domenica 22 Dicembre 2024

5 anni di montescaglioso.net

Oggi compiamo 5 anni… un lustro di montescaglioso.net!

E come ogni anno, al nostro compleanno, eccomi qui a tracciare un bilancio…
…e da ing. fissato coi numeri quale sono, non trovo modo migliore per farlo se non quello di analizzare i dati a disposizione.
In 5 anni abbiamo pubblicato più di 10mila contenuti, oltre 15mila commenti, quasi 21mila firme nel guestbook. 

visitatori e pagine viste montescaglioso.net partecipazione a montescaglioso.net

Il numero di visitatori rimane abbastanza stabile, intorno ai 21/22 mila mensili; anzi continua a crescere, anche se con basse percentuali. Aumentano in maniera massiccia i visitatori occasionali: se un anno fa questi erano 1/3 dei visitatori totali ora sono circa il 60%. Ciò si ripercuote sul numero di pagine viste (mediamente 55mila mensili), in forte calo.

Volendo interpretare questi dati direi che siamo sempre meno community e sempre più vetrina del nostro paese. Poca partecipazione a forum e discussioni, molta fruizione passiva dei contenuti grazie anche alla buona indicizzazione nei motori di ricerca che porta su montescaglioso.net molti utenti in cerca di notizie sul nostro paese.
Per avere conferma di ciò ho estratto dal database i dati sul numero di utenti attivi in questi 5 anni. Intendo come utente attivo colui che si è registrato e ha postato qualcosa sui forum o nel guestbook. Riportando per ogni giorno la somma tra il numero di utenti attivi nel giorno stesso e quelli nella settimana precedente si ottiene un grafico interessante. Ho pensato di sovrapporre a questa curva anche le discussioni più calde degli ultimi anni, quelle che hanno generato almeno 20 commenti, giusto per capire se alcuni argomenti spingono maggiormente a partecipare. Provate a darci un occhio! Sfortunatamente potrete vedere i dati nel loro complesso solo se usate firefox, sorry ma non ho voglia di perdere ore per le modifiche necessarie a farlo funzionare su tutti i browser.

A parte i cali naturali nei periodi di festa (agosto, natale) si può notare che, ultimamente, a partecipare siamo si e no una ventina di utenti contro i circa 80 del periodo di maggiore partecipazione: siamo 1/4… o 4 gatti 🙂. Anche questo dato a conferma che siamo sempre meno community e sempre più sito vetrina. Sarebbe bello capire il perchè di questa involuzione, quanto ha contribuito facebook, le scelte/personalità degli utenti più attivi, la poca facilità di utilizzo e chissà cos’altro. Ma al di là dei motivi del parziale fallimento forse è più interessante capire dove andare in futuro (wiseman sembra avere già le idee chiare :)) e come utilizzare al meglio uno strumento a disposizione della comunità.

La mia conclusione?
Inutile continuare a richiedere partecipazione che non arriverà mai. L’annuncio che invita tutti a contribuire è rimasto in homepage per 2 anni. Ho la sensazione che ormai pochi montesi vedono montescaglioso.net come strumento di crescita per il paese. Siamo più utili ai non montesi (o ai montesi espatriati) che ai montesi stessi.
Secondo me è arrivata l’ora di cambiare radicalmente montescaglioso.net!
Avere molte persone che leggono e poche che partecipano non è necessariamente un male, basta approfittarne nel modo giusto.

Rimanete sintonizzati. Novità per l’anno prossimo!


Commenti da Facebook

15 Commenti

  1. ADMIN

    Sempre super tecnico ciffo!

    E’ evidente dall’analisi dei dati qual’ è l’evoluzione di Monte.net nei suoi 5 anni di vita. D’altra parte chi più di te (dati a parte) può essere meglio di tutti la memoria storica?

    E l’analisi è quanto mai appropriata proprio mentre è aperto il dibattito sul futuro del sito stesso.

    Come web community siamo nella fase discendente della parabola. Già tempo fa ne avevamo parlato.

