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Promozione Cucibocca: ricerca e innovazione.

Cucibocca 2017: ricerca e innovazione.

Il manifesto di CooperAttiva del Cucibocca 2017 curato come sempre da Mauro Bubbico, anche quest’anno esplora le memorie ancestrali delle comunità agrospastorali del territorio ed il tema della paura. Nelle diciassette edizioni del Cucibocca curate da CooperAttiva, le ricerche del nostro grafico hanno toccato vari temi collegati alle identità locali ed ai miti e riti del 5 Gennaio: il costume del Cucibocca nei suoi vari aspetti, il tema orrorifico della paura con il rimando alle favole per bambini illustrate dal grafico americano, il grande Sendak, la notte in cui gli animali parlano.

Quest’anno si parte dal capro o diavolaccio nero di S. Costantino Albanese presente nel rito del “ nusazit” nella festa “ arbereshe “ di S. Maria della Stella. Un rito iniziatico in cui pupazzi in cartapesta raffiguranti sposini e un capro/diavolaccio nero, imbottiti di mortaretti, saltano in aria. Il pupazzo del diavolo evoca paura, va distrutto e porta ai piedi una catena, come il Cucibocca. Elementi comuni ai tanti antichi riti della Basilicata. Sempre nei paesi lucani del Pollino, un altro rito in occasione della mietitura è la danza del falcetto che evoca l’auspicio della buona annata ma anche la rivolta dei poveri mietitori contro il padrone. La figura paurosa del Cucibocca 2017 è una sintesi tra gli elementi iconografici della danza del falcetto e del grano e il diavolaccio del “ nusazit “, che richiama anche il prototipo mitologico legato alla paura, il Minotauro. Altri elementi presenti sono la civetta che presiede il consesso degli animali che la notte del 5 Gennaio parlano (il profilo proviene da un vaso greco del Museo Pomarici Santomasi), il tupè di rose in testa al capro è un accessorio tipico del Carnevale di Tricarico, la corona è ripresa dai finimenti di un cavallo presente in un museo di Gravina. Tutte le culture agropastorali della zona ed in particolare della Murgia, confluiscono nel manifesto di quest’anno.

La frase d’apertura proviene da un testo di Ernesto De Martino, “ Furore, Simbolo, Valore “, un canto che racconta le condizioni di vita della contadini della Rabata rielaborato, sembra, con il contributo di Rocco Scotellaro.

Il brand/marchio “ Riti e tradizioni di Montescaglioso e Parco Murgia “ è uno studio innovativo di CooperAttiva. Si intende sperimentare una nuova modalità di promozione degli eventi identitari di Montescaglioso capace di segnalare e identificare l’offerta turistica e culturale della nostra città collegata al contesto, ormai internazionalizzato di Parco Murgia. Nei prossimi mesi sperimenteremo la veste grafica del “ marchio “ e l’estensione ad altri contesti, per esempio, prodotti tipici, artigianato, ambiente, patrimonio storico. Per gli eventi della tradizione il “ concetto base “ è: se a Matera è concentrato gran parte dell’habitat rupestre del territorio, Montescaglioso costituisce lo scrigno che ha conservato gelosamente tutti i riti della tradizione delle comunità agropastorali ormai perse nella città dei Sassi, salvo la tradizione della Madonna della Bruna. Il legame Montescaglioso / Parco Murgia sul tema delle tradizioni risulta molto efficace poiché la nostra offerta è ampia ed esclusiva ed è rappresentativa di tutta l’area della Murgia, compreso Matera e le zone pugliesi. Franco Caputo (CooperAttiva).

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