Il gioco da sempre, è legato a specifici territori ed esprimono, al pari delle altre tradizioni, la cultura di una comunità.
L’uomo, sin dall’origine della vita sociale, è homo ludens: il gioco è parte della creazione dell’identità personale e collettiva, tutt’altro che attività esclusivamente infantile, ma pratica che accompagna persone e comunità dalla nascita alla morte.
Salvaguardare il gioco tradizionale, dunque, è un modo per tramandare la cultura di un territorio, in quanto pratica antropologica e sociale di importanza primaria.
Oggi gli appassionati di giochi hanno possibilità infinite, tra videogiochi su console e online, poker Texas Hold’em e scommesse su casinò online, da giocare online al proprio pc, fino ai giochi di carte tradizionale, partite infinite ai circoli dei piccoli centri, un sapore d’antico che non si perde mai.
La Basilicata, come il resto delle regioni italiane, ha i suoi giochi tradizionali, espressione culturale che, insieme al resto delle pratiche folkloristiche, racchiude il senso e la natura più intima di una comunità.
Tra i giochi tipici della Basilicata, troviamo il Pizzicantò, una variante delle tante torri umane, tipiche delle tradizioni di tutti i paesi del mondo. Il Pizzicantò, non a caso, è un gioco fortemente simbolico: rappresenta infatti il dominio della verticalità. La torre umana, dopo essersi formata, deve ruotare su sé stessa: il rischio di cadere è a sua volta simbolo del rischio di capovolgimento sociale. Spesso le torri erano rappresentative di diverse classi di lavoratori: contadini, artigiani e altri lavoratori.
Il Pizzicantò è un gioco che la Basilicata condivide con il resto del sud Italia (Molise, Campania, Calabria) e nel 2003 è stato dichiarato Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco. A Irsina, dal 2009, si tiene il Festival delle Torri Umane, a cui partecipano squadre da tutto il mondo.
Altro gioco tradizionale, condiviso con molte regioni italiane, è il Palo o Albero della Cuccagna. Il gioco consiste nello scalare un palo per raggiungere premi posti in cima, solitamente leccornie della tradizione. Per rendere più difficoltosa l’impresa, il palo viene cosparso di grasso.
Anche in questo caso, il gioco ha una forte valenza simbolica: l’albero, con il suo spirito benevolo, può portare doni e fortuna.
La corsa con le rotoballe è un gioco davvero sui generis. Nato nei campi di Balvano, nella provincia di Potenza, è un gioco che nasce in un contesto agricolo, un modo scherzoso per passare il tempo libero in occasione della raccolta e dello stoccaggio delle rotoballe.
I ragazzi, per le strade, improvvisavano giochi con i mezzi a disposizione, spesso scarsi. Una sorta di baseball locale era a mazza e pizzico, che consisteva nel colpire con una mazza di legno un legnetto più piccolo. L’obiettivo era farlo arrivare più lontano possibile, fino a raggiungere la meta prestabilita: la vittoria andava a chi ci arrivava con meno colpi possibile.
A tuzza muro, invece, era un divertimento che prevedeva il colpire un muro con una monetina per farla cadere più vicino possibile alle altre monetine già per terra, che veniva così “catturate”. Spesso, però, le monetine non erano a disposizione, sostituite da meno preziosi bottoni.
Il cerchio era un altro de giochi praticati anticamente dai ragazzi. U cerch’ pa’ maniglia consisteva nel far correre un cerchio, solitamente un cerchione di bicicletta a cui erano stati tolti i raggi, tenuto in equilibrio da un pezzo di ferro o un bastone (che fungeva da maniglia). Le corse con la ruota, in solitaria o in compagnia di altri ragazzi, erano uno dei passatempi preferiti.
Il gioco, dunque, era ed è mezzo di socializzazione e divertimento, uno strumento che può servire anche a conoscere meglio la propria regione: risale ormai a un paio di anni fa la realizzazione di Lucanum, il gioco nata dalla collaborazione tra la PMI sicula-lucana iInformatica Srls e alcune tra le aziende del territorio. Disponibile per iOS e Android, in italiano e in inglese, il gioco consiste in una serie di domande su usi, costumi, artisti e opere del territorio lucano.
Abbiamo visto alcuni dei giochi antichi e di come il gioco può aiutare a conoscere e vivere la propria comunità. Perché giocare, a qualunque latitudine, è una cosa molto seria.