Molti si chiedono quando arriva l’estate. Porsi questa domanda potrebbe sembrare legittimo ma in realtà non ha molto senso.
Il concetto chiaro a pochi è che la primavera è un periodo di transizione tra la stagione invernale e quella estiva. Questa transizione può essere più o meno brusca ma non è mai istantanea. Non si verifica mai che il 6 aprile è inverno e il 7 aprile è estate.
La primavera è bensì un periodo in cui l’inverno lascia spazio pian piano alla stagione estiva: le ultime colate fredde si alternano con le prime fiammate calde, prodotte dal graduale aumento della radiazione solare.
Nei tre mesi primaverili si alternano quindi micro-periodi caratterizzati da situazioni meteorologiche simili all’inverno e altri da situazioni simili all’estate.
La primavera non è un’identità unica, distinta. La primavera è un susseguirsi di situazioni diverse, mutevoli, progressive, è una stagione di cambiamento.
Quest’anno la stagione primaverile è stata contraddistinta da una vivace instabilità, legata a situazioni particolari. Una di queste è stata la presenza quasi costante di un’anomalia pressoria sul Mediterraneo centrale che ha dato vita a periodi caratterizzati da piogge, temporali e clima più fresco. Ma non siamo rimasti all’inverno, non siamo rimasti al 28 febbraio. Nel frattempo i giorni e le settimane sono andati avanti e quindi ha progredito anche la stagione: le giornate si sono allungate, il nord-Africa è diventato un forno, i fronti atlantici sono diventati sempre meno estesi, il serbatorio freddo del polo si è svuotato e la fascia anticiclonica sub-tropicale si è elevata.
Per concludere, il concetto fondamentale è che non ha senso aspettarsi una primavera contraddistinta tutta da giornate soleggiate e miti perché tale stagione è un collegamento tra estate e primavera, e la loro separazione non è una linea netta ma un percorso disseminato di ostacoli.
Non ha senso chiedersi per questo quando arriva la stagione estiva perché il percorso che ci conduce alla bella stagione è molto lungo, che inizia il 22 dicembre quando le giornate iniziano ad allungarsi.
Detto questo, dal 4 giugno si andrà progressivamente ad alzare il flusso atlantico, l’anticiclone pianterá le radici sul Mediterraneo e le piogge e il vento abbandoneranno per un po’ anche il sud Italia. Ma su questo ci aggiorneremo.