Chi segue la blogosfera lucana oggi troverà in giro lo stesso post pubblicato su vari siti. Molti, e anche io, hanno deciso di aderire all’iniziativa di Nathan2000 e di pubblicare il testo di una lettera da inviare a varie istituzioni/trasmissioni/quotidiani al fine di sensibilizzare e interessare questi e quanti più cittadini possibile alla vicenda di Angelo Falcone e dei quasi 3000 italiani detenuti all’estero (giustamente o ingiustamente) spesso in condizioni disumane e quasi sempre dimenticati dallo stato.
E’ il minimo che possiamo fare per un padre, nostro corregionale, che assiste impotente alla vita di suo figlio distrutta.
Di seguito la lettera. Basta copiarla e scrivere una mail firmata agli indirizzi che seguono in calce:
Egregio signore,
“È ciò che ci chiedono i Cittadini”, è una frase che spesso, troppo spesso, abbiamo ascoltato in TV, pronunciata da tutti, dico tutti, i rappresentanti dei suddetti Cittadini che siedono in parlamento.
Chi le scrive è uno di quei Cittadini di questo Paese, di quei cittadini che ancora credono, in maniera piuttosto forte, alle Istituzioni. Finora non mi è mai capitato di sentirmi fare, da qualcuno dei parlamentari di questa Repubblica, la domanda: “Cosa chiedi, carissimo Cittadino, a noi tuoi rappresentanti?”.
Non voglio inoltrarmi in polemiche e critiche immotivate… non ci penso e non ne sarei capace. Vorrei, soltanto, rendere noto a Lei quale sia il mio concetto di Stato; concetto che posso semplificare come segue: lo Stato è un Padre che deve (ma soprattutto, Vuole) occuparsi dei propri figli senza riserve e senza tentennamenti; Un Padre è colui che si precipita a rotta di collo dal proprio Figlio ogni qual volta ve ne sia la necessità; ogni volta che si presenti una difficoltà che implichi un aiuto, un consiglio, un intervento di qualsivoglia natura.
Un Padre amorevole ma, all’occorrenza, inflessibile. Inflessibile quando sia palese un cattivo comportamento di un suo figlio. Un Padre pronto a comprendere, ma pronto anche a punire, se lo merita, un figlio che si sia comportato in modo non adeguato alle regole familiari.
Questa lettera nasce dopo mesi di riflessione su di una vicenda particolare di cui poco si parla: l’arresto e la detenzione in India di un nostro concittadino. Il suo nome è Angelo Falcone, ed è stato arrestato, con il suo amico Simone Nobili, dalla polizia Indiana con l’accusa di detenzione di 18 kg di droga. Seguendo il blog del padre di Angelo, Giovanni Falcone, ho scoperto che di nostri cittadini detenuti all’estero ve ne sono più di 3.000! Non ho potuto verificare di persona, pertanto mi debbo fidare delle cifre fornite dal sig. Falcone… ma non ho motivi per dubitare di quanto affermato sul suo blog. Allora, la mia domanda è la seguente: questi nostri concittadini detenuti all’estero sono figli di questo Padre-Stato? Se sì, come mai le istituzioni di questo paese non si comportano come si comporterebbe un Padre nel caso di un proprio figlio? Ad Agosto, per Angelo Falcone e l’amico Simone, c’è stato il verdetto di Condanna a 10 anni. La possibilità di ricorso in appello ha come termine perentorio il 23 ottobre… il tempo stringe! Mi aspetterei, da un Padre, una corsa in India per vedere di persona come stanno le cose. Giovanni Falcone non riesce a parlare con suo figlio neppure telefonicamente. E, da quanto mi capita di leggere sul suo blog, l’interessamento delle Istituzioni di questo Paese sulla faccenda è, per così dire, insufficiente. Come se il