mercoledì 20 Novembre 2024

Servizio Pubblico

Parlare di “servizio pubblico” sta diventando di nuovo di grandissima importanza nella nostra Italia di oggi. Grazie alla mala gestione e alle furberie dei politici che hanno fatto razzia di risorse pubbliche, molti servizi che dovrebbero essere garantiti ai cittadini stanno gradualmente scomparendo o se restano diventano a pagamento (quindi il cittadino paga due volte). Trenitalia, Enel, Alitalia, Autostrade, Telecom, Poste, ecc….sono aziende che hanno come “clausole di base” quelle di garantire il servizio pubblico a tutta la popolazione italiana. Perchè sono nate in monopolio e finanziate dai nostri soldi.

Purtroppo tutte queste realtà, con il passare del tempo e delle gestioni, sono entrate nel mercato come fossero normalissime aziende private badando ai profitti e dimenticando, ahimè, il dovere di garantire il servizio. Se un’attività non porta utili non si eroga il servizio. Questo è il comendamento a cui tutti obbediscono, con buona pace della “garanzia del servizio” che ha permesso all’azienda di avere quella posizione di mercato. Il servizio pubblico deve avere caratteristiche di erogazione che sono in contrasto con il profitto. Se non c’è ricavo nel portare la linea telecom a 4 case sperdute lo si deve fare lo stesso, perchè è servizio di pubblica utilità.

Questo concetto è purtroppo caduto (volutamente?!?) nel dimenticatoio e nonostante negli ultimi anni sempre più garanzie vengono sottratte al cittadino, pochi hanno ritenuto utile rimarcare questo aspetto e aprire una forte discussione sul tema. Sembra evidente che bisogna tornare alle basi, al significato primordiale delle cose. La persona morta dopo quattro giorni al pronto soccorso ha fatto quella fine perchè l’orientamento anche nella sanità è quello che un’attività se “in perdita” non si fa. Ma secondo la vostra opinione, può la sanità essere un’attività da considerare fattibile solo se porta ricavo? E’ chiaro di no.

Le mie considerazioni prendono spunto dalla situazione nel nostro paese e in particolare dall’ultima fatica del nostro inossidabile Zodd. Michele ha pensato e realizzato, con l’aiuto di alcuni volenterosi, il progetto della webcam in piazza. Tale progetto è stato autofinanziato con il ricavato della festa di Montenet e con il tempo e la fatica di un manipolo di uomini. E’ possibile che la prospettiva si è completamente capovolta? E’ possibile che oramai è il cittadino a sentire il bisogno di fare qualcosa per il bene comune, di realizzare un progetto i cui benefici siano per tutti, senza ricavare alcun compenso? 

Il mio intento non è quello di lodare Michele ne di affermare che la web in piazza sia di per se un servizio utile ai cittadini; quello che voglio sottolineare con forza è l’approccio totalmente differente che molti di noi dovrebbero avere. Si deve pensare al fatto che la nostra comunità montese ha bisogno di ogni singola forza, di ogni contributo possibile per crescere e migliorare la qualità della vita.

E’ paradossale il confronto fra chi da tanto senza chiedere niente e chi è pagato per pensare a tutti i cittadini e al contrario non lo fa. 

Non voglio fare facili accuse o del banale populismo, ma è mai possibile che dalle classi dirigenti non arrivi mai nulla? Mai un’idea, mai un concetto innovativo, mai qualcosa che sia al servizio di tutti i cittadini? E’ mai possibile che devono essere sempre i cittadini a industriarsi per creare qualsiasi cosa, attraverso le associazioni e i movimenti? 

Davvero non voglio fare polemica, vorrei spronare tutti a seguire lo Spirito di Michele, soprattutto chi è in politica e quindi ha più strumenti per farlo. Personalmente ho molta fiducia nei giovani, abbiamo degli Assessori giovanissimi al Comune, che idee hanno? A cosa stanno pensando per cittadini? Io mi aspetto molto da loro, non credo di essere esigente.

Anche la cosiddetta opposizione, quando finirà l’atteggiamento di sola “sterile polemica” verso chi amministra senza realizzare una minima idea a prescindere? Che concetti avete di comunità? Quali progetti per il bene comune vengono sviluppati nelle sedi di partito? I partiti hanno uonimi e mezzi per essere continue fucine di “cose nuove”, perchè devono attivarsi solo in fase elettorale? Poi si meravigliano quando la gente non crede più nelle strutture partitiche. Quanti progetti “web cam in piazza” potrebbero realizzare se solo lo volessero?

Il concetto di Servizio Pubblico porta con se una serie di concezioni democratiche e civili che dovrebbero essere il fulcro della vità di una comunità. Tutto questo è stato sovvertito da un cieco arrivismo personale che è perpetrato in molti ambienti, un personalismo ottuso che spesso è tramandato da padre in figlio, da madre in figlia.

Mi rivolgo ai giovani: ricordate che i “vecchi”, i cui consigli spesso anelate, sono direttamente e indirettamente i responsabili del baratro in cui siamo finiti. Come possono esserne la soluzione o diventare ad un tratto lungimiranti? 

Svegliamoci, il mondo è nostro! 


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