    Un po’ possiamo considerare la curva come un naturale "ciclo di vita". Un po’, come abbiamo avuto modo di dire, ci sono i fattori esterni, non ultimi la diffidenza o lo snobbismo di alcuni, la paura di esporsi o infine facebook e i social network.

    https://www.montescaglioso.net/node/7963

    E’ altresì chiaro invece che M.net si è imposto de facto come un sito di riferimento per Montescaglioso, prima e più di altri.

    Nostro compito, interpretati i dati, è cercare per il futuro di fare evolvere al meglio M.net, chiaramente tenendo ben presente la sua storia.

    Guardando il tutto da lontano, al di là dei numeri, il bilancio è senz’altro positivo. Sarebbe inutile raccontare 5 anni di storia. La conosciamo bene tutti noi e gran parte dei visitatori giornalieri, che ci seguono con attenzione forse più di quanto crediamo.

    M.net è stato d’avanguardia nel portare sul web importanti dibattiti, a sollevare questioni tra le più delicate,  ma anche alla diffusione della cultura, la diffusione di eventi e il sostegno alle campagne di solidarietà… Ha contribuito a democraticizzare l’informazione e il dibattito politico, anche con servizi inediti a Monte.

    Per non parlare di eventi come i Monte.net party…

    Certo la community virtuale si è ridotta agli irriducibili… ma credo che la coesione e la comunità di intenti tra chi a questa community ha partecipato e partecipa è qualcosa che resterà anche oltre il web. Il rapporto umano tra gli utenti resta, indipendentemente da quello che diventerà il sito.

    E questa, lasciatemi dire, è una delle cose migliori di Monte.net.

    Concludo con un GRAZIE a tutti quelli che in Monte.net hanno creduto e continuano a credere nonostante tutto.

    Buon compleanno a tutti!

    1. ZODD

      Auguri Monte net …. kissa che nn ci siano sorprese …un vero peccatto vedere tanto potenziale umano disperdersi altrove , ma forse Monte è cosi  il montese è fatto così . è un miracolo che è nato un portale del genere e che in 5 anni sia ancora in piedi. il Futuro ? non ci penso  , ma spero che continui .

      Auguri MonteNet

      Destinazione 

      1.000.000

  2. Luciano MT
    Auguri a MONTENET e a tutti i montenettiani,montenet e’ sempre montenet……….xke’ nn ce’ un racconto da parte di ki ha creato tutto questo?ki sono stati i creatori?a ki e’ venuta l’idea?e ki la messa in opera?comunque grazie a tutti………. WinkWink
    1. Wiseman

      Ciffo, sembra che ci fossimo accordati sull’argomento! E’ possibile spostare il mio post tra questi commenti?, non mi va di riscriverlo!

      Vorrei partire dalla tua ultima frase:Restate sintonizzati…….

      è più che giusto che sia così, monte.net deve continuare a vivere….anche con qualche defezione! ciò che si è fatto e si continuerà a fare, sicuramente gioverà a tutti.

      A Raf vorrei dire che, senza forse, esiste una nutrita comunità parallela reale, perlomeno miei coetanei, che segue tutti i giorni il sito, solo che, vuoi per pigrizia o per inesperienza, non partecipa attivamente ai dibattiti e quindi i loro commenti li fanno direttamente con me.

       Naturalmente non è questa la sede adatta per esporli, però bisogna continuare….

      Auguri, auguri a tutti. Lunga vita a Monte.net

      Ciffo aspetto un brindisi….magari in tedescoLaughing Prosit

      1. Wiseman

        stavo rileggendomi l’ultimo commento del prof. Magistro, quello in cui ci definisce "animatori del sito".

        ATTENZIONE, nessuna polemica anzi, personalmente ritengo che sia uno tra i migliori interventi di Cristoforo.

        Volevo, tuttavia, soffermarmi su quell’"animatori", ecco, forse sarebbe stato meglio definirci "intrattenitori", poichè tali siamo!

