Un’opera dello scultore ungherese Amerigo Tot a Montescaglioso
Vi racconto di una piccola scoperta fatta a Monte da Alberto Parisi (corrispondente della Gazzetta). Il muro in calcestruzzo del basamento esterno della scuola media, per intenderci, lo strano muro realizzato con decori geometrici su viale Giovanni XXIII, sarebbe da attribuire all’architetto Amerigo Tot, uno dei più importanti scultori moderni europei. L’opera è stato segnalata a Parisi da un esperto in visita a Montescaglioso durante il rally dello scorso Ottobre. Lo scultore/architetto è nato in Ungheria ove la città natale, Pechs, gli ha dedicato un intero museo. Ha però lavorato molto in Italia negli anni cinquanta e sessanta. Tot è noto per la capacità di plasmare il calcestruzzo anche armato, che nelle sue mani da puro e semplice elemento strutturale, diviene, come a Montescaglioso, vera e propria scultura. L’artista ha operato soprattutto a Roma ma anche in Puglia (dove ha insegnato a Bari) ed ha soggiornato (credo) a Matera. Dovrebbe aver realizzato il muro della scuola media su incarico dell’architetto materano Masciandaro progettista della scuola, esponente dei movimenti d’avanguardia dell’architettura degli anni cinquanta. Altri interventi simili a quello di Montescaglioso sono un grande pannello in un edificio pubblico di Brindisi e soprattutto il notissimo decoro della pensilina della stazione Termini a Roma. Probabilmente potrebbe attribuirsi a Tot anche il rilievo in ceramica sulla facciata della scuola media. Ma questo è meno sicuro. Comunque le forme addolcite e arrotondate di questa scultura sembrano molto simili ad altre opere dello scultore ungherese visibili sul web. Ho chiesto al Comune di Montescaglioso ( richiesta contenuta nelle osservazioni al N.R.U presentate dal CEA all’Assessore ai Lavori Pubblici) che il progetto di ricostruzione della Scuola Media preveda la conservazione del muro e del rilievo policromo. Analoga richiesta anche da parte di A. Parisi che sulla Gazzetta di oggi pubblica un’intera pagina dedicata al ” muro “. Ecco un s.o.s alla diaspora di montesi tramite Monte.net. Fino a questo momento nonostante gli sforzi di Alberto Parisi e di altri non sono stati rintracciati in loco documenti attestanti per esempio l’incarico allo scultore. L’attribuzione avviene sulla base di raffronti con l’opera di Brindisi e Stazione Termini e sembra non lasciare dubbi. Le ricerche sul web sono senza esiti, salvo la presenza di notizie varie sullo scultore. Le biblioteche locali non hanno dotazioni significative sull’arte contemporanea e moderna. Inviterei chi frequenta grandi biblioteche per ragioni di studio a effettuare qualche ricerca sullo scultore ungherese nella speranza di rintracciare riferimenti più precisi a Matera e Montescaglioso, ed a veicolarle tramite monte.net. Il paesello, a quanto pare può vantare anche opere di arte contemporanea, e la cosa mi sembra parecchio interessante. Soprattutto penso sia utile salvare il muro / scultura a pochi giorni dall’inizio della demolizione della scuola. La presenza dell’opera sicuramente non ” danneggia ” la nuova scuola ma anzi ne aumenterebbe la valenza. Prendiamo esempio da Matera (una volta tanto) nota non solo per i Sassi ed il patrimonio rupestre ma anche per l’urbanistica e le opere dei maggiori architetti italiani legate alla costruzione dei nuovi quartieri degli anni 50/60. Franco C.
Cortesemente, se qualcuno è in grado di controllare in qualche biblioteca un catalogo monografico che illustra l’opera di Amerigo Tot curato da G. Vigorelli nel 1978, per i tipi delle Edizioni Carte Segrete. Non conosco, però, il titolo esatto. Magari viene fuori qualche riferimento a Montescaglioso ed alla Basilicata. Franco C.
Franco, ci potrei provare io, ma solo a fine settimana, spero che qualcuno possa farlo prima di me, vista l’urgenza.
Perchè non proviamo a contattare qualcuno del MUSMA?
Loro dovrebbero essere più sensibili alla questione.
Perchè non chiedere a Lucia Laterza di fare da tramite per sollevare un movimento d’opinione al riguardo?
Non so, è un’idea.
io fino a questa settimana ho le mani legate, o meglio non ho per niente tempo.
Spero di poter essere d’aiuto a breve.
topobiche_81
Ho controllato sul catalogo della Biblioteca Nazionale di Firenze e risultano 2 testi monografici su Amerigo Tot, uno è quello che accennava Franco, il cui titolo è il solo nome, l’altro è “Le tavoliere de Amerigo tot”, sempre a cura di G.Vigorelli ma credo edito in Francia e poi tradotto e pubblicato in Italia nel 1956. Se riesco ci faccio un salto e vedo se vi è citato Monte da qualche parte.
Alla prox
Biblioteca Nazionale di Torino, l’unica della regione Piemonte a possedere un volume riguardante Amerigo Tot: Il Tavoliere di Amerigo Tot, Editalia Edizioni d’Italia, Roma 1956, a cui accennava già Benna.
Oltre a varie foto del Tavoliere – si tratta di una serie di bassorilievi eseguiti da Tot sul frontale della Cassa di Risparmio delle Puglie di Bari, nel 1956 – e schizzi preparatori, il fascicoletto contiene una breve introduzione dello stesso Giancarlo Vigorelli che ha curato il catalogo di cui parla Franco.
Il volume non può uscire dalla biblioteca. Sono comunque riuscita a fotocopiare l’introduzione che riportio integralmente in calce, scusandomi se in tal modo il post raggiunge dimensioni elefantiache.
Mi rendo conto che non tutti avranno voglia di sorbirsi l’italiano leggermente retorico di Vigorelli – molto 1956! -; si sappia che dall’articolo è possibile dedurre che:
1) Nel 1956 Amerigo Tot si divideva tra Roma e le Puglie. Non si fa menzione della Basilicata: le città nominate sono Bari, Lecce, Foggia, Taranto Brindisi;
2) Vigorelli identifica ed isola, all’interno del percorso artistico dello scultore ungherese, un periodo – dal 1946 al 1956 – “ancora aperto su un astrattismo che veniva più da una gonfia scrittura cuneiforme che dalla grafia telegrafica degli astrattisti delle ultime leve”. Con i bassorilievi del Tavoliere, Tot sembra uscire da questa fase per prediligere “una rappresentazione tutt’altro che formale, e meno che meno edonistica e retorica: qui l’uomo è dato, come in una composizione arcaica o medievale, nella sua esatta ed esemplare elementarità, che è morale prima d’essere formale, e perciò vi riconosciamo l’uomo di oggi, spoglio ma non impoverito, semplificato senza essere astrattizzato, drammatico ma così aperto ad una speranza di sè e delle cose”;
3) Vero il punto 2), la presunta opera di Montescaglioso andrebbe collocata tra il 1946 e il 1956, nella fase che Vigorelli definisce astrattista. Lo si capisce meglio se si guarda al Tavoliere di Bari, visibilmente diverso dalle opere astratte del decennio precedente.
In realtà queste informazioni non dicono granchè di nuovo. B
Bisognerebbe procurarsi – oltre al già evocato catalogo monografico curato da Vigorelli nel 1978 – quest’altro testo: Mario Bologna, Amerigo Tot. Strutture dal 1933 al 1976, Edizioni Arco, 1976.
Buona lettura
Lucrezia
Giancarlo Vigorelli, Presentazione a Il Tavoliere di Amerigo Tot, Editalia Edizioni d’Italia, Roma 1956.
In queste giornate di Budapest, Tot, benché ne avesse tuttora nel sangue i sussulti felici per averle compiute da poco, stentava a voltarsi indietro a guardare le figure dei suoi bassorilievi lasciati a Bari sul frontale della Cassa di Risparmio delle Puglie.
Ed a me, invece, accade il contrario, perché non mi è possibile, in giornate come queste, non voltarmi indietro a guardare la sua figura di uomo, prima ancora di tentare un discorso sul suo lavoro di scultore. Non posso non ricordarmi – e ricordarvi – che è nato a Csurgo, nel fondo della «puszta» ungherese, e che lì, figlio di contadini, ha impastato le prime statue col fango appena smosso dei carri. Non posso non riandare a quella sua infanzia bruciata sulle rive del Balaton, dove raccattava dall’arena i primi sassi levigati e già era incerto se adorarne le forme eterne o se violentarle perdutamente, e presto quel lago gli diventerà troppo angusto e chiuso, e il suo bateau ivre solcherà tutti i sargassi dell’avventura, Berlino, Dessau, Parigi, Amburgo, Kronstadt, le isole Aaland, facendo tutti i mestieri, poi Dresda con Otto Dix, e finalmente l’appuntamento con Roma. Non posso non fare i conti col suo sangue antico e nomade; con quel braccio gigante da officina di Vulcano; con quel volto che è gia una cava di marmo, e la fronte ininterrotta che lo attraversa, quando vi cade di scatto il ciuffo dei capelli, sembra macchiarsi di un occhio di ciclope.
In queste giornate (lo incontravo trafelato e sconvolto a Piazza di Spagna, al Babuino, a via Margotta, a Piazza del Popolo, o insaccato nel montgomery dietro i cristalli appannati del «Canova», senza neppure riuscire a buttarsi su una sedia), quando mi voltavo a guardarlo, nelle ore più tremende delle «ultimissime» dei giornali della sera, Tot era davvero un gigante ferito, un ciclope annientato. Aveva dato vita, splendidamente e furiosamente, e così da poco tempo, a una terra prediletta, le Puglie, dove ha già lasciato più di un segno del suo lavoro e dove la Cattedrale di San Nicola aspetta da lui le porte; aveva ritirato appena quel pollice smanioso da una o da un’altra figura di quel vasto coro regionale, su questo o quel dettaglio del suo omaggio a Bari, a Lecce, a Foggia, a Taranto, a Brindisi, e Tot – ora – mi stava invece di fronte, condannato ad assistere, da lontano, esule alla morte della sua terra-
Passava quella mano pesante sugli occhi, come se volesse cancellarsi dalle orbite la festa di spighe, di tabacco, di gelsomini, di ulivi, di uve, celebrata in quel Sud appena lasciato. Era annichilito: proprio sul corpo offeso della sua patria di origine, veniva infranto il più bel simbolo augurale di quei bassorilievi di Bari: l’Occidente e l’Oriente che si danno la mano.
