Il libero pensiero è morto, se mai è esistito, se mai non è stata l’ennesima trovata per privare gli uomini di ogni individualità, di ogni capacità indipendente di opinione!
Ci poniamo le giuste domande di fronte ad un fatto espostoci dai media? O non ce ne poniamo affatto?
La stampa, formando i fatti e non informando sui fatti, lascia che il gregge umano attenda la dimostrazione di un’idea, più che l’informazione di un fatto.
Dato questo assioma introduttivo è facile capire come siamo prede di chi comanda questi mezzi! Ormai esiste una forza impersonale, anonima e autonoma di Caste rette dalla potenza del denaro, dall’astuzia e dall’ipocrisia: C’è chi determina gli avvenimenti, influenzando una parte dell’opinione pubblica, c’è la classe politica che elabora soluzioni, c’è una classe pubblicista che da i fatti senza informare esaurientemente chi li ascolta, cioè noi, una massa di plebei che compiliamo blog, siti e giornalini, come felici ripetitori di quella libertà di pensiero che è la nostra prigione senza sbarre.
Così mi ritrovo ad osservare il bombardamento di notizie che mi giunge da ogni dove e, non avendo griglie ideologiche da rispettare, mi faccio anche prendere dall’emotività, pacifista o interventista, xenofoba o tollerante, giustizialista o garantista, a seconda del momento… a seconda della forza del messaggio…
ma forse dovrei attendere… attendere che l’emotività si plachi…Poi con calma e nel tempo confrontare le varie posizioni senza pregiudizi di sorta, e andare alla radice partendo dai vari ripetitori;
Credo che questo sia utile ai fini della comprensione e da ciò possiamo ricavare, liberi da pregiudizi, il nostro libero pensiero.
Quanti errori nella storia sono stati commessi così? quanti giovani nazisti sono stati adescati con la furia oratoria di Hitler? e considerate che il Fhurer non aveva dalla sua la forza dei mezzi di comunicazione odierni… pensate! Oggi mi ritrovo ad osservare questa questione palestinese, questo stato d’Israele, queste rivoluzioni islamiche, questi interessi petroliferi, queste “esportazioni” di democrazia, questo alternarsi di buoni e cattivi, di amici che diventano nemici e viceversa come in un vivente 1984 di Orwell ! Sempre più divisi sempre più comandati, Divide Et Impera (ricorderà Titus), ed eccoci qua, cervelli da macello che diventano ripetitori di idee, masse che se avessero il coraggio e la forza di sviscerare i fatti e metterli in dubbio, li troverebbero ripugnanti, contrarie alla passione che li muove: il desiderio di vivere felici, in un mondo pulito e pacifico. Pro o contro la Fallaci, pro o contro Israele, pro o contro gli USA, pro o contro l’intervento in iraq, pro o contro la finanziaria, pro o contro… in nome di un libero pensiero sempre più fittizio!Sei libero di pensare ma tra i pensieri che ti diamo! Come in un grande supermercato dei pensieri, libero di Scegliere, non di creare! Ma allora ce l’abbiamo un libero pensiero? o lo abbiamo solo acquistato? è vivo, morto o astutamente diviso e messo a “scaffale” per le grandi masse ?
Il libero pensiero o una coscienza critica o lo stesso discernimento personale, quindi la capacità soggettiva di poter “giudicare” i fatti secondo la nostra forma mentis o la nostra vita vissuta…
Si sta appiattendo…
Uno dei motivi secondo me ha provocato tale stato… è rappresentato da una forma di benessere apparente che ci ha fatto credere, prima ( Anni 80) la Milano da bere (spot di un noto Amaro), ma anche lo spot si una società fittizia e modo di dire ed anche di costume della società improntata sui “colletti Bianchi” del tutto veloce obbiettivi da raggiungere, targhet stereotipati, competizione,competizione, competizione.
La nostra è divenuta una società fittizia con valori di plastica in cui ci ha fatto credere continuamente di vivere in un sistema democratico, … Ma presuppongo che alla base di un sistema democratico ci debba essere il rispetto dell’uomo e delle proprie idee anche se non vengono condivise…(scusa se mi ripeto citando Voltaire).
La TV, i giornali o altri organi d’informazione, altro che filtrano le notizie le cesellano pure, caso parmalat, cirio, telecom, etc… le notizie durano fino a quando c’è lo scandalo poi come finiscono e si dissolvono in una bolla di sapone!!!!!
Quando poi ci sono inchieste “giornalistiche” tipo quella fatta dalle jene…. Censura diritto alla privaci, notizie di natura personale che riguardano la salute delle persone “Onorevoli”….
