Riporto qui una notizia ripresa un pò da QUASI tutti i giornali. E’ a dir poco allucinante.
“All’Aquila tutto bene”, parola (falsa) di Forum A Forum, finti aquilani per esaltare la ricostruzione della città. Stefania Pezzopane scrive a Rita Dalla Chiesa, gli aquilani protestano sul web. Che spesso a Forum ci siano attori a interpretare i protagonisti delle varie cause, è cosa nota e non fa notizia. Altro discorso è, tuttavia, quando questa prassi viene utilizzata per veicolare concetti cari al Governo. Come il presunto “miracolo aquilano”.
Rita Dalla Chiesa presenta una causa di tal Marina, sedicente aquilana terremotata e titolare di un negozio di abiti da sposa. La signora chiede all’ex marito, da cui è separata, un contributo una tantum, in luogo degli alimenti, per far ripartire la propria attività. Nel corso del dibattito, la signora dice, fra l’altro, che dopo il terremoto «Hanno riaperto tutte le attività, manca solo la mia. Stanno pure ricostruendo. Anzi, dobbiamo ringraziare qualcuno che non ci ha fatto mancare niente.» Racconta la notte del 6 aprile, la descrive come «la fine del mondo. Si sono staccati persino i termosifoni dal muro.» Dice di non voler fare la terremotata a vita, di volersi rimboccare le maniche, poi ringrazia il Presidente, il Governo: «Tutti hanno le case, coi giardini, coi garage, nessuno sta in mezzo alla strada, le attività stanno riaprendo, voglio riaprire anche la mia.» Dell’emergenza abitativa all’Aquila si è già detto.
Dalla Chiesa la incalza: «So che adesso mi tirerò addosso gli strali, ma dovete ringraziare anche Bertolaso, perché ha fatto un grandissimo lavoro». Comincia a diventare chiaro il messaggio: la signora Marina, che vincerà la causa, rappresenta l’ottimismo e la gratitudine, l’ex marito invece è il pessimista ingrato. Una rappresentazione binaria della realtà aquilana, che naturalmente non corrisponde al vero.
Quando il giudice si ritira per deliberare, durante il talk show di commento, la cosa diventa ancora più evidente. La signora Marina dichiara, per esempio: «Sono rimaste fuori solo 300/400 persone, stanno in hotel perché gli fa pure comodo, mangiano, bevono e non pagano nulla, pure io ci vorrei andare.» La cosa, come si può verificare dal sito ufficiale del Commissario per la ricostruzione, non risponde al vero e non rappresenta la realtà aquilana. Ma c’è dell’altro.
La signora non è aquilana. Su Facebook, fra i terremotati, la notizia comincia a circolare: Marina sarebbe, in realtà, una fioraia di Popoli (in provincia di Pescara). Non una terremotata. E gli aquilani veri cominciano a protestare sulla pagina Facebook del programma, in maniera veemente. I tentativi di riequilibrare il dibattito in studio vengono lasciati a poche voci disinformate: una ragazza sostiene di aver lavorato con la Protezione civile e dice che all’Aquila ci sono ancora le tendopoli. Ovviamente non è vero. Arriva persino un ragazzo veneto che propone la retorica del bisogna rimboccarsi le maniche. Il quadro si completa. L’Assessore alla Ricostruzione, Stefania Pezzopane, dice al Quotidiano d’Abruzzo: «Della sartoria della signora a L’Aquila non c’è mai stata ombra. Se avessero voluto raccontare storie vere, qui ne abbiamo tante.
Il fatto che si sia voluto rappresentare un dramma con una storia finta la dice lunga sulle intenzioni di certi mezzi di informazione che hanno oscurato L’Aquila per mesi e ora, alla vigilia del secondo anno, quando sono attesi mezzi di informazione da tutta Europa in città, cercano di “ridimensionare” un presente che non è quello raccontato». Poi, scrive una lettera alla conduttrice «Durante la trasmissione persone che, mi risulta, nulla hanno a che vedere con L‟Aquila, hanno parlato della situazione attuale, facendone un quadro distorto e assolutamente non veritiero». E le rivolge un invito: «La invito a venire all’Aquila per vedere con i suoi occhi come si vive qui e che cos’è stato il nostro terremoto».
Ma intanto, televisivamente parlando, il messaggio è passato. Al punto che la parte dedicata alla causa di “Marina la sarta aquilana” viene chiusa con la lettura di una mail da parte di tal Anna da Pescara. Che chiosa: «Gli aquilani sono un popolo un po’ vittimistico. Tanta gente sta approfittando della tragedia». E probabilmente, per la maggior parte degli spettatori di Forum (la puntata ha totalizzato uno share del 20,05% per 1.642.000 spettatori) l’udienza è tolta.
Media & regime | di Alberto Puliafito 27 marzo 2011
sapevo del fatto che non si fosse ancora risolto nulla o quasi a l’Aquila ma non mi sarei mai aspettato una cosa simile, tali bassezze sinceramente sarebbero da evitare, soprattutto quando si parla di gente che ha visto morire i propri figli, le proprie mogli, i propri cari, e come se non bastasse hanno perso tutto anche la casa, per non parlare della dignità di esseri umani, ma i nodi vengono al pettine, e chi dice che si è ricostruito e che si è risolto tutto velocemente non sa di che cosa si parla, e si diceva pure che questi aquilani non avrebbero dovuto pagare le tasse? Si come no poverini, lo stesso presidente che adesso le stà riprendendo con gli interessi, si perchè gente senza casa e senza ancora un lavoro è costretta a pagare tasse e arretrati, nonostante tutto la ricostruzione e il comparto economico industriale sia ancora fermo o quasi. La disinformazione non fa altro che peggiorare la situazione. questo è il potere di un presidente che possiede il più potente mezzo di comunicazione e di distorsione comunicativa la TV. ciao a tutti
L’ Aquila è il piu grande cantiere europeo dove l unico rumore che si percepisce è il SILENZIO. sta tutto fermo.