Salutato l’uomo Tot, e riconfermando che nella esplosione avventurosa ed anarchica della sua vita è andato trionfando ormai quell’ordine autentico ma implacato che è il premio di coloro che Baudelaire chiamava i «veri viaggiatori», salutiamo senza separarlo lo scultore Tot, e quest’ultimo lavoro in terra di Puglia.
Nato in Ungheria nel 1909, sono venti anni che lavora in Italia: certo la sua è una scultura di radice mediterranea, e non ha niente da spartire con quel figurinismo mitteleuropeo delle scuole tedesche, che pure ha frequentato. Non conosco le opere di Toto, prima dell’arrivo a Roma. Se mai, c’è ancora qualche traccia nordica in quel legno del ’36, Le tre vedove, di un evidente simbolismo manierato; ma la galleria dei ritratti, in bronzo o in granito, tra il ’37 e il ’38, è scopertamente «italica»; e da allora, pure in una moltiplicazione di metamorfosi, Arrigo Tot è diventato davvero, nel miglior senso antico e moderno, un artista italiano.
L’italianità, è chiaro, né per lui né per altri, è una misura geografica. E meno che meno, una misura di convenzione e di accademia. Sappiamo bene, infatti, cos’è l’italianismo, in arte e nel costume: non è che una melensa antologia di canoni greco-romani all’insegna di un ordine che ben presto risulta vuoto o addirittura marcio. Insomma, è il nostro atavico prefascismo: l’imperatore e il pompiere si scambiano le parti, e fatalmente l’uno e l’altro vestono l’orbace e portano gli stivali! L’italianità – o meglio è dire l’italicità – autentica, invece, è una oscura e lunga storia di sedimenti, di contaminazioni, di incroci. Per paradosso si può arrivare a sostenere che questa ideale italicità, più che appuntarsi ai fulgori di Atene e di Roma, trae la somma dei suoi elementi proprio dalle esperienze e anteriori e posteriori a quei fulgori; in parole semplici, l’italicità va assunta, e desunta, all’infuori dei cosiddetti periodi d’oro della classicità greco-romana.
Il Berenson, a questo punto, ci accuserebbe, non a torto, di volere contrapporre decadenza a classicità: «decadenza è decadenza – ha scritto nel suggestivo saggio L’Arco di Costantino -, e non Semplificazione, Simbolizzazione, Sublimazione, e qual’altra Astrazione»; tutte forme minori, che egli dichiara d’essere pronto a riconoscere e ad ammirare, «purché non sia con sacrificio della Forma». Il Berenson, si sa, difende ad oltranza la legge della morfologia ed anzi della antropomorfologia; e, per mio conto, potrei accettarla, non essendo troppo disposto a cedere alle seduzioni dell’astrattismo o restandone incapace; ma non si può intrattenerci oltre col gran maestro di Settignano, come la sua autorità e l’affabilità meriterebbe, quando passa a fare coincidere il suo antropomorfismo con quel formalismo compendiato dal dodecalogo dell’anatomia, del modellato, del panneggio, eccetera, eccetera, perché allora la classicità decade al classicismo più formale ed in fondo amorfo.
Ogni formalismo, è già un amorfismo: il più deteriore. L’abbandono della forma, infatti, non è sempre dovuto a quelle decadenze, che il Berenson cerca di giustificare persino storicamente (e non a caso, L’Arco di Costantino si chiude su questo stupore: che, allora, occorsero sette secoli per abbandonare la forma, mentre, oggi, all’artista contemporaneo bastano soltanto alcuni anni per abolirla…); ma, a vedere bene, lungo l’intera storia dell’arte, è sempre stato in atto un abbandono che direi critico della forma, quell’abbandono e persino quello sfregio cioè che un artista autentico non può non consumare, quando avverte il pericolo di rimanere schiavo della forma stessa. L’artista che non attenta alla forma, è già fuori dell’arte; ed è il ripetitore sterile, più che non il fertile imitatore della forma e della natura.
Tornando a Tot, la tentazione del classicismo, dell’italianismo, del formalismo, se la scrollò subito di dosso. Per lui, si ripeteva la parabola del barbaro arrivato a Roma: subiva l’incantesimo solare della classicità, ma rifiutava gli abbagli della romanità. Capì subito che l’Italia è una perenne zona di scavi, ma che quel che è genuinamente italico forse è ancora sotto terra. Scoprì la Grecia delle isole, non di Atene; scoprì l’Italia etrusca, non quella imperiale; confrontate il Ritratto del ’38 con Il Profeta del ’40, e vedrete se non è vero. In questo viaggio alle origini, affiorano anche quelle che erano le sue radici lontane: quel tanto, o quel poco, di tartarico e di gotico che c’è nel suo sangue. Ma, anche qui, la parabola poté ripetersi, e capovolgersi: il barbaro Tot non avvertì più il complesso di inferiorità di fronte alla classicità, perché si era accorto presto che occorreva saper distinguere bene tra classicità e classicismo, tra italicità e italianismo; non solo, ma da contemporaneo non bastardo intuì di avere diritto a rinnovare, qui sulla nostra terra, quelle valide contaminazioni che già vi avevano operate tutte le civiltà che erano calate dal Nord; e Tot saldò così, sulla sua persona, quel cerchio di esperienze, come dicevo sopra, e anteriori e posteriori ai fulgori soltanto formali di Atene e di Roma, assommando in sé, come avviene spesso nei legittimi artisti del nostro tempo, arcaicità e modernità.
Sbaglierò, ma la sua classicità un artista contemporaneo non può, e non deve, raggiungerla per via diretta. Il Berenson si stupisce che noi oggi, in mezzo secolo, ci si sia spinti ad un urto con la forma, quale neppure si compì in sette secoli: ma la realtà è che noi eravamo già i figli, se non addirittura i nipoti o gli epigoni, di quei sette secoli, e la classicità aurea è difforme da qualsiasi nostra condizione attuale. E se anche vogliamo non sfregiare più la forma – cioè la forma dell’uomo – non è tuttavia al modulo diretto della forma classica e dell’uomo come “una forma già fatta” ed “un uomo già fatto”: ma, nell’impegno della propria e altrui vita di oggi, abbiamo tutti scelto di “fare” – e cioè di “rifare” per via indiretta – tanto la storia della forma quanto la storia dell’uomo, appunto per denunciare le incongruenze ed ottenerne finalmente una non formale coincidenza.
Dalla Susanna del ’42 al Prof. Birnbaum del ’45 o al Generale del ’47, dalla Figura (in tufo romano) del ’48 al famoso Sasso della Ricostruzione del ’51, cos’è, cos’era in Tot questa precipitazione all’astrattismo se non una paura propria (oltre a quella collettiva) di ripetere il gioco appena formale di quella tentazione classica, che tuttavia sembra dovergli scoppiare dalla fronte, un giorno non lontano, come quell’occhio ciclopico?
Paura della forma, che in Tot ha una giustificazione anche maggiore, perché pochi come lui sono dotati di un mestiere prodigioso, sbalorditivo, come se quella strafottenza del vivere che lo portò a fare tutti i mestieri, lo riportasse in arte a piegare od a sovvertire qualsiasi tecnica. Alain, in una paginetta dei Préliminaires à l’Estéthique, ha scritto: «C’est une sorte de scandale, que l’artisan qui n’est qu’artisan soit toujours plus près du beau que l’artiste qui n’est qu’artiste» : e Tot è questa facilità, è questa gratuità del bello che ha sempre lottato a respingere, maltrattandosi ma non mutilandosi. Anzi, ricordate l’epoca, pittorica oltre che scultorica, delle sue «sproporzioni»? E non vi siete mai chiesti perché le sue «deformazioni» fossero «sproporzioni»? A me, guardando quei suoi nudi di donna pronti a esplodere come crateri, pareva di indovinare che egli celasse sotto quei quarti di carne una polemica beffarda, questa: dilatare le forme, spossarle magari, quanto più tanti suoi coetanei le assottigliavano, le scomponevano, insomma le depotenziavano. Lo speciale astrattismo di Tot non è un microcosmo viscerale: è piuttosto una tecnica primordiale (più che modernistica) per ridare vita a un macrocosmo organico e persino sociale, malgrado l’innato individualismo (un individualismo tutto attivo tuttavia) della sua arte.
L’arco di Tot, quindi, dal ’46 a ieri, era ancora aperto su un astrattismo, che – ripeto – veniva più da una gonfia scrittura cuneiforme che dalla grafia telegrafica degli astrattisti delle ultime leve. Vediamo ora quale apporto, e quale rapporto, hanno questi bassorilievi di Bari con tutto il suo lavoro. Rifiuto dell’astrattismo, e ritorno all’antropomorfismo? No, le cose non sono così semplici; intanto basti far rilevare che Tot non ha capovolto il suo astrattismo in un realismo, o viceversa, come, a questi chiari di luna, capita un pò troppo spesso sino all’impudore.
Il primo titolo di merito dei bassorilievi pugliesi di Tot è di non acconsentire d’essere ridotti alla spicciola polemica dei nostri giorni, che intruppa quasi indifferentemente gli uni o gli altri nel campo degli astratti o in quello dei realisti. Perciò ho preferito, in senso un po’ diverso del Berenson, parlare per lui di antropomorfismo, per fare subito capire che – in maniera propria – Tot risolveva quella polemica, pareggiando una nuova scoperta, ed una rinnovata rappresentazione, e della forma e dell’uomo. Una rappresentazione tutt’altro che formale, e meno che meno edonistica e retorica: qui l’uomo è dato, come in una composizione arcaica o medievale, nella sua esatta ed esemplare elementarità, che è morale prima di essere formale, e perciò vi riconosciamo l’uomo di oggi, spoglio ma non impoverito, semplificato senza essere astrattizzato, drammatico ma così aperto ad una speranza di sé e delle cose.
E’ questa la modernità – la contemporaneità – umana ed artistica della gran fascia dei bassorilievi che Tot ha dedicato alle Puglie, alle sue città, al suo tavoliere. Terra e carne, ed anche i simboli hanno un peso terrestre e corporeo; e gli alberi, folti fin quasi a non lasciare intravedere il cielo, sembrano incurvarsi a riparare di più l’uomo, che ne cerca l’ombra, dopo secoli di lavoro. C’è tutta l’antica fatica del Sud, pur tra la fragranza dei bergamotti, in questo incessante scambio tra uomo e natura, tra carne e terra, che investe ogni quadro di questa sua maestà laica, offerta alla terra di Puglia ed a quel suo portentoso «popolo di formiche».