Mi sembra strano.
Comunque credo che se ognuno di noi ci fermassimo un attimo a PENSARE con la nostra testa, facendo espressamente riferimento al nostro ego e confrontandolo con ciò che ci viene raccontato potremmo farci un idea soggettiva… e per lo meno leggere vedere ed ascoltare delle notizie con coscienza critica.
Caro Titus, la libertà di pensiero esiste ancora…sono i giornalisti veri che non esistono più!!!
Tutti sono sotto un protettore, stile medioevale…..
Ma è mai possibile che le inchieste o le denunce (tolte ogni tanto quelle del noto “Report”, rai tre) più coraggiose debbano venire dalle “Iene” o da “striscia la notizia”….o ce le debba dire Beppe Grillo tra una risata e l’altra!
Ma stiamo impazzendo!
Non c’è più nessuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno!
Hanno ragione all’estero quando ci definiscono “un paese semilibero”!
D’altro canto la TV ha creato un appiattimento della cultura e della informazione davvero incredibile, che non ci permette più di sviluppare un senso critico…..ci danno informazioni frammentarie che vengono prese come oro colato. Non ci và più di leggere, di documentarci, non ci sforziamo più…aspettiamo che mamma TV ci vomiti qualche concetto per immagazzinarlo e tirarlo fuori, più o meno fedele, quando serve.
Pensateci un po….non è un luogo comune ma è un fenomeno facilmente riscontrabile. C’è ormai una grossa quantità di gente che, pur essendo ignoranti come le capre, pensa di essere intelligente o informata solo perchè l’ha sentito dire in giro o in TV. Di esempi ne abbiamo visti tanti anche su questo sito.
Si parla di un qualsiasi argomento e subito vedi spuntare le frasi impacchttate che ci passano i media. Per esempio, si parla del libro di Dan Brown, e molti hanno creduto che bastasse vedere qualche “speciale del cazzo” (passatemi il termine) per credere di poter discutere del libro e delle questioni che ha sollevato. Non è questa la CULTURA, non è questa l’informazione…..ditelo ai ragazzi che ormai affrontano i problemi in questa maniera frammentaria. Bisogna leggersi il libro, capire chi è l’autore, confrontare altre fonti sull’argomento, magari conoscere un tantino la Bibbia, leggere qualche saggio, cofrontare qualche opinione di studiosi accreditati….e forse dopo si può iniziare a discutere.
E’ così che si può parlare con cognizione di causa.
D’altronde è ovvio che gli italiani ormai affrontano così la conoscenza…l’hanno ereditata dall’atteggiamento dei nostri cari politici, o cmq loro ne sono la massima espressione. Si vedono in giro personaggi tutt’altro che preparati, con conoscenze approssimative anche nel proprio campo di competenza. Il servizio delle iene sulle domande generiche fatte ai politici, imbarazzati e imbarazzanti, è stato emblematico. Ma si sapeva già! Basta sentirli quando ci parlano dai salotti televisivi. Non sanno nulla.
Qualche mese fa (governo scorso) ci fu un confronto televisivo sulla scuola tra Letizia Moratti e Rutelli. Tutti sanno quanto sia contestabile la riforma Moratti e come sia facilmente attaccabile….ma è successo l’impensato. Rutelli è stato massacrato..perchè? Perchè non era assolutamente preparato sull’argomento. Parlava per frasi fatte, non conosceva assolutamente la realtà della scuola italiana (fece strafalcioni inauditi), e non si era neanche degnato di leggersi il testo della riforma che era li a contestare.
Poche sere fa ho colto Casini perso nella ignoranza, ovvero “non conoscenza”. Sulla questione del test antidroga ai parlamentari affermava che il test non aveva nassun fondamento scientifico. Ma porca miseria, informati prima di sparare stronzate in TV! Infatti è stato sputtanato la sera dopo dal servizio alternativo delle iene che dava la parola ad un esperto che diceva che sono sistemi praticati dalle maggiori polizie del mondo da più di dieci anni.
Questi sono i nostri “capi”…e ahimè rispecchiano il loro popolo che spesso si crede acculturato ma è soltanto appena uscito leggermente dall’analfetismo.
Caro corvo,
In ITALIA c’è una professione molto gettonata l’opinionista, persone che vendono il loro “sapere” con il secondo me…
La questione è che la massa massa massa, è appiattita dal sentito dire etc…
Ci si informa pochissimo e si legge sopratutto meno.
La gente campa alla giornata…
Non parliamo poi dei Rappresentanti seduti al parlamento…
ignoranti come le capre(chiedo scusa alle capre)
Ti volevo dire che la prova di cultura generale fatta dalle iene ultimamente, fu fatta anche all’inizio della legislatura… con lo stesso risultato.
