Riuscitissima nella prima parte, la pellicola impressiona e colpisce per la maestosità dell’ambientazione, per la spettacolarità della fotografia, per l’interpretazione superba e naif allo stesso tempo degli attori, per la rappresentazione coinvolgente e totalizzante dei riti sacrificali delle popolazioni centro-americane di età pre-colombiana.
Il regista non lesina sulla violenza, a volte gratuita – anche se mai quanto quella di The Passion – ma funzionale a calare lo spettatore nella dimensione più brutalmente naturale della giungla.
Imponente la ricostruzione della piramide sacrificale; magistrale la riproduzione delle maschere; efficace, ancora una volta, l’uso della lingua originale a contestualizzare le vicende.
Se c’è una debolezza nel film, è nella trama. Fino a quando la narrazione è corale (nelle scene di caccia, della devastazione del villaggio, della deportazione dei prigionieri, dei sanguinari riti religiosi per invocare l’intervento divino) assistiamo ad una formidabile riproposizione di un mondo vero, realmente esistito, anche nella bestialità delle sue leggi.
Quando però, il fulcro del racconto passa su Zampa di Giaguaro, ecco il trionfo del superomismo americano che non tarda a manifestarsi. Da questo momento in poi, si assiste alla classica lotta tra bene e male; si trepida per le sorti del buono che deve salvare la propria famiglia in pericolo e contemporaneamente salvare la propria pelle dalle grinfie di assatanati cattivi.
Vero e proprio action-movie da manuale, in cui il protagonista riesce a sfuggire ad un branco di inferociti balordi, con una ferita nel costato (ma non era Gesù?) ed una freccia piantata nella clavicola. Francamente, pur ammettendo un provvidenziale intervento divino, o si tratta di Highlander sotto mentite spoglie o il caro Gibson ci sta propinando una grande boiata.
Bello il finale, invece. Paradossalmente l’uomo bianco che attracca sulle immacolate spiagge caraibiche porta la salvezza a Zampa di Giaguaro che riesce a scappare ai suoi aguzzini.
Ancora non si presagisce quello di cui saranno capaci i portatori di salvezza.
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sfuggiti a secoli di difficoltà ambientali, gli Aztechi periranno per il vaiolo, generosamente regalatogli da Cortez sotto le mentite spoglie di abiti e lenzuoli... Il primo esempio di arma batteriologica!
Non sono daccordo sulla visione prettamente violenta, sacrificale e se vogliamo malvagia delle divinità nonche della cultura azteca, in effetti non viene a mancare l'inclinazione fortemente cattolica del regista, quindi attenzione alla lettura del film, infatti nonostante il paganesimo criminalizzato da Mel Gibson, gli aztechi sono stati uno dei popoli più avanzati nella conoscenza che si siano mai visti... era il 1518, e da noi imperversava l'inquisizione e la visione tolomeica dell'universo (gli aztechi riconoscevano e sapevano dell'eclissi)
Da sottolineare secondo me la parte iniziale del film, in cui l'anziano del villaggio che sta per essere razziato, racconta una storia tramandata di padre in figlio.
L'uomo che chiede all'avvoltoio la sua vista, al giaguaro la sua forza... quando non ha più nulla da chiedere l'uomo và via, ma gli rimane la paura, la paura che il gufo dice il grande buco incolmabile dell'uomo, quel buco che cercherà di tappare prendendo il più possibile dalla natura, fino al giorno in cui la terra non avrà più nulla da offrire... Attuale non credete??
Da notare anche la differenza tra il popolo che vive nella foresta, prende ciò che basta e vive di caccia, e il popolo che vive nelle "città", mai sazio, violento, perverso, cacciatore di schiavi, basta una carestia per scatenare gli impulsi più disumani, nel caso l'immenso sacrificio!
da vedere, magari conoscendo la storia, per evitare incomprensioni volutamente create dal supercattolico Mel..
ramingo errante
Credo che non sia il caso di fare una trattazione della trama.
Personalmente penso che il Film sia stato molto bello.
In particolar modo il primo tempo, uno spaccato di vita di tribù delle foreste che si contrappongono alla città...
etc...
Un film come dice lom alias rammingo errante per gli amici FRODO (Grazie Corvo), da leggere tra le righe...
Non mi dilungo molto, ma ricordo che prima dell'uscita del film, ci fu un polverone alzato da gente che non aveva nemmeno visto il film, si parlava di sevizie strupri di massa ed altro.
Di essere un film crudo e "violento" lo è, ed hanno fatto bene a censurarlo ai minori di 14 anni, però non vedo dove sia lo scandalo, o gli attacchi che ha subito la produzione per la cruenza delle scene e del racconto.
Una su tutte una frase che dice la "moglie" di zampa di giaguaro al marito poco prima che avvenisse l'attacco al villaggio... vi era un cane che stava abbaiando disturbando il sonno della donna che svegliandosi dice al marito ammzza quel cane...( cosa significa)... oggi una persona "civile" difficilmente avrebbe detto ammazza quel cane, ma presumibilmente avrebbe detto:... fai stare zitto quel cane...(rapportandosi ad oggi)...come lo stesso concetto di violenza, prendere schiavi per sacrificarli, per noi rappresenta una cosa che ci fa inorridire, ma in quell'epoca doveva essere la normalità....
Ho notato che l'unico aspetto rimasto piacevolmente immutato è stato il concetto di famiglia, di amore e di amicizia...
Secondo me la bravura di Mr Gibson è stata di trovare la gista mediazione tra tempi cinematografici e ricostruzioni documentaristiche.