Ma appunto il richiamo al titolo del libro di Tommaso Fiore, redatto in forma di lettere così anticipatrici a Gobetti, a me pare che serva per fare un altro riconoscimento a Tot: quello di avere istintivamente trascinato dentro alle figure che popolano questi bassorilievi, contro tanta atavica disperazione, una insorgente speranza redentiva di questi ultimi anni. Guardate, guardate bene quelle raccoglitrici d’ulivi o quei piantatori di tabacco, là una spigolatrice e qua un pescatore, il figurinaio e il canapiere, ed in una mantenuta severità di rappresentazione avvertirete però un trasalimento, proprio come di un corpo che si risveglia da un lungo sonno e va incontro all’alba, impastato ancora di sudore: e quasi non si distingue, a guardare queste sue figure avviluppate, se è il sudore di quel letargo secolare a lasciarle un po’ intorpidite, o se invece – come tutto fa credere – è già il primo sudore fresco di un lavoro più umano e più sociale, che le scioglie bruscamente e ne sommuove e lacera sotto a un vento nuovo le forme, le mani lunghe come spighe, i capelli astati come ulivi. Ancora e sempre l’uomo e la terra sono un unico intrico: questa è anche la legge naturale della scultura di Tot, e ne è soprattutto la continua, appassionata, mai soddisfatta decifrazione.
La disparità, infatti, tra il ’36 e il ’56, dell’intera produzione di Tot, oltre a segnare le tappe di una evoluzione fortunatamente non rettilinea (l’artista, come Dio, scrive diritto su righe storte), non è l’indizio di una incertezza, ma l’indice di una tumultuosa ricchezza di sangue e di ispirazione, di mestiere e di applicazione. Certo questi bassorilievi di Bari compendiano un po’ tutte le risorse, le bravure, le smanie: forse non aveva mai, sinora, scoperto così alla pari le radici e le cime – l’arcaicità e la modernità: quella via indiretta della classicità, dicevo, che è concessa a noi contemporanei, ai migliori tra noi contemporanei.
Grande lucrezia! mi hai preceduto, ma dubito che avrei avuto tutta quella voglia di scrivere!
L’altro libro di cui parli, quello di Mario Bologna, qui non c’è.
Alla prox
Viste le immagini – pur non essendo uno storico d’arte – sono piu’ che sicuro che si tratta di un opera di Tot. Ho contattato il suo biografo ungherese per saperne di piu’. Spero di poter farmi vivo presto. Spero che la demolizione non sia ancora fatta… Mihály Zöldi da Budapest
Potenza del web! Grazie 1000 per l’aiuto.
E grazie a Lucrezia!!! Ragazzi che dite? secondo voi quante persone avrebbero scritto quel papiro e fatto ricerche come quella di Lucrezia anche a pagamento?????
la prossima ricerca te la faccio io!poi ti incollo tutto!
Ciao Mihàly,
per evitare fraintendimenti (non vorrei tu avessi confuso l’opera di TOT a Brindisi con il muro della scuola media qui a Montescaglioso) ti allego una foto della nostra scuola media in fase di demolizione:
qui su SUDITALIARADIO.TV puoi trovare altre foto:
http://web.mac.com/missionepossibile/iWeb/Scuola_Media/Foto_Ricordo.html
ciao
amico franco queste sono le coordinate per trovare il testo a firenze e a roma per il prossimo fine settimana sarò a firenze e cercherò di dare una occhiata al catalogo di Tot spero di riuscire a reperirlo nel buncher della biblioteca nazionale di firenze per fortuna ho ancora la tessera!
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Autore: Tot, Amerigo
Titolo: Amerigo Tot / ?a cura di? Giancarlo Vigorelli
Pubblicazione: Roma : Carte segrete, 1978 Descrizione fisica: 137 p. : ill. ; 20 cm. .
Collezione: Autoritratto
Numeri: Bibliografia Nazionale – 80541
Nomi: Tot, Amerigo Vigorelli, Giancarlo
Soggetti: TOT , AMERIGO – OPERE – STUDI
Classificazione: 730.945 – S
CULTURA. ITALIA
Paese di pubblicazione: IT
Lingua di pubblicazione: ita
Localizzazioni: FI0098 – Biblioteca nazionale centrale – Firenze – FI RM0521 –
Biblioteca dell’Istituto della enciclopedia italiana Giovanni Treccani – Roma – RM Codice identificativo: IT\ICCU\SBL\0324407
questo è quanto sono riuscita a trovare, per ora,sul catalogo monografico di cui chiedevi notizia
Ciao Admin, certamente non ho confuso il muro a Montescaglioso con il rilievo a Brindisi e proprio per questo devo dirti che nonostante le similitudini ho qualche dubbio per quanto riguarda l’attribuzione del muro a Tot: 1.) E’mai possibile che non esista negli archivi nessun provvedimento, atto ufficiale o magari qualche riferimento in rigardo? Questo mi sembra abbastanza strano, trattandosi di un edificio pubblico e considerando che Tot sicuramente non era un artista che agiva in segreto, anzi. Lo stesso ragionamento vale anche per la citta’, per la scuola e anche per il costruttore: perché tenere nascosto un contributo cosi di prestigio? 2.)Una nota di carattere tecnico:se non sbaglio gli altri rilievi di Tot (cosi quello di Brindisi e anche quelli di Bari e di Roma)sono di marmo o di qualche altra pietra, mentre il muro della scuola e di cimento. Questo non dice che non puo’ essere suo, dice solo che bisogna trovare una spiegazione logica di questo fatto. Non si puo’ fare qualche ricerca in merito? Consultare gli archivi delle autorita’, cercare testimoni o documenti della ditta Guadagno. Ti ricordi la beffa di Livorno con le “sculture” di Modigliani? Non vorrei fare brutta figura in Ungheria, mi capisci… Ciao, Mihály
Un corrispondente locale nel 1959 ha seguito la costruzione della “scuola” con molto interesse. Da questi articoli non emerge alcun riferimento all’artista Ungherese. In più una emittente Web locale sta intervistando le maestranze viventi, al momento si racconta semplicemente di due “operai” al sevizio di un capocantiere che tagliavano, incastravano e inchiodavano pannelli di legno, seguendo uno schema “geometrico non progettato”. Nei prossimi giorni saremo in grado di fornire alcuni frammenti video sul caso “Tot”. http://web.mac.com/missionepossibile/iWeb/Scuola_Media/ Francy Lomonaco
Che dire! E’un’altalena di notizie. Nel mio commento precedente di stamattina ho espresso dei dubbi, ma poi poco fa ho ricevuto una telefonata dalla proff.ssa Marta Kovalovszky, storico d’arte, esperto dell’arte contemporanea. Suo marito, il prof Péter Kovács, ex direttore del Museo della citta’ di Székesfehérvár qualche anno fa faceva delle ricerche per una biografia di Tot. Viste le foto mandatele da me la Kovalovszky dice che per loro il muro sembra di essere di Tot, ma purtroppo non hanno trovato nessuna notizia o riferimento in merito. Sanno pero’ che in quegli anni Tot lavorava molto in Basilicata ed in Puglia, a Bari ha fatto un muro simile per la Monte dei Paschi. Di piu’ la Marta mi ha detto che – contrariamente come pensavo io – Tot in quel tempo lavorava molto con il calcestruzzo “fuso”. Ora invece la storia dei “due operai al sevizio (?) del capocantiere (che bella svista freudiana!)confermerebbe la tesi di un’opera nata cosi, per caso… Ma anche se cosi fosse l’influenza di Tot e’ piu’ che evidente. Bene o male cerchero’ di convincere la terza rete della tivu di stato ungherese a mandare una truppa a Montescaglioso per documentare e far conoscere questa storia anche in Ungheria. E se ci riesco conto sul vostro aiuto! Che ne dite? Arriviamo in tempo? Un saluto ai montesi dall’Ungheria,Mihály Zöldi
I tempi sono veramente stretti. E’ notizia ufficiale che una impresa specializzata pugliese farà brillare le mine sabato mattina (9 dicembre 2006). Il “muro” potrebbe essere definitivamente distrutto qualche giorno dopo.
Sono stato appena contattato da una persona vicina all’amministrazione comunale. Queste le news:
in questo preciso istante un critico d’arte sta facendo rilievi sul muro della scuola media. Secondo la sua opinione il muro è attribuibile a TOT.
Il 9 dicembre verrà demolita solo la scuola e non il muro come previsto già in precedenza alla scoperta della probabile opera di TOT. Il muro rientrava infatti in un altra fase di demolizione che diverrà esecutiva tra un mese.
A questo punto, viste le ultime notizie è molto probabile che il muro rimarrà lì dov’è. Sembra tra l’altro che già da qualche giorno l’amministrazione comunale ha dato mandato ed è allo studio una soluzione progettuale della nuova scuola che possa mantenere intatto il muro di TOT.
Insomma buone notizie.
Aspettiamo adesso un comunicato ufficiale. La mia fonte ha promesso che ci sarà a breve. Attendiamo fiduciosi.
Con estremo piacere, notiamo che l’anonimoperilmomento (difensore d’ufficio della Sig.ra Amm.ne Com.) riconosce che le sculture sul muro verrano salvate grazie all’intervento della PIAZZA, ANCHE SE, SUCCESSIVAMENTE, -FACENDO ESATTAMENTE COME UN CERTO POLITICO (CHE DICE TUTTO SALVO A SMENTIRE IL TUTTO NEI COMUNICATI SUCCESIVI)- SMENTISCE QUANTO DETTO PRIMA. INFATTI, PRIMA SOSTIENE CHE L’AMMINISTRAZIONE “ha dato prova di non sottovalutare le istanze dei cittadini”(leggi PIAZZA), successivamente, sostiene che “Non credo, ………..che i proclama di piazza o di giornale debbano essere una costante del lavoro politico”. Con quest’ultimo episodio invece, è stato dimostrato l’approssimazione con cui l’amministrazione gestisce eventi importanti come quello oggetto del contendere. Infatti, la cosa sta piano piano, diventando di interesse che travalica il campanile. Siamo comunque convinti che sia piu’ oportuno ringraziare i ragazzi che gestiscono questo sito, che in maniera encomiabile spingono tanti giovani ad interessarsi di problemi che riguardano l’intera collettività, problemi che forse qualcuno ritiene -sbagliando- di propria esclusiva competenza. Ringraziamo comunque il sig. anonimoperilmomento,-che certamente e’ una personalità ascoltata da chi comanda- chiedendogli di intervenire piu’ spesso presso le autorità comunali per la soluzione dei tanti problemi della nostra comunità.