Padre-Stato abbia già emesso giudizio di condanna sul proprio figlio, ed abbia deciso di punirlo per la mancanza commessa. Mi sarei aspettato, nel caso particolare di Angelo e, più in generale, nel caso dei nostri oltre 3.000 connazionali detenuti in penitenziari esteri, un atteggiamento differente. In fondo, bisognerebbe domandarsi se in tali paesi esistano quelle garanzie che sono caratteristiche di un qualunque Stato di Diritto degno di questo nome. Siamo sicuri che l’India garantisca gli imputati secondo tali canoni? E tutti gli altri paesi in cui sono detenuti nostri concittadini? Ecco: un Padre dovrebbe correre in soccorso di un proprio figlio per cercare di garantirgli tutto il necessario per affrontare le vicissitudini in cui è incappato. Se, con tutte le garanzie del caso, si dovesse dimostrare un “ERRORE PALESE” commesso dal Figlio, allora il Padre avrebbe tutti i motivi per punire tale errore. Voglio sottolineare il fatto che, più volte, Giovanni Falcone ha dichiarato che, se sulla base di un processo serio ed equo, suo figlio Angelo dovesse essere riconosciuto colpevole, sarebbe il PRIMO a pronunciarsi per la detenzione. Per un processo serio ed equo, segnato, cioè, da tutte le garanzie che vengono concesse nel nostro paese a chiunque incappi nei meccanismi della legge, le Istituzioni italiane si sono mosse? Nel caso di Angelo e dei più di 3.000 già citati, è stato fatto tutto ciò che andava fatto?
Concludo dicendo che, da Cittadino di questa Repubblica, chiedo alle Istituzioni tutte, di occuparsi dei propri Figli detenuti all’estero. In virtù del fatto che il mio sentire lo Stato è forte, e altrettanto forte deve essere la risposta dello Stato ai propri cittadini. Se ciò non dovesse essere possibile mi troverò nella bruttissima condizione di figlio di un Padre non disposto ad occuparsi di me… fatto che, per il mio modo di sentire lo Stato e le Istituzioni, non mi lascia tranquillo affatto.
Distinti saluti
presidenza.repubblica@quirinale.it (Presidente della Repubblica)
http://presidente16.camera.it/servizio/30/mail.asp (Presidente della Camera dei Deputati)
schifani_r@posta.senato.it (Presidente del Senato)
gabinetto@cert.esteri.it (Ministro degli Esteri)
larepubblica@repubblica.it (La Repubblica)
http://www.corriere.it/solferino/main_mieli-form.shtml (Corriere della Sera)
direttore@ilquotidianodellabasilicata.it (Il Quotidiano della Basilicata)
nuovabas@tin.it (La Nuova)
mimandaraitre@rai.it (Mi manda Raitre)
http://www.matrix.mediaset.it/dillo.shtml (Matrix)
http://www.report.rai.it/RE_segnalazioni/0,1067380,,00.html (Report)
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/segnalazioni.shtml (Striscia la notizia)
http://www.iene.mediaset.it/segnalazioni.shtml (Le iene)
portaaporta@rai.it (Porta a Porta)
info@radicali.it (Radicali italiani)
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Si hai ragione Ciffo,
é il minimo che possiamo fare,
da italiana residente all' estero mi ha toccata molto, avevo giá sentito questa vicenda..credo che tempo fa qualcun' altro su Montenet aveva proposto il tema..brutta storia, speriamo di riuscire ad ottenere qcsa scrivendo..
Carmela
"Il pettegolezzo é l'oppio degli oppressi"
Ho scritto una lettera al "Quotidiano della Basilicata", con la collaborazione di Giovanni Falcone, per sollecitare i sindaci lucani a offrire alla famiglia Falcone l'espressione della solidarietà (anche con un contributo economico) delle nostre comunità verso una situazione così difficile.
