Vorrei solamente chiedervi una cosa: dov’eravate?
E dov’era tutta quella gente, soprattutto giovani, cui è stato spedito l’invito direttamente a casa?
E anche coloro cui l’invito non è stato spedito perché non c’erano nonostante i manifesti affissi per strada? Tutti quei giovani universitari che nei week-end servo puntualmente nel pub dove sono quando gli si presenta l’occasione di nuovi spunti, di approfondire nuovi e vecchi argomenti? E tutti quelli che difendendosi dietro suggestivi pseudonimi si lamentano dell’apatia montese che facevano in quel momento? Non rispondetemi facendo riferimento alle inclinazioni politiche di Azione Diretta: sarebbe un alibi troppo facile, “una scusa vecchia quanto il mondo” (come direbbe un mio amico adottato dalla grande Milano).
La letteratura presenta vari punti di vista; che qualcuno li ritenga politicizzati è un’interpretazione suscettibile di discussione. E la discussione in ambito letterario è aperta, meno vincolata essendo la scrittura l’arte che più indaga le contraddizioni del pensiero umano. Un evento culturale per quanto possa essere sotteso, secondo la comune dietrologia di molti compaesani, da interessi arcani è sempre un impegno preso da parte di chi lo organizza con tutta la gente cui è rivolto, un’attestazione di fiducia, di stima rivolta a quanti potenzialmente sono in grado di offrire il loro contributo affinché il tema presentato diventi uno spunto di riflessione collettiva.
E deludere un’attestazione di stima è un’offesa fatta prima di tutto a se stessi.
Eventi culturali a Montescaglioso
Il 16 giugno si è conclusa la rassegna letteraria organizzata da Azione Diretta con la presentazione del romanzo di un giovane scrittore pugliese, Mario Desiati, nonché talento scoperto e apprezzato dal compianto Enzo Siciliano. La rassegna ha sperimentato nuove strategie nella presentazione di un libro (come è accaduto con Costantino Dilillo), ha raccontato la storia di giovani scrittori emergenti, Andrea Di Consoli e Mario Desiati, ha rivelato storie che appartengono alla cultura locale, è il caso di Ulderico Pesce che ha appassionato e provocato raccontando la storia dell’ingenuo ribelle (o semplicemente disperato) Giovanni Passannante. Come tutti gli eventi culturali, in quanto rivolti ad un pubblico eterogeneo, anche la rassegna presenta dei caratteri da migliorare. Del resto è naturale quando si organizza un evento collettivo contando esclusivamente sulla forza e sulla passione di poche persone. Ma non è questo di cui vorrei parlare.
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Le parole di Angelica cadono a proposito. A dimostrazione del fatto che i limiti ce li poniamo noi stessi, con i nostri pregiudizi, con la nostra filosofia del Tir' a campa', con il nostro gusto della polemica fine a stessa, con la nostra cattiva fede verso il prossimo... E si continua ad insinuare, a snobbare, a fare gli scettici... Nel frattempo la vita scorre, le occasioni passano come treni che puntualmente perdiamo perchè indugiamo nella nostra pigrizia e negli alibi dei se e dei ma che ci fanno sempre guardare la pagliuzza nell'occhio dell'altro, senza vedere la trave che è nel nostro. E scusate la metafora ... "parabolica"!
Non vorrei che il mio punto di vista sul nostro bel paesello che si descrive nelle suddette semplici tre parole diventi un punto di vista di tutti...(lo trovate alla voce "il brutto di Montescaglioso" nella mia descrizione che ho inserito quando mi sono registrato).Alla fine vuoi vedere che è effettivamente la fotografia del paese???!!!!Allora c'ho preso???!!!