case discografiche possono attualmente offrire ma che nei fatti ffrono a carissimo prezzo. Lo Stato e le collettività locali potrebbero prevedere sussidi per la creazione di opere che si ha intenzione di offrire liberamente a tutti.

5. Incoraggiare una concorrenza tra società di gestione.
Una buona parte degli incassi della SIAE sono utilizzati per la gestione della SIAE stessa. Purtroppo non c’è concorrenza. La SIAE non è incentivata a ottimizzare la gestione per massimizzare la quota spettante agli artisti. La legge deve incoraggiare la nascita di società di gestione alternative, come accade negli Stati Uniti.

6. Permettere a tutti di diventare distributori di musica.
I grandi magazzini non hanno nessun interesse ad utilizzare Internet, dove tutto è accessibile a tutti in qualsiasi momento ed in ogni luogo. Questo monopolio nella distribuzione è un freno alla diversità culturale e all’abbassamento dei prezzi. Per questo motivo le case discografiche accordano i diritti dei propri cataloghi solo alle grandi catene, impedendo ad altre offerte legali innovative di vedere la luce. Un sistema di licenza obbligatoria per accedere ai cataloghi, dove le condizioni d’accesso siano seriamente regolamentate da un’Autorità di garanzia, assicurerebbe una migliore concorrenza al mercato.

7. Non danneggiare lo sviluppo di Internet a vantaggio dei vecchi media.
Le radio del futuro sono le offerte podcasting personalizzate. Oggi le radio tradizionali hanno il diritto di diffondere le canzoni senza chiedere l’autorizzazione alla casa discografica (pagando SIAE). Le webradio e i podcaster non hanno questa possibilità. Le attuali normative sul diritto d’autore creano uno squilibrio del mercato e costituiscono un freno all’innovazione.

8. Rimettere in discussione la cronologia dei media.
Il mercato del cinema è perfettamente organizzato. Dall’uscita dei film nelle sale alla vendita in DVD devono passare 6 mesi, 9 mesi per poter essere presi a noleggio, 12 mesi per essere trasmessi dalle pay TV e 2 anni per vederli sui canali in chiaro. Questo sistema ha permesso a tutti di trovare un proprio ruolo attraverso una concorrenza vera.
La presenza di Internet ha reso questo sistema obsoleto se si pensa che tutte le novità cinematografiche sono disponibili sulle reti P2P dal momento della loro uscita.

Con franchezza,
XXXXX
Cittadino italiano, Scambista ed Internauta

 
 

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Le email dei nostri Parlamentari possono essere trovate ai seguenti indirizzi dove sono state rese tutte pubbbliche: Camera e Senato. Per comodità alleghiamo i file .txt delle email pronte all’uso e divise per gruppi parlamentari:
immagine in linea Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli: RUTELLI_F@CAMERA.IT
Presidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, Pietro Folena: FOLENA_P@camera.it
Segreterie di alcuni partiti

Pacchetto indirizzi email dei Parlamentari: Scarica email Parlamentari (contiene le email di molti Parlamentari appartenenti a diversi gruppi così come compaiono sul sito di Camera e Senato. Le email sono inserite in file .txt pronte per essere utilizzate nei campi CC dei vostri client). Per l’elenco completo consultate questi siti per Camera e Senato.

immagine in lineaSe non sei ancora convinto dell’importanza che anche tu nel tuo piccolo faccia qualcosa anche di semplice come firmare una petizione o inviare una email ti invitiamo a rileggere i seguenti articoli:
Focus sugli emendamenti alla Urbani
Condividere non è rubare
Decreto Urbani e p2p illegale. Intervista allo studio legale
Trovare un equilibrio tra copyright digitale e diritti dei consumatori
Il Possesso delle Idee
Pene commisurate al reato su Peer-to-Peer!
Intervista al Dott. Enzo Mazza, direttore responsabile FIMI
Urbani, P2P e Telecom Italia a cura del direttore di Punto Informatico
Il Governo contro il P2P (anno 2004)
File Sharing: seme di una futura rivoluzione culturale
P2P – Disubbidienza civile

Se vuoi sostenere la petizione diffondi la voce, parlane sul tuo blog, col tuo vicino di casa, inserisci un link sul tuo sito…. Puoi usare se vuoi uno dei seguenti banner:

P2P Forum Italia


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