        Da diverso tempo ormai, la partecipazione ai dibattiti sta sempre più scemando, nonostante il numero delle visite,abbastanza elevato, si mantenga sostanzialmente stabile, sembra che i visitatori di monte.net.,si "affaccino" al sito, solo per leggere l’ultimo racconto di tm, per vedere l’ultimo copia/incolla di wise, l’ultima lite tra ravilo e gli interisti , l’ultima sfuriata di ciffo e corvo piuttosto che gli ironici commenti di spiga, quelli pacati di raf e falco…..tutto qui? e le proteste che si fanno? e le discussioni su temi che riguardano tutti?…silenzio assoluto!

        The show must….stop! io non ho intenzione andare avanti con questo teatrino. Mi e vi domando, con questi presupposti, ha senso continuare?

         

  3. Cristoforo Magistro

    Secondo me bisogna, malgrado tutto, continuare.
    Questo sito offre un test significativo di cosa è e di cosa vorrebbe essere oggi Monte.
    Ciò che ne viene fuori non è propriamente esaltante, ma non è peggio di ciò che esprimono realtà analoghe. Sono convinto che in tanti che avrebbero cose interessanti da dire non lo facciano per motivi di riservatezza e/o perché sembra loro ridicolo ricorrere a uno pseudonimo. Immagino però che molti fra quelli che a Monte usano internet diano di frequente un’occhiata al sito. Molti di più di quelli che guardano e leggono le veline dei siti istituzionali.

    Certo, il carattere aperto di Montenet ha favorito la partecipazione e ne ha decretato il successo in termini di contatti, ma ha anche dato spesso spazio a maleducati, anonimi e disturbatori di vario tipo. É importante evitare per il futuro tali incursioni non solo per un fatto di rispetto a tutti da parte di tutti, ma anche per far sì che la moneta cattiva non scacci quella buona e cioè che le intemperanze di qualcuno consiglino alle persone tranquille di lasciar perdere.
    Sarebbe interessante conoscere le particolari motivazioni degli utenti più attivi del sito.
    Le mie motivazioni si rifanno, in linea generale, a quanto detto nell’articolo tratto da http://www.filosofia.it/…/opinione_pubblica/Parascandolo_opinione_pubblica.htm e di seguito riportato.

    Opinione pubblica e opinione di massa
    ________________________________________