Penso solo a Cavur,De Petris, Giolitti,l’elenco è lungo,
quando allora o nel passato per diventare parlamentari bisognava essere gente seria e preparata almeno… a sentire sta gente che parla senza cognizione di causa esopratutto dire delle fesserie, o a parlare per luoghi comuni…
Secondo me negli ultimi anni vi è stato un abbassamento del livello culturale del parlamento, o in più generale dei rappresentanti dei cittadini.
Poi ogniuno di noi è libero di pensare per proprio conto ma in modo percentuale quanti secondo te hanno una coscienza critica che li porta a mettere in pratica il loro modo di pensare?????
Caro LomFra, è da quando hai pubblicato questo post che – onore al merito – hai provocato in me una serie di riflessioni sull’argomento.
Conclusione cui sono pervenuta dopo tanto riflettere è che – ahimè – il libero pensiero è morto. Non è stata la corrotta società in cui viviamo ad ucciderlo, non è stata la tv, non è stato il “sistema” di cui siamo pedine e contro il quale diciamo di voler lottare. I responsabili della morte del libero pensiero siamo noi. Lo abbiamo massacrato in nome del nostro bisogno mai apertamente riconosciuto di “appartenere” ad un’idea, ad una corrente, ad una tendenza, ad un qualcosa che dia consistenza al nostro esistere in quanto “membri” di un gruppo. Ma ci pensate? Guardatevi un po’ intorno: siamo tutti omologati, appiattiti in una foto di gruppo in cui siamo solo delle comparse. Lasciamo che siano le scritte sulle magliette che indossiamo, i marchi delle scarpe che calziamo, il logo dell’auto che guidiamo, a parlare per noi. Abbiamo bisogno di linfa vitale che traiamo dai libri che leggiamo, dalle canzoni che ascoltiamo, dalle citazioni più o meno colte che siamo in grado di fare. E poi, quanto siamo bravi a catalogare, a classificare, per poi tirarci fuori da quelle stesse categorie che in cui abbiamo sprezzantemente relegato gli “altri”, perchè noi, eh sì, siamo diversi dagli altri. Siamo tutti così presi dal culto dell’individualismo, dell’essere originali a tutti i costi, che – cari miei – ci ritroviamo tutti nella stessa barca, a remare in direzioni opposte, però. Se solo fossimo un po’ più furbi, almeno ridurremmo lo sforzo e remeremmo nella stessa direzione per raggiungere un punto d’arrivo…
Siamo stati gli esecutori materiali, nonchè i mandanti del delitto, delle nostre capacità critiche, infarcendo il tutto con una buona dose di ipocrisia: “No, io mi rifiuto di guardare la TV spazzatura della De Filippi”, ma tutti sappiamo chi è Costantino. “Io leggo solo libri di un certo spessore”, ma lo spessore ai libri chi lo da? Un nugolo di critici ed opinionisti che sono pagati dalle stesse case editrici per pensare per noi. “Io sono contro lo sfruttamento dei bambini nei paesi asiatici”, ma la targhetta Made In Corea delle splendide Adidas che portiamo ai piedi non ci siamo mai degnati di guardarla. “Beppe Grillo è un mito perchè da pane al pane e non ha paura di denunciare scomode verità”, ma Beppe Grillo a teatro si fa pagare la sua verve dissacratoria 25 euro di prevendita… Di qui alle opinioni politiche il passo è breve. Ci siamo talmente imbottiti di sedativi mentali da vivere in un costante stato di allucinazione che ci fa pensare di essere davvero liberi di scegliere, mentre la realtà è ben diversa. Siamo tutti – volenti o nolenti – inquadrati in degli schemi e non è alcun potere occulto a manovrarci, a muovere i fili dall’alto. E’ l’annebbiamento mentale in cui indulgiamo a precluderci la vista dell’orizzonte. Ed allora seguiamo il tracciato, nell’erronea convinzione di procedere nella direzione che abbiamo scelto in autonomia.
Grande Cinzia… che piacere leggerti!
La verità secondo me è che pensare liberamente non conviene!
E’ faticoso! Troppo più facile vivere senza pensieri!
Tutti siamo dentro schemi e seguiamo tracce più o meno visibili tracciate da altri. Mi piace pensare però che esiste ancora molta gente in grado di riconoscere le gabbie invisibili che ci limitano e qualche eletto in grado addirittura di evadere. Magari per cadere in un’altra gabbia dorata ma almeno consapevole dell’esistenza di entrambe.
Lomfra docet!