Ammetto che di Coetzee non avevo letto alcunchè prima; sono stata attratta da una copertina arancio con due secchi profili di alberi su un orizzonte di deserto, che faceva capolino su uno scaffale di una libreria e l’ho comprato. Mea culpa! Non è sicuramente questo il criterio di scelta di un libro da leggere! Ma mi piace pensare che oltre alla sensazione estetica provocatami dal contrasto nero-arancio, sia stato un moto viscerale, quasi un’attrazione magnetica a farmi scegliere il volume.
E non ho sbagliato.
Vergogna ha a che fare con le pulsioni più istintive, più animali della natura umana. E’ il ritratto di un Sudafrica selvaggio e “civilizzato” insieme, dove però i termini dell’equazione non sono sempre così ovvi. Alla fine del romanzo è davvero difficile dire se “noi occidentali” siamo tanto diversi da loro, da quei tre energumeni che usurpano il corpo di Lucy e la sua libertà di essere omosessuale; dall’ambizioso Petrus che costruisce la sua tenuta ed applica alla lettera la legge del più forte. David Lurie, professore ed aspirante compositore di opera, si ritrova nel fango per aver dato sfogo alla sua passionalità, alla sua ricerca di perpetuazione attraverso l’atto sessuale. Intanto decanta i versi del preludio di Wordsworth all’università e sogna di dare immortalità alle vicende di Byron. Lucy, sua figlia, “rigetta” – per così dire – il mondo “civilizzato”, vive da contadina in una fattoria ed è costretta a fare i conti con una brutalità ed una violenza che rappresentano il compromesso da pagare per continuare a vivere nella sua casa, tra i suoi cani ed i suoi fiori da vendere al mercato del sabato. Le colpe dei padri ricadono sui figli, verrebbe da pensare, leggendo questo romanzo. Ma non è così. E’ il caso, il paradosso che fa sì che a Lucy capiti quello di cui la giovane Melanie, vivace e maliziosa, accusa David. E questa violenza lascerà traccia visibile nella vita di Lucy, nel destino di David. Ricominciare? Sì, ma da dove? Il destino sembra segnato, come quello del cane zoppo che David accompagna a morire, mentre questo scodinzola e gli lecca il viso.