    La sfera dell’opinione pubblica si costituisce in Europa nella seconda metà del xvii secolo. Una borghesia sostanzialmente priva di potere politico, ma in forte ascesa nella società civile, rivendica il controllo sulle decisioni dei sovrani e dei governanti. La circolazione dei giornali, l’abolizione dell’istituto della censura preventiva e la diffusione dei club, sono gli avvenimenti che consentono la formazione dell’opinione pubblica borghese, quella dei capitani d’industria, dei ricchi commercianti, dei liberi professionisti e degli intellettuali. Non tutti, infatti, hanno la possibilità di pubblicare articoli, e solo alcuni fra i sudditi – coloro che sono alfabetizzati – sono in grado di leggerli. Eppure, grazie alla stampa, si costituisce, in Europa, un focolaio d’irrequietezza culturale, intorno a cui si radunerà il Terzo Stato che conquisterà il potere in Francia, nel 1789. Quest’opinione pubblica predilige l’argomentazione razionale: le critiche più aspre e le invettive più sanguinose sono, sempre e comunque, il frutto di un ragionamento.
    Facciamo un salto in avanti di oltre due secoli. L’invenzione della radio provoca una rivoluzione nella sfera della pubblica opinione. Tutti i cittadini possono virtualmente esprimere e rendere pubbliche le loro idee, qualunque sia la loro classe d’appartenenza, che sappiano o no leggere e scrivere. Per converso i proclami dei governanti possono ormai scavalcare la sfera circoscritta, e sovente critica, dell’opinione pubblica tradizionale che legge i giornali e li commenta negli spazi della sfera pubblica e della vita associativa, per giungere direttamente nella dimensione privata di una massa di persone atomizzate che, secondo le circostanze e le convenienze, prende il nome di popolo, pubblico o utenti. Il trionfo della televisione commerciale consacrerà e consoliderà questa metamorfosi della figura del cittadino nella categoria di “gente”.
    Quest’agglomerato di persone, entro cui si forma quella che, d’ora in poi, chiameremo “opinione di massa”, nasce nei primi decenni del xx secolo, con l’avvento della radio. Il fenomeno è rilevato in vario modo da autorevoli uomini di scienza e di cultura (J. Ortega y Gasset, W. Reich, E. Canetti ecc.), ma il mondo politico non sembra comprenderlo in tutta la sua complessità. Nel migliore dei casi si contenta di far eco alle profezie di Orwell, che nel suo romanzo, 1984, descrive suggestivamente una società di massa futuribile, controllata scientificamente dall’onnipresente “Grande Fratello”.
    Secondo una convinzione diffusa, la radio e la televisione si sarebbero limitate ad allargare la cerchia dell’opinione pubblica, e l’opinione di massa, lungi dal rappresentare una categoria sociologica a sé, non sarebbe altro che il risultato di questa espansione.
    Ma se la sfera dell’opinione pubblica è quella che abbiamo descritta dianzi – una borghesia illuminata, colta e raziocinante, raccolta intorno ai giornali, ai libri e alle riviste – ha senso pensare che ne facciano parte anche quei milioni di persone che hanno una relazione con il mondo esclusivamente tramite la televisione, cioè quello che comunemente è definito: il “popolo della televisione”? Non vi è piuttosto uno scarto, una cesura sostanziale fra l’opinione pubblica e l’opinione di massa, non foss’altro che per l’ordine di grandezza? E a questo scarto quantitativo, non corrisponde un salto qualitativo?
    L’opinione pubblica, purtroppo, rappresenta una sfera circoscritta, riguarda un’élite di cittadini consapevoli del loro status sociale, dei loro diritti e dei loro doveri, dotati di coscienza civile e partecipi, anche se soltanto come spettatori, del dibattito politico in corso. Al contrario, l’opinione di massa rappresenta una sfera pressoché illimitata, dai contorni indefiniti, la cui consistenza è riconducibile solo alla quantità; un rassemblement di persone privo d’identità, in quanto ciascuno dei suoi appartenenti ritiene che la “gente” siano gli altri.
    Ma un’altra, e più radicale differenza oppone i due universi. L’opinione pubblica predilige, come abbiamo visto, l’argomentazione razionale, mentre l’opinione di massa si alimenta della suggestione, della demagogia, dell’esteriorità, della visceralità; in una parola, dell’irrazionalità. Inoltre l’opinione di massa è disgregata; assente dalla sfera pubblica, prigioniera del suo particulare, spesso non è in grado neanche di esprimere istanze corporative e tanto meno di far valere le sue ragioni mobilitandosi. Essa manifesta la sua esistenza come forza passiva solo nei sondaggi e nei rilevamenti dell’audience, strumenti peraltro manipolabili. Al contrario, la sfera dell’opinione pubblica, che gravita intorno alla classe media, è organizzata: al posto di comando di questo settore risiedono “poteri forti” che controllano i gangli dell’economia e della finanza, delle istituzioni e della politica, della stampa e dell’editoria, della cultura e della scienza. Volendo ricorrere a uno slogan potremmo dire che l’opinione pubblica conta mentre l’opinione di massa è contata, dai sondaggi per l’appunto.
    Una differenza decisiva è, tuttavia, il diverso raggio politico delle due sfere d’azione: quello dell’opinione pubblica non può che essere limitato (soprattutto in un paese come l’Italia in cui il 30% della popolazione ha la licenza elementare) perché il suo argomentare è troppo articolato e il suo linguaggio è troppo complesso. La formazione dell’opinione di massa richiede altre doti: non il rigore argomentativo, ma una forte personalità, non l’amore disinteressato per il vero, ma una volontà di seduzione, non la coerenza, ma l’illusione e la fuga dalle responsabilità. Chi opera nel campo della pubblicità, conosce bene la distinzione fra questi due mondi e certamente non si affida al ragionamento per propagandare in Tv un detersivo o una nuova auto. Al tempo stesso chi opera con coscienza nel campo della politica sa bene la differenza tra demagogia e democrazia.
    Lo scontro fra queste due sfere è tremendo: la ragione è opposta all’irrazionalità, la forza dei valori si contrappone ai sondaggi d’opinione che impongono la tirannia di una maggioranza anonima, volubile e inconsapevole. Non opinione pubblica ma opinione pubblicata. Tutti i programmi di azione politica, soprattutto i più ragionevoli e realistici devono fare i conti con un’opinione di massa indirizzata da chi di volta in volta esercita, un sostanziale controllo sulla radio e la televisione. Nella misura in cui i partiti socialisti e democratici hanno fallito nel compito storico di emancipare le masse dall’ignoranza, ribaltando la loro connaturata tendenza ad essere “massa di manovra”, queste hanno svolto un ruolo cruciale in tutte le tragedie politiche che il nostro secolo ha attraversato. Questa contrapposizione tra suggestione e ragione, populismo e democrazia, conformismo e ricchezza spirituale, incultura e cultura è, al giorno d’oggi, ancora più forte di quella fra destra e sinistra, categorie comunque interne alla sfera razionale della politica e delle “scelte libere e consapevoli”. Oltretutto, contro l’opinione di massa e i suoi artefici, dovrebbero insorgere proprio i partiti che s’ispirano all’ideologia liberale. Infatti, il fattore più rilevante della sua ascesa, l’opinione pubblica borghese, è progressivamente privato della sua funzione di controllo democratico, inflazionato, com’è da un’opinione di massa sostanzialmente estranea a categorie quali Stato di diritto, rispetto delle Istituzioni, interesse generale, coscienza civile.

