L’INCHIESTA
Svizzera, 6mila miliardi di titoli Usa falsi
La procura di Potenza ha ordinato ai Carabinieri del Ros di sequestrare buoni del Tesoro statunitensi falsi per un valore intorno ai 6mila miliardi di dollari
MILANO – Titoli di stato Usa falsi, per un valore di seimila miliardi di dollari – più del doppio dell’intero debito pubblico italiano – sono stati sequestrati in Svizzera dai carabinieri del Ros per ordine della Procura della Repubblica di Potenza. I titoli falsi erano contenuti in tre casse, solo apparentemente della Federal Reserve. Il fine era di utilizzarli come garanzie a fronte di finanziamenti. La “totale falsità ” dei titoli, “emessi” nel 1934 dalla Federal Reserve, è stata accertata da funzionari della stessa Banca centrale americana e da personale in servizio presso l’Ambasciata Usa a Roma. Dalle indagini – che hanno portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei riguardi di otto persone – è emerso che le tre casse, con i titoli falsi, erano state trasportate da Hong Kong a Zurigo nel gennaio del 2007 e prese in carico da una società fiduciaria elvetica. I rappresentanti dell’ambasciata americana hanno certificato la falsità dei Bond, stupendosi della “perfezione” con cui sono stati realizzati alcuni certificati
L’indagine è stata diretta dai pubblici ministeri Francesco Basentini e Laura Triassi, coordinati dal Procuratore della Repubblica Giovanni Colangelo, ed ha avuto origine da indagini dei carabinieri del Ros del capoluogo lucano su una presunta associazione mafiosa attiva nell’area del Vulture-melfese, in provincia di Potenza, che avrebbe operato anche nel settore dell’usura. Nel corso dell’inchiesta è emerso, anche attraverso intercettazioni telefoniche, che alcuni indagati, insieme ad altre persone di nazionalità straniera, erano coinvolti in un giro illecito di affari che riguardava anche titoli di Stato americani. Un primo riscontro si ebbe nel settembre 2010 a Roma, dove i carabinieri del Ros sequestrarono nell’abitazione di un indagato alcuni titoli di stato americani, anche questi falsi, del valore di 500 milioni di dollari.
Otto le persone indagate, tre delle quali finite in carcere: Rocco Menzella (69 anni), ex sindaco di Montescaglioso (Matera), Sebastiano Nota (73) di Carmagnola (Torino) e Francesco Travaini (61) di Codogno (Lodi). Tre sono ai domiciliari: Simeone Ghiglia (71) di Mondovì (Cuneo), Claudio Mangogna (62) di Roma e Adriano Perin (52) di Torino. Arrestati anche gli altri due uomini (Bruno Casciani, 68 anni di Roma, e Salvatore Incandela, 60 anni di Trapani) che questa mattina risultavano irreperibili.
L’operazione che ha portato al sequestro di falsi Bond degli Stati Uniti per un valore complessivo di circa seimila miliardi di dollari “è la più grande di sempre per questo tipo di indagini”: gli investigatori sono “ancora al lavoro”, ma “è emersa una rete internazionale intorno a questi titoli, con persone coinvolte in molti Paesi” e “tentativi di ‘piazzarli’ sul mercato che sono proseguiti fino allo scorso gennaio”. Lo ha detto stamani, a Potenza, il Procuratore della Repubblica, Giovanni Colangelo, il quale ha anche ipotizzato che ci siano “ancora dei Bond” nascosti in qualche istituto di credito internazionale, e “ancora molti soggetti coinvolti”. Secondo fonti della procura, la “rete” internazionale che ha organizzato la truffa potrebbe essere stata interessata anche all’acquisto di plutonio. Dalla documentazione acquisita dai magistrati, è emerso che uno degli arrestati, Francesco Travaini, di 61 anni, ritenuto personaggio di rilievo dell’inchiesta, aveva avviato trattative “con alcune non ben individuate autorità americane” – è scritto negli atti – per la vendita dei titoli fasulli. Gli States, infatti, avendo forse saputo ancor prima del sequestro dell’esistenza dei bond taroccati, avrebbero mostrato interesse a venirne in possesso per evitare che fossero messi in circolazione. Intermediario dell’operazione, non andata in porto, sarebbe stato un avvocato di Milano.