Alluvioni e morti di serie A e B. La politica si vergogni
Prendiamo atto di quanto si sta annunciando per la Sardegna: il consiglio dei ministri entro 24 ore dall’alluvione si convoca, dichiara lo stato di emergenza, stanzia prime risorse, annuncia un emendamento alla legge di stabilità per inserire i fondi necessari a intervenire nel disastro, poi dichiara il lutto nazionale per i morti dell’alluvione.
Per la Puglia e la Basilicata? I nostri morti e le nostre alluvioni sono di serie B o lo sono i nostri parlamentari ed esponenti di Governo?
“La verità” dichiara Gianni Fabbris a nome del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche “è che da quando è entrata in vigore la legge sciagurata che ha smantellato il fondo nazionale (ricordate la tassa sulle disgrazie?) poi dichiarata incostituzionale ma non sostituita da niente, quando in Italia ci sono delle alluvioni siamo al si salvi chi può ed ognuno si arrangi”.
“In effetti – è la posizione di TerreJoniche – ogni alluvione accaduta in Italia da quella del Veneto di tre anni fa in poi, ha avuto un trattamento differente, molti (come le nostre di Puglia e Basilicata) hanno avuto parzialissime risposte se non quasi nulle, altre (Elba, Sala Baganza, ecc…) praticamente nessuna, qualcuna ha evidentemente avuto la fortuna di avere gruppi dirigenti regionali e politici nazionali capaci di “contrattare” risposte. Questo pone due grandi questioni: è moralmente e politicamente inaccettabile il mercimonio che si apre dopo ogni alluvione dentro cui sperare di avere qualche risposta senza che invece ci siano procedure, leggi e normative chiare che definiscano diritti, doveri ed offrano certezze uguali a tutti ma, soprattutto, ci dice chiaramente di quale sia il valore e la capacità contrattuale dei politici lucani e pugliesi eletti a Roma e/o chiamati a ruoli di governo.
Sappiamo bene, purtroppo, che con ogni probabilità, per gli alluvionati sardi, passata la sfuriata mediatica che offre la passerella al Governo, tutto tornerà come per gli altri: solitudine, desolazione ed assenza di risposte.
Oggi a 1000 giorni di distanza dall’alluvione del 1° marzo 2011 ed a oltre 45 giorni di distanza da quella del 7 Ottobre e dai morti lucani e pugliesi, non abbiamo ancora l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri e le risorse che servono.
Oltre noi tanti altri in Italia. Vergognatevi”.