In Ucraina un ex comico sta guidando un’eroica, inattesa e insospettabile resistenza a Putin. Un fenomeno spiegabile solo con l’odio secolare che la Russia ha suscitato nei paesi che hanno la sventura di esserle vicini: meglio morti che stare sotto il suo dominio.
In Italia un paese smarrito, deluso dai suoi governanti e ncapace di esprimerne di nuovi, per tirare a campare ci siamo appoggiati a tecnici di prestigio: Azeglio Ciampi, Dini, Monti -volendo anche Prodi- e infine Draghi.
Sono stati una ferita alla democrazia o la cura per una democrazia malata, il tutore dato a chi non sa gestirsi da solo, la guida offerta al cieco? Noi cittadini comuni ci siamo accorti nel quotidiano di una limitazione di democrazia durante quei governi? Mi pare di no. Nell’incapacità di governarci secondo le normali regole abbiamo supplicato delle persone d’età -per usare un eufemismo- come Napolitano e adesso Mattarella a binare nella loro carica. E Mattarella, certo non da solo, è riuscito a convincere Mario Draghi a occuparsi del nostro governo.
In una sitazione quanto mai difficile, crisi economica, covid, guerra, gestione fondi europei e adesso una siccità biblica. Nessuno fa miracoli, ma tutto considerato, le cose non stavano andando così male: certo ogni tanto qualche cappone che si credeva gallo lanciava il suo chichiricchì fuori tempo e la ducetta con gli occhioni se la godeva arringando le folle di Spagna: yo soy…
Dopo di chè è arrivato l’avvocato di Volturara Appula sobillato – se non di più- dal comico Grillo. Premesso che non ce l’ho con gli avvocati, soprattutto se vengono da Foggia e dintorni e hanno l’eleganza dei sartini di paese anni Cinquanta, premesso che secondo me Grillo era più stucchevole e ripetitivo dela Litizzetto, premesso che le prediche dell’uno e dell’altra mi davano la tentazione di andare in chiesa, mi domando e dico la sola cosa dicibile senza sconfinare nel turpiloquio: iativinn! Dove volete, dove più vi aggrada, ma andatevene, pezzi di stronzio (numero atomico 38)! Magari ad
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