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Appello di Omar Ciccimarra per salvare un dipinto all’interno della chiesa di Sant’Agostino

Appello di Omar Ciccimarra per salvare un dipinto all’interno della chiesa di Sant’Agostino di Montescaglioso, replica del parroco Don Gabriele Chiruzzi

Riceviamo e pubblichiamo l’appello inviato dal professore materano Omar Ciccimarra per salvare il quadro contenuto nella chiesa di Sant’Agostino a Montescaglioso.
A Don Gabriele Chiruzzi, parroco della Chiesa di Sant’Agostino di Montescaglioso e a tutti i montesi.

Passeggiando per le strade di Montescaglioso, si ha la fortuna di visitare la Chiesa di Sant’Agostino che al suo interno contiene una bellissima opera: un dipinto che invoca disperatamente il nostro aiuto.

Dinnanzi ad una tela che ha quattrocento anni ed è aggredita dall’umidità e da un’infinità di parassiti delle muffe, perché aspettare indifferenti che si distrugga, provocando un danno irreparabile al nostro patrimonio artistico?

Se camminando trovassimo un uomo a terra, in una pozza di sangue, quale sarebbe la nostra giusta, civile e naturale reazione? Ebbene, la stessa deve essere davanti ad un quadro che implora il nostro aiuto e chiede di essere urgentemente ricoverato per un restauro.

La civiltà di un popolo (i montesi li conosco bene e ne hanno sempre dimostrata tanta), si misura anche dal modo in cui viene tramandata la memoria; la civiltà si misura anche da come si conserva un bene culturale.

Quel quadro è mio, è nostro, è di tutti, per questo va salvato e consegnato integro a chi verrà dopo di noi.

Don Gabriele Chiruzzi parroco della Chiesa Madre di Montescaglioso replica alla nota di Omar Ciccimarra

“A seguito di alcune segnalazioni riguardanti una tela di Gesù alla colonna, custodita nella chiesa di Sant’Agostino, in qualità di parroco comunico che lo stato della suddetta tela non è affatto passato inosservato. Tanto è che nella mia prima messa celebrata in quella chiesa il giorno 13 ottobre, chiesi al priore della confraternita ospitata in quella chiesa, di conoscere le ragioni per le quali la tela fosse così ridotta ed ancora non si era provveduto al suo restauro. La motivazione risiede nella mancanza di fondi necessari. In qualità di parroco, e amante delle opere d’arte, di certo non rimarrò indifferente al deperimento di questo e di altri tesori custoditi nelle nostre chiese. Vorrei però aggiungere che sono parroco da soli 20 giorni, che esistono delle priorità nella vita parrocchiale quali, ad esempio, la sanificazione e la manutenzione dei locali nei quali i nostri bambini vengono accolti per il catechismo. Detto questo posso certamente rassicurare le persone preoccupate del recupero delle opere d’arte in deterioramento che appena le condizioni economiche della parrocchia lo consentiranno sarà dato avvio ad un piano di recupero, magari sotto la guida della Sovrintendenza ai Beni Artistici e Culturali di Matera, con la quale il sottoscritto può vantare un ottimo rapporto di collaborazione per aver recuperato in passato altre opere del patrimonio artistico di Grottole. Ringrazio fin d’ora tutti coloro che vorranno collaborare con la parrocchia per riportare ogni bene artistico della comunità montese allo splendore orignario”.

Don Gabriele Chiruzzi

rafa85:

View Comments (1)

  • Una proposta
    Ho letto con interesse e commozione l’appello, le preoccupazioni e il richiamo ad intervenire di Omar Ciccimarra e le dichiarazioni d’intenti del neo parroco don Gabriele Chiruzzi.
    Certo non è facile intervenire e non è facile recuperare soldi che possano servire a salvaguardare e proteggere opere d’arte, arredi, monumenti, luoghi, anche perché richieste di questo genere il più delle volte passano inosservate, ad eccezione di quelle che vengono rivolte per ottenere un fiume di denaro che si sta riversando su Matera, capitale della cultura. Ma qui il discorso è diverso a condizione che si capisca che l’intervento su Matera non è altro che un’operazione di marketing e non un interesse vero rivolto alla protezione di manufatti giunti fino a noi da un passato che i nostri avi hanno voluto tramandarci.
    Ma parliamo di Montescaglioso.
    Recuperare oggetti di valore artistico e sacro, si diceva prima, non è facile se non ci si affida alla beneficenza di fedeli, come ha fatto Franco Francesco, priore della Confraternita del SS. Sacramento o alla
    buona volontà di esperti che mettono a disposizione gratuitamente le loro conoscenze per recuperare beni che altrimenti sarebbero andati distrutti, come ha fatto Gina Cuzzolini che ha restaurato con pazienza un piviale del Convento dei Frati Minori Cappuccini di Montescaglioso.

    Eppure qualche margine per operare ci sarebbe. Piccola cosa, forse. Ma ogni piccola cosa addizionata ad un’altra piccola cosa dà un risultato consistente che potrebbe permettere di poter intervenire con una certa tranquillità.
    La buona volontà e la beneficenza hanno bisogno di essere sostenute.
    Una cittadina, come quella di Montescaglioso, ricca di opere d’arte, di monumenti e di quartieri da preservare (come tutto il centro storico, compreso il rione denominato “La torre”) ha urgente necessità di programmare interventi mirati al recupero di tutti questi beni.
    E’ inutile organizzare sagre, concerti di rumori, sfilate, fiere, ecc. con uno sperpero di soldi che potrebbero benissimo essere utilizzati per lo scopo indicato. Una simile programmazione ci priverebbe certamente di discutibili manifestazioni organizzate da associazioni, ma arrecherebbe un beneficio a tutta la comunità che potrebbe tramandare ai posteri un simile bagaglio culturale.
    Siatene certi, i nostri pronipoti ci saranno riconoscenti e ci ringrazieranno.

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