    Per la formazione di una nuova opinione pubblica
    Da quanto abbiamo detto, è facile comprendere su quale versante, rispetto alla radio e alla televisione, si collochi Internet un medium che richiede una buona scolarizzazione (bisogna saper scrivere oltre che leggere), una certa dimestichezza con le lingue, la conoscenza del computer e della Rete. E tuttavia ciò che distingue Internet dalla televisione è la possibilità di un discorso “diverso”, di uno scambio colto. Dopo settant’anni di tirannia imposta dall’opinione di massa, si è aperto uno spazio reale in cui hanno diritto di cittadinanza istituzioni pubbliche e private, università e centri di ricerca, biblioteche e agenzie di stampa, uno spazio che l’opinione pubblica può ritagliarsi per riprendersi la parola che la televisione generalista e commerciale negli ultimi trent’anni le avevano sottratto.
    L’opinione pubblica contemporanea può trovare in Internet uno strumento analogo – per selettività e ordine razionale del discorso – a quello della carta stampata nel xix secolo. In più, Internet presenta il vantaggio della “interattività”, vale a dire di un’effettiva e diretta partecipazione individuale alle discussioni scientifiche, politiche, di costume ecc.: uno spazio pubblico che la stampa del xix secolo concedeva solo a una categoria ristretta di rappresentanti della società civile, i pubblicisti.
    Uno spazio “colto” per la comunicazione sociale non può esistere nella Tv commerciale. D’altra parte le televisioni pubbliche, una caratteristica del Welfare europeo, che pure avrebbero potuto – e potrebbero (dovrebbero!) – contrastare questa passività omologante, stentano a contenere le degenerazioni insite in quel modello sempre più dominante. Ma anche istituzioni solide e secolari come le università, le chiese, le accademie e i partiti, essenziali per la formazione delle classi dirigenti dell’Occidente, hanno a poco a poco capitolato.
    Per questi motivi, di fronte a una TV che si basa sul modello di comunicazione unidirezionale “da uno a molti”, e a una stampa che ha in parte dimenticato la sua nobile origine (sebbene sia uno dei pochi baluardi che ancora resiste alle derive plebiscitarie), Internet rappresenta, quanto meno, una speranza e un’occasione per ripristinare, su scala planetaria, uno spazio pubblico di comunicazione per la cultura, le scienze, l’arte e la politica.
    Internet, a differenza della Tv, non preclude questa possibilità e soprattutto dimostra una “naturale” affinità con le istituzioni che curano la formazione culturale e spirituale dei cittadini. D’altronde non è un caso che le università e i centri di ricerca internazionali siano stati i primi – e per molti anni i soli – “utenti” della Rete e che non vi sia istituzione governativa e parlamentare, compresa la stessa Chiesa Cattolica, che non ne abbia, già da tempo, intuito e sfruttato le potenzialità informative e comunicative. .
    Volendo tradurre queste considerazioni nel linguaggio della politica, l’auspicio è che i partiti democratici, qualunque sia la loro matrice ideologica, sappiano cogliere le potenzialità insite nei nuovi media intesi come spazio di formazione dello spirito pubblico e formidabili strumenti per il confronto tra saperi, culture e civiltà. Un primo grande passo in questa direzione è stato il ruolo svolto da Internet il 15 febbraio 2003 nella mobilitazione contro la guerra in Iraq di centodieci milioni di cittadini di tutto il mondo. Quell’evento ha reso concreta la speranza che possa nascere, dalle ceneri della vecchia opinione pubblica europea, una nuova coscienza pubblica mondiale.