Uauuuu! è la più bella notizia che poteva capitarmi! 🙂 🙂 🙂 Spero di riuscire ad avere un contatto diretto con una fonte attendibile.
Qui, nel mio studio di Parma, abbiamo seguito attentamente la vicenda e nel scoprire tale notizzia si è elevata spontaniamente una ola di giubilo! Ora tutti i miei colleghi vorrebbero venire a visitare il MURO! Queste sono le piccole cose che portano ad un piccolo passo in là nello sviluppo della nostra amata terra!
Ragazzi siete stati favolosi!
Una piazza così cosciente e da tenere sempre presente caro anonimomanonper molto!
L’amministrazione ma! 😉 non saprei, di certo non poteva fare altro che correre ai ripari ma forse mi sbaglio non conoscendo a fondo la faccenda, comunque tanto di cappello!
Fidarsi è bene non fidarsi è meglio e se proprio vuoi dare una notizia verificarla in prima persona. Mi dispiace di aver creato qualche inutile “allarme”. La notizia che avevo precedentemente annunciata (“… scuola sotto le mine” mi è stata contestata dai diretti interessati. Infatti la ditta IDROCON che esegue la demolizione mi ha chiesto la rettifica: “NIENTE MINE ma solo mezzi meccanici”, il “muro” non rientra nel piano della demolizione, la data non è stata confermata..
Queste le ultime notizie direttamente dalla fonte. Chiedo scusa ai naviganti.
Sono un po’ rammaricato dal come questa questione sta degenerando.
chiunque sente qualcosa la dice e basta poco per creare scompigli o “macelli”; io non ho il tempo per seguire in diretta l’evolversi della quastione ma sapevo gia da tempo che non si sarebbero usate mine o C4 per demolire la scuola(la ditta di Punta Perotti non significa i modi di Punta Perotti) ma c’è chi si è messo a convocare tutti davanti alla scuola il giorno 9/12 e chi dice: < < a me non m frech niend, non m piasc proprj > >; altrettanto non sono d’accordo su chi dice che l’amministrazione lavora nel silenzio, ma lavora. L’amministazione (LA GIUNTA o L’AGGIUNTA) in quanto tale amministra un bene comune e quindi farebbe cosa saggia a comunicare quelle che sono le scelte su un bene pubblico qualunque esso sia, (pur pensando , il sottoscritto, che la gente preposta non può certo demolire un’opera d’arte solo perchè lo ha deciso la notte prima) Cerchiamo di pensare alle cose che scriviamo non trasformiamo questo ottimo strumento in un megafono delle proprie ignoranze. Mi scuso con chi se sentirà offeso da questo POST ma ora mi sembra di aver superato ogni limite.
Può succedere di credere ad una notizia se riponi la tua fiducia in qualcuno che stimi. Bene sbagliando si cresce. Approfitto dell’occasione per dire che sicuramente anche Alberto Parisi si è fidato di “qualcuno” e ha dato la sua notizia. Sarà vera? Sarà falsa? E’ un’opera originale? E’ un Plagio? La questione è aperta. La mia opinione?? Non si tiene nascosto il nome di un artista che solo qualche anno prima aveva firmato imponenti “opere” in giro per l’italia. E’ una mia modesta opinione. Magari mi sbaglio, ma se così fosse prepariamoci a candidare un progetto di “restauro” perchè il cemento utilizzato si “sfarina” a vista…. Ma questo sarà un’altro capitolo. Quello che resta fermamente vero è che questo ” contenitore” è una Piazza in un contesto, (fino a prova contraria), DEMOCRATICO. Chiedo ancora scusa.
Dall’Ungheria x TOT.
Un messaggio su Tot da un’amico ungherese. Il passaparola sul web funziona. Sono curioso di sapere se l’amico ungherese scrive dall’Italia o dall’Ungheria e come (o perchè) ha intercettato le pagine di Monte.net sul web dedicate a Tot. Aspettiamo notizie più dettagliate dalla patria di Tot. Il muro / scultura è ancora in piedi, ma il cantiere è avviato. Un ringraziamento a tutti, Michela, Benna, Lucrezia e quanti altri hanno deciso di mobilitarsi. Il progetto credo preveda uno slargo davanti alla scuola a quota della strada. Questo potrebbe essere incompatibile con la conservazione del muro. Penso che ci sia attenzione da parte degli amministratori sul problema e si può tentare di raggiungere un risultato che tenga insieme le esigenze del nuovo edificio e l’utilità della conservazione del muro. E’ utile avere conferma dell’attribuzione. A me non pare ci siano dubbi confrontando il muro di Montescaglioso con i pannelli di Brindisi e Roma. Credo sia utile chiedere un parere alla Soprintendenza per i Beni storici ed Artistici della Basilicata (sede a Matera) che ha competenza sul settore dell’arte moderna. Mi raccomando, non facciamo come al solito: a fronte di un problema si avvia qualcosa e poi puntualmente si resta soli a fare i Don Chiosciotte. Franco C.
tranquillo Franco sarò il tuo sancho “panza”.
Disponibile ad eventuali autoincatenamenti al cancello della scuola.
Risponde l’amico ungherese: scrivo da Budapest e la notizia l’ho trovata perché con una certa regolarita’ faccio una rassegna stampa cercando le notizie sulweb che riguardano l’Ungheria. (Questo perché per decenni ho lavorato nel settore dei rapporti culturali internazionali e particolarmente di quelli italo-ungheresi). Attualmente faccio traduzioni. A presto, Mihály-Michele
vorrei sapere se le “autorità” sono informate sulla eventualità che i bassorilievi possano essere di TOT.
– la sovintendenza è stata informata?
ragazzi se a monte siete in pochi faccio le valige e scendo a darvi mano.
Caspiterina fermiamoli finchè siamo in tempo!
forse ci sono testi in ungherese di Tot e in questo caso il nostro amico ungherese poterebbe rendersi utile!
Se avvenisse un errore del genere sarebbe imperdonabile.
E’ bellissimo sapere che qui a monte ci potrebbero essere opere del genere, e ancor più bello poter fare delle ricerche sulla cosa ( purtroppo non ho il tempo e i modi per poterlo fare) ma mi è balzata in mente un’ideuzza: se non sbaglio i costruttori di quello stabile furono i Guadagno (originari di Montescaglioso((??))ma ora stabiliti a Matera); se cosi fosse si potrebbero raccogliere informazioni chiedendo a loro se effettivamente ci sono notizie a riguardo. Potrebbero avere un’archivio che conservi tracce di questo lavoro o chissà una buona memoria …
Speriamo bene..
Con l’ impresa Guadagno da molti anni e per molti anni, non sò se ancora,ha lavorato il signor
Pinuccio Vena ossia la grancassa nonchè piattinaro ( L zin:zì) della banda di Montescaglioso. Poichè vive a Monte forse potrebbe essere più facile ricavarne qualche utile notizia.
leggo solo ora i numerosi commenti…bene, bene, a quanto pare che siano o meno di Tot l’occhio di riguardo ci sarà.. se poi il nostro amico ungherese ci saprà dare qualche certezza meglio ancora.
Qualcosa in più da salvaguardare per il paese.
Io non sono riuscita a trovare qualche titolo bibliografico in più, spiacente!
topobiche_81
Il muro non va’ giu’?
Sono fuori e con scarse possibilita’ di comunicazione. Mi pare di capire ci sia una decisione piu’ o meno ufficiale di evitare la demolizione del muro. Bene…C’e’ piu tempo per cercare di avere maggiori certezze circa l’attribuzione dell’opera. Come Centro di Educazione Ambientale, con Angelo Lospinuso abbiamo segnalato la presenza del manufatto alla Soprintendenza per i Beni Storici ed Artistici chiedendo che, quale struttura periferica del Ministero dei Beni Culturali, si attivi per effettuare ricerche sull’attribuzione dell’opera a Tot. Sono molto simpatici i contributi dall’Ungheria. Comunque per quanto riguarda il Comune ( questo per evitare polemiche fuori luogo) ci tengo a chiarire che all’inzio della progettazione nessuno conosceva il manufatto quale opera attribuibile a Tot. Il tutto e’ nato casualmente, e fortunatamente, dalla presenza a Monte di un architetto/ esperto di arte contemporanea. Il Comune fin dall’inizio non si e’ mai irrigidito ed anzi da parte dell’Ass. al ramo e’ stata segnalata ampia disponibilita’ a tener conto della presenza dell’ opera nell’intervento di ricostruzione della scuola. Se ora si dovesse giungere ad una soluzione positiva del problema, il merito e’ un po’ di tutti. E soprattutto di Alberto Parisi che ha sollevato il problema. Franco C.
9/12/06 data da ritenere IMPORTANTE x I Montesi. Pregherei Quindi Di essere Tutti Alle Scuole MEdie a difendere Il Muro AFFINCHe nn si abbiano tutte le Notizie Adeguate al Muro e all’opera di Amerigo Tot . Spero di Cuore che questo Post venga preso sul serio. Vi aspetto tutti li. Giusta affermazione di chiedere al signor Vena , ma anche alla famiglia Guadagno su Eventuali informazioni del Muro.Giusta Mossa da parte del nostro amico ungherese.Mi chiedo gli organi competenti chi sn e dove sono?. grande scelta da parte dell’aggiunta comunale , ma nn basta . io se fossi al loro posto fermerei tutto il cantiere fino allo sviluppo dell’INTERA vicenda, onde evitare frittate varie. GRazie ancora della vostra attenzione Bravi Ragazzi, continuate cosi. ZODD
dite quello che volete!criticatemi come volete ma a me sinceramente di quella cosa su quel muro non me ne può fregar de meno!scusate il mio sfogo ma la state facendo troppo grossa!ci sono problemi a montescaglioso e in basilicata ben piu grossi che pensare a quel coso la!E BASTA!
rokko,
te lo dissi già in un post qualche giorno fa…”alcune volte è meglio dare l’impressione di essere cretini stando zitti, e non parlando (in questo caso Scrivendo) dandone la certezza”…ricorda sempre che se ciò che stai per dire (in questo caso scrivere) è meno importante del silenzio(in questo caso non scrivere) TACI…in questo caso …..come in molti altri….RISPARMIATELEEEEEE!!!!!
io personalmente non devo dar conto della mia persona a nessuno del sito se ci tieni a saperlo!io do conto a me stesso e ai miei genitori per quanto riguarda la mia vita e personalmente mi piace l’arte ma la vera arte e nn quattro cosi di cemento squadrati!io la vedo cosi poi dite tutto quel che volete su amerigo tot fate i migliori copia e incolla della sua biografia volendo dimostrare la vostra cultura ma io personalmente esprimo il mio personale pensiero e per me conta molto di piu restituire uno stabile per i ragazzi che devono studiare nella futura scuola media che ritardare dei lavori solo perchè vi siete fissati di riesumare un fantomatico reperto storico!poi cretino o non cretino lo può dire chiunque, io sono molto realista e quando si parla di belle arti credo che a volte debbano essere veramente belle per esser considerate!
