Il Comune ha ordinato alla società Jolly di rimuovere i manifesti
pubblicitari "Relish" e ha deciso di non prorogare la concessione degli
spazi per la campagna. Nei cartelloni si vedono due guardie impegnate a
perquisire con decisione due donne in abiti succinti.
Uno schiaffo alla dignità umana. Un incitamento alla violenza
contro le donne di cui mai, ma in particolare in questo momento, non
si sente affatto il bisogno. E anche un´offesa alle forze
dell´ordine. È riuscita a colpire duro sui fronti aperti dai più
recenti fatti di cronaca la pubblicità di questa casa di moda che ha
invaso di tabelloni pubblicitari i punti chiave della viabilità di
Napoli. Non poteva sfuggire al sindaco Iervolino quell´allusione
alla violenza e alla sopraffazione, ai danni del genere femminile,
ma non soltanto, sbandierata per strada su tabelloni di sei metri
per tre!
che ne pensate donne e uomini montenettiani ???
sentiamo oggi la necessità di difendere il sesso femminile dall’indegno uso pubblicitario che se ne fa o queste sono le solite rivendicazioni di femministe represse?
nella mia amata napoli un grande segno di cività (con tutta l’inciviltà sociale e politica che c’è in giro) o semplicemente in linea con gli attuali propositi berlusconiani
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se lo kiedete x le donne , x la storia di quel tipo di messaggio , allora nke voi donne lo dovreste fare anke in tv , standovene piu vestite come veline e come partecipanti di un grande fratello o isola dei famosi ecc ecc.....a me sembra una skusa la storia dei tabelloni , altrimenti sarebbe valso x tutto , li dove la donna è usata come oggetto di sopramobile da poter gustare kon gli okki.
mio modesto parere da buon gustaio.
Sono connessa come Admin, ma scrivo come Cinzia.
Non sono mai stata più d'accordo con Zodd di questa volta.
La rimozione di quei cartelloni pubblicitari è solo retorica e ricerca di sensazionalismo, che nulla hanno a che fare con la difesa della dignità femminile. Anzi, l'iniziativa della Iervolino mi fa veramente arrabbiare.
Scusate, signori miei, le modelle che hanno prestato corpo ed immagine a questa indecenza, sono state costrette con la forza a farlo?
Decisamente no. Hanno deliberatamente deciso ed hanno ricevuto una vergognosa somma di denaro in cambio della mercificazione del proprio corpo e della propria dignità. Questo mi fa più schifo di tutto, perchè, in quanto donna, mi devo sentire accomunata a queste "prostitute" in una presunta lotta per l'affermazione della dignità femminile.
Trovo veramente stupido cercare di nascondere l'immondizia sotto il tappeto, quando qui non ci sono vittime e carnefici, ma persone adulte e consenzienti che accettano di diventare oggetto.
Questo è ciò che trovo repellente in questa storia.
Non mi stancherò mai di ripetere che anni di lotte femministe non sono serviti a nulla... Che tristezza!
Cinzia
Nemesi, sono contenta che quando vai in giro per la tua amata Napoli (città indubbiamente ricca di storia, cultura, che saluto con affetto) e imbattendoti in questi cartelloni, non sola a causa delle loro dimensioni, ti poni delle domande poiché, gli stessi, ti hanno suscitato delle riflessioni e ti piacerebbe conoscere le opinioni degli altri utenti di montenet. A questo punto mi chiedo, l’avrebbe fatto tua nonna o la tua bisnonna?(specifico: porsi delle domande) Penso proprio di no. Certo che anch’io guardando il cartellone avrei avuto le tue stesse sensazioni, ma voglio risponderti:
1) non penso che mi debba difendere da un cartellone e da quello che mi può suscitare in un determinato momento perché se io non contribuisco ad alimentare alcuni pregiudizi e preconcetti posso continuare la mia battaglia di donna;
2) giudico, la rimozione, un segno di civiltà solo per il fatto di non continuare a dar adito a certa mentalità.
Siamo qui a parlarne e, questo, ripeto, è senz’altro positivo.
Non me la sento proprio di voltarmi indietro e dire “non mi stancherò mai di ripetere che anni di lotte femministe non sono serviti a nulla... Che tristezza”
Forse qualcuna ha dato la sua vita affinché io oggi fossi in grado di parlare, di lavorare, di partecipare alla vita politica, anche con il voto, di essere genitore, moglie … donna.
Forse, ora, io posso dire a mio marito oggi vado con le amiche, da sola; oggi vado al cinema, ad un concerto, in palestra, senza chiedergli (domanda impensabile fino a non molti anni fa) “caro posso andare?”.
Ci sono voluti anni, sacrifici, lotte, morti per arrivare a questo. Ed ho rispetto per tutte.
Sta a noi con i nostri comportamenti far capire e, chiarire a chi non l’ha fatto, cosa significa essere donna, cosa significa “un essere umano”.
Sta a noi camminare a testa alta, certo anche per vedere i cartelloni, ma non farci condizionare da essi.
So che è una pubblicità e, per far presa sull’attenzione delle persone, si cercano emozioni forti, può darmi fastidio, ma continuo a camminare perché forse ho da fare un esame e devo dimostrare a qualcuno che io valgo, non in quanto donna, ma come persona capace di avere le stesse possibilità ed opportunità di un uomo. Non mi faccio confondere.
A presto