C’è la crisi, in 40mila tornano nel Meridione
Una inversione di flusso: chi era partito per le regioni del Nord in cerca di lavoro, di una vita più stabile, alla fine ha deciso di tornare a casa.
La fotografia scattata da Svimez ritrae un Sud che nel 2030 sara’ popolato sempre piu’ di vecchi, dove oggi, dopo anni di boom, gli studenti scoraggiati non si iscrivono piu’ all’universita’ e dove, per effetto della crisi economica, nel 2009 gli emigrati, disoccupati, invertono la rotta e rientrano a Sud.
Sono solo alcuni dei dati contenuti nel libro del vice direttore Svimez Luca Bianchi e di Giuseppe Provenzano sulle migrazioni Sud-Nord. “La generazione che parte o che scompare, la generazione che versa in mala occupazione – si legge nel libro – ha piu’ difficolta’ amettere su famiglia. Il flusso dei lavoratori immigrati sara’ largamente insufficiente a compensare la perdita di popolazione attiva al Sud.
Nel Mezzogiorno, infatti, la popolazione in eta’ da lavoro sara’ diminuita, tra il 2008 e il 2030, di oltre duemilioni di persone, passando da 11,7 milioni a 9,4 milioni. I lavoratori immigrati, nell’area, saranno in tutto 450mila, superando di molto poco i 300mila attuali. Le debolezze economiche incidono anche sui comportamenti sociali: Ormai le donne residenti
nel Centro-Nord fanno piu’ figli delle donne meridionali. Il numero medio di figli per donna nel 2007 e’ piu’ alto nel Nord-Est (1,39) che nel Mezzogiorno (1,32). Sono due regioni meridionali, ad avere i tassi piu’ bassi d’Italia: la Sardegna e la Basilicata.
Un mercato del lavoro che non offre opportunita’ occupazionali, un sistema di welfare insufficiente nel fornire servizi alla infanzia, indispensabili per favorire la conciliazione lavoro-famiglia, di fatto preclude, o comunque
ritarda, la scelta di fare figli”.
tratto da http://www.economiasud.com/
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scommettiamo che adesso saranno molti di più?
http://ilquotidianodellabasilicata.ilsole24ore.com/it/basilicata/potenza_scjola_bonus_benzina_lucani_1234.html