Hai ragione SpigaVacand… perseverare è diabolico. Ti invito quindi a non perseverare con commenti offensivi (anche se eleganti).
Penso che ognuno sia libero di dire e scrivere quello che vuole, anche presunte sciocchezze. Non è un buon motivo per offendere. Piuttosto che attaccare non sarebbe più utile elencare un paio di seri motivi che potrebbero far cambiare idea al proprio interlocutore?
Rokko… per fortuna non lavori alla sopraintendenza!
Ok Admin, non accadrà più…però se mi sono permesso è perchè quando leggi certe cose…(fermo restando che chiunque possa dire la sua)…alcune risposte ti vengono d’istinto…vuol dire che la prossima volta prima di scrivere invece di contare fino a 10 arriverò a 100….basterà????? facciamo 1000!!!!!
A presto!!!
siccome a te ti vengono d’istinto ste parole mi spieghi perchè la consideri un opera?anzi un opera piu importante della costruzione della scuola media stessa?a parte che giusto per tener contento a chi deve fare la manifestazione quel muro nn è indispensabile che venga abbattuto credo perchè il palazzoda abbattere si trova piu in alto e quindi non credo sia importante buttare a terra completamente tutto.oh ragazzi a me nn m piasc detto papale papale!e non lo ritengo utile alla società soprattutto!
Rocco, scusa se mi permetto, ma mi sembra un ragionamento da barbari!! a questo punto facciamo a pezzi anche l’Abbazia, visto che ci siamo! l’arte va salvata, a prescindere dai gusti personali..
a parte che è un utopia la vostra perchè a questo punto buttiamo a terra anche il bar italia che deturpa il palazzo marchesale, anzi buttiamo a terra il palazzo marchesale cosi risorgerà dalle ceneri la chiesa che sta sotto!e per quanto riguarda l’abbazia guai a chi me la tocca perchè oltre che patrimonio storico è un patrimonio da rendere utile alla società!ma dico io è cosi facile distinguere arte da arte!e personalmente quel muro per me non va considerato, a proposito ma chi è quella mente illuminata che si è ricordata di dirlo giusto prima dell’abbattimento?
Mente/i illuminata/e.
Elenco le varie menti più o meno ” illuminate ” che hanno annunciato la ” lieta ” scoperta sul Tot ” pochi giorni ” prima della demolizione della scuola. Ha cominciato un architetto/ storico dell’arte fiorentino capitato a Monte durante il rally della prima decade di settembre comunicando la possibilità di una tale attribuzione ad un giornalista della ” Gazzetta ” (Rivelli) che ha contatto A. Parisi. Il ns. corrispondente della Gazz. ha cominciato a fare ricerche e a veicolare la notizia (diritto e dovere di cronaca) nell’ignaro paesello. Lo scrivente (ovvero Franco C.) ha poi richiesto al Comune nelle osservazione al documento d’indirizzo del Nuovo Regolamento Urbanistico redatte dal Centro di Educazione Abientale, di rendere compatibile la conservazione del manufatto con la ricostruzione della scuola (metà ottobre). Successivamente A. Parisi ha pubblicato un lungo articolo sulla Gazzetta. Subito, dopo, nuovamente lo scrivente, ha pubblicato un post su Monte. net. Per ultimo venerdì scorso (credo) il prof. Massimo Guastella, docente di arte contemporanea c/o l’Università di Lecce, ( a Brindisi si è fatto promotore della tutela di un’opera analoga di Tot) ha condotto a Monte un gruppo di suoi allievi ( notizia fornita da A. Parisi), effettuando rilievi fotografici e grafici del pannello in c.a. Insomma ” la compagnia delle menti ” è lunga. Infine è giunta comunicazione ufficiale del Comune (che ho potuto vedere solo ieri e che trascriverò appena possibile su Monte.net ) che il progetto di demolizione appaltato non prevede l’abbattimento del muro. Franco C.
povero il nostro ROCCO77 che con st’elenco di Menti Illuminate si dovra tener nel suo caro paesello, nn solo il muro della scuola media ma anche il bar italia, l’abbazia piazza del popolo, e piazza mianulli 🙂 e ci parl angor pur la futura piazza roma e via sdan francesco ….. ahahuauhahuau ZODD è Tornato tremate Fanciulli eheheh!!!!
ma dico io una cosa da barbaro secondo il parametro di qualche utente, è vero che per quanto riguarda me quel muro non mi ha mai fatto ne caldo ne freddo ma è anche vero che è situato a livello di viale giovanni XXIII quindi di conseguenza se la scuola media è situata a circa sei metri piu in alto ovvero al disopra del muro perchè tutto questo allarmismo stupido? penso che sia la scuola media da abbattere no?e il muro cosa centra?quindi traggo le mie conclusioni, a quale scopo questa manifestazione?facciamo come don chischotte che vuole combattere i mulini a vento?detto questo mi faccio na risata!ahuahauh!
P.S.voglio ribadire che il mio pensiero venga preso a se perchè non voglio che gli utenti pensino in modo negativo di me perchè oggi non sono forse con nessuno daccordo un domani lo sarò con tutti un altro domani ancora lo sarò con metà ma di una cosa sola ci tengo a dirlo a tutti, che il discutere fa parte di quanto piu bello possa esistere in una comunità VIVA!e con questo voglio dire che anche se non conosco tutti gli utenti di monte net però da parte mia un augurio sincero a questo sito e un grazie ad ognuno di voi che scrivete e dite sempre la vostra perchè altrimenti sarebbe un mortorio!GRAZIE A TUTTI!
prego!!
L’arte: piacere e risorsa.
La presenza del muro probabilmente di Tot a Monte arricchisce il paese di un’altra opera d’arte. E l’arte non è solo quella antica ma anche la contemporanea. Certo può risultare molto più difficile da comprendere poiché ha ormai da tempo superato i canoni del realismo e del figurativismo. Può non piacere e non piace a tanti. Ciò non rappresenta, però, un motivo per cancellare una testimonianza importante della cultura nella quale siamo immersi. A Rokko voglio semplicemente dire che il nostro paese ha bisogno di mettere a frutto tutte le potenzialità di cui dispone e quindi anche il muro di Tot, ed anche se può non piacere. E questo soprattutto se la conservazione del manufatto non confligge con la ricostruzione della scuola. Nei post relativi alla segnalazione dell’esistenza dell’opera non c’è una sola indicazione circa la necessità di non realizzare la scuola. Personalmente ho detto e scritto pubblicamente che la scuola va demolita e ritengo che il nuovo edificio possa, anche nelle funzioni, convivere con il muro/scultura. E tra l’altro mi intriga parecchio l’idea di una scuola associata ad un’opera d’arte. Per i nostri ragazzi è un bel imput. Infine non dimentichiamo che negli anni scorsi le attività di scambi culturali con l’estero incentrate sul tema “ arte e ambiente “ hanno mobilitato su Monte circa 300 giovani da oltre 10 paesi europei ( tra cui la patria di Tot), proponendoci come una piccola capitale (x 15 giorni) , purtroppo sconosciuta, dell’arte contemporanea giovanile. Nei prossimi mesi conto di rendere pubblico (grazie a Monte.net) una sintesi dell’archivio progetti realizzati ed un elenco di link. Provate a digitare “ artists Montescaglioso “ sui motori di ricerca. Franco C.
Tot: lettere Comune e CEA
Rendo disponibili a tutti la lettera inviata dal Centro di Educazione Ambientale di Montescaglioso alle Soprintendenze della Basilicata con la richiesta per un’attivazione degli apparati periferici del Ministero dei Beni Culturali circa la tutela del manufatto attribuito a Tot e per la effettuazione di ricerche finalizzate all’acquisizione di certezze su tale attribuzione. Segue la lettera inviata dal Comune di Montescaglioso ai soggetti in epigrafe ed alla quale ovviamente il CEA farà le proprie osservazioni che pubblicheremo solo dopo ( correttezza e rispetto verso l’Istituzione e gli Amministratori ) aver consegnato la missiva al Comune. Pubblico, certo di rendere un servizio alla comunità ( trasparenza e partecipazione ), nello spirito che anima Monte.net.
La segnalazione del CEA
Centro di Educazione Ambientale di Montescaglioso
Al Soprintendente per i Beni Storici ed Artistici della Basilicata (Matera)
Al Soprintendente per i Beni Architettonici ed il Paesaggio della Basilicata (Potenza)
Oggetto: richiesta di intervento di tutela.
A seguito dell’articolo apparso sul quotidiano “ La Gazzetta del Mezzogiorno “ del 18.11.06 riguardante la presenza a Montescaglioso di un’opera dell’architetto – scultore ungherese Amerigo Tot, individuata nel muro di contenimento della Scuola media “ C. Salinari “. I responsabili del Centro di Educazione Ambientale di Montescaglioso, Francesco Caputo e Angelo Lospinuso, chiedono a questo Ufficio, di valutare un eventuale intervento di tutela e conservazione del manufatto, tenuto conto che in atto la demolizione del suddetto edificio scolastico.
Qualora il Comune avesse nel frattempo modificato l’intervento nel senso della conservazione dell’opera, tale richiesta ha valore di segnalazione della presenza dell’opera a Montescaglioso di un’opera del suddetto autore. Tenuto conto che l’attribuzione è stata fatta sulla base di un confronto con opere analoghe ( Brindisi e Stazione Termini di Roma ) si segnala la necessità di ricerche per un’attribuzione certa suffragata da adeguata documentazione.