    Renato Parascandolo

  4. ciffo

    Concordo sul fatto che bisogna continuare, magari mettendo in folle ogni tanto, senza troppe pretese.
    A wiseman dico… saremo anche spettacolino e divertimento per tanti… ma quello è il bello dell’essere blogger: scrivere i propri pensieri, condividere con altri le proprie opinioni e magari sperare che questo contribuisca, come dice Cristoforo, a creare opinione pubblica.
    Avere uno spazio per esprimersi a disposizione di tutti dovrebbe essere l’obiettivo minimo di montenet e se non tutti vogliono esprimersi questo non dovrebbe farci abbandonare. Penso al post di aspide sul commercio ad esempio… avrebbe avuto la stessa rilevanza se aspide avesse scritto quelle cose solo in una lettera inviata privatamente?
    Tra l’altro se anche montenet dovesse chiudere io aprirò immediatamente un mio blog. Certo la scarsa partecipazione ci costringe a volare basso. Che dire… accontentiamoci degli obiettivi minimi!

    Concordo invece al 100% con Cristoforo su incivili e maleducati. Invito l’ADMIN a essere più deciso nel proteggerci da certe persone, cancellare o modificare solo i post incriminati non serve a nulla!

    1. Wiseman

      detto che ho riferito le mie personalissime sensazioni, non posso che prendere atto, con piacere di questo "ritorno di fiamma" da parte tua e ciò fa ben sperare per il futuro.

      Del resto, se ricordi bene in estate, l’idea di chiudere era abbastanza condivisa e fui proprio io a chiedere di tener duro almeno fino a 1.000.000 di contatti.

      Sono d’accordissimo sul continuare in qualsiasi modo, solo che, magari apriamo un altro dibattito, su eventuali modifiche da apportare al regolamento, avrei qualche idea in proposito  per prevenire clandestini e sabotatori, convinto come sono che  l’Admin non deve essere il cane da guardia per costoro e che non può e non deve controllare il sito 24h su 24.

      Affurtuquam’c l’ vrazz e partim’ da cap’

      (ogni riferimento a slogan politici è casuale)Wink

       

       

      1. giusy

        Tanti Auguri a Montescaglioso.net!!! Questo sito intrinsecamente ha un potere rivoluzionario, di cambiamento e per questo deve continuare ad esistere! Personalmente considero questo sito una sorta di "controllore dei controllori" e quindi, come si è visto in tante occasioni, ha un ruolo importante per la difesa della Democrazia. Tra le tante discussioni, inoltre, ,sono state messe in evidenza, con una amplificazione che altrimenti non ci sarebbe stata, le cose belle e uniche di Montescaglioso, e anche i problemi del nostro paese..e quindi un applauso va a tutta la community!!!

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