Colgo l’occasione di questo post per raccontare ciò che accadde a Monte il Natale del 1992
ciao a tutti tonino
NATALE 1992
Arrivai a Monte che saranno state le 8 di sera del 23 dicembre,
antivigilia di Natale, io mia moglie, i miei figli e un nostro amico
costavoriano ci ritrovammo in una piazza Roma completamente deserta con
un albero di Natale con pochissime luci e i bar chiusi.
Provammo subito un senso di angoscia, i Natali montesi li ricordavo
sempre pieni di vita, con le luminarie a fare da cornice ai negozi e al
corso principale, la gente che si intratteneva fino a tardi a
condividere la festa e invece quel Natale del 1992 tutto taceva, per le
strade regnava il deserto e nei pochi bar che erano resistiti al buio
degli anni precedenti o non c’era nessuno o erano completamente chiusi.
Il 1990 e il 1991 erano stati due anni terribili per Montescaglioso, vi
erano stati gli attentati in pizzeria e gli omicidi di una tragica
guerra di banda che aveva gettato l’intero paese nel terrore e nella
disperazione; la paura si era impadronita della gente e le attività
commerciali già fortemente provate da esose richieste di estorsioni
chiudevano i battenti o anche se ancora aperte non assicuravano ai loro
gestori il benchè minimo sostentamento; decine di giovani avevano
scelto la strada del nord e chi vi era rimasto viveva un momento di
profonda apatia.
Quel 23 dicembre del 92 mi passo davanti alla mente tutta una vita di
ricordi e meravigliosi Natali passati al canto delle cupa cupa,
serenate e pettolate e di tante serate in allegria che il Natale
portava al paese.
Dovevo fare qualcosa, non sapevo ancora cosa, ma di sicuro dovevo inventarmi qualcosa per rianimare il Natale.
Il 24 mattina incontrai degli amici e intanto che commentavo con loro
la situazione già si faceva strada nella mia mente quella che sarebbe
stata l’idea per un Natale indimenticabile.
Fu cosi che presi in affitto un impianto di amplificazione e la sera
stessa occupammo i locali del cenobio nell’abbazia non ancora
ristrutturati e organizzammo una serata di discoteca libera e gratuita
per tutti.
La cosa ebbe un successo strabiliante, centinaia di giovani si
riversarono nei corridoi dell’abbazia al punto che decidemmo di
ripetere l’esperimento anche per le sere successive.
In breve si sparse la voce anche ai comuni limitrofi e cominciarono
cosi ad arrivare ragazzi anche da Matera e dalla vicina Ginosa
Ci fu qualcuno che non approvò quella iniziativa cosi fece intervenire
i carabinieri e il comune per chiudere i locali ed impedirci di
continuare l’esperimento, ma riuscirono solo a darci una carica
maggiore e la voglia di andare avanti contro qualunque avversità
Tutte le sere tornavamo alla carica, si rompeva il lucchetto e
nuovamente si cominciava a ballare, a metà serata si interrompeva la
musica e si discuteva di lavoro, delinquenza, droga e di tutte le
problematiche che vivevano i giovani montesi in quegli anni.
Si costitui il primo gruppo di giovani che credeva nella possibilità di
continuare con una associazione e la costituzione di un circolo arci.
L’inizitiva andò avanti per circa un mese fino al 17 gennaio del 1993
quando ripresi la strada del ritorno per Parma non prima però di aver
affidato una trentina di giovani che avevano tutte le intenzioni di
costituire il circolo ai dirigenti dell’allora DS, e quello fu un
grossissimo mio errore visto che in pochissimo tempo il gruppo si
sciolse perché gli impegni presi dai dirigenti DS non vennero matenuti.
Resta però per me il ricordo di una esperienza e di un Natale veramente indimenticabile.
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Bello leggere del passato....
ti ho messo un 6... la media tra 8 e 4
8 per il racconto e 4 per l'abbazia trasformata in disco... uno scempio degno della targa dei savoia ;)