Cogliamo l’occasione per porgerLe, distinti saluti.
Montescaglioso, 24:11.2006
I responsabili del centro di Educazione Ambientale
Francesco Caputo
Angelo Lospinuso
La lettera del Comune
Comune di Montescaglioso
Assessorato ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica.
Montescaglioso 27 novembre 2006
Protocollo 13699/U del 28.11.06
Al corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno, ins. Alberto Parisi;
Al responsabile del CEA Montescaglioso, Francesco Caputo
e p.c. alla stampa locale;
Al Comitato per la Difesa del Cittadino, sede;
e p.c. alla Soprintendenza ai Beni Artistici e Culturali (Matera);
Facciamo riferimento all’articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 18 novembre u.s. e al documento di proposta CEA al NRU nei quali le SS.LL asseriscono che sul muro esterno al plesso della scuola media statale “ C. Salinari “ di questo abitato, sito in Viale Giovanni XXIII, sia custodito un pannello di Amerigo Tot, artista ungherese, e che rischia di essere abbattuto, per dissentire dall’affermazione per una serie di motivi il primo dei quali è: il progetto di demolizione del plesso, appaltato e consegnato all’impresa esecutrice, non prevede l’abbattimento del muro perimetrale ma solo dei quattro corpi di fabbrica che compongono il plesso.
Il secondo motivo del dissenso è il seguente: Come si può dar credito ad un fatto così importante solo in base ad una semplice affermazione di un esperto d’arte fiorentino capitato a Montescaglioso in occasione di un evento sportivo e che abbia esclamato “ avete qui un capolavoro, un’opera dello stile inconfondibile di Amerigo Tot, una ricchezza culturale di cui la comunità deve rendersi conto ed andare orgogliosa “ se alla base dell’affermazione stessa non ci sono atti e/o documenti probanti ?
Il Comune di Montescaglioso a tal riguardo si è già attivato per ricercare tutti gli indizi, le testimonianze, le prove e possibilmente i documenti ufficiali che attestino il coinvolgimento dell’artista ungherese nella costruzione del muro perimetrale al plesso di Viale Giovanni XXIII, anche se solo come semplice consulente del progettista e direttore dei lavori l’ing. Masciandaro.
Dissentiamo infine soprattutto dalla presunzione di coloro che credono, come per un mandato divino, di affermare sempre e comunque il verbo, spesso basato su supposizioni ed ipotesi, non suffragato da testimonianze certe e sollevando a volte aspettative molto spesso deluse dai fatti.
La realtà è un’altra e, come nel caso della scuola media statale di Montescaglioso che, dichiarata pericolante nel febbraio 2000, per circa 7 anni è stata abbandonata a se stessa ed ora finalmente sta per essere demolita per far posto ad un nuovo edificio che avrà tutte le accortezze del minor impatto ambientale e della funzionalità per il bene dei nostri ragazzi che la frequenteranno, i fatti concreti non alzano polveroni e non creano aspettative ma certezze.
Dobbiamo un po’ tutti riflettere su questo episodio e i fatti concreti alla fine non creano aspettative inutili e non illudono ma ottemperano alle richieste della gente che vuole la funzionalità dei servizi senza se e senza ma.
Il Comune di Montescaglioso sarebbe onorato se dalle richieste che si stanno effettuando venisse fuori la certezza che l’opera sia effettivamente dell’artista citato e in tal caso procederà sicuramente a tutelarla e a darle il dovuto risalto.
Con stima.
Il Sindaco, On. Dr. Mario Venezia
L’Assessore ai LL.PP. e all’Urbanistica, Dr. Nunzio Nicola Pietromatera
credo che prima di azionare la bocca o in questo caso la mano per scrivere tante cose sul sito bisogna far partire il cervello ed esser certi di quello che si scrive!cosi come quando si sparavano cavolate sul fantomatico abbattimento dell’alberone piazza racamato e tutte le altre chiacchiere!complimenti a chi non sa che fare e mi da del barbaro e crede alle favole!
Rocco, giusto per chiarire, credo che tu stia facendo un pò di confusione. Ti ho dato del barbaro in seguito a questa affermazione: “a me sinceramente di quella cosa su quel muro non me ne può fregar de meno!”. Che centra il tuo modo di considerare l’arte con la lettera del sindaco? Ti invito a non usare citazioni in contesti diversi per cortesia, grazie.
fermo restando il mio parere personale di quel muro ho comunque ribadito che a mio parere ogni volta si solleva sempre polvere inutilmente perchè da persona normale ho ritenuto impossibile l abbattimento di un muro che si trova sotto la scuola media e che nn sorregge nulla quindi per la gioia dei seguaci di uno che nn hanno mai conosciuto il muro resterà!altra cosa che ho ribadito e sono contento che si rispecchia perfettamente nelle parole del nostro sindaco è che invece di pensare alle parole di uno che è arrivato un giorno ed ha attribuito ad amerigo tot la paternità di quel muro, si dovrebbe incentrare il discorso piu sul fatto che con sta commedia si sta solamente facendo passare ancora piu tempo per la ricostruzione della scuola media che a mio parere è piu importante per il futuro dei neo montesi rispetto a un ipotesi nata oggi e mai nata in tutta una storia di scuola media!e ripeto, che stranezza!
Sono contento che l’amministrazione è pronta da tempo a tutelare l’opera di Tot nel caso si accertasse l’autenticità.
Leggendo la lettera però mi viene spontanea un’osservazione.
Se nessuno dice alla popolazione che “il progetto di demolizione del plesso, appaltato e consegnato all’impresa esecutrice, non prevede l’abbattimento del muro perimetrale”…. come dovrebbe sapere ogni singolo cittadino quali sono le intenzioni degli amministratori? Non credo tutti abbiamo fede e soprattutto capacità divinatorie come Rokko77.
INFORMAZIONE!!!! Dobbiamo abituarci al paesello a dire e raccontare le cose. La cosa pubblica non può e non deve essere un fatto di pochi. E ci vuole trasparenza in tutto. Solo allora mi aspetto parole di dissenso dopo che qualcuno alza un braccio allarmato per chiedere come stanno le cose. Non si può essere in malafede a priori e soprattutto non deve essere il cittadino a cercare canali di comunicazione… a maggior ragione se poi a eventuali lettere che tentano di aprire un canale si risponde evidenziando dissenso una riga si e l’altra pure.
ciffo per come la vedo io bisogna cambiare modo di porsi su ogni cosa!almeno per quanto riguarda i fatti di casa nostra, se non si è sicuri di quello che si dice e si sparano un casino di cavolate su ogni argomento ma non perchè si voglia screditare qualcuno ma solo per il gusto di dire il contrario e fare una battaglia!io ho fatto un semplice ragionamento senza ascoltare nessuno e farmi prendere dalla voglia di fare manifestazione che in vita mia per fortuna non ho mai avuto.mi son detto,se la scuola si trova su un piano sopraelevato che senso ha abbattere non un muro bensi metri cubi e metri cubi di cemento!perchè quella è da considerare una facciata piuttosto che un muro e allora a che serve dire mettiamoci ed impediamo di abbatterlo!e poi la soluzione in mano ce l’avete per sapere l’autenticità di “quell’opera” avete fatto nomi come i Guadagno come Pinuccio Vena, chi doveva interessarsi ha chiesto?cosi la facciamo finita e spero si chiuda l’ennesima polemica basata sulle stupidaggini che a volte si rischia di diventare paranoici con sti argomenti!
mi è lecito pensare , riflettere e farmi un idea : nn sapendo i fatti quali siano , o le idee , mi baso come detto precedentemente ai miei pensieri , se abbatto la scuola con i mezzi dovuti , posso anche togliere i muri pavimenti e quanto altro , pur di giungere al manto stradale (escludi il muro se è o no di tot) . a cosa mi servirebbe giungere al manto stradale? mha forse ad avere almeno altri due piani in piu x la nuova palazzina che ci vado a costruire, in modo da evitare incovenienti x le salite , x i mezzi della scuola o x i disabili , in modo da avere in giardinetto , ke sfrutto da quello stesso spazio dove ora ce il muro + il pavimento,posso creare delle grandi palestre, o meglio locali da abilitare a chissa quale scopo culturale ,sociale,sportivo o x il semplice fitto. oppure ancora, quei due piani che recupero da sotto li elimino da sopra ( se si vuole giungere alla stessa altezza di come è ora la scuola )x dare uno sfogo alla panoramica . nn saprei chiedo ad Anycami che è architetto ho ragionato sbagliato o questa idea potrebbe eseere presa in esame 🙂 che ne so sarebbe anche questa un idea ma è solo un idea dedotta da pensieri che senza sapere le reali cose mi vengo fuori le scrivo le dico , e ci faccio na polemica. ci sfoghiamo x il gusto di nn essere informati dei fatti . il mondo è cosi è monte anche dacche mondo è monte :)) capisci a me rocco 77 e nn fare la vittima 🙂 co ste frasine ironiche 🙂 🙂 buona serata a tutti
io ti ho detto la mia, a parte che se ci si tiene tanto alla conservazione del vecchio dell’arte o qualunque essa sia almeno sarebbe bello lasciare il piano sopraelevato lontano dalla strada ad alta viabilità quale viale giovanni XXIII.vabbè poi tanto “com l fa l fa fet d fum”.
sono stata interpellata!? 😕 intanto saluto zood e sono molto dispiaciuta di non poter dare delle risposte alle tue domande purtroppo non conosco come stanno messe le cose, senza informazione diventa difficile fare ipotesi. Non so neanche cosa sia stato previsto nel nostro “gran ziro”. Sono comunque convinta che quella scuola andava comunque abbattuta inquanto presentava dissesti strutturali,credo che si trattasse di seri cedimenti alle fondazioni, tali da non poter essere recuperata in alcun modo. Era veramente pericolante! Spesso in questi casi si scopre che una parte del terreno, sottostante l’edificio e le sue fondamenta, non è abbastanza solido e stabile da sostenerne il peso, cosicchè una parte dell’edificio tende a calare quando l’altra è stabile,diventando altamente pericolosa. L’idea di arrivare al livello stradale nasce forse dall’esigenza di consolidare il terreno circostante ma vorrei sapere se è stata abbattuta oppure no. Leggo che diventa anche impossibile farsi dele domande perchè sono ritenute perditempo.
