IL RAPPORTO CON I MONTESI – “Sono sempre stato me stesso. Soprattutto nei momenti difficili. Anche quando capitava di subire qualche sconfitta i tifosi erano molto esigenti il livello di organizzazione era molto alto il presidente Santarcangelo non ci ha fatto mai mancare nulla. Ho sempre avuto un rapporto vero con i Montesi e questo è stato il nostro punto di forza. Mi emoziona sempre toccare con mano tutto questo affetto da parte dei tifosi. È stato un anno fantastico. Ho indossato la maglia biancazzurra sentendola mia e sapendo di rappresentare un popolo intero. Emozioni indescrivibili. Continuo a seguire la Polisportiva e un po’ tutte le sue squadre montesi. Sono sempre informato e mi capita di sentire i miei ex compagni. Con Nicola Martino ex giocatore si tempi della Polidportiva spesso mi aggiorno su come vanno le cose a Montescaglioso”.
IL CALCIO – “Il calcio è la mia vita. Non nascondo che mi piacerebbe tornare in questo mondo. Mi sarebbe piaciuto continuare a Montescaglioso visto gli ottimi rapporti con tutti. Oggi ho il mio lavoro e una famiglia. Ma nella vita mai dire mai. Chissà che un giorno questo non accada. A Montescaglioso c’è grande mentalità, tante aziende, imprenditori e persone perbene. Montescaglioso merita tanto, una piazza dalle grandi possibilità che con il calcio e in credito perché ha raccolto molto meno di ciò che ha seminato specialmente con Rocco Santarcangelo, dove negli anni 80 avrebbe meritato più di tutti l’Interregionale. Non posso che parlarne con entusiasmo di lui e della sua famiglia. I ricordi più belli della mia carriera? Quelli che mi legano a Montescaglioso. Perché venivo da un momento non facile e sono riuscito a ripartire grazie alla Polisportiva Montescaglioso ricevendo tanto affetto bellissimo ricordo”.
I COMPAGNI DI SQUADRA – “A Montescaglioso ne ho avuto di forti. Da Veglia, Gallipoli, Tataranni, Mastrodomenico, Panarella, Pippo Mianulli, Nicola Zaccaro, Pavone che formavano una difesa davvero forte a Martino, Andriulli, Giannotta, Montano, Apollaro. Ho avuto la fortuna di giocare in una squadra molto competitiva e con molti guovani interessanti come Lovecchio, Canterino, Di Biase e molti altri. Resta il rimpianto di come finì l’anno successivo. Eravamo un grande gruppo“.
Raffaele Capobianco