Da Montescaglioso la solidarietà alla famiglia Falcone
PONIAMO alla Vostra attenzione un problema molto importante riguardante la famiglia lucana Falcone. Continuare a parlare è utile ai fini di creare una collaborazione fra tutti i soggetti possibili per aiutare e non lasciare da sole le persone coinvolte. I Falcone stanno affrontando una vicenda giudiziaria molto complicata che ha come protagonista Angelo, ragazzo di 27 anni, attualmente detenuto in India con una condanna a 10 anni di reclusione. Nel marzo 2007 si era recato in India con un amico (attualmente detenuto) per una vacanza. Ad una settimana dal ritorno, la polizia indiana li ha arrestati. Secondo Giovanni, padre di Angelo, la polizia ha fermato i ragazzi dopo aver fatto irruzione nell'albergo in cui alloggiavano; li ha condotti in un commissariato insieme ad altre persone del posto.Dopo un periodo di fermo, gli agenti hanno convinto i ragazzi a firmare una dichiarazione in lingua indiana, assicurando che in essa fosse riportata l'esatta dinamica di quanto accaduto. I ragazzi hanno accettato, ma solo dopo si è saputo che nella dichiarazione c'era una versione molto diversa dei fatti, ovvero che i ragazzi erano stati fermati in auto nei pressi dell'aeroporto e soprattutto che erano in possesso di un ingente quantitativo di stupefacenti. I giovani sono stati condotti in carcere dove hanno atteso il processo di condanna del luglio scorso. Papà Giovanni racconta che la situazione carceraria è ai limiti della sopravvivenza, con decine di persone in una stessa cella e condizioni igieniche non accettabili, tanto che Angelo si è ammalato di Epatite C. Giovanni si è rivolto alle autorità, ma non ha ricevuto tutte le attenzioni che meritava. Deve, inoltre, sostenere delle spese ingenti perché gli avvocati del processo (l'appello nei prossimi mesi) possono essere solo dello Stato Indiano dove sono detenuti i ragazzi. Falcone ha bisogno di aiuto nella sua opera di sensibilizzazione verso il suo caso e verso molti altri casi di italiani detenuti all'estero. Ha molti meriti:haaperto un blog,hapartecipato a numerose trasmissioni televisive e ha coinvolto le maggiori testate giornalistiche. In quest'opera di sollecitazione verso autorità come la Farnesina, che potrebbero certamente fare di più in questa vicenda, ha bisogno di un sostegno da parte di tutti. Giovanni ha scritto ai comuni lucani per richiedere un aiuto morale ed economico (anche simbolico). Alcuni hanno detto di sì (Montalbano eNova Siri), altri non hanno colpevolmente risposto a questo appello drammatico.
Sostenere Angelo e Giovanni è un obbligo da parte di tutti perché solo valori come la solidarietà possono cementare una coscienza civile che possa finalmente farci sentire parte di una stessa regione. Aspettiamo fiduciosi le risposte dei sindaci lucani, a partire dal sindaco del mio paese Montescaglioso, Mario Venezia, con la speranza che possano deliberare al più presto all'unanimità del Consiglio comunale l'espressione del sostegno morale ed economico delle comunità.
Mario Dimichino
Propongo una serata di Cinema e Solidarietà al PalAuditorium per sostenere la causa dei ragazzi in Carcere in India. Un'incontro con Giovanni Falcone e quanti vorranno spiegare lo scopo della iniziativa. Per rendere più interessante la serata il programma potrebbe prevedere la proiezione di qualche bel film sul tema. Io propongo la proiezione del documentario "L'Ora d'Amore" di Andrea Appetito e Christian Carmosino. 52 minuti ambientati nel carcere di Rebibbia che raccontano l'impossibilità di vivere l'amore da dietro le sbarre, le chiusure, le barriere profonde, le paure che vivono quotidianamente i detenuti obbligati a scontare le loro pene. Una produzione realizzata dal Dipartimento di Comunicazione e Spettacolo.
Francy Lomonaco