Stanno procedendo allo smantellamento, termosifoni, infissi, etc..per poi passare alla demolizione..
Caro Rokko77, come tu ben sai io me medesimo , so polemico ,permalos, megalomane, possesiv di natura… che ci vogliamo fa zodd je zodd kome mamma zodda mha fatt !! e poi come tu ben dici spesse volte era solo una mia idea ipotesi o vedi tu come dirla . mi riferisco anche ad anycamy era solo un idea ke puo passare x la mente a dei comuni mortali che sfrendicano a vuoto dinanzi a un fatto senza sapere i reali FATTI quali sono. è sbagliato ? embhe ce ste di mal , ho scritto o no che siamo mortali ? quindi come tale di natura l’uomo nn essendo perfetto ( cito la mitica frase della buon anima di Raffaele Puntillo alias a Naft) siamo tendenzialmente portati a sbagliare (alle volte). quindi ringrazio il buon rocco x aver sottolienato questo mio modo di essere. buona immacolata a tutti rocco nn ci so applausi 😛
ma fammi il piacere, Rokko77, vola più leggero. Non ti avvelenare! Credo che in questo sito nessuno ha voglia di polemizzare ma semplicemente creare informazione. Io vivo lontana e mi fa molto piacere sentire e leggere novità e argomenti sul nostro amato paese. Credo che per tutti sia stata una grande sorpresa scoprire un amico ungherese sul nostro sito e avere con lui scambi di idee e tutto questo grazie al quel muro per te insignificante. Ho riletto tutti i precedenti post e non mi è sembrato che ci fossero attacchi diretti o indiretti all’amministrazione ma solo un sano interesse a conoscere più nel dettaglio la faccenda. (forse un po di coda di paglia?) Nessuno ti chiede di appassionarti ad un muro. Per me un muro è sublime e subliminare, sarò scema che ci posso fare! e se ho vogli di sprecare il mio tempo dietro queste “cavolate ” non vedo perchè a te debba dare fastidio. Nessun medico ti ha ordinato di intervenire
anycamy hai ragione non me lo chiede nessuno di appassionarmi ad un muro infatti lascio alla vostra cerchia di farvi la messa e cantarvela da sola.notte a tutti.
(spille a foggia di foglie di Mallorn, gli alberi di Lorien. per interdeci roba da elfi silvani…)che dire sarà che il clima festifico mi rende piu riflessivo del solito ma contino a ricordare vedendo quel vecchio malandato rudere attorno al quale aleggiano fantasmi di grida festanti di ragazzini e materializzo il luogo dove mi fermavo a mangiare il panino fatto da tonino…oppure dove o fatto il primo “tiro” ad una sigaretta, la prima volta che ho portato una ragazza in una stradina buia, dietro la scuola, il vecchio gigante se ne va e con lui una parte della mia adolescenza…poggerò lo sguardo su cumuli di pietre, si puo destrutturare la materia ma nn il ricordo, mi sembra di sentire la campanella che suona mastico in fretta l’ultimo tocco di pane, a breve sarò in classe, mi pulisco la bocca dalle briciole, che ansia, chi interroga oggi?
hai studiato? vivo una vita da inmpreparato cronico…se ci fossero alberi magari dei pini, i miei ricordi nn volerebbero via restando incastrati tra gli aghi..
cmq se le statica è compromessa…che dire…”le foglie di Lorien non cado mai per caso” ( cfr. Aragorn)
Tot: lettera del CEA al Comune.
Come già anticipato, pubblico la lettera del Centro di Educazione Ambientale di Montescaglioso, inviata al Comune in riscontro alla missiva del 28 Novembre scorso. Vorrei precisare che per gli scriventi non contiene elementi di inutile polemica ma semplicemente una puntualizzazione dettagliata sui vari punti richiamati nella missiva inviata dal Sindaco e dall’Assessore ai LL.PP. E’ anche l’esplicitazione di un metodo: si discute, ci si confronta anche con estrema chiarezza ma senza accapigliamenti fuorvianti e drammatizzazioni, nel massimo rispetto delle persone e dei ruoli con la finalità ultima di contribuire tutti al miglioramento dell’amato/odiato paesello. V’è piaciuta la filippica ecumenica? Caro Lazarum bel post. Qualche giorno fa sono stato nella scuola per recuperare centinaia di diapo e vari filmini che si utilizzavano per l’educazione alle scienze. Il grande edificio era deserto e perforato ovunque e dappertutto. Una tristezza. Hanno appena completato il salvataggio del bassorilievo in ceramica e mi viene in mente che Tot o non Tot forse il muro ( sempre molto suggesstivo a prescidenre da chi lo ha realizzato ) forse andrebbe (possibilmente) salvato per conservare la memoria di innumerevoli adolescenze. Un’ultima cosa, a me piacciono ancora di più le mattonelle in cotto incise collocate nella base della palestra e giusto per esagerare, allargarci, insistere etc.etc. vorrei chiedere all’Ass.e Preside, non è che vogliamo salvare pure le mattonelle in cotto ? Che ci costa ? Mi direte che mò chiedo troppo. Si potrebbero sempre utilizzare nella nuova scuola o forse metterle all’asta e finanziare qualcosa in Mozambico. Dico sul serio. F. Caputo.
Centro di Educazione Ambientale di Montescaglioso.
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Al Sindaco del Comune di Montescaglioso: On. Dr. Mario Venezia
All’Assessore ai LL.PP e all’Urbanistica del Comune di Montescaglioso, Dr. N.Nicola Pietromatera
Oggetto: riscontro alla comunicazione del 27.11.206.
L’articolo apparso sulla “ Gazzetta “ del 18.11.06 ( a firma A. Parisi), ha avuto il merito di porre all’attenzione della comunità e dell’Amministrazione Comunale, una segnalazione circa la possibilità che una importante opera d’arte contemporanea fosse presente a Montescaglioso, praticamente all’insaputa di tutti. I successivi interventi degli scriventi presso le Amministrazioni periferiche del Ministero per i Beni Culturali hanno avuto lo scopo, come ben si evince dalla copia della lettera allegata, di segnalare agli Enti istituzionalmente preposti alla tutela del patrimonio culturale, la necessità di un intervento di tutela del bene e dell’avvio di ricerche utili a verificare l’attribuzione del manufatto allo scultore ungherese. Gli interventi sul sito web di Montescaglioso.net sono stati finalizzati ad informare la comunità locale e a mobilitare le tante intelligenze di Montescaglioso, residenti altrove, per cercare notizie laddove era possibile ovvero presso biblioteche ed istituti universitari. Dal tono della lettera inviata dall’Amministrazione Comunale, sembra, invece, che sia stata ordita una campagna contro la stessa Amministrazione, campagna della quale non vi è traccia in alcuno dei nostri interventi. Nel post apparso su Montescaglioso.net, in data 30.11.2006, il CEA ha ribadito come nessuno, compreso il Comune (fase di redazione del progetto sulla scuola), fosse a conoscenza della presenza dell’opera, ed ha ricordato la disponibilità dell’Assessore Pietromatera, a salvaguardare e tutelare il manufatto. In nessuno intervento del CEA si contrappone l’utilità della conservazione del manufatto alla necessità di ricostruire la scuola. Nelle osservazioni del CEA al NRU, abbiamo espresso la condivisione sulla necessità di demolire il vecchio complesso scolastico e dell’applicazione di un principio cautelativo nella disputa tra i sostenitori del recupero e della ricostruzione. In tali osservazioni il CEA sottolinea l’utilità che la scuola sia ricostruita applicando criteri di sostenibilità ambientale, concetto che la comunicazione delle SS.VV riprende quando scrive di ricostruzione ispirata a criteri di “ minor impatto ambientale “. Non comprendiamo, quindi, da che cosa e da chi dissenta l’Amministrazione Comunale. Il primo dissenso delle SS.VV. è motivato dal fatto che il progetto appaltato non prevede la demolizione del muro. Vogliamo ricordare che nessuno conosce il progetto esecutivo della scuola e che quindi la prima segnalazione necessariamente doveva farsi carico della richiesta di non demolire il muro. Il secondo dissenso è relativo alla presunta inconsistenza degli elementi favorevoli ad una attribuzione dell’opera a Tot. Riteniamo che sia esattamente tale incertezza a rendere necessario l’intervento di specialisti nelle ricerche, e quindi le Soprintendenze e gli storici dell’arte contemporanea, ed il ricorso alla massima cautela nel decidere la sorte del manufatto. Si dichiara che l’Amministrazione Comunale si sia già attivata per ricercare tutto quanto possa suffragare le ipotesi in campo. Questo torna ovviamente a merito dell’Amministrazione. Ma chiediamo: se non fossero arrivate le segnalazioni di cui si discute come avrebbe potuto mobilitarsi l’Amministrazione Comunale se manco era a conoscenza del problema. E se può mobilitarsi l’Amministrazione perché mai non dovrebbero mobilitarsi anche i tanti cittadini che hanno a cuore il patrimonio culturale del paese ? Tra questi anche il CEA, il corrispondente della Gazzetta che da oltre un trentennio è sul fronte della difesa del patrimonio culturale locale ed anche giovani concittadini non residenti nel paese che tramite Montescaglioso.net si sono mobilitati in ricerche varie. Si dissente infine dalla “ presunzione di coloro che credono come per un mandato divino di affermare sempre e comunque il verbo “. Questa affermazione è incomprensibile e contraddittoria. Da un lato l’Amministrazione invoca la partecipazione ed il coinvolgimento dei cittadini e quando queste poi giungono, nel caso del CEA, con le proposte contenute nelle osservazioni al NRU, le si ritiene prodotte da presunzione e non da spirito costruttivo. Si cerca, forse una partecipazione acritica o semplicemente plaudente all’amministratore di turno. Su questo vorremmo, ovviamente, sbagliare. Non possiamo accettare l’accusa di sollevare polveroni e creare inutili aspettative soprattutto se una delle aspettative della comunità è la difesa del patrimonio culturale locale, inteso come patrimonio da trasmettere alle generazioni future e risorsa per lo sviluppo, da attuare anch’essa senza se e senza ma. Il CEA si esprime ritenendo di dare il proprio contributo nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale locale e in tal senso vorremmo ricordare all’Amministrazione l’apporto del CEA ad una politica di valorizzazione del patrimonio storico e della identità del paese che nel corso degli anni si è concretizzata in varie iniziative quali: – Scheda di fattibilità per il recupero (finanziata dal GAL Bradanica) della chiesa di S. Biagio (Difesa). – Progettazione e realizzazione degli eventi “ La Cavalcata del Borbone “ e “ La Notte del Cucibocca “. – Attività di educazione ambientale e di ricerche sul territorio la cui ampiezza e continuità hanno permesso al Comune di sostenere la richiesta alla Regione circa l’ingente finanziamento ottenuto per il restauro del monastero della SS. Concezione. – Redazione del progetto “ La via dell’olio e dei sapori “, finanziabile dalla Regione Basilicata fin dal 2002, ma per quanto ne sappiamo ancora giacente presso gli uffici del Comune. – Redazione del dossier sulla storia di Montescaglioso con il quale il Comune ha ottenuto il titolo di “ Città “ a proposito del quale gli operatori del CEA sono ancora in attesa almeno di un modesto grazie, peraltro inviato ad altri stimatissimi concittadini, il cui indiscutibile impegno sul problema non aveva, però, sortito alcun risultato concreto. – Segnalazione alle Soprintendenze circa la necessità di interventi di tutela sulla chiesa di S. Andrea per la quale si è ottenuto un corretto restauro delle facciate esterne. – Segnalazione al Comune circa l’incongruenza della collocazione dei servizi igienici previsti nell’Abbazia (progetto dell’ing. Rocchi redatto per la Soprintendenza ai Beni Architettonici) in addossamento al portale trecentesco del monastero, immediatamente accolta dal Comune che ha chiesto ed ottenuto la modifica del progetto salvando il portale medievale. Pertanto, Egregi Amministratori, è comprensibile qualche difficoltà, da parte nostra, ad accettare l’accusa di presunzione o di irresponsabilità che trapela dalla missiva inviata. Infine se i cittadini chiedono senza se e senza ma la “ funzionalità dei servizi “ e nella fattispecie la ricostruzione della scuola, è anche vero che la tutela del patrimonio culturale va attuato anch’esso senza tentennamenti così come prevede la legge. In conclusione vorremmo semplicemente sottolineare come qualsiasi amministrazione debba e possa sentirsi largamente rinfrancata dalla partecipazione dei propri cittadini alla vita ed alle vicende della comunità e che pertanto i contributi espressi siano parte indiscutibile di tale processo che ci si augura a Montescaglioso sia sempre più ampio. In tale prospettiva il CEA continuerà a proporre, segnalare ed informare. Comunque, un grazie sincero per l’occasione di un confronto, franco, civile e costruttivo.
Montescaglioso, 5.12.2006
Sempre con stima i responsabili del CEA Montescaglioso
Francesco Caputo Angelo Lospinuso
… e cosa vuoi dire di più?
avete detto tutto.
infinitamente grazie per la correttezza, l’impegno e l’equilibrio di questa missiva!
Ogni tanto un segno di civiltà!
Ciò fa sperare!
Buon lavoro!
Michela.
topobiche_81
E’ giunta in questi giorni il riscontro della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico di Matera, alla segnalazione del CEA sull’eventuale attribuzione del muro della scuola media ad Amerigo Tot. Una sostanziale presa d’atto del problema e l’impegno ad effettuare ricerche. Nel frattempo se qualcuno incampasse in notize certe, si può girare la segnalazione alla Soprintendenza di Matera. Franco C.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico
di Matera
12. Dic. 2006 (prot. N. 1817)
On. le Dott. Mario Venezia
Sindaco
Palazzo di Città
Montescaglioso (MT)
Oggetto: Montescaglioso (MT) Muro di recinzione della Scuola Media “ C. Salinari “ opera di Amerigo Tot ?
e p.c. Dott. Nunzio Pietromatera, Assessore ai LL.PP Comune di Montescaglioso (MT)
e pc. Centro di Educazione Ambientale P. zza Racamato n. 1 75024 Montescaglioso (MT)
A seguito di segnalazione pervenuta in data 24 novembre 2006, n.s. prot. N. 1706 del 29.11.06, da parte del Centro di Educazione Ambientale, che legge per conoscenza, e della nota pervenuta da Comune di Montescaglioso, a firma del Sindaco e dell’Assessore ai Lavori Pubblici ed all’urbanistica, aventi come argomento il manufatto in oggetto, questa Soprintendenza ha disposto un sopralluogo di verifica effettuato in data 4.12.2006.
La Dott.ssa Altavilla ha accertato la presenza in situ del muro che reca, ricavate nel cemento, decorazioni geometriche, a prima vista, riconducibili al lessico decorativo dell’architetto e scultore ungherese Amerigo Tot.
Preso atto di quanto dichiarato dal Sindaco, nella nota sopraccitata e dal Capo Ufficio Tecnico Geom. Cifarelli, dalla funzionaria incontrato durante il sopralluogo e cioè che il progetto di demolizione e di ricostruzione della Scuola Media non interessa il manufatto in questione, questa Soprintendenza si riserva di approfondire le indagini necessarie ad una più sicura attribuzione dell’opera che, in tal caso sarebbe assoggettata alle vigenti norme di tutela.
Nelle more si raccomanda la massima cautela nell’esecuzione dei lavori al fine di non compromettere ulteriormente lo stato di conservazione dell’opera, già deteriorata da usi impropri (affissione di manifesti e altro ) e da sconsiderati atti vandalici (rottura di cornici, scalfitture ).
Cordialmente
Il Soprintendente ad interim
( Dott. Salvatore Abita )
Leggo che il muro attribuito a Tot nella scuola media potrebbe essere il risultato di un ” risparmio “ operato sul calcestruzzo. La cosa è parecchio divertente, inusuale nel risultato ( nel senso che a prescindere dall’attribuzione il muro è almeno guardabile ) ed anche possibile. Mi viene solo da pensare che a forza di ” risparmiare “ qualcosina qui e qualcosina là, la scuola ha dovuto essere essere abbattuta e ricostruita con il risultato di spendere non so quanti milioni e di esporre a rischi quanti l’hanno frequentata. Franco C.
Nonostante le prescrizione della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici relativa all’obbligo della buona conservazione del muro attribuito a Tot ( lettera al CEA già pubblicata su Montescaglioso.net ), nel secondo pannello, quello interno, è stato aperto in sommità uno squarcio. Il taglio è di circa 2 ml di lunghezza per 60 / 70 cm di altezza (ad occhio) e serve per consentire il passaggio degli automezzi. Mi chiedo se in questo paese regole e norme hanno un significato o se si applicano solo per gli sciocchi. Si ripete quanto già successo qualche settimana orsono in P. Cavalieri di V. Veneto ove nonostante il divieto dell’ Archeologia di effettuare scavi in profondità, è stata aperta una trincea per collocare alcuni tubi che ha anche danneggiato le strutture medievali appena scavate e rilevate, provocando infine il blocco lavori sulla piazza. E’ un andazzo deprimente. Franco C.
Non era stato forse garantito, da più parti, Amministrazione e Preside della Scuola, che fino a quando non si fosse accertata o meno la paternità del muro, non si sarebbe proceduto al suo abbattimento? Forse si è giunti a qualche conclusione che a noi cittadini non è dato conoscere? Da quel che si diceva, lo stesso progetto della nuova Scuola Media avrebbe dovuto essere modificato, rispetto all’origine, nel caso il muro si fosse rivelato di Tot. Qualcosa non quadra. Avremo mai delle risposte?
Sì, così era stato garantito, ma oggi pomeriggio ritornando nell’allegro paesello ho visto la deprimente novità.
Allora, magari si è giunti ad una conclusione, magari si è accertato che il muro è opera di un operario con particolari ispirazioni,e noi qui si faceva gli intellettual del cavolo, ok va bene, ma noi che ne stiamo a discutere sotto l’ occhio di tutti e ripeto SOTTO L’OCCHIO DI TUTTI non meritavamo neanche una piccola comunicazione?
siamo veramente alle solite.
sinceramente sono delusa.
rimettiamo la testa sotto la sabbia,forse fare gli struzzi ci conviene di più!
topobiche_81
Colloco questo post nella prima segnalazione partita su questo sito relativa a Tot per ricordare come la discussione è stata avviata. Ovvero con una semplice ipotesi. Leggete i primi interventi. Dovrebbe, potrebbe, forse, magari. Da nessuna parte, salvo l’indicazione dell’ospite fiorentino da cui è partita la segnalazione, si dà per scontata e certa l’attribuzione del muro a Tot. I post successivi sono una richiesta di collaborazione per ricerche proprio perchè l’attribuzione non era certa. Questo per rimarcare come è partita la discussione. Quindi, ancora una volta dov’è la trappola all’ Amministrazione? Siamo, come sempre, a immaginare complotti. Il Comune deve rifare la scuola e sull’ipotesi Tot ci si incarta nell’idea di una manipolazione per impedire all’ Amministrazione di sviluppare il suo progetto. Per di più il solo accenno a quanto sarebbe ariosa la collocazione della scuola in altro sito, sembra confermare il complotto. E’ovvio, come scrive Gianni, che una discussione non può proseguire all’infinito. Per me non è chiusa qui nel senso che qualche ricerca è ancora in campo. A Matera, per esempio, è venuta fuori un’altra decorazione simile. Qualche ricerca d’archivio è in corso. Spero di aver, prima o poi, la disponbilità dei documenti rintracciati dal o al Comune, che delineano un quadro complesso riferito ad una precisa, consapevole e qualificata scelta progettuale e non alla ridicola ipotesi del risparmio di cemento. Ovviamente mi riprometto aggiornamenti in presenza di novità, spero senza essere accusato di ulteriori complotti. Franco C.
Si parla tanto di questo muro ,ci sarà pure un muro di un ARCHITETTO molto famoso a suo tempo: perchè non parliamo degli affreschi sepolti nella calce negli anni dei lavori dell’ABBAZIA monumento storico della storia di monte ? Su quel muro non cè una storia scritta, non ce un documento scritto dove parla di questo ARCHITETTO che negli anni x a fatto questo. La nostra ABBAZIA e stata abbandonata durante i lavori sia dalla sovraindendenza, e in particolare dal COMUNE , che non a proveduto a mettere dei controlli per salvaquardare la nostra ricchezza storica. Come si vuol die muore un papa se ne fa un’altro , se e necessario si farà un’altro muro, ma diamo una struttura ai nostri figli